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Autore: Ciuffettina    11/11/2016    7 recensioni
Come scoprire che Giobbe era davvero retto e giusto come tutti dicevano e non lo faceva per interesse? Ma con tre Prove!
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Lucifero, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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«Eccoci di nuovo a casa!» esclamò Gabriel felice, atterrando su una delle nuvole.
«Posso fidarmi a scendere?» chiese Lucifer, sempre cavalcioni sulla sua schiena. «L’ultima volta che sono stato qui, ho fatto un atterraggio fuori programma sulla Terra.»
«Stai tranquillo, non ti lascerò cadere nuovamente. E poi, non vorrei offenderti, ma pesi.»
«Rammollito» sbuffò. Scese e continuando a tenere un braccio intorno alle spalle di Gabriel, tastò le nuvole cautamente con un piede. «Bene pare che reggano… La solita vecchia brutta casa» disse poi, facendo qualche passo e guardandosi intorno. «Non ricordavo che il Paradiso fosse così noioso. L’Inferno, invece, è un vero spasso! Un intero parco giochi pieno di atroci divertimenti, non immagini quanto urlino i dannati.»
«Lucy, per favore…» replicò Gabriel a disagio.
«Che c’è, fratellino?» ridacchiò Lucifer. «Ti ho sconvolto?»
«Che cosa ci fa lui qui?» domandò Michael, atterrando davanti a loro.
«Fratello, sono secoli che non ci vediamo» replicò l’ex Stella del Mattino all’arcistratega. «Mi aspettavo un bentornato più caloroso.»
«Hai deciso di pentirti e chiederGli perdono?»
«E se non lo faccio, mi butti giù a calci come l’ultima volta?»
No, non di nuovo!” Istintivamente Gabriel tenne stretto per un braccio Lucifer, come se da un momento all’altro le nuvole dovessero di nuovo aprirsi sotto i suoi piedi. «Miki, potresti riferire a Papà che Lucy è tornato e che Gli vuole parlare?»
Michael lo guardò freddamente. «Gabriel» replicò scandendo ogni lettera, «vorrei proprio sapere che cos’è questa tua mania per i nomignoli. A sentirti parlare sembri più un cupido che un arcangelo.» Si voltò, allargò le ali e volò via.
«Ancora pochi minuti e riavrai le tue bellissime ali» disse Gabriel fiducioso.

E invece avevano dovuto aspettare ore prima che l’intera corte celeste si riunisse nella sala del Trono. C’erano proprio tutti: dagli arcangeli ai cherubini, erano presenti persino gli angeli custodi che avevano dovuto mollare i loro protetti e star lì a vedere che cosa sarebbe successo fra pochi minuti.
Ogni tanto dalla Terra si sentiva provenire un urlo e un tonfo dovuti ai bimbi che, privi del loro guardiano celeste, precipitavano in qualche burrone.(1)
Gabriel si rese conto che le ali dei suoi fratelli fremevano, alcune per l’indignazione ma la maggior parte per la curiosità. “Non è stata una bella idea” pensò.
Lucifer era estremamente orgoglioso ma forse a quattr’occhi con il Padre, avrebbe anche potuto ammettere che aveva sbagliato ma umiliarsi di fronte a tutta la corte? Mai!
Gabriel sperò che il suo desiderio di riavere le più belle ali del Creato fosse maggiore della sua superbia.
Il Signore gli chiese: «Dove sei stato?»
«Un po’ qua, un po’ là…» rispose Lucifer facendo spallucce e tenendo le ali invisibili.
«Hai notato il mio servo Giobbe? Nessun uomo è come lui sulla terra: è integerrimo e Mi è devoto.»
Lucifer rispose sbuffando: «E vorrei vedere! Non hai forse messo una siepe di protezione intorno a tutto quanto è suo? Hai benedetto i suoi campi e il suo bestiame infesta la terra. Ma togligli quello che possiede e sentirai che benedizioni Ti rivolgerà!»
Un mormorio di orrore attraversò la corte. Mai nessuno aveva osato rivolgersi a Dio con tanta arroganza.
Il Signore stette un attimo a pensare poi replicò: «D’accordo, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano contro di lui. Puoi andare ora.»
«Bene! Dai, Gabriel, riportami sulla Terra che ho una missione da svolgere» disse Lucifer.

Gabriel lo prese sulla schiena e lo portò giù fino a quando non fu sicuro che le sue ali potessero reggerlo. «Ecco, da qui in avanti puoi volare senza passaggi» gli disse di malumore.
«Fratellino, sei arrabbiato con me?» domandò Lucifer staccandosi da lui e svolazzandogli davanti.
«E certo! Mi hai mentito! Avevi detto…»
«Avevo detto: “Fammi fare un giro, sarà bello rivedere Michael e gli altri.”» lo interruppe. «Non ho mai detto che ero pentito o che volessi chiedere perdono. E poi hai visto anche tu, no? Anche se ne avessi avuta voglia, Lui non me ne ha dato il tempo: “Hai visto Giobbe? Com’è bravo Giobbe!” Giobbe!» sbuffò disgustato. «Che nome stupido! “Dov’è-mio-padre?” Se non lo sa lui, devono saperlo gli altri? Ma ora finalmente Gli dimostrerò che quegli insetti non meritano niente.»
«Lucy, non capisci che quello che intendi fare è inutile? Nostro Padre non cambierà mai idea sugli umani, se anche Giobbe dovesse… lamentarsi del trattamento subito, Lui si troverebbe un altro profeta e andrebbe avanti come prima. Sai quanto li ami ma ama anche noi, tutti noi, anzi tu eri il Suo preferito e lo sai.»
«No, che non lo so!» esclamò rabbioso. «Non me l’ha mai dimostrato! A te ha dato il Corno, a Michael il comando su tutti gli angeli, a Raphael…»
«A te aveva dato il Marchio» lo interruppe Gabriel, volandogli un po’ più vicino, «proprio per dimostrarti quanto ti amasse e stimasse.»
«Oh sì, lo so bene quanto ci ami e ci stimi» ribatté ironico. «Dannazione, Gabriel! Sei un arcangelo, una delle creature più potenti dell’universo, eppure mi hanno riferito che hai dovuto far da balia a quegli esseri inferiori!» esclamò disgustato.
«È vero» sorrise Gabriel al ricordo del piccolo Abram(2). «È stato divertente, sai?»
«Divertente!» sbuffò Lucifer sprezzante. «Avresti dovuto rifiutarti di obbedirGli! Che mandi i cupidi a mischiarsi con quella feccia se ci tiene così tanto! Ma se le cose andranno come penso io, saremo finalmente liberi da questa schiavitù. Fidati di me, io so quel che faccio!»

*****

1) Ovviamente la frase fa riferimento ai santini sugli angeli custodi che vengono spesso raffigurati mentre vegliano dei bambini che attraversano dei ponti sgangheratissimi per inseguire farfalle o si sporgono sui crepacci per raccogliere fiori.
2) Vedere il racconto “L’infanzia di Abram
   
 
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