Mentre passeggiavano senza alcuna fretta,
nonostante l'orario, il sole stava tramontando su Nerima. Le loro ombre si
allungavano fino quasi ad appiattirsi dietro di loro e l'aria fresca di quel
tardo pomeriggio li accompagnava, spirando dolcemente lungo il fiume che
attraversava la piccola cittadina e che loro costeggiavano ormai ogni giorno.
Eppure, anche se avessero dovuto essere avvezzi allo spettacolo del sole morente
che si rifletteva sulle acque placide, quella visione era davvero affascinante
ogni volta, quella sera come le altre. Akane teneva lo sguardo puntato verso il
cielo, ammirando i colori che variando dal rosa cupo, all'arancione, al viola
acceso, dipingevano uno splendido acquerello con le rare nuvole che lentamente
si muovevamo spinte dalla brezza; inoltre non avrebbe guardato verso Ranma
nemmeno se minacciata.
Il ragazzo le camminava accanto, dividendo con lei
quel silenzio così compatto da innervosirlo; a lui non importava granché della
bellezza, pure indiscutibile, del tramonto; la sua mente era altrove, anche se
non molto lontana da lì. Stava pensando ad Akane. Il che non era strano di per
sé, gli capitava anche più spesso di quanto gli piacesse ammettere, ma
l'intensità dei suoi pensieri quel giorno stupiva anche se stesso… e forse la
chiacchierata che aveva avuto con Daisuke ed Hiroshi non era estranea a ciò.
"Che le hai fatto?" gli aveva chiesto di
punto in bianco Daisuke, guardandolo con curiosità "Che?! Io non le ho
fatto nulla!" "Allora perché ti sta evitando?" quella domanda di
Hiroshi lo aveva stupito tanto da farlo smettere di mangiare "Evitando?
Chi? Akane?" l'amico aveva annuito, mordendo il suo panino "Già, non
te ne sei accorto?" "No, ma non è che… insomma, è molto occupata
ultimamente" gli altri due ragazzi si erano guardati, poi avevano
sospirato e, sempre all'unisono, avevano scosso la testa "Sei proprio un
tonto a volte, Ranma… E' così chiaro che ti stia evitando! Probabilmente le hai
detto qualcosa che l'ha fatta arrabbiare" "Ma se non riesco a stare
da solo con lei da una vita! Quando avrei…." le parole gli erano morte
sulle labbra, mentre senza rendersene conto, aveva stretto le bacchette nel
pugno tanto da romperle: avevano ragione loro. Possibile che non se ne fosse
reso conto? Akane stava evitandolo!
Hiroshi aveva annuito con fare saccente e gli aveva
assestato una calorosa pacca sulle spalle "Allora se non è per qualcosa
che le hai detto, non c'è che un altro motivo…" "Già – ne aveva
convenuto Daisuke, annuendo a sua volta con aria altrettanto sicura e contrita
– probabilmente Akane vuole lasciarti e non ha il coraggio di dirtelo!"
"Fhè, che sciocchezza! Come se poi m'importasse qualcosa!" aveva
ribattuto lui con sicumera, anche se più di qualcuno avrebbe potuto giurare di
avvertire un sonoro crac provenire proprio dal suo petto. Akane non voleva
lasciarlo, Akane non poteva lasciarlo!
"Forse si è innamorata di un altro. Del resto,
visto che il vostro matrimonio è fallito già una volta…" "E questo
che significa?" aveva chiesto lui cupo, ignorando il secondo crac
proveniente dal proprio petto... "Come che significa?! Ranma, lei è
obbligata in questo fidanzamento quanto te, una volta che il matrimonio non c'è
stato, potrebbe pure interessarsi a qualcun altro" Hiroshi aveva annuito
energicamente, segno che approvava in pieno l'ipotesi dell'amico, poi aveva
sospirato, alzando sognante gli occhi al cielo "Magari fossi io quello per
cui ti lascerà, Ranma" sussurrò, ormai sicuro della profonda verità delle
loro geniali intuizioni.
Ranma aveva battuto le palpebre un paio di volte,
rifiutandosi di credere ad una sola di quelle parole; erano tutte stupidaggini!
E poi Akane non aveva conosciuto nessuno ultimamente, chi sarebbe 'sto tipo per
cui avrebbe dovuto lasciarlo? Quest'ultima considerazione lo consolò non poco,
ma subito l'insicurezza tornò a tormentarlo: forse non era un nuovo amico, ma
una vecchia conoscenza… Magari il fallimento del loro tentato matrimonio le
aveva fatto considerare qualcun altro che già conosceva. I corteggiatori del
resto non le mancavano, aveva pensato con una smorfia amara: sembrava che quasi
tutti quelli che la conoscevano finissero per innamorarsi di lei! Kuno,
Kentaro, Gosungughi, Kirin, Toma… per non parlare di Ryoga e Shinnosuke. Anzi,
Ranma era convinto che se proprio Akane avesse finito con l'innamorarsi di
qualcun altro doveva essere uno dei due… Sperò solo che non si trattasse di
Ryoga! Cavoli, non gliel'avrebbe mai perdonato se si fosse messa con quell'eterno
disperso!
Una folata di vento lo riportò al presente,
scuotendogli il codino che ondeggiò sulle sue spalle; si fermò, piantandosi
all'improvviso dov'era. Un pensiero lo fece fremere di nuovo come poche ore
prima, rinnovato da nuova rabbia: in realtà non le avrebbe perdonato se si
fosse messa con chiunque altro. Alzò gli occhi verso Akane che, ignara del
fatto che lui si fosse fermato, continuò a camminare ancora per qualche passo,
la sua attenzione rivolta al tramonto… 'Al tramonto… starà davvero pensando a
quello o… o a come trovare il coraggio di lasciarmi?'. Quel pensiero gli fece
molto più male di qualsiasi altra sofferenza fisica avesse mai provato. Solo
una volta aveva provato un simile sconforto: quando a Ryugenzawa aveva creduto
che si fosse innamorata di Shinnosuke… e solo un'altra volta aveva avvertito un
tale dolore: quando sul monte Hooh l'aveva stretta a sé credendola morta.
"Akane…" la richiamò, la voce tremula
quasi. Lei si fermò, voltandosi a guardarlo stupita "Ranma, perché ti sei
fermato? E' tardi" lui la guardò, come se volesse leggerle l'animo dritto
in viso "C'è qualcosa che devi dirmi?" Akane batté le palpebre,
confusa "Qualcosa da dirti? Non capisco… Non ho nulla…" lui abbassò
lo sguardo per alcuni istanti, poi tornò a fissarla "Hai notizie di Ryoga,
ultimamente?" lei inarcò un sopracciglio: non capiva il perché di
quell'espressione tanto seria per farle poi una simile domanda!
"In verità no… E' da – si fermò, esitando, poi
sospirò, abbassando lo sguardo sui suoi piedi – da un po' che non lo vedo"
precisamente dal giorno del matrimonio, ma non voleva tirare in ballo
quell'argomento con lui. In fondo non ne avevano mai parlato, tra loro… Akane
temeva che a lui non importasse molto parlarne.
"E P- chan?" "P- chan?! In effetti,
ora che mi ci fai pensare, è da un po' che non vedo nemmeno lui… Spero che stia
bene!" Ranma le si avvicinò ulteriormente "E per quanto riguarda il
nostro eterno disperso, non speri che lui stia bene?" era proprio strano
quel giorno. Akane lo guardò sempre più incuriosita: sospettava che dietro
quelle domande tanto strane ci fosse un perché, ma proprio non riusciva ad
intravederlo.
"A dirla tutta spero che Ryoga stia bene, ma
soprattutto che non sia solo ma con Akari, lo spero davvero tanto" Ranma
spalancò gli occhi e le si avvicinò ancor di più, tanto da esserle ora distante
che pochi centimetri "Lo dici sul serio? Lo speri sul serio?"
"S- sì…" Akane batté di nuovo le palpebre, ora davvero non ci si
raccapezzava più! Ranma non solo le stava tanto vicino che lei poteva osservare
la bellissima sfumatura grigio- blu dei suoi occhi, ma quegli stessi occhi la
stavano guardando colmi di un'emozione che lei non riusciva ad interpretare…
sembrava quasi felice! "Ranma, stai bene?" gli chiese,
indietreggiando di qualche passo.
Lui annuì e con un'euforia difficile da comprendere
almeno per lei, saltò sulla ringhiera che costeggiava il fiume "Sto
benissimo! Mai stato meglio! Sai che ti dico? Spero anch'io che Ryoga stia con
Akari… e che ci resti il più possibile!". Akane era perplessa. Sapeva che
in fondo Ryoga era per certi versi il suo migliore amico, ma non credeva che
Ranma tenesse tanto a lui! "Sei strano…" gli disse, rimettendosi in
cammino. Lui la seguì per alcuni metri continuando a camminare sulla ringhiera,
poi con un elegante balzo le fu accanto "Akane" lei lo guardò,
stupita di ritrovarselo di nuovo così vicino "Sì?" "Ecco… se tu
avessi qualcosa da dirmi, qualcosa di importante, me lo diresti vero?"
"Perché continui a chiedermelo? Credi che ti nasconda qualcosa?" lui
si grattò la nuca, imbarazzato "Beh, no… ma ultimamente ecco ho come
l'impressione che tu mi stia evitando". Incredibile! Se n'era accorto!
Quell'essere insensibile come nessun altro si era accorto di qualcosa!
La guardò di sbieco, con la coda dell'occhio, studiando
le espressioni del suo viso: Akane sembrava stupita… e cosa ancora peggiore,
aveva l'espressione di chi era appena stato smascherato. "E' vero…
allora?" insisté "Ecco – lei si morse le labbra, fermandosi di colpo
a rimirarsi i piedi, in preda al più grande imbarazzo – non è proprio
così" "Uhm? No? Non che me ne importi poi granché, sia chiaro, ma… è
per qualcosa che ho detto?" lei stavolta lo fissò sbigottita "Come?!
Come sarebbe a dire 'non che me ne importi granché'?!" ecco che ci
ricascava! Ranma maledisse la sua boccaccia che non faceva che metterlo nei
guai. Ora l'aveva fatta arrabbiare e di certo Akane non gli avrebbe più detto
nulla… senza contare che quell'espressione proprio non prometteva nulla di
buono! Per non parlare di quell'aura che ora circondava la sua fidanzata, rossa
di rabbia… 'Martellata in arrivo!' si disse Ranma deglutendo nervoso, in attesa
del colpo. Ed infatti il colpo arrivò, anche se non si trattò di una
martellata, ma di un pugno, tanto violento da fargli superare la ringhiera e
farlo cadere nel fiume.
Quando riemerse, naturalmente trasformato in donna,
Akane stava già correndo via, imprecando contro uno stupido mostro… Non gli ci
volle molto a capire con chi ce l'avesse. Sbuffò e riemerse dal fiume, conscio
che per il momento non era il caso di rientrare dai Tendo: prima di tutto
voleva dare il tempo ad Akane di calmarsi, poi non voleva farsi vedere da sua
madre in quelle condizioni. Nonostante Nodoka sembrasse aver accettato
quell'aspetto di suo figlio, Ranma sapeva che vederlo trasformato in una
graziosa ragazzina dai capelli rossi non le dava certo piacere, perciò pensò
che fosse il caso di procurarsi dell'acqua calda prima di rimettere piede a
casa. Così, grondando acqua si avviò verso lo studio del dottor Tofu.