Baby,
I’m preying on you tonight
Hunt
you down eat you alive
Just
like animals
Animals
Like
animals
Maybe
you think that you can hide
I can smell your scent from miles
Just
like animals
Animals
Like animals
(Animals-Maroon
Five)
La
sera prima Lisanna era distesa nel letto di camera sua cercando di
non pensare a Levy e, ovviamente, come le accadeva ogni volta che non
voleva pensare a una cosa, ci pensava più intensamente.
“Hai
fatto male ai tuoi amici... sei davvero un mostro, allora...”
Si
rannicchiò e nascose la testa tra le gambe, stringendo le
ginocchia
sugli occhi fino a farsi male.
“Che
cosa mi sta succedendo??? Cos'è che sento
dentro???”.
TOC
TOC
Qualcuno
bussò.
Chi
poteva essere? Forse era Erza?
Il
pensiero la fulminò, l'idea di parlarle la devastava, e non
perché
temeva che la accusasse, ma perché sapeva che non l'avrebbe
mai
fatto. Non l'avrebbe mai odiata, non avrebbe mai avuto paura di lei,
come invece avrebbe dovuto, come lei stessa faceva, ma avrebbe
cercato di capire, avrebbe preteso risposte che lei non aveva.
TOC
TOC
Poteva
far finta di non esserci; invece inghiottì un boccone e
disse:
-Avanti.-.
La
porta si aprì e Lisanna si strinse più forte, in
attesa della voce
di Erza.
-Uh...
Sorellina?-.
Lisanna
trasalì e riaprì gli occhi.
Sull'uscio
della stanza, con ancora la maniglia in mano, c'era suo fratello
Elfman.
-Onee-chan...-
Borbottò piano; poi scattò in piedi e corse ad
abbracciarlo.
-Fratello
mio!!! Non sapevo fossi qui!!!-.
Elfman
ricambiò stringendola con le sue mani possenti: era grande
il doppio
di lei, l'unica cosa che avevano in comune erano i capelli bianchi,
per il resto lui era muscoloso e possente e lei piccola e gracile.
-Come
stai, sorellina?-.
“Sto
bene”, stava per rispondergli in preda all'entusiasmo; ma
subito il
suo sorriso si spense, e quindi anche quello del ragazzo.
Lisanna
si staccò dal fratello e indietreggiò fino al
letto, su cui
si
sedette mogia.
Elfman
la raggiunse e si mise di fianco a lei, facendo abbassare il
materasso di qualche centimetro.
-Lisanna,
cosa ti succede? Non sei contenta di rivedermi?-.
-Certo
che lo sono, Elf-nee-chan, però io...- Non riuscì
a finire la frase
e abbassò il volto, nascondendosi gli occhi tra le mani;
sentì il
palmo del fratello appoggiarsi sulla sua spalla.
-Che
cos'hai? Stai male?-.
Si
sforzò di guardarlo, in modo che vedesse il suo occhio
sinistro.
Elfman
ebbe un sobbalzo.
-Ma
cosa...-.
A
Lisanna venne da piangere, e subito si coprì di nuovo il
viso.
-Fratellone,
io... io... io non so cosa mi stia succedendo! Io non so cosa stia
diventando! Io sento qualcosa dentro di me che si agita, come se mi
stesse cacciando, come se volesse mangiarmi e prendere il mio posto!
Io ho paura, ho paura, ho tanta paura! Ti prego, aiutami!-.
Era
scoppiata in lacrime, perciò non si accorse subito del
silenzio di
Elfman; quando iniziò a trovarlo strano, però,
lui iniziò a
parlare.
-Nostra
sorella...-.
Quel
nome la paralizzò.
Mira?
Stava parlando di lei?
Riuscì
a guardarlo, ma anche lui si era piegato in avanti ed era diventato
scuro in volto.
-Elf-nee-chan,
cosa... cosa vuoi dirmi?-.
-Niente.-
Rispose cupo lui: -Niente, non è niente di importante, era
solo una
storia...-.
Lisanna
lo prese per il braccio e lo guardò con tutta la
disperazione che
aveva.
-Fratello,
tu lo sai cosa mi sta succedendo, tu sai cosa c'è dentro di
me,
vero? Ti prego, ti prego dimmelo!-.
Elfman
scosse la testa, ma più per allontanare un pensiero
insistente che
per non darle una risposta.
Perché
lui la sapeva la risposta, perché quel pensiero insistente era
la
risposta, una risposta che lui non voleva darle.
-Ti
prego, fratello mio! Ti prego! Io devo
saperlo!-.
-Anche
se lo sapessi che importanza avrebbe???- Urlò lui, facendola
spaventare.
-Cosa
pensi che cambierebbe? Ti farà stare solo peggio, starai
solo più
male!-.
-Come
potrei sentirmi peggio di così?- Le lacrime tornarono a
rigare il
suo viso, ma lei continuò con tutta la voce che aveva: -Come
posso
stare peggio di ora che sto facendo del male
ai
miei amici e non so neanche perché???-.
Poi
si appoggiò alla sua spalla e si lasciò andare al
pianto, come
faceva da piccola, quando si stringeva sui suoi fratelli per cercare
il loro affetto.
Ma
stavolta non trovò affetto, solo rammarico.
Perché
non poteva avere nemmeno quella soddisfazione??? Perché
diavolo il
mondo era così ingiusto???
-Ho
paura... ti prego, fratello... ho così paura... ti prego,
parlami...
dì qualcosa... non lasciarmi sola...-.
Elfman
la prese per le spalle e le gridò in faccia: -Tu non sei
sola!!! Non
pensare nemmeno per un istante di essere sola!!!-.
Ma
le sue parole non la raggiungevano, era
sempre
più distrutta, sempre più angosciata, e non
contava più i
singhiozzi.
Lui
dovette capirlo, perché la lasciò andare e si
avviò verso la
porta.
Se
ne stava andando.
Se
ne stava andando!
“No,
no, non lasciarmi sola, non lasciarmi sola! Ti prego! Ti prego,
ascoltami, non lasciarmi qui!!!”.
Non
lo fece; si fermò davanti a un angolo della parete e ci si
appoggiò
con una mano.
-Nostra
sorella me ne parlò dopo che io... dopo che tu andasti ad
Edolas.-.
I
sussulti scemarono fino a rimanere muti, lasciando posto
all'incredulità.
-Quando
io avevo perso il controllo e ti avevo... uccisa, sorellina. Mi
spiegò perché l'avevo fatto, mi spiegò
com'era successo.-.
In
che senso? Cosa c'era da spiegare? Aveva perso il controllo, il
mostro lo aveva...
Il
mostro lo aveva...
Il
mostro...
Un
momento
Elfman
si mise l'altra mano in viso, ridendo isterico.
-È
così logico, ci arriverebbe chiunque! È quasi
ridicolo che non ci
fossi arrivato da solo, ti pare?-.
Cosa?
Un
momento
-È
così semplice da spiegare, l'ho capito persino io!-.
Un
Cosa?
momento
-Noi
non possiamo controllare tutto il potere che assorbiamo! Il Take Over
è così potente che non può non avere
degli effetti collaterali,
non è ovvio? Se assorbiamo troppe anime e
il
nostro spirito diventa debole si ritorce contro di noi! Non siamo
più
noi a controllare loro, sono loro che controllano noi!!!-.
Cosa?
Il
controllo?
Loro
Cosa?
il
controllo?
-Mi
dispiace, sorellina! Mi dispiace così tanto! Ma in
quest'ultimo anno
sono successe così tante cose... il tuo spirito si
è... il tuo
animo...- Ora era lui a piangere, mentre lei rimaneva immobile.
Cosa?
Loro
No
controllo
No
Cosa?
No!
Loro
la
stavano
uccidendo
-No...-.
-No...-.
Cadde
all'indietro, il corpo si afflosciò sul materasso.
-No...-.
Quanti
mostri aveva assorbito nell'ultimo anno? Quanti animali pericolosi,
per salvare sé stessa, per salvare gli altri, per diventare
più
forte?
Aprì
la bocca per negare ancora, invece le scappò una risata.
Elfman
smise di singhiozzare e si girò stupito.
Cosa
potesse vedere, anzi, cosa vide lei non lo sapeva, non sapeva che
espressione avesse in volto, a
malapena
sapeva di stare ridendo.
Era
davvero ridicolo che non ci fosse arrivata prima!
Era
così semplice, un vaso di argilla non può
contenere della lava! E
lei quanta ne aveva ingurgitata negli ultimi mesi???
Ora
però non rideva più, ora le lacrime perforavano
l'armatura di Erza
su cui si era accasciata
dopo
averle raccontato tutto.
Erza
non riusciva neanche ad alzare le mani per stringerla, fissava
davanti a sé mortalmente impassibile.
-Io-io-io
sto diventando un mostro!!! Io st-sto diventando come lei!!!
Succederà anche a me, succederà anche a me!!!
Non-non voglio, non
vo-voglio, non voglio mo-morire!!! Ti-ti prego, non voglio morire!!!
A-aiutami, E-Erza, aiutami!!! Non lasciarmi, ti prego!!!-.
Cosa?
Perché
diceva una cosa così stupida?
La
prese per la nuca e la staccò da sé, in modo da
poterla guardare in
viso; poi le sferrò una testata sulla fronte.
Le
lacrime si fermarono, lasciando il posto a un gemito di dolore.
Dolore
ben meritato.
-Che
razza di domande fai, baka???- Sbraitò infervorata:
-È ovvio che
non ti lascerò sola!!! Come puoi pensare a una cosa del
genere???
Come puoi pensare che non ti aiuterò, razza di...- testata
-...stupida!!!-.
-Ah!-
Gemette la ragazza, barcollando all'indietro; Erza la trasse a
sé
e la baciò riuscendo
a
calmarla, per non dire che la paralizzò.
Allora
la colpì di nuovo, e stavolta cadde a terra, massaggiandosi
la
fronte e rotolando stordita.
-Che
ti passa per la testa??? Pensi davvero che qualcuno possa voltarti le
spalle, soprattutto in un momento come questo???-.
-Però...
però io diventerò un mostro...- La sua voce era
ancora spaventata,
ma era meno disperata di prima.
-...potrei
diventarlo da un momento all'altro... potrei cercare di farti del
male!-.
Erza
scrocchiò
i
pugni.
-Oh,
è così? Allora forza, fatti sotto!-.
-Cerca
di prendere la cosa seriamente!-.
-Io
lo sto facendo!- La rossa le prese la mano e la aiutò a
risollevarsi: -E tu?-.
-Certo
che sì!- Replicò lei, già con un
barlume di coraggio sugli occhi.
-Allora
perché ti stai arrendendo?-.
-M-Ma...-.
-Quindi
hai intenzione di mollare!-.
-N-no,
io non...-.
-Non
ti sento!!!-.
-No,
io non voglio arrendermi!- Urlò: -Io non voglio arrendermi!-.
-Bene,
allora prendi la tua sicurezza- Strinse un pugno e glielo
sferrò sul
petto, facendola piagnucolare ancora: -e usala per vincere la guerra
che hai dentro!-.
-Ma
non è questione di forza di volontà! È
come se fossi malata, lo
capisci?-.
-Per
ogni malattia c'è una cura, e in questo caso è la
forza di
volontà!-.
-Co...-.
-E
il nostro amore.- La abbracciò di nuovo, schiacciandole il
viso sul
pettorale.
-Bene,
e adesso...- La atterrò con uno schiaffo e le
schiacciò la testa
con un calcio: -Vatti subito a scusare con la principessa per come ti
sei comportata!!! Forza, non farmi ripetere!!!-.
-S...sì!-
Lisanna scattò in piedi e corse via, chissà
perché i suoi occhi
erano diventati due spirali. Neanche fosse confusa dal suo
comportamento, che invece aveva avuto il preciso intento di
rincorarla: l'aveva colpita per convertire il suo dolore emotivo in
fisico, poi l'aveva baciata per dimostrarle il suo affetto e togliere
quel dolore, poi l'aveva colpita ancora per non metterle in testa
strane idee, poi l'aveva lasciata riprendere scherzando sulla
situazione, poi l'aveva incitata a non demordere trattandola come uno
zerbino e per enfatizzare l'aveva prima colpita e poi abbracciata. Il
colpo finale era ovviamente slegato dal resto.
Poteva
aver lanciato un paio di segnali contrastanti qua e là, ma
il senso
si capiva, la logica era stringente.
Forse
Lisanna era proprio stupida.
“Io
st-sto diventando come lei!”.
No,
questo non l'avrebbe permesso, o Mirajane non gliel'avrebbe mai
perdonato.
1
anno prima, locazione sconosciuta
E.N.D.
levò uno sguardo stanco su ciò che rimaneva di
Plutogrim: macerie,
rocce, polvere.
Distruzione.
Ma
non era lì per godersi lo spettacolo.
-Plutogrim,
ricomponiti.-.
Aspettò
qualche secondo che potesse recepire il messaggio, poi la terra
tremò
e i detriti attorno a lui iniziarono a sollevarsi da terra e a
ricomporsi; quando ebbero finito, E.N.D. si trovò davanti a
un
castello dalle dimensioni enormi, un maniero con quattro torri
laterali e un portone, completamente nero e con lo stemma di Tartaros
che campeggiava sulla parete frontale.
Plutogrim
era morto, farlo tornare alla forma Cube era impossibile; era stata
solo la fedeltà al suo padrone a far rivivere
momentaneamente quel
cadavere smembrato, ma era riuscito a ricomporre solo il castello che
una volta si trovava sulla sua groppa.
Pazienza,
meglio di niente, la cucina doveva essersi rimessa in piedi.
Prima
di incamminarsi, si rivolse alla ragazza alle sue spalle.
-Hai
intenzione di seguirmi ancora a lungo?-.
Il
volto impassibile dell'albina rimase silenzioso.
-Che
è successo alla tua personalità? È
stata cancellata dentro quel
corpo?-.
Se
era così allora lo stava seguendo solo perché
attratta dal suo
potere diabolico, l'unico modo per liberarsene sarebbe stato
distruggerla.
No,
prima era meglio controllare che non ci fosse nessuno.
E.N.D.
socchiuse gli occhi, poi puntò il braccio contro di lei.
-Parla.-.
La
ragazza spalancò la bocca e trasse un profondo respiro,
piegandosi
in avanti.
-Anf...
anf... anf... cosa? Cosa? Sono fuori?-.
Scoppiò
in una risata isterica.
-Ahahah!
Porca puttana! Sono libero! Libero finalmente da quella troia!!!-.
Poi
si bloccò e si guardò le mani.
-Ehi,
aspetta un attimo! Che cosa è successo alle mie mani? E che
cazzo di
voce ho?-.
Spalancò
le palpebre, indietreggiando di colpo: -Ma questo non è il
mio
corpo!!! Che cazzo è successo al mio corpo???-.
-Non
l'hai ancora capito?-.
Il
demone sembrò accorgersi solo allora della presenza di
E.N.D..
-La
tua coscienza è riaffiorata, ma sei ancora prigioniero
lì dentro.-.
-Come?
E tu chi sei, moccioso?-.
-Io
sono E.N.D., il Demone Cremisi, il più potente Etherious mai
creato.-.
-Il
più potente...- L'altro piegò la testa di lato e
ridacchiò di
nuovo: -Ma che minchia stai dicendo? Sei solo un ragazzino! Io sono
un vero d...-.
Non
finì la frase che si ritrovò faccia a terra.
-Ah!
Che
cosa...-.
-Buffo.-
Commentò E.N.D.: -Non riesci a reggere nemmeno un decimo
della mia
aurea demoniaca sotto questa forma.-.
-Un
decimo? Ma che cazzo stai...- Riuscì ad alzare la testa
giusto per
ritrovarsi il piede di E.N.D. schiacciato contro il viso.
-Fai
silenzio ora, rifiuto.- Gli ordinò.
Quel
tipo già non gli piaceva, tantomeno gli piaceva il suo
contenitore.
-Bas...tardo...
come osi...-.
E.N.D.
si abbassò di colpo e prese tra le mani i capelli
dell'altro,
puntandolo con due fari infuocati.
-Devi-ubbidire-ai-miei-ordini-feccia.-.
Finalmente
quello capì il messaggio, si tirò indietro di
scatto e si rimise
faccia al suolo; ma E.N.D. aveva fatto in tempo a vedere il suo volto
passare da strafottente a terrorizzato in un attimo.
-Chiedo...
chiedo scusa...-.
-Rialzati.-.
-S-sì...-
Il demone fece come gli era stato ordinato.
-Qual
è il tuo nome, feccia?-.
-I-io
mi chiamo... io mi chiamo...-.
-Non
costringermi a ripetermi!-.
Quello
sussultò e scosse la testa: -Mi perdoni, mi perdoni, non
riesco a
ricordare il mio nome! Io... io temo di essere stato lì
dentro per
troppo tempo!-.
-Ah
sì? E allora come dovrei chiamarti?
“Feccia”?- E.N.D. sorrise
divertito dalla sua reazione forzatamente accondiscendente, ma poi
trasalì, improvvisamente gli era venuta in mente una cosa.
-Non
so perché, ma se ti guardo ho come l'impressione di
conoscere il tuo
nome... Mi...ra...jane... Mirajane.-.
Mirajane
si irrigidì e sgranò gli occhi: -Odio quel
nome!!! È il nome di
questa puttana!!! Non riesco a sopportarlo!!!-.
-Odi
quel nome, hai detto?- In un lampo si spostò davanti a lei,
le prese
il mento con due dita e la obbligò di nuovo a fissarlo negli
occhi.
Lei
gemette per la sorpresa, e lui ricambiò con un sorriso
serpentino.
-Allora
penso che ti chiamerò così, Mirajane.
Hai capito?-.
Una
domanda che non contemplava
una
risposta negativa, e infatti lei annuì leggermente.
-Voglio
sentirtelo dire, Mira-chan, hai capito?-.
-S..sì,
ho capito.-.
Si
avvicinò al suo orecchio e sussurrò: -Molto
bene.-.
Poi
però quella si tirò indietro e iniziò
ad urlare, coprendosi il
volto con le mani.
-Che
cosa succede??? Sento le mie forze svanire!!!-.
Lui
non c'entrava, perciò era sorpreso quanto lei; poi
però capì.
“Deve
essere una sorta di incantesimo che ha lanciato la ragazza prima di
sparire.”.
Fece
per dirglielo, ma lei alzò il viso al cielo e si
immobilizzò.
-Uh?
Sei morta?-.
Nessuna
risposta.
E.N.D.
le si avvicinò e le tamburellò un dito sulla
fronte.
“Come
pensavo, Assopimento Forzato. Ora è priva di
volontà finché non si
sveglierà di nuovo; uhm...
ci
metterà più o meno una settimana, ma non penso
riuscirà a
mantenere il controllo a lungo prima di addormentarsi di nuovo.
Feccia di basso rango.”.
“Chiunque
fosse questa ragazza, doveva essere molto brava con la
magia.”.
“Un
momento, ma a che sto pensando??? Di solito un bersaglio
così facile
lo distruggerei in un attimo!!!” Prese il suo viso con palmo
della
mano e si preparò a fare fuoco, ma non ci riuscì.
“Non
capisco, forse devo recuperare a pieno le forze... deve essere colpa
di quel fetido umano che mi indossava...”.
“In
ogni caso, può essermi utile senza volontà, se
gliene do io una.”.
-Mirajane,
ti ordino di seguire i miei ordini.- Il suo Macro era sempre stato
scarso, ma per un soggetto del genere doveva bastare.
E
infatti l'albina si inginocchiò e disse: -Sì, mio
signore.-.
“Bene,
molto bene, che ne è ora della tua aria da spavaldo,
feccia?”.
-Avanti,
leccami le scarpe!-.
-Obbedisco.-
Mirajane si abbassò e iniziò a leccargli il piede
sinistro.
Gli
venne in mente un'idea: tirò indietro la gamba e le
sferrò un
calcio in fronte.
Mirajane
fece
un
sordo mugugno e crollò a terra, mangiando il fango; rimase
così per
un po', poi con le mani tremanti, si fece forza per rimettersi come
prima e ricominciò a leccare.
E.N.D.
si leccò la lingua e la colpì di nuovo; lei,
più instabile di
prima, tornò subito a leccare, lui la calciò di
nuovo e continuò
così per un'altra decina di volte.
Alla
fine Mirajane non riusciva più a sostenere il proprio peso,
le mani
minacciavano di crollare da un momento all'altro; così lui
le colpì
i polsi e lei cadde di nuovo.
-Ahahah!
Che spasso!!! Dai, ora rimettiti in piedi!-.
Tremava
tutta, piagnucolava anche, ma si rialzò; i suoi occhi
azzurri erano
vitrei, E.N.D. poteva rimanere a guardarli per ore intere senza
smettere di ridere, ma improvvisamente il suo naso si
arricciò.
-Uh?
Questo odore l'ho già sentito!- Si avvicinò alla
ragazza e cominciò
ad annusarla, senza che lei si muovesse.
-Aspetta...
possibile che... Sayla?-.
Era
una dei Nove Cancelli dell'Inferno, la Luna Gelida, quella ragazza
con le corna fissata con Kyouka! Come faceva ad avere il suo odore?
-Ehi,
Mirajane, perché hai l'odore di Sayla?-.
-Circa
un anno fa Fairy Tail distrusse Tartaros.- Rispose lei.
-Cosa???
Mi stavo chiedendo cosa fosse successo ma... come cavolo hanno fatto
degli umani???-.
-Lei
li comandava.-.
-Già
è più realistico.-.
-Questa
ragazza, Mirajane Strauss, combatté e sconfisse Sayla, poi
usò il
Take Over e la assorbì dentro di sé.-.
-Il
Take Over? Dunque si chiama così questo tipo di magia... e
quindi
ora Sayla è intrappolata in questo corpo, giusto?-.
Mira
annuì.
L'Etherious
scoppiò a ridere.
-Ahahahahahahah!!!
Ma dai!!! Proprio quello che si merita a farsi battere!!!-.
Poi
si bloccò.
-Ehi,
e che ne è stato degli altri Cancelli? E di Mard Geer?-.
-Sono
stati uccisi tutti, i loro corpi non sono riusciti a rigenerarsi
perché Mirajane Strauss aveva distrutto il Cuore. Mard Geer
invece è
stato ucciso da Zeref.-.
E.N.D.
sbiancò dalla sorpresa, non si era mai aspettato molto da
loro,
tuttavia...
-Questo
è impossibile! Mi stai prendendo in giro!-.
-Non
lo sto facendo.-.
E.N.D.
strinse i pugni.
-D'accordo,
fammi vedere Sayla.-.
Mirajane
prese l'aspetto del demone, era tale e quale a lei se non fosse stato
per un ciuffo sopra la fronte tenuto in piedi da un elastico.
E.N.D.
trasse un profondo sospiro.
-Intendo
dire: espellila dal tuo corpo.-.
Il
problema dei senza-volontà era che seguivano gli ordini
troppo alla
lettera.
-Non
è possibile.-.
-In
che senso? La sua personalità è stata
cancellata?-.
-No.
Il demone che Lei chiama Mirajane non è riuscito ad
assimilarla, ma
le sue onde vitali sono deboli, insufficienti a una vita propria.
Inoltre il Take Over degli esseri umani ha il difetto di essere
irreversibile.-.
-Mmm...-
E.N.D. fece finta di assentire, poi trafisse la ragazza con un pugno
infuocato facendole sputare uno schizzo di sangue.
-Il
problema è che io ho ordinato di espellerla. Non esiste che
tu non
lo faccia. Quindi espellila.-.
Le
labbra di Sayla, Mirajane, o chi cazzo fosse, tremolarono, poi lei
borbottò: -Non... è... possibile...-.
E.N.D.
spinse più in profondità, sospirando pesantemente.
-Ho
capito, dovrò fare tutto io...- Frugò tra le sue
carni fino a
trovare l'anima di Sayla, un giochetto da ragazzi per un Etherious
come lui, poi la estrasse violentemente, trovandosi nella mano
insanguinata una sfera azzurra che gettò a terra; la palla
brillò,
poi si espanse e formò il cadavere immobile di Sayla.
Il
Cremisi infuocò la mano: non poteva credere di stare per
usare la
Maledizione di Resurrezione e sprecarla per i prossimi sette anni, ma
per far funzionare il laboratorio e resuscitare quanti più
demoni
possibile Sayla era necessaria, e poi si voleva divertire un po' con
lei; così conficcò la mano in pieno petto,
trapassandola da parte a
parte.
Sayla
spalancò la bocca e urlò tanto da costringerlo a
tapparsi le
orecchie e farsi indietro; lei sgranò gli occhi e strinse il
terreno
tra le dita, sollevando il petto in uno spasmo e iniziando a gridare
e a piangere per il dolore.
Che
fastidio! Ma anche in quel caso il Macro avrebbe dovuto funzionare.
-Ti
ordino di smettere di urlare!-.
Sayla
si fermò per un istante, boccheggiò un paio di
volte e si rese
conto di essere senza voce.
Molto
meglio, ora non c'era più quel rumore.
Però.
E.N.D.
si crucciò, qualcosa non andava: osservò
attentamente l'Etherious
contorcersi per terra e aprire la bocca per cercare di urlare, la
osservò soffrire in silenzio, eppure non ci provò
nessun gusto,
anzi, quasi lo seccava.
Poi
vide una guancia rigarsi di una sua lacrima e, per un istante,
incrociò i suoi occhi disperati; una voragine si
aprì sul suo petto
e si inginocchiò a terra, sentendosi mancare il respiro.
“C-che
mi succede? Cos'è questa sensazione???”.
Non
riusciva a levarsi di dosso quello sguardo agonizzante,
sentì
crescere dentro di sé un forte dispiacere e anche un forte
dolore.
-E-Ehi,
t-ti ordino di smettere di piangere!-.
Sperava
in questo modo, anche se non sapeva perché, di placare
quella
sofferenza; invece il vederla privata del pianto e della voce,
costretta a rotolare a terra, a puntare gomiti e ginocchia sul
terreno, a stringere la polvere, a dare testate e a graffiarsi le
guance sfigurandosi il viso per contenere il dolore lo fece stare
ancora peggio.
Merda,
così
non andava bene, così non andava bene!!! Non riusciva a
rimanere
lucido, non riusciva a stare calmo!!! Perché stava
così male???
Perché gli veniva da piangere??? Perché non
voleva che soffrisse
ancora???
Sayla
intanto si era rannicchiata su sé stessa e si scorticava le
corna,
stringendo i denti e soffiando versi incomprensibili, e E.N.D. non
riusciva più a staccarle gli occhi di dosso.
“Ti
prego non soffrire, ti prego non soffrire, ti prego non
soffrire!!!”.
-BASTA!!!
TI ORDINO DI NON SOFFRIRE PIÙ!!!-.
Sayla
si bloccò, stavolta sembrava l'ultima.
Ce
l'aveva fatta? Aveva smesso di stare male?
SBAM
Sayla
si schiantò a terra boccheggiando e sussultando in preda
alle
convulsioni, i suoi occhi sembravano sul punto di schizzare via e il
suo corpo tremava come se stesse per esplodere.
E.N.D.
arretrò, sentendo il suo animo nero cadere a pezzi di fronte
a una
nuova e terribile emozione: la paura.
Paura
che lei morisse.
Paura
di perderla.
Paura
di farle del mare.
Paura
di farle del male.
Paura...
-Aiuto...-.
Quella
parola appena sussurrata gli arrivò come una freccia al
petto.
Le
aveva impedito di urlare, le aveva impedito di piangere, le aveva
impedito di soffrire, ma non le aveva impedito di supplicare.
-Aiuto...
aiuto... aiuto...-.
Non
si rese conto di essersi mosso fino a quando non si ritrovò
abbracciato a lei.
-Mi
dispiace...- Si sentì dire.
-Mi
dispiace... mi dispiace... mi dispiace...-.
La
strinse forte a sé, come se avesse paura che potesse
sfuggirgli via
da un momento all'altro.
-Mi
dispiace! Mi dispiace!!! Mi dispiace così tanto! Ti prego,
perdonami! Perdonami!!!!-.
Diceva
quelle parole ma non sapeva perché, piangeva quelle lacrime
ma non
sapeva perché,
non
riusciva a fermarsi e non sapeva perché.
-Urla,
piangi, soffri, sfogati! Non tenerti tutto dentro! Non ti
lascerò
andare! Non ti lascerò sola!!!-.
Le
grida, il pianto, il dolore ricominciarono, e lui la strinse ancora
più forte; quando poi anche Mirajane si accasciò
a terra, stremata
dalla ferita al petto, lui, il più grande tra tutti i
demoni,
l'Etherious in grado di uccidere Zeref, la abbracciò e
pianse con
lei.
Lui,
che era anche Natsu Dragneel.
Le
stesse due ragazze che aveva abbracciato ora erano inchinate al suo
cospetto e gli stavano parlando; o meglio, Sayla parlava, mentre
Mirajane rimaneva in silenzio.
-Natsu-sama,
sono qui per aggiornarla sulle condizioni dei Nove Cancelli.-.
-Mmm...-
Annuì lui: -E tu, invece?-.
-Per
lo stesso motivo.- Rispose l'albina.
Dietro
di lui, il fantasma, anzi, il residuo dell'incantesimo di Meldy, gli
stava parlando all'orecchio.
-Natsu,
quella volta hai riconosciuto queste due donne come tue compagne,
perciò sono sicura che puoi considerare di nuovo anche noi
tuoi
compagni!-.
Ostinata
a seguire la stessa strategia anche da morta!
Comunque,
cercare di bruciarsi il polso non serviva a niente, colpirla era
inutile, ucciderla facendola scoppiare di nuovo
sembrava
essere inefficace, quindi aveva deciso di ignorarla; e poi solo lui
era in grado di vederla e lei non poteva interagire con nient'altro,
perciò bastava fare in modo che non gli leggesse pensiero ed
emozioni per vanificare i suoi sforzi.
-Ho
cercato di spiegare a quest'umana
che
sono più che sufficiente per riferire a lei, ma non mi ha
dato
retta.- Riprese Sayla.
Oh,
no, ecco che ricominciavano a litigare.
-Fossi
nel Master, di te non mi fiderei molto, Sayla-chan, dopotutto non mi
pare tu abbia delle buone notizie da dargli...- Fece l'altra con un
falso sorriso.
-Considera
poi che qualunque cosa tu faccia...- Si trasformò in Sayla:
-...posso farla anch'io.-.
-Avanti,
Natsu, ascoltami!- Lo supplicò Meldy: -Quello che hai fatto
non è
irreparabile, puoi ancora tornare da noi!-.
-Natsu-sama
sa benissimo- Replicò Sayla senza nemmeno guardare l'altra:
-che
anche se tu avessi tutti i miei poteri, cosa che non è vera,
ti
mancherebbe l'esperienza e la conoscenza del Cuore dell'Inferno anche
solo per assistermi.-.
Mirajane,
tornata normale, allargò il sorriso in un ghigno malefico e
fece
passare più volte l'indice nel cerchio formato dal pollice e
dall'indice dell'altra mano, alludendo alla ragazza, che fece finta
di niente.
-Sbagli,
cara Sayla, l'unica cosa che E.N.D.-sama sa è che dopo tutto
questo
tempo non c'è alcun miglioramento.-.
-Natsu,
guardami, guardami! So che mi senti! So che siamo ancora importanti
per te! Il modo con cui tratti gli altri demoni è la prova
che tu
sei ancora tu! Sei ancora Natsu Dragneel di Fairy Tail, il figlio di
Igneel!-.
Si
parò davanti a lui e lo pregò in ginocchio, ma
lui fece finta di
guardarle attraverso.
-Natsu-sama
sa che questo è dovuto dalla gravità delle ferite
subite e non da
altri motivi; e comunque non è vero che non c'è
alcun
miglioramento, tutt'altro: il recupero di Jackal-san sta subendo un
incremento notevole.-.
-Natsu!
Ascoltami, non puoi fingere di non sentirmi! Continuando
così ne
soffrirai! Ti prego, io sento quello che provi! Sento che dentro di
te c'è ancora del buono!-.
-Ah,
sono davvero contenta per Jackal-san! E dimmi, come procede invece
Kyouka-san? Eh, come va? Male, vero? Molto male! Sai, mentre tu eri
svenuta quest'umana ha visto come è morta, vuoi che te lo
racconti?-.
Sayla
le lanciò un'occhiata gelida.
-Vatti
a masturbare in qualche angolo, putrida umana.-.
-Ehh???
Come-come??? Hai deciso di rivolgermi la parola???- E si mise a
sghignazzare.
-Natsu!
Natsu! Ti prego, parla, di qualcosa, fatti sentire! Non posso
parlarti se mi escludi in questo modo! Ti prego, io voglio solo
aiutarti!-.
-Ehi,
e se la assorbissi dentro di me??? Potresti finalmente rivederla in
piedi! E chissà, se fai la brava un giorno potrei essere
lasciva
quanto vado a dormire, eh???-.
Sayla
si voltò totalmente verso di lei.
-Osa
solo toccare Kyouka-sama con la tua sporca esistenza e ti
rispedirò
nelle profondità di quel buco che tu chiami
“corpo”.-.
Mira
scattò in piedi.
-Mi
stai minacciando??? Tu che giocavi alla Bella Addormentata mentre io
mi sbattevo il culo per uccidere ogni altro demone che veniva
assorbito per non schiattare???-.
-Natsu,
basta solo che ci ripensi, basta solo che ricordi un momento felice a
Fairy Tail!- Meldy iniziava a piangere, cominciava ad essere noiosa:
-Basta solo questo, lo giuro, devi solo ricordare, poi farò
tutto
io! Farò tutto io e me ne andrò, tu tornerai
normale e io sparirò,
te lo prometto!-.
-Oh?-
Sayla si alzò a sua volta, con un'espressione mortalmente
calma in
volto: -Vuoi forse dirmi che non sei riuscita a eliminarmi nemmeno
mentre ero incosciente, con un anno intero di tempo, misera umana?-.
-Mi
basterebbe un secondo per metterti a tacere una volta per tutte,
Testa di Corno!-.
-Ripensa
ai tuoi amici! Ripensa a com'eri felice con loro! Ti scongiuro,
ricorda come eri!-.
-Fatti
sotto allora, sistemiamo la cosa una volta per tutte.-.
-Ripensa
al Master!-.
-Ahahah!
Non chiedo di meglio! Ti metterò a tacere, e poi ti
racconterò per
filo e per segno come la tua Kyouka si sia fatta battere da un umana
cieca e sorda!!!-.
-Ripensa
a Gray!-.
-E
poi mi farò Kyouka davanti ai tuoi occhi, anzi no,
diventerò lei e
mi masturberò di brutto!!!-.
-Ripensa
a Happy!-.
-Il
mio primo ordine sarà quello di farti cavare gli occhi e
farteli
rimangiare.-.
-Ripensa
a Erza!-.
-Poi
ti farò violentare
da
qualche demone di basso rango, che ne dici di un demone-orso?-.
-Ripensa
a Lisanna!-.
-Fatti
sotto, puttana cornuta!!!-.
-Ripensa
a lei!-.
-Ti
aspetto, viscida umana.-.
-Ripensa
a Lu...-.
-No.-
Natsu si alzò dal trono e le tre ragazze si fermarono.
E.N.D.
percepì Meldy sperare che si stesse rivolgendo a lei, che
l'avesse
interrotta quando stava per dire il suo
nome,
che avesse raggiunto una qualche sorta di contatto.
Invece
lui le passò attraverso come niente e si frappose tra le due
demoni,
che erano quasi giunte allo scontro.
-Non
pensate di aver esagerato abbastanza? Perdere così il
controllo
davanti al vostro Master... sono molto deluso da entrambe!-.
Le
due abbassarono lo sguardo e arrossirono per la vergogna.
Natsu
allungò le mani verso i loro visi e le due chiusero gli
occhi
d'istinto, ma si limitò a pizzicare loro le guance.
-E
poi ho già messo in chiaro che non voglio che litighiate per
delle
sciocchezze, non ho ragione?-.
-Shì,
Mashter...- Borbottarono imbarazzate.
-E
ricordate che siete entrambe uniche e insostituibili, perciò
l'ultima cosa che voglio è che una di voi si ritenga
superiore
all'altra.-.
-Shì,
Mashter...-.
-Il
passato è passato, che siate state sconfitte in battaglia
oppure
siate state degli esseri umani, ciò che conta è
quello che siete
ora: due demoni di Tartaros.-.
-Shì,
Mashter...-.
-E
due preziose compagne.- Le lasciò andare e le
abbracciò come aveva
fatto quella volta.
-Bene,
ora andate e cercate di andare d'accordo.-.
O
perlomeno di non uccidervi.
-Sì,
Master...- Si avviarono insieme alla porta, il che ad un primo
sguardo poteva sembrare l'inizio di una buona cooperazione, se non
fosse stato che ognuna cercava di arrivare prima dell'altra e che
anche
mentre uscivano si erano quasi incastrate tra gli stipiti passando
insieme.
Certo
che Sayla era molto orgogliosa a dispetto delle apparenze, e
Mirajane... ah, proprio a lui doveva capitare un duo così
sgangherato!
Si
voltò e quasi sobbalzò nel vedere Meldy che, in
piedi sulla
gradinata, lo fissava allibita.
Le
era chiaro, l'ultima parte del discorso era anche per lei, e ora
Natsu sentiva bene quanto fosse spiazzata; ma rivolgerle la parola
ora avrebbe rovinato tutto, così ancora una volta la
trapassò e si
risedette.
Quando
si mise comodo, se comodi si poteva stare su quel trono, Meldy era
sparita, e già sapeva che non si sarebbe più
ripresentata
fino
al giorno dopo.
Allora
il demone si lasciò scappare un ghigno divertito, levarsela
di torno
era un traguardo sempre più raggiungibile.
“Sono
sicura che puoi considerare di nuovo anche noi tuoi compagni!”.
“Ti
scongiuro, ricorda come eri!”.
Un
po' gli faceva pena, gli dispiaceva per lei, come faceva a non capire
che non aveva nulla di cui ricordarsi? Che ora i suoi compagni erano
i suoi demoni, la sua gilda di Tartaros? Eppure dava a tutti gli
umani che ne erano degni la possibilità di diventare suoi
Cambiati,
oppure di morire con onore, non era anche quello un modo di
riconoscere il loro valore?
E
poi, cosa più importante, spazzare via gli esseri umani era
la cosa
che lo divertiva di più, era un po' come una persona che
mangia
la
carne: a volte pensa agli animali che sono stati uccisi e che ora
sono sul suo piatto, cionondimeno non smetterà mai di
mangiare
carne, per il semplice fatto che ci è abituato e gli piace
il
sapore. Era lo stesso principio, non è che si aspettasse che
un'umana l'avrebbe capito, ma era così.
Già,
doveva essere per quello che perseverava, non poteva capire la sua
posizione; uhm, forse poteva condividere quel pensiero con lei,
così
avrebbe deciso di smettere di tormentarlo.
Oppure
sarebbe esplosa come la volta prima, in ogni caso si sarebbe levata
di torno.
Sì,
l'indomani avrebbe fatto così.
Lisanna
chiuse la porta alle sue spalle e sospirò.
La
principessa e il Master erano stati molto comprensivi, e ovviamente
avevano deciso di aiutarla a stare meglio; solo allora capiva quanto
era stata ingiusta con loro, e si sentiva davvero in colpa, il giorno
dopo già sapeva che ne sarebbe morta di vergogna.
-Ehm...
Lisanna-sama?-.
Lisanna
sussultò quando, riaprendo gli occhi, vide che davanti a lei
era
apparsa Yukino.
-Yukino?-.
-Ecco...
non volevo origliare... ma ero qui fuori e ho sentito tutto... mi
dispiace davvero tanto, Lisanna-sama... se hai bisogno di qualcosa,
non hai che da chiedere.-.
-Ti
ringrazio.- Le sorrise lei: -In realtà vorrei conoscerti un
poco.-.
-Me?-.
Lisanna
annuì: -Mira-nee mi parlava spesso di te, ti era molto
affezionata.-.
-Capisco...-
Yukino arrossì, Lisanna sapeva che era una ragazza timida.
-Quindi,
se non ti dispiace, vorrei diventare tua amica.- E le porse la mano.
Inizialmente
titubante, la maga degli Spiriti Stellari gliela strinse con
delicatezza.
-Certo,
mi farebbe molto piacere!-.
Un
po' più felice di prima, Lisanna si incamminò
lungo il corridoio,
passo passo con la sua nuova amica.
Ma
non si era certo scordata di quelle vecchie.
Angolo
del redivivo
E
rieccomi dopo due settimane di silenzio! Spero vi piaccia il nuovo
personaggio che ho introdotto, perché per Mira ho dei
progetti
molto, molto divertenti... (risata malefica)
Cooomunque,
nel prossimo capitolo mi metto a raccontare il background della
storia yep!
Notte.