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Autore: Jashin99    12/11/2016    0 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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Baby, I’m preying on you tonight
Hunt you down eat you alive
Just like animals
Animals
Like animals

Maybe you think that you can hide
I can smell your scent from miles
Just like animals
Animals
Like animals


(Animals-Maroon Five)

La sera prima Lisanna era distesa nel letto di camera sua cercando di non pensare a Levy e, ovviamente, come le accadeva ogni volta che non voleva pensare a una cosa, ci pensava più intensamente.
Hai fatto male ai tuoi amici... sei davvero un mostro, allora...
Si rannicchiò e nascose la testa tra le gambe, stringendo le ginocchia sugli occhi fino a farsi male.
Che cosa mi sta succedendo??? Cos'è che sento dentro???”.
TOC TOC
Qualcuno bussò.
Chi poteva essere? Forse era Erza?
Il pensiero la fulminò, l'idea di parlarle la devastava, e non perché temeva che la accusasse, ma perché sapeva che non l'avrebbe mai fatto. Non l'avrebbe mai odiata, non avrebbe mai avuto paura di lei, come invece avrebbe dovuto, come lei stessa faceva, ma avrebbe cercato di capire, avrebbe preteso risposte che lei non aveva.
TOC TOC
Poteva far finta di non esserci; invece inghiottì un boccone e disse: -Avanti.-.
La porta si aprì e Lisanna si strinse più forte, in attesa della voce di Erza.
-Uh... Sorellina?-.
Lisanna trasalì e riaprì gli occhi.
Sull'uscio della stanza, con ancora la maniglia in mano, c'era suo fratello Elfman.
-Onee-chan...- Borbottò piano; poi scattò in piedi e corse ad abbracciarlo.
-Fratello mio!!! Non sapevo fossi qui!!!-.
Elfman ricambiò stringendola con le sue mani possenti: era grande il doppio di lei, l'unica cosa che avevano in comune erano i capelli bianchi, per il resto lui era muscoloso e possente e lei piccola e gracile.
-Come stai, sorellina?-.
Sto bene”, stava per rispondergli in preda all'entusiasmo; ma subito il suo sorriso si spense, e quindi anche quello del ragazzo.
Lisanna si staccò dal fratello e indietreggiò fino al letto, su cui si sedette mogia.
Elfman la raggiunse e si mise di fianco a lei, facendo abbassare il materasso di qualche centimetro.
-Lisanna, cosa ti succede? Non sei contenta di rivedermi?-.
-Certo che lo sono, Elf-nee-chan, però io...- Non riuscì a finire la frase e abbassò il volto, nascondendosi gli occhi tra le mani; sentì il palmo del fratello appoggiarsi sulla sua spalla.
-Che cos'hai? Stai male?-.
Si sforzò di guardarlo, in modo che vedesse il suo occhio sinistro.
Elfman ebbe un sobbalzo.
-Ma cosa...-.
A Lisanna venne da piangere, e subito si coprì di nuovo il viso.
-Fratellone, io... io... io non so cosa mi stia succedendo! Io non so cosa stia diventando! Io sento qualcosa dentro di me che si agita, come se mi stesse cacciando, come se volesse mangiarmi e prendere il mio posto! Io ho paura, ho paura, ho tanta paura! Ti prego, aiutami!-.
Era scoppiata in lacrime, perciò non si accorse subito del silenzio di Elfman; quando iniziò a trovarlo strano, però, lui iniziò a parlare.
-Nostra sorella...-.
Quel nome la paralizzò.
Mira? Stava parlando di lei?
Riuscì a guardarlo, ma anche lui si era piegato in avanti ed era diventato scuro in volto.
-Elf-nee-chan, cosa... cosa vuoi dirmi?-.
-Niente.- Rispose cupo lui: -Niente, non è niente di importante, era solo una storia...-.
Lisanna lo prese per il braccio e lo guardò con tutta la disperazione che aveva.
-Fratello, tu lo sai cosa mi sta succedendo, tu sai cosa c'è dentro di me, vero? Ti prego, ti prego dimmelo!-.
Elfman scosse la testa, ma più per allontanare un pensiero insistente che per non darle una risposta.
Perché lui la sapeva la risposta, perché quel pensiero insistente era la risposta, una risposta che lui non voleva darle.
-Ti prego, fratello mio! Ti prego! Io devo saperlo!-.
-Anche se lo sapessi che importanza avrebbe???- Urlò lui, facendola spaventare.
-Cosa pensi che cambierebbe? Ti farà stare solo peggio, starai solo più male!-.
-Come potrei sentirmi peggio di così?- Le lacrime tornarono a rigare il suo viso, ma lei continuò con tutta la voce che aveva: -Come posso stare peggio di ora che sto facendo del male ai miei amici e non so neanche perché???-.
Poi si appoggiò alla sua spalla e si lasciò andare al pianto, come faceva da piccola, quando si stringeva sui suoi fratelli per cercare il loro affetto.
Ma stavolta non trovò affetto, solo rammarico.
Perché non poteva avere nemmeno quella soddisfazione??? Perché diavolo il mondo era così ingiusto???
-Ho paura... ti prego, fratello... ho così paura... ti prego, parlami... dì qualcosa... non lasciarmi sola...-.
Elfman la prese per le spalle e le gridò in faccia: -Tu non sei sola!!! Non pensare nemmeno per un istante di essere sola!!!-.
Ma le sue parole non la raggiungevano, era sempre più distrutta, sempre più angosciata, e non contava più i singhiozzi.
Lui dovette capirlo, perché la lasciò andare e si avviò verso la porta.
Se ne stava andando.
Se ne stava andando!
No, no, non lasciarmi sola, non lasciarmi sola! Ti prego! Ti prego, ascoltami, non lasciarmi qui!!!”.
Non lo fece; si fermò davanti a un angolo della parete e ci si appoggiò con una mano.
-Nostra sorella me ne parlò dopo che io... dopo che tu andasti ad Edolas.-.
I sussulti scemarono fino a rimanere muti, lasciando posto all'incredulità.
-Quando io avevo perso il controllo e ti avevo... uccisa, sorellina. Mi spiegò perché l'avevo fatto, mi spiegò com'era successo.-.
In che senso? Cosa c'era da spiegare? Aveva perso il controllo, il mostro lo aveva...
Il mostro lo aveva...
Il mostro...
Un
                                        momento
Elfman si mise l'altra mano in viso, ridendo isterico.
-È così logico, ci arriverebbe chiunque! È quasi ridicolo che non ci fossi arrivato da solo, ti pare?-.
Cosa?
Un
momento
-È così semplice da spiegare, l'ho capito persino io!-.
Un
                                        Cosa?
momento
-Noi non possiamo controllare tutto il potere che assorbiamo! Il Take Over è così potente che non può non avere degli effetti collaterali, non è ovvio? Se assorbiamo troppe anime e il nostro spirito diventa debole si ritorce contro di noi! Non siamo più noi a controllare loro, sono loro che controllano noi!!!-.
                                        Cosa?
Il
                                        controllo?
Loro
                                        Cosa?
il
                                        controllo?
-Mi dispiace, sorellina! Mi dispiace così tanto! Ma in quest'ultimo anno sono successe così tante cose... il tuo spirito si è... il tuo animo...- Ora era lui a piangere, mentre lei rimaneva immobile.
                                        Cosa?
Loro
                                        No
controllo
                                        No
Cosa?
                                        No!
Loro
                                        la
                                                                                stavano
                                                                                                                        uccidendo
-No...-.
-No...-.
Cadde all'indietro, il corpo si afflosciò sul materasso.
-No...-.
Quanti mostri aveva assorbito nell'ultimo anno? Quanti animali pericolosi, per salvare sé stessa, per salvare gli altri, per diventare più forte?
Aprì la bocca per negare ancora, invece le scappò una risata.
Elfman smise di singhiozzare e si girò stupito.
Cosa potesse vedere, anzi, cosa vide lei non lo sapeva, non sapeva che espressione avesse in volto, a malapena sapeva di stare ridendo.
Era davvero ridicolo che non ci fosse arrivata prima!
Era così semplice, un vaso di argilla non può contenere della lava! E lei quanta ne aveva ingurgitata negli ultimi mesi???



Ora però non rideva più, ora le lacrime perforavano l'armatura di Erza su cui si era accasciata dopo averle raccontato tutto.
Erza non riusciva neanche ad alzare le mani per stringerla, fissava davanti a sé mortalmente impassibile.
-Io-io-io sto diventando un mostro!!! Io st-sto diventando come lei!!! Succederà anche a me, succederà anche a me!!! Non-non voglio, non vo-voglio, non voglio mo-morire!!! Ti-ti prego, non voglio morire!!! A-aiutami, E-Erza, aiutami!!! Non lasciarmi, ti prego!!!-.
Cosa?
Perché diceva una cosa così stupida?
La prese per la nuca e la staccò da sé, in modo da poterla guardare in viso; poi le sferrò una testata sulla fronte.
Le lacrime si fermarono, lasciando il posto a un gemito di dolore.
Dolore ben meritato.
-Che razza di domande fai, baka???- Sbraitò infervorata: -È ovvio che non ti lascerò sola!!! Come puoi pensare a una cosa del genere??? Come puoi pensare che non ti aiuterò, razza di...- testata -...stupida!!!-.
-Ah!- Gemette la ragazza, barcollando all'indietro; Erza la trasse a sé e la baciò riuscendo a calmarla, per non dire che la paralizzò.
Allora la colpì di nuovo, e stavolta cadde a terra, massaggiandosi la fronte e rotolando stordita.
-Che ti passa per la testa??? Pensi davvero che qualcuno possa voltarti le spalle, soprattutto in un momento come questo???-.
-Però... però io diventerò un mostro...- La sua voce era ancora spaventata, ma era meno disperata di prima.
-...potrei diventarlo da un momento all'altro... potrei cercare di farti del male!-.
Erza scrocchiò i pugni.
-Oh, è così? Allora forza, fatti sotto!-.
-Cerca di prendere la cosa seriamente!-.
-Io lo sto facendo!- La rossa le prese la mano e la aiutò a risollevarsi: -E tu?-.
-Certo che sì!- Replicò lei, già con un barlume di coraggio sugli occhi.
-Allora perché ti stai arrendendo?-.
-M-Ma...-.
-Quindi hai intenzione di mollare!-.
-N-no, io non...-.
-Non ti sento!!!-.
-No, io non voglio arrendermi!- Urlò: -Io non voglio arrendermi!-.
-Bene, allora prendi la tua sicurezza- Strinse un pugno e glielo sferrò sul petto, facendola piagnucolare ancora: -e usala per vincere la guerra che hai dentro!-.
-Ma non è questione di forza di volontà! È come se fossi malata, lo capisci?-.
-Per ogni malattia c'è una cura, e in questo caso è la forza di volontà!-.
-Co...-.
-E il nostro amore.- La abbracciò di nuovo, schiacciandole il viso sul pettorale.
-Bene, e adesso...- La atterrò con uno schiaffo e le schiacciò la testa con un calcio: -Vatti subito a scusare con la principessa per come ti sei comportata!!! Forza, non farmi ripetere!!!-.
-S...sì!- Lisanna scattò in piedi e corse via, chissà perché i suoi occhi erano diventati due spirali. Neanche fosse confusa dal suo comportamento, che invece aveva avuto il preciso intento di rincorarla: l'aveva colpita per convertire il suo dolore emotivo in fisico, poi l'aveva baciata per dimostrarle il suo affetto e togliere quel dolore, poi l'aveva colpita ancora per non metterle in testa strane idee, poi l'aveva lasciata riprendere scherzando sulla situazione, poi l'aveva incitata a non demordere trattandola come uno zerbino e per enfatizzare l'aveva prima colpita e poi abbracciata. Il colpo finale era ovviamente slegato dal resto.
Poteva aver lanciato un paio di segnali contrastanti qua e là, ma il senso si capiva, la logica era stringente.
Forse Lisanna era proprio stupida.
Io st-sto diventando come lei!.
No, questo non l'avrebbe permesso, o Mirajane non gliel'avrebbe mai perdonato.



1 anno prima, locazione sconosciuta
E.N.D. levò uno sguardo stanco su ciò che rimaneva di Plutogrim: macerie, rocce, polvere.
Distruzione.
Ma non era lì per godersi lo spettacolo.
-Plutogrim, ricomponiti.-.
Aspettò qualche secondo che potesse recepire il messaggio, poi la terra tremò e i detriti attorno a lui iniziarono a sollevarsi da terra e a ricomporsi; quando ebbero finito, E.N.D. si trovò davanti a un castello dalle dimensioni enormi, un maniero con quattro torri laterali e un portone, completamente nero e con lo stemma di Tartaros che campeggiava sulla parete frontale.
Plutogrim era morto, farlo tornare alla forma Cube era impossibile; era stata solo la fedeltà al suo padrone a far rivivere momentaneamente quel cadavere smembrato, ma era riuscito a ricomporre solo il castello che una volta si trovava sulla sua groppa.
Pazienza, meglio di niente, la cucina doveva essersi rimessa in piedi.
Prima di incamminarsi, si rivolse alla ragazza alle sue spalle.
-Hai intenzione di seguirmi ancora a lungo?-.
Il volto impassibile dell'albina rimase silenzioso.
-Che è successo alla tua personalità? È stata cancellata dentro quel corpo?-.
Se era così allora lo stava seguendo solo perché attratta dal suo potere diabolico, l'unico modo per liberarsene sarebbe stato distruggerla.
No, prima era meglio controllare che non ci fosse nessuno.
E.N.D. socchiuse gli occhi, poi puntò il braccio contro di lei.
-Parla.-.
La ragazza spalancò la bocca e trasse un profondo respiro, piegandosi in avanti.
-Anf... anf... anf... cosa? Cosa? Sono fuori?-.
Scoppiò in una risata isterica.
-Ahahah! Porca puttana! Sono libero! Libero finalmente da quella troia!!!-.
Poi si bloccò e si guardò le mani.
-Ehi, aspetta un attimo! Che cosa è successo alle mie mani? E che cazzo di voce ho?-.
Spalancò le palpebre, indietreggiando di colpo: -Ma questo non è il mio corpo!!! Che cazzo è successo al mio corpo???-.
-Non l'hai ancora capito?-.
Il demone sembrò accorgersi solo allora della presenza di E.N.D..
-La tua coscienza è riaffiorata, ma sei ancora prigioniero lì dentro.-.
-Come? E tu chi sei, moccioso?-.
-Io sono E.N.D., il Demone Cremisi, il più potente Etherious mai creato.-.
-Il più potente...- L'altro piegò la testa di lato e ridacchiò di nuovo: -Ma che minchia stai dicendo? Sei solo un ragazzino! Io sono un vero d...-.
Non finì la frase che si ritrovò faccia a terra.
-Ah! Che cosa...-.
-Buffo.- Commentò E.N.D.: -Non riesci a reggere nemmeno un decimo della mia aurea demoniaca sotto questa forma.-.
-Un decimo? Ma che cazzo stai...- Riuscì ad alzare la testa giusto per ritrovarsi il piede di E.N.D. schiacciato contro il viso.
-Fai silenzio ora, rifiuto.- Gli ordinò.
Quel tipo già non gli piaceva, tantomeno gli piaceva il suo contenitore.
-Bas...tardo... come osi...-.
E.N.D. si abbassò di colpo e prese tra le mani i capelli dell'altro, puntandolo con due fari infuocati.
-Devi-ubbidire-ai-miei-ordini-feccia.-.
Finalmente quello capì il messaggio, si tirò indietro di scatto e si rimise faccia al suolo; ma E.N.D. aveva fatto in tempo a vedere il suo volto passare da strafottente a terrorizzato in un attimo.
-Chiedo... chiedo scusa...-.
-Rialzati.-.
-S-sì...- Il demone fece come gli era stato ordinato.
-Qual è il tuo nome, feccia?-.
-I-io mi chiamo... io mi chiamo...-.
-Non costringermi a ripetermi!-.
Quello sussultò e scosse la testa: -Mi perdoni, mi perdoni, non riesco a ricordare il mio nome! Io... io temo di essere stato lì dentro per troppo tempo!-.
-Ah sì? E allora come dovrei chiamarti? “Feccia”?- E.N.D. sorrise divertito dalla sua reazione forzatamente accondiscendente, ma poi trasalì, improvvisamente gli era venuta in mente una cosa.
-Non so perché, ma se ti guardo ho come l'impressione di conoscere il tuo nome... Mi...ra...jane... Mirajane.-.
Mirajane si irrigidì e sgranò gli occhi: -Odio quel nome!!! È il nome di questa puttana!!! Non riesco a sopportarlo!!!-.
-Odi quel nome, hai detto?- In un lampo si spostò davanti a lei, le prese il mento con due dita e la obbligò di nuovo a fissarlo negli occhi.
Lei gemette per la sorpresa, e lui ricambiò con un sorriso serpentino.
-Allora penso che ti chiamerò così, Mirajane. Hai capito?-.
Una domanda che non contemplava una risposta negativa, e infatti lei annuì leggermente.
-Voglio sentirtelo dire, Mira-chan, hai capito?-.
-S..sì, ho capito.-.
Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: -Molto bene.-.
Poi però quella si tirò indietro e iniziò ad urlare, coprendosi il volto con le mani.
-Che cosa succede??? Sento le mie forze svanire!!!-.
Lui non c'entrava, perciò era sorpreso quanto lei; poi però capì.
Deve essere una sorta di incantesimo che ha lanciato la ragazza prima di sparire.”.
Fece per dirglielo, ma lei alzò il viso al cielo e si immobilizzò.
-Uh? Sei morta?-.
Nessuna risposta.
E.N.D. le si avvicinò e le tamburellò un dito sulla fronte.
Come pensavo, Assopimento Forzato. Ora è priva di volontà finché non si sveglierà di nuovo; uhm... ci metterà più o meno una settimana, ma non penso riuscirà a mantenere il controllo a lungo prima di addormentarsi di nuovo. Feccia di basso rango..
Chiunque fosse questa ragazza, doveva essere molto brava con la magia.”.
Un momento, ma a che sto pensando??? Di solito un bersaglio così facile lo distruggerei in un attimo!!!” Prese il suo viso con palmo della mano e si preparò a fare fuoco, ma non ci riuscì.
Non capisco, forse devo recuperare a pieno le forze... deve essere colpa di quel fetido umano che mi indossava...”.
In ogni caso, può essermi utile senza volontà, se gliene do io una.”.
-Mirajane, ti ordino di seguire i miei ordini.- Il suo Macro era sempre stato scarso, ma per un soggetto del genere doveva bastare.
E infatti l'albina si inginocchiò e disse: -Sì, mio signore.-.
Bene, molto bene, che ne è ora della tua aria da spavaldo, feccia?”.
-Avanti, leccami le scarpe!-.
-Obbedisco.- Mirajane si abbassò e iniziò a leccargli il piede sinistro.
Gli venne in mente un'idea: tirò indietro la gamba e le sferrò un calcio in fronte.
Mirajane fece un sordo mugugno e crollò a terra, mangiando il fango; rimase così per un po', poi con le mani tremanti, si fece forza per rimettersi come prima e ricominciò a leccare.
E.N.D. si leccò la lingua e la colpì di nuovo; lei, più instabile di prima, tornò subito a leccare, lui la calciò di nuovo e continuò così per un'altra decina di volte.
Alla fine Mirajane non riusciva più a sostenere il proprio peso, le mani minacciavano di crollare da un momento all'altro; così lui le colpì i polsi e lei cadde di nuovo.
-Ahahah! Che spasso!!! Dai, ora rimettiti in piedi!-.
Tremava tutta, piagnucolava anche, ma si rialzò; i suoi occhi azzurri erano vitrei, E.N.D. poteva rimanere a guardarli per ore intere senza smettere di ridere, ma improvvisamente il suo naso si arricciò.
-Uh? Questo odore l'ho già sentito!- Si avvicinò alla ragazza e cominciò ad annusarla, senza che lei si muovesse.
-Aspetta... possibile che... Sayla?-.
Era una dei Nove Cancelli dell'Inferno, la Luna Gelida, quella ragazza con le corna fissata con Kyouka! Come faceva ad avere il suo odore?
-Ehi, Mirajane, perché hai l'odore di Sayla?-.
-Circa un anno fa Fairy Tail distrusse Tartaros.- Rispose lei.
-Cosa??? Mi stavo chiedendo cosa fosse successo ma... come cavolo hanno fatto degli umani???-.
-Lei li comandava.-.
-Già è più realistico.-.
-Questa ragazza, Mirajane Strauss, combatté e sconfisse Sayla, poi usò il Take Over e la assorbì dentro di sé.-.
-Il Take Over? Dunque si chiama così questo tipo di magia... e quindi ora Sayla è intrappolata in questo corpo, giusto?-.
Mira annuì.
L'Etherious scoppiò a ridere.
-Ahahahahahahah!!! Ma dai!!! Proprio quello che si merita a farsi battere!!!-.
Poi si bloccò.
-Ehi, e che ne è stato degli altri Cancelli? E di Mard Geer?-.
-Sono stati uccisi tutti, i loro corpi non sono riusciti a rigenerarsi perché Mirajane Strauss aveva distrutto il Cuore. Mard Geer invece è stato ucciso da Zeref.-.
E.N.D. sbiancò dalla sorpresa, non si era mai aspettato molto da loro, tuttavia...
-Questo è impossibile! Mi stai prendendo in giro!-.
-Non lo sto facendo.-.
E.N.D. strinse i pugni.
-D'accordo, fammi vedere Sayla.-.
Mirajane prese l'aspetto del demone, era tale e quale a lei se non fosse stato per un ciuffo sopra la fronte tenuto in piedi da un elastico.
E.N.D. trasse un profondo sospiro.
-Intendo dire: espellila dal tuo corpo.-.
Il problema dei senza-volontà era che seguivano gli ordini troppo alla lettera.
-Non è possibile.-.
-In che senso? La sua personalità è stata cancellata?-.
-No. Il demone che Lei chiama Mirajane non è riuscito ad assimilarla, ma le sue onde vitali sono deboli, insufficienti a una vita propria. Inoltre il Take Over degli esseri umani ha il difetto di essere irreversibile.-.
-Mmm...- E.N.D. fece finta di assentire, poi trafisse la ragazza con un pugno infuocato facendole sputare uno schizzo di sangue.
-Il problema è che io ho ordinato di espellerla. Non esiste che tu non lo faccia. Quindi espellila.-.
Le labbra di Sayla, Mirajane, o chi cazzo fosse, tremolarono, poi lei borbottò: -Non... è... possibile...-.
E.N.D. spinse più in profondità, sospirando pesantemente.
-Ho capito, dovrò fare tutto io...- Frugò tra le sue carni fino a trovare l'anima di Sayla, un giochetto da ragazzi per un Etherious come lui, poi la estrasse violentemente, trovandosi nella mano insanguinata una sfera azzurra che gettò a terra; la palla brillò, poi si espanse e formò il cadavere immobile di Sayla.
Il Cremisi infuocò la mano: non poteva credere di stare per usare la Maledizione di Resurrezione e sprecarla per i prossimi sette anni, ma per far funzionare il laboratorio e resuscitare quanti più demoni possibile Sayla era necessaria, e poi si voleva divertire un po' con lei; così conficcò la mano in pieno petto, trapassandola da parte a parte.
Sayla spalancò la bocca e urlò tanto da costringerlo a tapparsi le orecchie e farsi indietro; lei sgranò gli occhi e strinse il terreno tra le dita, sollevando il petto in uno spasmo e iniziando a gridare e a piangere per il dolore.
Che fastidio! Ma anche in quel caso il Macro avrebbe dovuto funzionare.
-Ti ordino di smettere di urlare!-.
Sayla si fermò per un istante, boccheggiò un paio di volte e si rese conto di essere senza voce.
Molto meglio, ora non c'era più quel rumore.
Però.
E.N.D. si crucciò, qualcosa non andava: osservò attentamente l'Etherious contorcersi per terra e aprire la bocca per cercare di urlare, la osservò soffrire in silenzio, eppure non ci provò nessun gusto, anzi, quasi lo seccava.
Poi vide una guancia rigarsi di una sua lacrima e, per un istante, incrociò i suoi occhi disperati; una voragine si aprì sul suo petto e si inginocchiò a terra, sentendosi mancare il respiro.
C-che mi succede? Cos'è questa sensazione???”.
Non riusciva a levarsi di dosso quello sguardo agonizzante, sentì crescere dentro di sé un forte dispiacere e anche un forte dolore.
-E-Ehi, t-ti ordino di smettere di piangere!-.
Sperava in questo modo, anche se non sapeva perché, di placare quella sofferenza; invece il vederla privata del pianto e della voce, costretta a rotolare a terra, a puntare gomiti e ginocchia sul terreno, a stringere la polvere, a dare testate e a graffiarsi le guance sfigurandosi il viso per contenere il dolore lo fece stare ancora peggio.
Merda, così non andava bene, così non andava bene!!! Non riusciva a rimanere lucido, non riusciva a stare calmo!!! Perché stava così male??? Perché gli veniva da piangere??? Perché non voleva che soffrisse ancora???
Sayla intanto si era rannicchiata su sé stessa e si scorticava le corna, stringendo i denti e soffiando versi incomprensibili, e E.N.D. non riusciva più a staccarle gli occhi di dosso.
Ti prego non soffrire, ti prego non soffrire, ti prego non soffrire!!!”.
-BASTA!!! TI ORDINO DI NON SOFFRIRE PIÙ!!!-.
Sayla si bloccò, stavolta sembrava l'ultima.
Ce l'aveva fatta? Aveva smesso di stare male?
SBAM
Sayla si schiantò a terra boccheggiando e sussultando in preda alle convulsioni, i suoi occhi sembravano sul punto di schizzare via e il suo corpo tremava come se stesse per esplodere.
E.N.D. arretrò, sentendo il suo animo nero cadere a pezzi di fronte a una nuova e terribile emozione: la paura.
Paura che lei morisse.
Paura di perderla.
Paura di farle del mare.
Paura di farle del male.
Paura...
-Aiuto...-.
Quella parola appena sussurrata gli arrivò come una freccia al petto.
Le aveva impedito di urlare, le aveva impedito di piangere, le aveva impedito di soffrire, ma non le aveva impedito di supplicare.
-Aiuto... aiuto... aiuto...-.
Non si rese conto di essersi mosso fino a quando non si ritrovò abbracciato a lei.
-Mi dispiace...- Si sentì dire.
-Mi dispiace... mi dispiace... mi dispiace...-.
La strinse forte a sé, come se avesse paura che potesse sfuggirgli via da un momento all'altro.
-Mi dispiace! Mi dispiace!!! Mi dispiace così tanto! Ti prego, perdonami! Perdonami!!!!-.
Diceva quelle parole ma non sapeva perché, piangeva quelle lacrime ma non sapeva perché, non riusciva a fermarsi e non sapeva perché.
-Urla, piangi, soffri, sfogati! Non tenerti tutto dentro! Non ti lascerò andare! Non ti lascerò sola!!!-.
Le grida, il pianto, il dolore ricominciarono, e lui la strinse ancora più forte; quando poi anche Mirajane si accasciò a terra, stremata dalla ferita al petto, lui, il più grande tra tutti i demoni, l'Etherious in grado di uccidere Zeref, la abbracciò e pianse con lei.
Lui, che era anche Natsu Dragneel.



Le stesse due ragazze che aveva abbracciato ora erano inchinate al suo cospetto e gli stavano parlando; o meglio, Sayla parlava, mentre Mirajane rimaneva in silenzio.
-Natsu-sama, sono qui per aggiornarla sulle condizioni dei Nove Cancelli.-.
-Mmm...- Annuì lui: -E tu, invece?-.
-Per lo stesso motivo.- Rispose l'albina.
Dietro di lui, il fantasma, anzi, il residuo dell'incantesimo di Meldy, gli stava parlando all'orecchio.
-Natsu, quella volta hai riconosciuto queste due donne come tue compagne, perciò sono sicura che puoi considerare di nuovo anche noi tuoi compagni!-.
Ostinata a seguire la stessa strategia anche da morta!
Comunque, cercare di bruciarsi il polso non serviva a niente, colpirla era inutile, ucciderla facendola scoppiare di nuovo sembrava essere inefficace, quindi aveva deciso di ignorarla; e poi solo lui era in grado di vederla e lei non poteva interagire con nient'altro, perciò bastava fare in modo che non gli leggesse pensiero ed emozioni per vanificare i suoi sforzi.
-Ho cercato di spiegare a quest'umana che sono più che sufficiente per riferire a lei, ma non mi ha dato retta.- Riprese Sayla.
Oh, no, ecco che ricominciavano a litigare.
-Fossi nel Master, di te non mi fiderei molto, Sayla-chan, dopotutto non mi pare tu abbia delle buone notizie da dargli...- Fece l'altra con un falso sorriso.
-Considera poi che qualunque cosa tu faccia...- Si trasformò in Sayla: -...posso farla anch'io.-.
-Avanti, Natsu, ascoltami!- Lo supplicò Meldy: -Quello che hai fatto non è irreparabile, puoi ancora tornare da noi!-.
-Natsu-sama sa benissimo- Replicò Sayla senza nemmeno guardare l'altra: -che anche se tu avessi tutti i miei poteri, cosa che non è vera, ti mancherebbe l'esperienza e la conoscenza del Cuore dell'Inferno anche solo per assistermi.-.
Mirajane, tornata normale, allargò il sorriso in un ghigno malefico e fece passare più volte l'indice nel cerchio formato dal pollice e dall'indice dell'altra mano, alludendo alla ragazza, che fece finta di niente.
-Sbagli, cara Sayla, l'unica cosa che E.N.D.-sama sa è che dopo tutto questo tempo non c'è alcun miglioramento.-.
-Natsu, guardami, guardami! So che mi senti! So che siamo ancora importanti per te! Il modo con cui tratti gli altri demoni è la prova che tu sei ancora tu! Sei ancora Natsu Dragneel di Fairy Tail, il figlio di Igneel!-.
Si parò davanti a lui e lo pregò in ginocchio, ma lui fece finta di guardarle attraverso.
-Natsu-sama sa che questo è dovuto dalla gravità delle ferite subite e non da altri motivi; e comunque non è vero che non c'è alcun miglioramento, tutt'altro: il recupero di Jackal-san sta subendo un incremento notevole.-.
-Natsu! Ascoltami, non puoi fingere di non sentirmi! Continuando così ne soffrirai! Ti prego, io sento quello che provi! Sento che dentro di te c'è ancora del buono!-.
-Ah, sono davvero contenta per Jackal-san! E dimmi, come procede invece Kyouka-san? Eh, come va? Male, vero? Molto male! Sai, mentre tu eri svenuta quest'umana ha visto come è morta, vuoi che te lo racconti?-.
Sayla le lanciò un'occhiata gelida.
-Vatti a masturbare in qualche angolo, putrida umana.-.
-Ehh??? Come-come??? Hai deciso di rivolgermi la parola???- E si mise a sghignazzare.
-Natsu! Natsu! Ti prego, parla, di qualcosa, fatti sentire! Non posso parlarti se mi escludi in questo modo! Ti prego, io voglio solo aiutarti!-.
-Ehi, e se la assorbissi dentro di me??? Potresti finalmente rivederla in piedi! E chissà, se fai la brava un giorno potrei essere lasciva quanto vado a dormire, eh???-.
Sayla si voltò totalmente verso di lei.
-Osa solo toccare Kyouka-sama con la tua sporca esistenza e ti rispedirò nelle profondità di quel buco che tu chiami “corpo”.-.
Mira scattò in piedi.
-Mi stai minacciando??? Tu che giocavi alla Bella Addormentata mentre io mi sbattevo il culo per uccidere ogni altro demone che veniva assorbito per non schiattare???-.
-Natsu, basta solo che ci ripensi, basta solo che ricordi un momento felice a Fairy Tail!- Meldy iniziava a piangere, cominciava ad essere noiosa: -Basta solo questo, lo giuro, devi solo ricordare, poi farò tutto io! Farò tutto io e me ne andrò, tu tornerai normale e io sparirò, te lo prometto!-.
-Oh?- Sayla si alzò a sua volta, con un'espressione mortalmente calma in volto: -Vuoi forse dirmi che non sei riuscita a eliminarmi nemmeno mentre ero incosciente, con un anno intero di tempo, misera umana?-.
-Mi basterebbe un secondo per metterti a tacere una volta per tutte, Testa di Corno!-.
-Ripensa ai tuoi amici! Ripensa a com'eri felice con loro! Ti scongiuro, ricorda come eri!-.
-Fatti sotto allora, sistemiamo la cosa una volta per tutte.-.
-Ripensa al Master!-.
-Ahahah! Non chiedo di meglio! Ti metterò a tacere, e poi ti racconterò per filo e per segno come la tua Kyouka si sia fatta battere da un umana cieca e sorda!!!-.
-Ripensa a Gray!-.
-E poi mi farò Kyouka davanti ai tuoi occhi, anzi no, diventerò lei e mi masturberò di brutto!!!-.
-Ripensa a Happy!-.
-Il mio primo ordine sarà quello di farti cavare gli occhi e farteli rimangiare.-.
-Ripensa a Erza!-.
-Poi ti farò violentare da qualche demone di basso rango, che ne dici di un demone-orso?-.
-Ripensa a Lisanna!-.
-Fatti sotto, puttana cornuta!!!-.
-Ripensa a lei!-.
-Ti aspetto, viscida umana.-.
-Ripensa a Lu...-.
-No.- Natsu si alzò dal trono e le tre ragazze si fermarono.
E.N.D. percepì Meldy sperare che si stesse rivolgendo a lei, che l'avesse interrotta quando stava per dire il suo nome, che avesse raggiunto una qualche sorta di contatto.
Invece lui le passò attraverso come niente e si frappose tra le due demoni, che erano quasi giunte allo scontro.
-Non pensate di aver esagerato abbastanza? Perdere così il controllo davanti al vostro Master... sono molto deluso da entrambe!-.
Le due abbassarono lo sguardo e arrossirono per la vergogna.
Natsu allungò le mani verso i loro visi e le due chiusero gli occhi d'istinto, ma si limitò a pizzicare loro le guance.
-E poi ho già messo in chiaro che non voglio che litighiate per delle sciocchezze, non ho ragione?-.
-Shì, Mashter...- Borbottarono imbarazzate.
-E ricordate che siete entrambe uniche e insostituibili, perciò l'ultima cosa che voglio è che una di voi si ritenga superiore all'altra.-.
-Shì, Mashter...-.
-Il passato è passato, che siate state sconfitte in battaglia oppure siate state degli esseri umani, ciò che conta è quello che siete ora: due demoni di Tartaros.-.
-Shì, Mashter...-.
-E due preziose compagne.- Le lasciò andare e le abbracciò come aveva fatto quella volta.
-Bene, ora andate e cercate di andare d'accordo.-.
O perlomeno di non uccidervi.
-Sì, Master...- Si avviarono insieme alla porta, il che ad un primo sguardo poteva sembrare l'inizio di una buona cooperazione, se non fosse stato che ognuna cercava di arrivare prima dell'altra e che anche mentre uscivano si erano quasi incastrate tra gli stipiti passando insieme.
Certo che Sayla era molto orgogliosa a dispetto delle apparenze, e Mirajane... ah, proprio a lui doveva capitare un duo così sgangherato!
Si voltò e quasi sobbalzò nel vedere Meldy che, in piedi sulla gradinata, lo fissava allibita.
Le era chiaro, l'ultima parte del discorso era anche per lei, e ora Natsu sentiva bene quanto fosse spiazzata; ma rivolgerle la parola ora avrebbe rovinato tutto, così ancora una volta la trapassò e si risedette.
Quando si mise comodo, se comodi si poteva stare su quel trono, Meldy era sparita, e già sapeva che non si sarebbe più ripresentata fino al giorno dopo.
Allora il demone si lasciò scappare un ghigno divertito, levarsela di torno era un traguardo sempre più raggiungibile.
Sono sicura che puoi considerare di nuovo anche noi tuoi compagni!.
Ti scongiuro, ricorda come eri!.
Un po' gli faceva pena, gli dispiaceva per lei, come faceva a non capire che non aveva nulla di cui ricordarsi? Che ora i suoi compagni erano i suoi demoni, la sua gilda di Tartaros? Eppure dava a tutti gli umani che ne erano degni la possibilità di diventare suoi Cambiati, oppure di morire con onore, non era anche quello un modo di riconoscere il loro valore?
E poi, cosa più importante, spazzare via gli esseri umani era la cosa che lo divertiva di più, era un po' come una persona che mangia la carne: a volte pensa agli animali che sono stati uccisi e che ora sono sul suo piatto, cionondimeno non smetterà mai di mangiare carne, per il semplice fatto che ci è abituato e gli piace il sapore. Era lo stesso principio, non è che si aspettasse che un'umana l'avrebbe capito, ma era così.
Già, doveva essere per quello che perseverava, non poteva capire la sua posizione; uhm, forse poteva condividere quel pensiero con lei, così avrebbe deciso di smettere di tormentarlo.
Oppure sarebbe esplosa come la volta prima, in ogni caso si sarebbe levata di torno.
Sì, l'indomani avrebbe fatto così.



Lisanna chiuse la porta alle sue spalle e sospirò.
La principessa e il Master erano stati molto comprensivi, e ovviamente avevano deciso di aiutarla a stare meglio; solo allora capiva quanto era stata ingiusta con loro, e si sentiva davvero in colpa, il giorno dopo già sapeva che ne sarebbe morta di vergogna.
-Ehm... Lisanna-sama?-.
Lisanna sussultò quando, riaprendo gli occhi, vide che davanti a lei era apparsa Yukino.
-Yukino?-.
-Ecco... non volevo origliare... ma ero qui fuori e ho sentito tutto... mi dispiace davvero tanto, Lisanna-sama... se hai bisogno di qualcosa, non hai che da chiedere.-.
-Ti ringrazio.- Le sorrise lei: -In realtà vorrei conoscerti un poco.-.
-Me?-.
Lisanna annuì: -Mira-nee mi parlava spesso di te, ti era molto affezionata.-.
-Capisco...- Yukino arrossì, Lisanna sapeva che era una ragazza timida.
-Quindi, se non ti dispiace, vorrei diventare tua amica.- E le porse la mano.
Inizialmente titubante, la maga degli Spiriti Stellari gliela strinse con delicatezza.
-Certo, mi farebbe molto piacere!-.
Un po' più felice di prima, Lisanna si incamminò lungo il corridoio, passo passo con la sua nuova amica.
Ma non si era certo scordata di quelle vecchie.



Angolo del redivivo
E rieccomi dopo due settimane di silenzio! Spero vi piaccia il nuovo personaggio che ho introdotto, perché per Mira ho dei progetti molto, molto divertenti... (risata malefica)
Cooomunque, nel prossimo capitolo mi metto a raccontare il background della storia yep!
Notte.

   
 
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