Disclaimer: i personaggi citati appartengono ai legittimi proprietari (Grazie, Arakawa-sensei), che ne detengono tutti i diritti.

 

Note: questa piccola shot è SPOILER del capitolo 95, l’ultimo uscito.

Avevo la necessità di scrivere qualcosa, anche di molto stupido come questa introspezione (so che quelle scan meritano molto di più *O*), perché direi che le cose sono migliorate decisamente.

Possiamo dire che è canon? Quasi.

Per me intanto è festa, sono solo tanto felice XD

Il titolo è ripreso dai 100 themes RoyAi, cambiando la parola “that” con “this” (perché il giorno è arrivato, ragazze *_*). Il colore è blu militare *_* Le frasi in corsivo sono prese direttamente dal capitolo *_* (ok, basta faccine estatiche XD).
La frase "This is RoyAi" è della Lely X3

 

Dedicata a chi ha sempre creduto in questo pair.

 

 

Until this day

 

 

Il pavimento non è mai sembrato così solido sotto le ginocchia, mentre la tensione densa si scioglie come il miele e il sollievo la stordisce appena. Riza inspira fino a sentire i polmoni spingere forte contro lo sterno, inalando l’odore pungente del sangue impregnato sulla sua giacca misto al profumo familiare dell’uomo di fronte a lei. La paura aveva coperto tutto fino a pochi minuti prima.

 

“Suicidio… Dannato bastardo.”

 

Non c’è nessuna schiena davanti a lei ora, ma un viso dai lineamenti ancora induriti, ma con l’espressione rilassata. La fronte liscia, le sopracciglia spianate, le guance non più contratte. E gli occhi…

Vivi.

Come quel giorno lontano come un sogno, quando aveva sbirciato quel ragazzo salutare suo padre sulla porta di casa, per poi richiudersela alle spalle. Il signor Roy l’aveva guardata per una frazione di secondo con quello stesso sguardo acceso, scambiandosi la muta promessa di un arrivederci.

 

Per favore, Colonnello…

Non vada dove non posso seguirla.

 

Fino all’inferno. È una promessa.

Quel sentiero costruito insieme passo dopo passo, quegli ideali condivisi, quel sentimento rafforzato ogni giorno di più.

Ma esiste qualcosa di peggio dell’inferno stesso?

Roy abbassa lo sguardo, nascondendo con la mano i suoi occhi a lei, che, esausta, si è lasciata cadere vicino a lui.  

La guarda sospirare, la pistola tra le mani ora allentate, gli occhi chiusi e la fronte rilassata.

E quei capelli biondi, striati appena di rosso proprio sopra un orecchio.

Come avrebbe potuto permettere una cosa del genere?

Cosa farai dopo che io sarò morto?

 

Lo ha visto con i suoi occhi, Roy, cosa accadrà dopo la sua morte.

Le lacrime del suo Tenente, la voce incrinata, le mani tremanti su di lui… ancora lo ricorda. Come ricorda quella paura cieca.

Riza ora ha soltanto espresso a parole ciò che lui sapeva già da tempo.

E Roy non ha bisogno di vederla per sapere che lo sta guardando, in silenziosa attesa, concedendogli il tempo di cui ha bisogno.

“Sto bene” sussurra infine, rassicurandola. 

 

Inaccettabile.

 

La decisione di Riza? Lasciarglielo fare?

O non farle sapere nulla?

Roy si ritrova a sorridere, mentre sposta la mano dai suoi occhi e guarda fisso davanti a lui, appena sopra la spalla del suo Tenente, lontano dal suo viso. Ora quei sentimenti sono quasi accecanti.

E Hughes lo sapeva.

E forse sapeva anche che alla fine avrebbe scelto Riza al posto di tutto il resto, anche di una vendetta che lo aveva alimentato per un anno, e che ora sembra dissolversi come la cenere al vento di fronte a quegli occhi nocciola.

In fondo, adesso è rimasta solo lei.

 

Non perderò anche te.

 

Esiste un momento nella vita in cui ci si rende conto di essere innamorati.

Come quando ci si sveglia all’improvviso e si sa già che è mattina.

A volte si è troppo presi dal proprio egoismo e non si capisce quanto siano belle le cose semplici, quelle che sono sempre state vicine e che non si può rischiare di perdere. Come i giocattoli della propria infanzia, come i ricordi felici, come gli amici più cari.

Come Riza.

 

Mi dispiace.

 

Lei lo guarda ancora, alzandosi, e gli sorride in quel modo semplice e delicato che spazzava via ogni dubbio durante l’apprendistato a casa Hawkeye, quando voleva buttare tutto all’aria e tornarsene dalla sua famiglia solo perché non capiva una formula, o durante Ishbar, nelle fredde notti in cui Hughes era di turno; o in ogni singolo giorno della sua vita da quando lei aveva accettato di condividere il suo cammino.

“E’ tutto finito” gli sussurra, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.  

Roy esita, rimanendo a contemplare la semplicità di quel pensiero che gli ha appena attraversato la mente.

Poi accetta il suo aiuto, sfiorando di nuovo quella pelle chiara, cercando il contatto fisico che troppo a lungo si sono negati. Si alza in piedi, continuando a stringere piano quella mano.

E sorride.

Sorride come un bambino di fronte al mondo, come un ragazzo che sa di avere tutta la vita davanti a sé pronta ad essere vissuta al massimo, e come un uomo che ha capito il segreto della felicità eterna.

Sorride per lei.

 

E’ tutto appena iniziato…

Riza.

 

FINE