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Autore: Yuki002    13/11/2016    2 recensioni
È normale durante gli allenamenti farsi male, no? Capita a tutti, prima o poi, e devono essere prontamente curati. Solo che Yuuri non si sarebbe mai aspettato che Victor lo avrebbe curato in quel modo...
Buona lettura^^
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          METODO MISTERIOSO
 
 
Victor osservava attentamente i movimenti di Yuuri, intento ad eseguire la coreografia per la prossima esibizione. Per quanto, agli occhi del russo, i movimenti e le mosse fossero perfette, a lui non andavano mai bene. Era troppo poco delicato, era tropo poco leggero, era troppo poco…
Era troppo poco Victor.
Questi pensieri lo assillarono anche quando eseguì il quadruplo Salchow, così tanto che mise il piede male e cadde rovinosamente sul ghiaccio freddo.
Victor balzò subito in piedi, entrando in pista senza neanche mettersi i pattini. Scivolò verso Yurri, che, messosi seduto, si massaggiava la gamba in vari punti.

“Dove ti fa male?” gli chiese serio e scuro in volto.

“Ah, non è niente, tranquillo! Capita spesso, se sono sovrappensiero” si giustificò, cercando di rimettersi in piedi invano, perché il russo lo costrinse a rimanere seduto.

“Stai fermo” gli ordinò serio. Yuuri obbedì, non volendolo innervosire ancora di più, anche se non capiva bene la causa del suo improvviso malumore. Si trattava di un incidente da nulla, alla fin fine.
Victor premette piano sul muscolo contratto senza esitazione, facendo gemere di dolore il corvino. Imprecò qualcosa in russo, che l’altro non capì, per poi rivolgergli lo sguardo.

“Allora non è tutto a posto” continuò la sua opera, senza dare il tempo al compagno pattinatore di rispondere. Continuò a tastare il polpaccio cercando di allentare il nodo che si era creato. Una volta soddisfatto del suo lavoro, passò a controllare anche la caviglia. Picchiettò varie zone di essa, fino a che il giapponese sentì una fitta pervadergli il corpo. Si irrigidì di colpo, sperando che Victor non se ne fosse accorto. Ma gli occhi attenti del suo allenatore non si lasciavano sfuggire nulla.

“No..” negò rimettendosi in piedi “Qui non posso continuare a curarti” finì di sistemarsi i pantaloni sporchi di ghiaccio sciolto “Vieni, ti do una mano ad alzarti” gli porse la mano. Mano, che Yuuri rifiutò rimettendosi in piedi da solo ad una velocità impressionante.

“Non sono così rammollito!” esclamò cercando di schiacciare quel dolore che si faceva strada lungo tutto il suo corpo. Però, vedere il viso più rilassato di Victor, ne valeva veramente la pena. Vederlo sereno e felice, come era sempre, era il suo obbiettivo. Per lui Victor Nikiforov  non era semplicemente il suo allenatore. Era la sua ossessione, la sua passione… il suo amore. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e ogni volta che pattinava, aveva quel desiderio impulsivo di danzare insieme a lui, di essere posseduto.
Si coprì la bocca e il naso con entrambe le mani, arrossendo vistosamente a quel pensiero.

“Yuuri?” si voltò cercando di non scivolare: pattinare senza le scarpe giuste era molto più difficile di quanto si aspettasse.

“Ah, niente, scusami!” si riscosse da tutti quei pensieri che avevano iniziato ad assillarlo anche di giorno. Pattinò con calma, cercando di non dare troppo peso alla caviglia, che ancora gli doleva e pulsava.
Usciti fuori dalla pista, Yuuri si precipitò nello spogliatoio a togliersi i pattini che, improvvisamente, erano diventati troppo stretti. Appena poggiò i piedi sul pavimento freddo sentì un grande sollievo che rinsanò il suo corpo, riuscendo anche a camminare con una certa nonchalance.
Victor gli si avvicinò da dietro prendendogli i fianchi “Sdraiati sulla panchina” mormorò sul suo collo.
Quel contatto fece mandare in tilt il cervello del corvino, che si diresse, come un robot, verso la panchina di metallo. Fece come gli era stato ordinato e si sdraiò. Il russo si scrocchiò le dita, come se stesse per pestare qualcuno “Yuuri, potrebbe farti male…” iniziò ritrovando il punto dolorante della caviglia “È un metodo che utilizzava il mio coach quando mi facevo male. Mi rimetteva in sesto subito!” si sedette accanto a Yuuri fissandolo “Andrà tutto bene, ok?” lo confortò con un caldo sorriso.

“Mi fido di te, Victor” gli rispose, pronto ad accettare tutto il dolore.
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Ok, ok, lo ammetteva. Non era proprio così pronto ad accettare tutto quel dolore. Perché era veramente troppo.
Di certo non aveva previsto che questo misterioso metodo consisteva nel muovere la caviglia a destra e a sinistra fino a che l’osso non scrocchiava un certo numero di volte. Ogni volta che l’osso si muoveva, Victor rimetteva subito il piede nella sua posizione naturale e lo massaggiava lentamente. Questo procedimento andava avanti da ormai venti minuti e sperava solo finisse presto.

“Yuuri” diede un’altra spinta ben assestata, per poi massaggiare di nuovo la zona “Tutto bene?”

“Victor…” si tolse gli occhiale per asciugarsi due lacrime che erano sfuggite al suo controllo “Fa male”

“Tranquillo” lo confortò piano “Ancora questa…” spinse ancora più forte facendo gemere di dolore il corvino, boccheggiando alla ricerca di ossigeno.
Il russo si asciugò la fronte, fiero di aver svolto bene il suo lavoro. Massaggiò con cura maniacale la caviglia per un bel po’ di tempo. Yuuri rilassò la schiena, poggiandola sul freddo metallo, beandosi di quella sensazione che gi pervase il corpo. Respirò a intervalli regolari, come se avesse corpo fino allo sfinimento.
Victor si sedette di nuovo vicino al giapponese, poggiando la mano aperta sul suo busto. Il ragazzo lo trovò talmente rilassante da chiudere gli occhi e passare in uno stato di semi-coscienza.

“Rilassati pure, io starò qui con te”
Il corvino non rifiutò di certo l’invito, addormentandosi piacevolmente cullato dalle mani di Victor.
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“There’ll be no more darkness,
  when you believe in yourself, you are unstoppable.
  Where your destiny lies, dancing on the blades, you set my heart on fire”

Una voce calda e accogliente lo risvegliò dal suo breve sonno. Osservò il soffitto, sforzando la vista capendo poi che non aveva addosso gli occhiali. Ma anche senza le lenti, riusciva benissimo a capire in che situazione si trovava: sollevando un po’ di più lo sguardo, vide il mento di un russo fin troppo familiare e quella morbida sensazione che aveva sul collo…non erano ginocchia quelle?
E invece era proprio così. Lui, Katsuki Yuuri, dormiva tranquillamente sulle gambe del suo allenatore (nonché suo idolo), Victor Nikiforov. La cosa era talmente assurda, che dovette accertarsene con più chiarezza…e magari con un paio di occhiali in più! Li cercò con le mani fino a toccarli, poco più lontani da lui. Ma nel fare quel gesto, l’albino si voltò incuriosito.

“Buongiorno” gli sorrise, incurante che ormai fosse tarda sera.

“Ah…eh…” il giapponese si mise a sedere, mettendosi con foga quei maledetti occhiali.

“Come ti senti?”

“Ehm…” si sistemò la montatura “Bene, però…” si fermò per sbadigliare, dando un chiaro segno della sua stanchezza.

“Capisco” ridacchiò l’altro, anche se effettivamente era stanco anche lui. Osservò con attenzione il giapponese che si stava alzando lentamente, provando a fare degli esercizi per verificare se la caviglia era veramente guarita. Guardò divertito il suo viso stupito nel vedere che non gli faceva più male, saltellando sul piede felice.

“Sei proprio un mago, Victor!”  gli rivolse un caldo sorrise, mentre si dirigeva verso l’armadietto a prendere il suo cambio di vestiti.

“Il vero mago sei tu, Yuri” sussurrò, così delicatamente da non farsi quasi sentire. Ma il corvino udì quella semplice e apparente frase, irrigidendosi per l’imbarazzo. Doveva far finta di non aver sentito niente e continuare a cambiarsi come se nulla fosse.

“Perché vedi…” si alzò dalla panchina per dirigersi, come attratto da una calamita, verso l’altro pattinatore “Sei tu che mi hai lanciato un incantesimo…” sbatté il corpo del corvino contro gli armadietti, mettendo il ginocchio tra le sue gambe, per annullare le distanze “E mi hai incatenato nel limbo dell’amore” concluse sorridendo, beandosi dei piccoli gemiti che Yuuri produceva dalle sue labbra rosee. Le stuzzicò con il pollice fino a che non lo inserì tra i denti, aspettandosi una reazione da parte dell’altro che non tardò ad arrivare. Iniziò a mordicchiare gentilmente la pelle morbida del dito, cercando di non arrecare dolore.

“Vigtor…” sospirò eccitato , cercando di capire qualcosa in quel mare di emozioni, che si riversavano sul suo cuore. Forse non si era accorto che, accidentalmente, nel pronunciare il nome del russo, aveva accarezzato con la lingua il suo dito.
La sua reazione fu immediata: spinse il ginocchio ancora di più tra le gambe, facendogli sfuggire un gemito molto più acuto.

“Non lo hai ancora capito?” gli chiese mordendogli le guance “Ti amo” sospirò sulle sue labbra, prima di possederle con ingordigia.
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Dall’altra parte della parete, fuori nel gelo invernale, Yurio ascoltava (attraverso una finestra stranamente aperta) tutto quello che si dicevano quei mentecatti. Appena sentì la frase “ti amo”, scattò in piedi correndo verso il ryokan. Sicuramente il giorno dopo glie ne avrebbe dette quattro a Victor!

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Angolo dell’autrice
Ed eccomi qua, con un’altra fic su YOI! Davvero questo anime mi sta prendendo un sacco e non so se preoccuparmi o esserne felice, visto che ormai è il mio unico pensiero O.o
So che questa fic è uscita in anticipo rispetto al solito, questo perché questo mese ci saranno 2 fanfiction sulla Victuri. Questo perché la seconda è molto corta e mi sembrava farvi un torto a impiegarci un mese per scrivere e pubblicare una one-shot, quasi flash-fic. Quindi, spero siate felici, come lo sono stata io a scrivere queste due storie T T
Parlando della fic qui presente, mi sembra stupido dirvi di NON imitare ciò che ha fatto Victor alla caviglia di Yuuri. La storia è frutto della mia immaginazione e delle mie esperienze passate. So che sembra una cavolata dirvelo, ma per evitare casini…
Inoltre la canzone che canta Victor è un estratto dalla opening dell'anime.
Detto questo spero apprezzerete questo leggero cambiamento!
Yuki
  
   
 
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