Seduto all'angolo di quel locale si chiedeva come non avesse fatto a notare quella straordinaria somiglianza.  Erano passati tre anni e lui non aveva mai compreso quanto in realtà  si somigliassero quelle due donne. Camille e Caroline.
Non ci aveva mai fatto caso o forse, semplicemente, non voleva farlo.
Pensava davvero di essere andato avanti, il potente e immortale Niklaus Mikaelson, l'Ibrido. Ma vedere quelle due donne, parlare tra loro, vederle interagire all'oscuro di chi fosse veramente l'altra gli aveva aperto gli occhi, chiusi da troppo tempo.
Camille era così simile a Caroline, sia fisicamente che interiormente. Coraggiosa, impavida, temeraria e testarda; erano queste abilità ad aver attirato la sua attenzione. Ma all'inizio, al loro primissimo incontro ricordò di averla scambiata per Caroline, era così simile a lei. Bionda, alta, snella, aveva posato gli occhi su di sei solo perché sperava fosse Caroline. Poi le cose sono cambiate.
Si rende conto solo il perché volesse tutti i costi l'amicizia della barista; somigliava così tanto alla sua amata che averla al suo fianco sarebbe stato un pò come avere davvero Caroline con se. Pian piano però ci si era affezionato, aveva credeva persino di amarla fino ad ora...
Pensava di non amare più Caroline da così tanto tempo, l'aveva rimossa per evitare di soffrire ma inconsciamente ogni volta che uno straniero si presentava alla sua porta sperava fosse lei, con la sua forza e la sua luce. Lo sperava da tre anni e, nonostante le guerre e faide,non smetteva di crederci.
Aveva creduto per tre anni di amare una donna che in realtà era solo una pallida imitazione di chi voleva davvero. E si odiava per questo. Si odiava perché per quanto arduamente ci provasse non riusciva a smettere di amarla, non riusciva a togliere il suo sorriso dalla sua mente.
E vederle la, sedute una accanto all'altra, gli faceva battere il cuore. Vedere chi l'aveva aiutato in tre anni di caos e chi, inconsapevolmente, lo aveva salvato da se stesso era un'emozione troppo forte per un uomo da un cuore troppo spezzato.
Caroline era li, a New Orleans, splendente come sempre, con i suoi boccoli biondi perfetti e la sua aura luminosa. Klaus capì subito che, per quanto combattesse con se stesso o con i suoi sentimenti, il solo sorriso di Caroline l'avrebbe fatto sentire a casa, felice. Loro non erano amici, non avrebbero potuto esserlo. Ci avevano provato ma il sentimento che c'era tra loro, anche se compresso e disprezzato in tutti i modi dalla ragazza, era ad un altro livello. Klaus aveva provato ad odiarla e a ucciderla ma i suoi occhi l'avevano sempre riportato sulla retta via. **
Camille era un'amica, una confidente e per un periodo della sua vita forse anche la sua 'fidanzata', ma mancava qualcosa, mancava quella scintilla che sentiva quando sfiorava la pelle di Caroline, quando quest'ultima pronunciava il suo nome.
Non aveva mai notato questa somiglianza e si maledisse per questo. Capì tutti gli sguardi strani e divertiti di Rebekah e lo strano disprezzo di Elaijah verso il rapporto che aveva instaurato con l'umana. Loro sapevano ma non avevano detto nulla.
Si sentì così stupido per aver creduto di amare Camille in tre anni solo perché gli ricordava i sentimenti che provava per Caroline.


Ma ora Caroline era li, forse per lui forse no, e non vedeva l'ora di parlarci.
 
 


** questa parte del racconto è ispirata alla canzone Friends di Ed Sheeran, vi consiglio di ascoltarla perché, per me, è una delle sue canzone più belle.