A Giulia, che sta passando un brutto periodo. Ti
voglio bene, Gelatina.
E a Longino Grato, per
il suo compleanno. Cento di questi giorni, fratellone!
Capitolo 4 - Return
Merlino alzò gli occhi sulla città che spesso
aveva considerato la sua casa e che ormai non lo era più da molto tempo. Era
identica a come la ricordava. Le mura bianche, il castello, le voci degli
abitanti. Era
Varcò la porta della città che aveva già
attraversato centinaia di volte e si diresse verso le stalle. Pagò un ragazzino
perché avesse cura del suo cavallo e poi andò all’entrata del palazzo. A poco
servì che giurasse di essere un vecchio servitore del castello. Sospirando,
borbottò qualche formula magica e riuscì a superare il drappello di guardie che
bloccavano la porta del palazzo e vi si intrufolò. Ascoltando i discorsi della
servitù scoprì che il re passava parecchio tempo sulle mura a scrutare l’orizzonte.
Evitando altri gruppetti di guardie e i servitori e trovandosi più volte sul
punto di essere scoperto, Merlino riuscì a raggiungere le mura. Diversamente da
quanto aveva immaginato, ma completamente in linea con il suo carattere, trovò
il re da solo. Rimase fermo alle sue spalle ad osservarlo.
Sembrava stanco, invecchiato. Probabilmente dalla
morte del padre non gli era mai stata concessa un’intera notte di sonno. Le
spalle erano incurvate, forse il peso del suo destino era troppo pesante anche se l’uomo in realtà non sapeva ancora quale
sarebbe stato il suo destino. Aveva un aspetto terribile, completamente diverso
da quello che il mago aveva imparato a conoscere nel periodo in cui era stato
il suo servitore. Aveva anche un accenno di barba, quasi fosse troppo impegnato
a sopravvivere per potersi concedere qualche minuto per radersi. E in effetti doveva essere così. Sperò con tutto il cuore che
il suo ritorno avrebbe sistemato le cose.
« A
cosa state pensando? »
Artù si voltò di scatto stupito di non essersi
accorto dell’intruso. Doveva essere stato parecchio silenzioso perché non aveva
proprio percepito la sua presenza. Era un uomo magro, alto quasi quanto lui,
con un aspetto trasandato, come se fosse reduce da un lungo viaggio. Sul viso
si potevano notare delle occhiaie evidenti e l’ombra di una barba scura, che,
complice il lungo cammino, non aveva di sicuro potuto radere. Ma sotto quella
trascuratezza notava un’antica goffaggine ormai nascosta dall’esperienza, ma di
certo ancora viva in lui. Il nuovo venuto aveva decisamente un aspetto
familiare. Lo vide sorridere e qualcosa si risvegliò nel re, una sensazione che
aveva già provato. Gli si avvicinò lentamente mentre un sorriso gli compariva
sulle labbra.
« Merlino… »
« Maestà » sussurrò l’altro facendo un inchino
alquanto goffo.
Non gli erano mai riusciti bene.
Rimase di sasso quando Artù lo abbracciò, ma non
esitò a fare altrettanto. Gli era mancato, immensamente.
« Mi sei mancato… »
«
Anche voi, sire. »
« Ah,
smettila con queste formalità! » disse l’altro sciogliendo l’abbraccio. Lo
scrutò in viso e poi tornò a sorridere. « Sono felice che tu sia tornato. »
« Giusto in tempo per salvarvi dai prossimi
sicari assoldati per uccidervi. »
Artù rise.
« Ti ci vedo proprio… » gli rispose sarcastico.
« Ho
sentito che avete abrogato le leggi di vostro padre sull’utilizzo della magia.
»
« Non proprio. Ho solo abrogato quella che
condannava tutte le pratiche magiche. L’ho sostituita con una che impedisca di
usare la magia per scopi personali e malvagi. »
Merlino annuì.
«
Quindi non vi dispiace se ora vi salvo con la magia, vero? »
«
Cosa? »
Il mago spinse Artù dietro di sé e tese una mano
verso il bosco. Questa volta non mormorò alcun incantesimo. Bloccare una
freccia in volo non era poi così difficile. E infatti
alcune frecce si fermarono a pochi centimetri dalla sua mano per poi cadere a
terra, inerti. Poi Merlino sussurrò delle parole incomprensibili e abbassò il
braccio.
Voltandosi verso Artù disse: « I vostri cavalieri
dovrebbero trovare gli attentatori al limitare del bosco legati ad un albero.
Riusciranno a prenderli o devo andare ad aiutarli io? »
L’altro lo fissava a bocca aperta.
« Va
bene, va bene. Lo so, avrei dovuto dirvelo, non sarei dovuto andarmene senza
averlo fatto, non dovrei usare la magia davanti a tutti, eccetera, eccetera,
eccetera. »
« Sei uno stregone! » esclamò Artù riprendendosi.
« Ehi, piano con le parole. Preferisco mago.
Stregone è più dispregiativo. »
« In ogni caso sai usare la magia! Io…tu…come…? »
Merlino rise.
« È una lunga storia. Quando avrete tempo ve la
racconterò. Ora è il caso che mandiate a prendere i due sicari. Sono sicuro
troverete molto interessante quello che hanno da dirvi. »
Artù annuì ancora sorpreso dalla novità e si
diresse verso l’interno del castello. Merlino fece per seguirlo ma poi si volse
a guardare il bosco che circondava Camelot. Lui era
lì, lo aveva percepito. Mordred aveva assistito alla
scena, ma non aveva tentato di attaccarlo. Per ora le capacità di Merlino erano
più elevate delle sue. Ma allora perché si era spinto fino a Camelot?
«
Merlino, idiota, muoviti! »
Eccolo, l’Artù che gli era mancato. Sorrise e si
affrettò a seguirlo. Per ora non c’era da preoccuparsi. Merlino era certo che
per un po’ Mordred non si sarebbe ancora fatto vivo.
Sapeva cosa aveva fatto Uther mentre lui era lontano
da Camelot. Aveva scovato i druidi e li aveva
brutalmente massacrati. Era logico che Mordred, uno
dei pochi sopravvissuti, serbasse del rancore verso il vecchio re. Ma perché
prendersela con Artù? Guardò il nuovo re, il suo più caro amico, ordinare ai
suoi uomini di andare a recuperare gli assalitori. Non sapeva cosa fosse
realmente successo quella notte in cui i druidi erano stati uccisi, ma sapeva
che tra i cavalieri che avevano partecipato al massacro c’era anche Artù. Non
aveva idea di quale fosse stato il suo ruolo in quel attacco e non era sua
intenzione indagare sulla faccenda, per il momento. Gli importava solo di
essere tornato a casa. Gli bastava quello.
Commento dell’autrice
Ecco la mia ennesima idiozia prendere corpo e
venire alla luce per perseguitarvi finché avrete vita. Troppo melodrammatico,
dite? Beh, non avete tutti i torti. Tra l’altro non è certo una delle mie
migliori, ma è questo che passa il convento al momento.
L’ambientazione temporale di questa
one-shot mi è entrata in testa dopo aver letto
una storia di gre, “Lascia che sia”, che parla di un
futuro in cui Artù è re e in cui Merlino è stato costretto tempo prima ad
allontanarsi dalla corte di Camelot perché accusato
di stregoneria. Neanche a dirlo, la sua è una yaoi -
con tutto il rispetto che ne consegue - e neanche a dirlo nuovamente, la mia
non lo è. Insomma, ragazzi, il pairing Artù-Merlino non ha ancora conquistato le mie dita, io che
ci posso fare? Ergo, lascio agli altri l’arduo compito di scrivere le yaoi sui nostri due protagonisti, io mi limito all’amicizia.
Che poi di sicuro lo vedrete comunque lo slash,
perché so come siete fatti. Credo di poter anche trovare qualcuno che dalla
scena dell’abbraccio sulle mura mi fa passare i due poveri ragazzi direttamente
in camera da letto, tra camicie lanciate da un capo all’altro della stanza,
pantaloni sfilati più o meno delicatamente e lenzuola che per il pubblico
minorenne dirò coprono più che decentemente i nostri eroi nei loro momenti di
intimità.
Comunque.
In realtà questa storia non è realmente la numero quattro. La shot che
originariamente doveva essere pubblicata come quarto capitolo si intitola “Faith” ed è purtroppo ancora in fase di produzione.
Purtroppo, perché è davvero una bella storia. Cioè, lo è per me. Ma non riesco
a trovare il finale, che poi in realtà tanto finale non è…
Dicevo, questa sarebbe la one-shot numero sei - anche la cinque è ancora in via di
sviluppo - ma per la vostra felicità l’ho fatta salire in graduatoria in modo
che possiate leggere qualcosa e che io riesca a completare le altre tre shot in cantiere. Alla fine sono sicura ne scriverò delle
altre e quelle già iniziate rimarranno lì ad attendere che l’ispirazione mi
colga di nuovo.
Non posso far altro che questo, per voi e per non
farvi dimenticare che io ci sono, sempre e comunque.
Alla prossima,
Chiara.
22 aprile – 15 maggio 2009
ps: i
miei ringraziamenti a quanti hanno letto le mie storie su “Merlin” e non hanno
commentato - anche se preferirei lo faceste… - e a chi invece è stato così
gentile da recensirle. In particolare ringrazio chi ha recensito “Death”, la
terza shot. Ossia:
- Grinpow,
che questa volta è in pole con la sua recensione. Adoro scrivere fanfiction tristi: praticamente tutte, tranne una, le mie “Stargate stories” hanno un che di triste e malinconico. È più forte
di me! Forse perché la malinconia è una delle note che caratterizzano la mia
città natale?
Non sapevo vi fosse un’altra storia in cui Artù moriva.
Certo non ero presa dalla frenesia e dal desiderio di farlo morire, ma volevo
mettere alla prova Merlino. Devo dire che è stato piuttosto istruttivo e
dolcemente divertente e malinconico.
Riguardo alla parvenza di conoscenza, anche io suppongo
sia dovuta ai commenti che hai lasciato ad altri autori, anche perché
altrimenti non saprei spiegarmi quella sensazione di déjà-vu che è spuntata in
me. Spero che anche questa storia ti sia piaciuta e che le mie istruzioni per
pubblicare le tue creazioni siano state esaurienti. Alla prossima.
- Nahid,
non dirmi che ti ho fatta piangere sul serio! Sono felice che “Death” ti sia
piaciuta. Dicendo che era profonda e dolce mi hai fatto per un momento
dimenticare che Merlino e Artù sono adulti in quella shot…
Spero che questa storia non ti faccia attendere troppo. È
stato davvero difficile scriverla in modo da non risultare troppo banale
(perché alla fine banale lo è davvero) e credo che anche le prossime shot saranno complicate. Ma tu hai pazienza da vendere, vero? Vero?!
- Rinalamisteriosa,
grazie per tutti i tuoi complimenti! È bello sapere che per quanto dovrò
tardare con le prossime pubblicazioni (causa progetti
precedenti e interrotti e una nuova fanfiction molto
lunga e complicata da scrivere, almeno per me) continuerai a seguire la
mia raccolta di shot. Adoro le shot!
Mi vengono molto meglio delle storie lunghe…Spero non dovrai aspettare in
eterno!
E ovviamente devo ringraziare i miei inseparabili
compagni di avventure del Merlin Slash Fanclub (specialmente
Longino Grato e *MeRCi
PouR Le VeNiN* che
hanno commentato “Death”), che come sempre sono gentilissimi e che mi hanno
convertito, mio malgrado, alla causa dello slash.
Sperando che le nostre preghiere siano ascoltate e che continuino a trasmettere
la nostra amata serie qualsiasi sia il suo rating. Un abbraccio.
ps2:
stavo leggendo la storia a mia madre che dopo le prime righe mi ha chiesto se
la shot era ambientata dopo il ritorno di Merlino
dalle Hawaii… +.+
Tra l’altro, sono riuscita a completare “Faith”. È diventata più lunga di quanto immaginassi. Sono
felice di essere riuscita a finirla.