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Autore: Francy_Kid    15/11/2016    1 recensioni
Marinette rimane ferita durante l'apparizione di un akuma, dislocandosi la caviglia e procurandosi una microfrattura alla tibia, ma Chat Noir la soccorre appena in tempo, allontanandola dal luogo dell'attacco. Poco dopo, Ladybug fa la sua apparizione, sconfiggendo il nemico assieme al suo partner.
Da quella sera, Chat va a trovare Marinette ogni sera, approfittando delle tenebre per non farsi scoprire, per tutta la durata del tempo durante la quale la sua compagna di classe deve tenere il gesso.
Un mese passa velocemente e quand'è arrivato il momento di muovere i primi passi senza stampelle, Marinette avrà paura.
Chat sarà in grado di aiutarla?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Cap. 13


 

La campanella della fine delle lezioni era appena suonata e gli alunni camminavano verso l'uscita, parlando e ridendo con i loro amici.

Marinette attese che la maggior parte degli scolari scese le scale per non essere loro d'intralcio e per scendere con più calma; raggiunto il piano terra, notò subito i suoi tre amici che la stavano aspettando, e Alya aveva un ghigno divertito- che faceva venire i brividi alla corvina- stampato sul volto.

«Mari, volevo chiederti se volevi venire a casa mia questo pomeriggio.» disse Adrien sorridendole, camminando verso di lei, lasciando gli altri due ad un paio di metri di distanza.

La ragazza guardò la sua migliore amica che, dietro al biondo, alzò i pollici in segno d'approvazione.

«Va bene. Posso andare ad avvisare i miei?» chiese sistemandosi la cartella sulle spalle, non volendo far notare il senso di disagio che provava in quel momento.
«Ti accompagno. Tanto dobbiamo aspettare che arrivi la limousine.» spiegò il modello, facendole cenno di andare.

I due salutarono i loro amici, vedendo Alya farle cenno di chiamarla; sicuramente voleva sapere come sarebbe andato il pomeriggio e se Adrien l'avrebbe baciata ancora.

Il biondo accompagnò l'adolescente verso la pasticceria, aprendole la porta per farla passare, venendo ringraziato subito dopo.

«Bentornata, Marinette.» esclamò Sabine, sorridendo dolcemente alla figlia, che le diede un bacio sulla guancia. «Com'è andata la scuola?» chiese poco dopo.
«Come al solito: noiosa e non finiva mai.» rispose, poggiando la cartella accanto alla cassa. «Mamma... vedi... un mio amico mi ha invitato a casa sua per passare il pomeriggio. Non ti fa niente se vado da lui?» chiese, facendo cenno con gli occhi alle sue spalle, le guance velate di rosa.
Sabine spostò lo sguardo sulla porta, sorridendo a trentadue denti non appena riconobbe il ragazzo: «Scusami Adrien, non ti avevo visto.» esclamò la donna imbarazzata, portandosi la mano alla guancia.
«Non fa niente, sono stato io il maleducato a non salutare appena entrato.» rispose lui, grattandosi la nuca.

Marinette li fissò ad occhi aperti: i due stavano chiacchierando come se si conoscessero da un po'.

«Sapevi che Adrien viene spesso a comprare i dolci?» domandò la donna, facendo voltare la ragazza verso di lei.
«No mamma, non lo sapevo...» disse a denti stretti, sforzandosi di tenere un sorriso meno minaccioso possibile.
«Tieni, porta questi con te.» esclamò Sabine, aprendo un sacchetto e infilandoci qualche pasta.

Adrien si avvicinò subito, aiutando la corvina tenendole il sacchetto.

«Grazie mamma.»
«Grazie madame.» risposero in coro i due ragazzi.
«Non c'è di che. E mi raccomando: ringrazia il signor Agreste per l'ospitalità.»
«Lo farò. A stasera.» la salutò la figlia, dandole un bacio sulla guancia.

Il biondo, dopo aver salutato la donna, tenne aperta la porta all'adolescente, chiudendola non appena fu uscita.

Il Gorilla –l'autista degli Agreste– era fuori dalla macchina lussuosa, mentre teneva aperta la portiera per far salire i due.

La ragazza lo ringraziò, ma l'uomo non disse nulla, chiudendo lo sportello subito dopo.

«Una persona di poche parole.» notò Marinette, sistemando le stampelle in modo tale che non dessero fastidio.
«Non sai quanto.» ridacchiò lui, prendendo il cellulare dalla borsa per guardare l'orario.

La corvina sgranò gli occhi quando vide che, agganciato all'apparecchio, aveva il braccialetto che gli aveva regalato come portafortuna quando era venuto a casa sua per giocare ai videogiochi.

Non credeva che l'avesse ancora.

«Non potrei mai buttarlo.» disse il modello come se le avesse letto nella mente, attirando la sua attenzione. «Lo indosserei tutti i giorni, ma per il lavoro da modello sono costretto a toglierlo per i servizi fotografici, così lo uso come phone strap per evitare di perderlo.»

Marinette sorrise, felice che il suo regalo gli fosse piaciuto e che, cosa più importante, l'abbia tenuto.


 

«Dimmi Mari, sai cosa sono gli anime?» domandò Adrien, sistemando un cuscino sul tavolino davanti alla tv.
«Sono i cartoni animati giapponesi, giusto?» rispose, sedendosi sul sofà bianco, poggiando le stampelle sulla sua sinistra.
«Giusto. Almeno non mi confondi gli anime con i manga.»
«Che invece sono i fumetti.» esclamò interrompendolo, gonfiando il petto.
Il ragazzo sorrise: «Vedo che ti sei informata.»
«Diciamo che so le basi.» rispose, facendo una linguaccia divertita.
«Cosa preferisci? Giocare ai videogiochi o guardare un anime?» domandò, alzando due dita come a contare.
La corvina ci pensò su: «Guardare anime. Ormai è risaputo che io ti batto ad ogni tipo di videogioco, quindi facciamo una cosa che possa andare bene ad entrambi.» ghignò, facendo imbronciare l'adolescente; Marinette rise. «E poi, io non ho mai visto un anime. Tranne Dragon Ball o Naruto.»
«Allora preferisci gli shonen?»
«Scio-cosa?»
«Shonen. Sono gli anime principalmente per ragazzi, con combattimenti e tutto. Che ne dici di quelli romantici tipo "Rossana" o "Ao Haru ride"?»
«Mi sono fermata a Rossana.» ridacchiò nervosa. «Comunque, preferisco quelli con i combattimenti; quelli romantici hanno ormai la trama fatta: la ragazza incontra il ragazzo, diventano amici, lei ama lui o viceversa e dopo varie peripezie si mettono assieme.» mormorò la corvina, spiegando vagamente la trama dell'ultimo anime che aveva visto –di cui al momento non ricordava il nome–

Il modello ridacchiò, prendendo un CD dallo sportello che c'era sotto la televisione, spostando i joystick della console.«Che shonen sia, allora.»


 

Marinette e Adrien erano seduti sul divano da diverse ore –quattro e mezza, per l'esattezza–

La corvina era davvero presa dall'anime che l'adolescente aveva scelto, seguendo la trama con molto piacere ed estremo interesse.

La ragazza prese il cellulare, per controllare se qualcuno l'avesse chiamata, notando l'orario: quasi le sei di sera.

«Cavolo se e tardi!» esclamò, mettendosi a sedere di scatto. «Devo andare.»
«Che ore sono?» domandò il ragazzo, mettendo in pausa.
«Sono quasi le sei.» rispose, stirando le braccia, per poi stirarli anche la gamba buona. «Mi sarebbe piaciuto rimanere a guardare tutta la serie. Proprio ora che le cose si facevano interessanti... Voglio sapere come finirà lo scontro tra Tsubaki e Masamune!»
«Lo finirai la prossima volta.» rispose facendole l'occhiolino, rinfacciandole che poteva restare per finirlo. «Non ti preoccupare, ci rimangono ancora più di sedici ore.»
«Quanti episodi ha la serie?» chiese, sistemandosi i vestiti spiegazzati.
«Cinquantuno, ma sul DVD sono raccolti tutti. Ora dovremmo essere al decimo, se non erro.» rispose Adrien, pensandoci un secondo.
«La prossima volta voglio guardare altre quattro ore, se non di più!» disse mettendo un finto broncio, volendo finire la serie al più presto.
«Caspita! Soul Eater ti ha davvero presa.» rise il biondo, alzandosi dal divano per mettere a posto il DVD.

Ed era così. Il fatto che c'erano i ragazzi che si trasformavano in armi per permettere ai loro Maestri di sconfiggere i cattivi –le uova di Kishin– le ricordava un sacco Tikki, anche se lei veniva risucchiata dagli orecchini e la trasformava in Ladybug.

Senza contare il fatto che aveva trovato i personaggi molto divertenti e geniali nei momenti perfetti.

«Ti accompagnerei a casa, ma a quest'ora Nathalie vuole che ceni per non mandare in confusione il mio regime di alimentazione...» si scusò Adrien, grattandosi la nuca per l'imbarazzo.
«Non ti preoccupare.» sorrise lei, capendo quanto fosse 
«Mi raccomando. Attenta alle akuma e alle uova di Kishin mentre torni a casa.»
«Posso sempre contare su Ladybug e Chat Noir. Magari potrei sperare nella compagnia dei personaggi di Soul Eater per le uova.»

Adrien rise nuovamente, per poi guardarla dolcemente, facendola arrossire violentemente.

«È stato bello godere della tua compagnia, spero di poterne approfittare ancora.» disse il biondo, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Marinette ghignò, accettando l'aiuto: «Finché non finisco l'anime verrò tutti i giorni.»
«Perfetto. Allora anche domani puoi venire.»
La ragazza agitò la mano libera: «Stavo scherzando. Non voglio disturbare.»
«Ti ho invitato io, non disturbi per niente.» esclamò lui, riuscendo, alla fine, a convincere l'adolescente.
«Va bene, almeno fammi portare qualcosa da mangiare per compensare.»
«Se proprio vuoi. Allora una decina di croissant per gusto va bene.» disse il modello, alzando il pollice.

Marinette rise di gusto, perdendo l'equilibrio e iniziando a cadere verso il divano; la presa si strinse sulla mano di Adrien che, preso alla sprovvista, venne trascinato anche lui.

Con un tonfo sordo, la corvina si ritrovò seduta sul sofà bianco, con il ragazzo a pochi centimetri di distanza dal suo volto, riuscito a fermarsi in tempo poggiando le mani contro lo schienale per non fare male all'amica.

I due erano estremamente vicini e riuscivano a sentire il respiro caldo dell'altro sulle labbra; avevano il fiatone, l'adrenalina che scorreva loro nelle vene per un mancato incidente, e le guance arrossate.

«S-Scusa...» sussurrò Marinette, spostando lo sguardo dagli occhi del ragazzo alle sue labbra. «Io e la mia sbadataggine...»
«Se questi incidenti ti capitano spesso, allora vorrei essere sempre lì per finire in posizioni come questa.» ridacchiò lui, accarezzandole la guancia e spostandole alcuni capelli che le erano finiti sulle labbra.
«Adr–»

La corvina venne interrotta dalla bocca del biondo, calda e umida sulla sua; chiuse gli occhi, assaporando quel bacio che, anche se non voleva ammetterlo, le piaceva.

Solo una persona le fece interrompere il momento, ricordandosi che tra qualche ora doveva incontrarsi con lui: Chat Noir.

«Scusa Adrien, ma ora devo proprio andare. Domani prometto che ti porto i croissant.» mugugnò contro le labbra del biondo, che la guardò crucciato.
«Va bene.» sospirò lui, liberandola dalla sua "prigionia" e aiutandola nuovamente ad alzarsi, porgendole le stampelle.
«Ci vediamo domani.» lo salutò lei, sentendo bussare alla porta della camera e riconoscendo l'assistente del padre, che gli disse di prepararsi per la cena.

Il modello accompagnò l'amica fino alla porta d'ingresso, salutandola e guardandola finché non girò l'angolo.

«Nathalie, io mangio in camera mia. Devo fare una cosa e non posso assolutamente rimandarla a dopo.» disse, correndo nel salone e prendendo il vassoio con la sua cena, camminando più velocemente –e attentamente– possibile in camera sua, non ascoltando la donna che lo chiamava.

Adrien chiuse a chiave la porta, poggiando il cibo sulla scrivania e svegliando il suo kwami che si era addormentato nel cestino dello sporco, circondato da Camembert.

«Scusami, mica se n'è appena andata la ragazza di cui sei cotto?» sbadigliò seccato Plagg, mangiando una fetta di formaggio.
«Sì, ma voglio fare una sorpresa alla mia Principessa. Plagg, trasformami!»



 

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Eh eh😏

Il nostro Adrien voglioso😏😏

Anyway! This is the capitolo! XD

E pensare che io volevo fare una fic corta e tranquilla... E INVECE NOH!

Aspettate di leggere il prossimo😏😏

Bye😘

Francy_Kid 

  
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