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Autore: Sarugaki145    16/05/2009    2 recensioni
La pioggia picchiettava sui vetri sporchi ed il vento faceva sbattere le persiane logore. Lucy era in casa da sola e il temporalefuori imperniava. Era seduta su una grossa poltrona di pelle marrone consumata e guardava un programma alla tv pieno di veline seminude con dei sorrisetti odiosi. Lucy era gelosa, troppo gelosa di quelle gambe, di quella pelle, di quei sorrisi PERFETTI
Genere: Generale, Thriller, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La pioggia picchiettava sui vetri sporchi ed il vento faceva sbattere le persiane logore.

Lucy era in casa da sola e il temporalefuori imperniava. Era seduta su una grossa poltrona di pelle marrone consumata e guardava un programma alla tv pieno di veline seminude con dei sorrisetti odiosi. Lucy era gelosa, troppo gelosa di quelle gambe, di quella pelle, di quei sorrisi PERFETTI. Tutto il contrario di lei, delle sue gambe tozze e pelose. Le odiava più di ogni altra cosa, quegli occhi azzurri, quelle curve perfette, odiava quelle labbra che si schiudevano mostrando sorrisi perfetti. Era passata da un’ammirazione ad un amore perso che poi si era tramutato in quell’odio cieco, che le faceva venire voglia di eliminare quelle troie. La cosa che l’avrebbe resa più felice sarebbe stato vedere quei sorrisi controrti in un espressione di dolore, gli occhi che sporgevano durante l’agonia. In quel momento avrebbe considerato il suo mediocre sorriso migliore del loro.

Bussarono alla porta, ma Lucy non si alzò perché non aveva voglia di scomodarsi, chi poteva essere in quella notte di pioggia in piena campagna?

Bussarono nuovamente allora la ragazzina si alzò svogliatamente, aprì la porta e si trovò davanti una ragazza sulla ventina, bionda, non bella, ma perfetta.

-s-salve..-

La bionda tremava, aveva su un paio di pantaloncini che sembravano più uno straccio legato alla vita da quanto erano corti, una meglia scollata che metteva in mostra una quinta..

Lucy rimase a guardarla in silenzio.

-s-scusi.. posso entrare?-

Lucy guardò quel sorriso perfetto, nonostante il freddo. Si scostò e lasciò entrare in casa la forestiera. Sempre in silenzio la fece accomodare e le diede un asciugamano.

-il mio nome è Annie..-

-Lucy-

Rispose fredda la padrona di casa. Annie sussultò sentendo quella voce gelida e priva di sentimenti.

-sono qui perché mi si è guastata la macchina.. e avevo paura di restare la da sola.. sai com’è con i giorni che corrono una ragazza non può fermarsi in campagna da sola! Per fortuna che ho trovato questa casa!! I tuoi genitori sono in casa?-

Lucy scosse la testa.

-posso restare a dormire però?-

Lucy annuì con un debole sorriso distorto. Poi condusse l’ospite in un bagno al piano di sopra, riempì la vsca e le porte degli asciugamani e le aprì un armadio da cui poteva prendere altri vestiti asciutti. Poi lasciò sola l’ospite.

Dopo un bagno caldo e ristoratore Annie si strinse in un asciugamano e si avviò verso la camera da letto prima indicatole da Lucy. Arrivata aprì l’armadio e si mise a scorrere dei vestiti, troppo grandi per Lucy.

Ne trovò uno rosso sangue, lo sfilò e si accorse che era di un bianco panna, con un enorme macchia rosso sangue. Annie lo lasciò cadere a terra con un gridolino, scivolando per terra. Notò dei fili che fuoriuscivano da un cassetto, allora iniziò lentamente ad aprirlo.

Era pesante e mentre veniva sfilato Annie cominciò a sentire delle gocce che cadevano in terra, seguite da un odore grave.

Spaventata si voltò verso la finestra e si tranquillizzò vedendo che fuori imperniava ancora il temporale, probabilmente in quella vecchia casa entravano delle gocce.

Finì di aprire il cassetto e prese l’unico lume che illuminava la stanza per vedere cose ci fosse all’interno del cassetto.

Vi trovò il corpo di una donna, orribilmente sfigurato, immerso in un lago di sangue. I capelli biondi immersi in quel liquido rossastro .

Un lampo illuminò la stanza facendo intravedere a Annie la sagoma di una bambina

-anche lei come te perfetta..-

L’odio impresso in quell’ultima parola immobilizzò Annie che fece cadere a terra il lume.

La luce si spense dopo aver illuminato il sorriso folle di Lucy dietro la lama del coltello da cucina che teneva stretto in pugno.

 

 

Lucy continuava a colpire  nella carne straziata, continuava furiosamente a tagliare, spezzare, strappare quel corpo ormai non più con un aspetto umano.

Mentre lacerava la carne si sentiva finalmente felice, finalmente viva!

Quando ormai la carne era non più che un ammasso di detriti Lucy infilò la mano in mezzo ai brandelli ancora caldi del sangue che solo pochi minuti prima vi scorreva.

Strinse nella mano delle strisce di carne che portò alla bocca mangiandone poco a poco.quando fu stanca della carne prese tra le gambe la testa di Annie, a cui aveva strappato i capelli e la lingua quando era ancora in vita. Accarezzò una guancia prima di prendere la lingua dal pavimento di legno e ingoiarla, assaporandola, come trofeo per aver trionfato su quella troia. Poi riprese in mano il coltello per staccare gli occhi tagliando i nervi che li tenevano attaccati.

Assaporò anche quelli, così azzurri ma così mediocri.

Proprio come lei.

Lei che però aveva vinto contro la perfezione già per la seconda volta!

  
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