Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
Segui la storia  |       
Autore: DavideMedio    17/11/2016    0 recensioni
Questa bizzarra avventura narra delle vicende di Freddie, un giovane ragazzo inglese che per un viaggio personale alla scoperta di se stesso si ritrova a Napoli. Inizialmente razzista nei confronti della città, conoscerà Elisa, una ragazza atipica, che gli farà cambiare completamente punto di vista. Insieme ad altri amici, combatterà con persone con il loro stesso potere, lo Stand... e affronterà una terribile minaccia!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

NUOVE AMICIZIE (parte 3)

 

Elisa: «Non permettetevi mai più di farmi prendere uno spavento simile, intesi?!» Elisa era furibonda come non lo era mai stata, e di certo l'atteggiamento di Freddie non la aiutava a stare meglio.

Freddie: «Non potevo sapere che sarebbe andata a finire così. Non c'è motivo di arrabbiarsi.»

Elisa: «Non c'è motivo?! Prima mi chiami disperato perché dei mafiosi ti avevano rapito, e poi scopro che ci hai fatto amicizia?! Ma proprio oggi doveva venirti la sindrome di Stoccolma?!»

Big Jim: «E-Ehi, Lisa, non fare così! Non volevamo fare nulla di male a Freddie fin dall'inizio, volevamo solo avere conferma che non fosse contro il nostro clan.»

Elisa: «E alla fine tutto è bene quel che finisce bene, no? Ora che fate, andate a prendervi un caffè insieme? Inizierete a chattarvi dalla mattina alla sera? Forse preferite un po' più di intimità: che ne dite se vi prenoto una cena al lume di candela? COSI' MAGARI VI LEVATE DALLA MIA VISTA!»

Freddie: «Ehm... Elisa... per caso è succes-»

Elisa: «STO... BENISSIMO! Ok? Vogliamo andarcene adesso?»

Freddie: «Ehm... s-sì...» Guardò Big Jim con fare preoccupato, ma l'unica risposta che ebbe fu uno scrollamento di spalle, come per dire "Non guardare me, non so come aiutarti!"

Uscirono dalla solita vecchia casa utilizzata come base della vendita della Semantomina, casa che ormai Elisa aveva deciso di non frequentare più: «E se ci fosse stato Don Ciro glie ne avrei dette quattro anche a lui! Lui e il suo clan di idioti. In confronto agli altri clan sono dei micetti, l'unica cosa che sanno fare è fare prendere spaventi inutili. Se tu fossi finito in mano ad altri clan, mio caro Freddie, e ne fossi uscito vivo, di certo sarebbe stato con qualche arto in meno. E ritieniti fortunato se non sono io a staccarti una gamba!»

Freddie: «Elisa, posso presupporre che con Laura non è andata come speravi.»

Elisa: «No Freddie, anche peggio! Quella schizzata è scappata via e non ho idea di dove si trovi, ho mangiato un panino orribile ed ora ho un mal di pancia tremendo, e come se non bastasse mi stanno per arrivare le mie cose. Questa è stata solo la ciliegina sulla torta di una giornata di merda! Sai l'unica cosa buona che è successo? Ho visto la mano di questo Stand! L'unica cosa buona è stato quando questo stronzo di uno Stand stava per farmi cadere il panino per terra. Se avessi saputo che quel panino era una merda lo avrei lasciato cadere molto volentieri!»

Freddie: «Aspetta, frena un secondo!» Si fermò di colpo, quando erano ancora dentro ai vicoli dei Quartieri.

Elisa: «Eh?» Anche lei si fermò e si voltò indietro verso Freddie: «Perché ti sei fermato? Andiamo, non voglio perdere altro tempo in questo-»

Freddie: «Hai detto che questo Stand... ha una mano? Quindi ha una forma tangibile?»

Elisa non si rese conto di quello che disse: il suo discorso era completamente in preda alla rabbia, al mal di pancia e ai dolori pre-mestruali. «Beh, ecco... sì. E con questo?»

Freddie: «Precisamente, in che circostanza l'hai vista?»

Elisa: «Ma sei sordo o cosa? Ti ho detto che stavo cercando di prendere il mio panino, e lo Stand ha colpito la mano del paninaro.»

Freddie fissò Elisa come se stesse riflettendo su quello che aveva appena sentito. Dopo qualche attimo, disse: «Forse non c'è bisogno di cercare il suo portatore, ho un'idea.»

Elisa: «Eh? Ma di che parli?»

Freddie: «Credo che ci sia un modo per liberarti da questo Stand, qui e subito.»

La reazione di Elisa fu come se le avessero detto di aver vinto alla lotteria: «D-DICI SUL SERIO?! Forza allora, non perdiamo tempo! Che bisogna fare?»

Freddie: «Tu devi semplicemente rimanere ferma. Prodigy!» Tirò fuori il suo Stand.

Elisa: «As-Aspetta! Cosa vuoi fare con il tuo Stand? N-Non vorrai mica...»

Freddie: «Uno Stand può essere sconfitto solo da un altro Stand. Lui utilizza il tuo corpo come abitacolo, quindi se lo costringo ad uscire fuori... rimarrà scoperto!»

Elisa pensò al peggio: «F-Frena un secondo! N-Non vorrai picchiarmi per tirare fuori lo Stand? Per prima cosa non ti aspettare che io te lo lasci fare senza problemi!»

Freddie: «Non ci sarà bisogno di arrivare a tanto: abbiamo visto che questo Stand reagisce anche ad un minimo avvicinamento fisico. Quindi, basterà che Prodigy allunghi la mano e...»

Lentamente, lo Stand di Freddie allungò la mano destra verso Elisa e lentamente si avvicinò al suo corpo... di colpo, la mano dello Stand uscì fuori e glie la afferrò!

Freddie: «Ugh! P-Preso!» Lo Stand stringeva con molta forza, ma Prodigy era altrettanto forte e cercò di tirarlo verso di lui. Piano piano, riuscì a fargli uscire quasi tutto il braccio sinistro!

Elisa: «Funziona! Sta uscendo!» Le faceva uno strano effetto vedere un braccio che le usciva dal petto, ma la soddisfazione di liberarsi di quello Stand era ancora più forte.

Però... i due ragazzi lo avevano sottovalutato! Il braccio dello Stand tirò ancora più forte di Prodigy, lo portò verso di sé e poi gli mollò un pugnò in piena faccia con la mano destra!

Freddie: «AAARGH!» Freddie e Prodigy caddero a terra, e lo Stand ritornò dentro al corpo di Elisa.

Elisa era incredula: «M-Ma che... MALEDIZIONE! Freddie, ti sei fatto male?»

Freddie: «Ugh... S-Sto bene...» Si rialzò: «Proviamo a fare... un altro tentativo. Elisa, puoi usare il tuo Stand?»

Elisa: «Mph, che domande!» Pendulum sgusciò fuori dalla sua schiena: «In due questo bastardo non avrà speranze!»

Freddie riprovò esattamente come prima: il suo Stand allungò la mano e si fece afferrare dallo Stand dentro al corpo di Elisa, e lei afferrò il suo braccio con il corpo di Pendulum. «Preso! Ora non ci scapperai!»

Ma anche quella volta, lo Stand reagì prontamente: prima spezzò il corpo di Pendulum con una manata e si liberò dalla presa, poi diede un calcio dritto sullo stomaco a Prodigy, ancora più forte del pugno di prima.

Freddie: «UUUUUUGGGHHHH!!! Nnnngghh... C-Che m-male!» Si strinse lo stomaco con entrambe le braccia e si accasciò a terra.

Elisa: «M-Ma non è possibile! Ma quanto cavolo è forte questo Stand? Non è normale! Significa che dovrò convivere con questo bastardo per tutta la vita?»

Freddie intanto si rialzò, con molta più fatica di prima e con un dolore lancinante all'addome: «M-Mmmmnnngghh... G-Grazie... p-per la preoccupazione... coff...»

Elisa: «Oh, e piantala! Te lo sei meritato per lo scherzo di prima!»

Freddie: «Mph... E comunque... per rispondere alla tua domanda: no. Prima o poi quella Laura si farà di nuovo viva, visto il suo attaccamento nei tuoi confronti. Tanto lei non sa nulla di quello che abbiamo fatto: non ha controllo sul suo Stand e non avrà percepito minimamente quello che è appena successo. Però, Elisa, mi dispiace per quella ragazza... ma quando la vedrai di nuovo, dovrai stenderla! Questo Stand è molto più pericoloso di quel che pensavamo, potrebbe fare seriamente del male a qualcuno, o peggio... senza rendersene conto, sarebbe in grado anche di uccidere! Non dobbiamo permetterlo.»

Per cui, l'unica cosa che poterono fare in quel momento fu tornare ognuno a casa propria e sperare che le cose sarebbero andate bene... ma per Elisa la giornata sembrò davvero non finire mai! Tornata a casa le venne subito un attacco di vomito, il mal di pancia peggiorò e dovette farsi accompagnare dalla madre al pronto soccorso: nel frattempo lo Stand ne combinò di tutti i colori, prima diede uno schiaffo alla madre, poi tentò di strangolare il medico di corsia all'ospedale (lo stesso che visitò Joe la sera prima). Nessuno riuscì a spiegarsi quegli eventi, ma compresero tutti che era meglio tenere le distanze da Elisa. Comunque le dissero che si trattava soltanto di una intossicazione alimentare dovuta a qualcosa che aveva mangiato in giornata (Elisa maledì ancora di più quel paninaro), ma per fortuna non dovette passare la notte in ospedale, le prescrissero un farmaco e le fecero tornare a casa. Ma la notte fu comunque un incubo, il farmaco non servì a nulla e lei continuò a vomitare. Come se non bastasse, la mattina dopo la scuola la chiamò per farla tornare a lavorare, lei spiegò la sua situazione ma loro risposero che con le due giornate precedenti lei non aveva più giorni di malattia a disposizione, e che se non fosse venuta le avrebbero detratto quella giornata dalla busta paga. Quindi, con il mal di testa, mal di pancia, probabilmente anche con qualche sintomo influenzale e con il ciclo che stava per arrivare, Elisa andò al lavoro. Con l'umore nero come l'abisso. Non guardò neanche in faccia il custode (che era ancora lo stesso), si limitò ad entrare nella scuola, cambiarsi ed iniziare a pulire le aule.

Non iniziò più dalla palestra, ormai le era rimasto il trauma dell'ultima volta. Partì invece dai bagni al pian terreno, che erano rimasti sporchi da ben tre giorni e che erano semplicemente indecenti. Impiegò quaranta minuti per pulire il bagno, un tempo lunghissimo per lei che era abituata a finire tutto in dieci, massimo quindici minuti, ma era davvero troppo sporco e dovette ripassare più volte con il mocio e lo straccio, e poi la sua salute non la aiutò di certo.

Quando finì, uscì dal bagno e...

«Ciao Lisa! Sorpresa!»

Elisa: «UAAAAAAAH!! L-Laura! C-Che cosa ci fai tu qui?!»

Laura: «Vedi, mi sento davvero in colpa per come mi sono comportata ieri, e ci tenevo a dirti che non l'ho fatto con cattiveria: è che mi era arrivato un messaggio di lavoro, anche abbastanza importante... e non potevo rimandare. Per questo sono venuta qui.»

Elisa: «S-Sì ma... come facevi a sapere che io lavoro qui?! Non te l'ho mai detto! Non ti ho mai detto nulla di me!»

Laura: «Uh? Oh, non lo so! Intuito! Ce l'ho sempre avuto, fin da quando ero piccola. Quando mio padre se ne andò di casa, sapevo sempre dove si trovava: non perché lo pedinassi, ma perché... non lo so, lo sapevo e basta! Era come se il legame che avevamo mi faceva sempre sapere dov'era. Non è romantico? Provo per te quello che provavo per mio padre! Questo perché sei una persona magnifica, sensibile, bla bla bla...»

Mentre Laura parlava, Elisa pensava ad una cosa soltanto: nella mano sinistra aveva ancora in pugno il manico di legno del mocio con cui aveva lavato il bagno. "Il metodo più veloce per liberarsi di uno Stand automatico è mettere K.O. il portatore, eh? Bene, molto bene... Laura, capiti proprio a fagiolo! Finalmente potrò mettere fine a tutte le mie disgrazie, qui e subito! Mi basta semplicemente una bastonata, bella forte, in testa. Eheheh..."

Ma quando finì di pensarlo, accadde l'impensabile: da sopra la sua testa, un pezzo del soffitto si staccò dal muro e cadde dritto sopra di lei! «AAAAAARGH! P-PORCA-» ed iniziò a fare una serie di imprecazioni che non possono essere scritte. Si ritrovò a terra con un grosso dolore alla testa. Eppure era stata fortunata: se la sarebbe cavata con un bernoccolo, mentre di solito quando accadono queste disgrazie la gente finisce con l'avere la testa aperta in due! Ma come mai a lei non capitò?

Laura: «O-Oddio, Lisa! Ti sei fatta male? Aspetta, ti aiuto io!» Si chinò per soccorrere l'amica: «Ecco, ti aiuto ad alzar-»

Elisa: «NON MI TOCCARE!» Scacciò via con furia la mano di Laura. Ormai la sua pazienza era terminata, e si doveva sfogare: «Non voglio che tu mi sfiori nemmeno con la punta di quelle schifose unghie, non mi devi parlare, non mi devi guardare, non mi devi pensare, non devi avere NULLA A CHE FARE CON LA MIA VITA!»

Laura: «M-Ma che-»

Elisa: «STAI ZITTA! Da quando ti ho conosciuta tutto sta andando a rotoli! E sai perché? Non perché sei colpita da una maledizione, non c'entra nemmeno il tuo Stand: è colpa mia, perché sto perdendo tempo con una schizzata piagniucolona come te! Non fai altro che parlare di te, dei tuoi problemi, delle tue insicurezze, sperando di fare pietà e per questo essere accettata, senza fare NULLA per cambiare le cose! Vivi nel tuo mondo pensando che sia la cosa migliore da fare, perché "tanto nessuno mi capisce" ma tu sei la prima a non voler capire gli altri! Esisti solo tu, i tuoi problemi sono l'unica cosa che contano, e per questo ti senti il diritto di ricevere le attenzioni degli altri! Sei una bambina, immatura ed egoista! Vuoi sapere perché tutti ti prendono in giro? Ecco il motivo: sei debole, senza spina dorsale, non fai altro che biasimarti e cercare la compassione degli altri, e soprattutto per questo credi di essere una vittima! No mia cara, qui la vittima sono io, che ti ho sopportato per mezza giornata ascoltando le tue stronzate da psicolabile quale sei! MA ADESSO BASTA! PENDULUM!» Il suo Stand uscì fuori. «Adesso la farò finita subito, e tu sparirai dalla mia... eh?»

Laura non notò nemmeno lo Stand di Elisa, perché era troppo intenta a piangere disperatamente: «Sigh... sob... sniff... Hai ragione... sono una fallita... sniff...»

Elisa: «Ma per favore, non credere che ci caschi anche questa volta!»

Laura: «No... sigh... scusami...» Con il volto in una valle di lacrime, si girò e iniziò a correre via.

Elisa: «EHI, NON CREDERE DI SCAPPARE-»

Laura si fermò di colpo, senza voltarsi: «Ti chiedo scusa... sigh... giuro che non mi rivedrai mai più... sniff... ormai so con certezza... che rimarrò sempre sola nella vita... sob...»

Improvvisamente, Elisa ebbe come l'impressione che da dentro di lei si liberò un grande peso, e non solo metaforicamente: vide letteralmente come un'ombra che si staccò dal suo corpo a grandissima velocità e che entrò dentro il corpo di Laura. Ma fu così veloce da essere quasi impercettibile! Forse era lo Stand che era tornato dal suo portatore! Comunque, Laura ricominciò a correre.

Elisa: «As-Aspetta!» Ma era troppo tardi. Se n'era andata di nuovo.

Però quell'ombra se l'era immaginata? Elisa dovette fare un esperimento: andò all'ingresso, dal custode (che dormiva di nuovo) e gli avvicinò una mano vicino alla testa... non vedeva nessuna mano che lo afferrava, non ci fu nessuna reazione. Allora...

Elisa: «SIIIIII!! FINALMENTE ME NE SONO LIBERATA!!»

Il custode si svegliò per le urla: «Eh? Chi è? Che succede?»

Elisa: «Finalmente ci svegliamo, qua! L'ultima volta non ti ha insegnato proprio nulla, vedo!»

Custode: «Uhm... Eh? Di che parli?»

Elisa non aveva minimamente intenzione di discutere con lui, preferì piuttosto andare in infermieria per medicarsi la testa per la botta di prima (cosa che dovette fare comunque da sola, visto che non c'era nessuno come al solito). Intanto pensava: "Che bello! Ora che quella rompiscatole non sarà più tra i piedi e il suo Stand è al suo posto, quell'enorme macigno che mi sentivo sulle spalle se n'è andato! Ma che ci vedevo di bello in quella tipa? É solo una che non ha le palle di affrontare la vita! E questo perché non ha mai imparato ad avere fiducia in se stessa, poi ci credo che viene presa in giro da tutti! E questo la porta sempre a non avere amici e... vivere uno stato di solitudine... che forse cerca di colmare... per via della mancanza del padre..." Più pensava e più si rendeva conto... "... e questo l'ha portata a diventare una persona tanto sensibile da essere suscettibile a qualunque cosa... e basterebbe che qualcuno le dica "non c'è nulla da temere"... perché non ha bisogno di altro... MIO DIO CHE COSA HO FATTO?!" Lasciò perdere il bernoccolo sulla testa, il lavoro e tutto e corse subito all'inseguimento di Laura. "Sono un'idiota! Ora l'ho capito: il suo Stand è un riflesso della sua personalità, lei si sente abbandonata e vedeva in me qualcuno sulla quale poteva contare, per questo non mi avrebbe mai fatto del male. Quello Stand non cercava di proteggere se stesso... ma proteggeva me! Laura voleva proteggere me! Anche prima, quando mi è caduto quel pezzo del soffitto sulla testa... se non fosse stato per il suo Stand, avrei avuto ben più di un bernoccolo! Sarei potuta morire! Devo dirglielo! Ma dov'è andata?"

Ormai Elisa era uscita dalla scuola da un pezzo, e girava per le strade di Fuorigrotta. Non sapeva però dove andare, e percorse tutte le vie finché non si ritrovò fuori la Mostra d'Oltremare. Alcuni passanti si erano fermati sotto al grande monumento che si trova fuori la Mostra (non ho informazioni a riguardo il monumento fuori la Mostra, posso però descrivervelo: è una torre composta solo da tre colonne e una sorta di "scala a ciocciola" al suo interno, non ha né pareti né ringhiere, il diametro è all'incirca di cinque metri e l'altezza è di più o meno cinquanta metri), ed alcuni tra di loro si dicevano: «Ma cosa fa lì sopra?» «Forse vorrà buttarsi di sotto?» «Avete chiamato la polizia?» «Anche se venissero, come la recupererebbero? Bisogna convincerla a non fare stupidaggini!»

Elisa pensò: "Ma di che cavolo parla questa gente? Qualcuno è salito sopra questa torre? Ma quale idiota farebbe..." Ma un brivido le corse dietro la schiena. Un pensiero le balenò in testa, un pensiero su chi si poteva trovare in cima a quella torre. "N-Non sarà mica..." Aveva paura di alzare la testa e di avere poi ragione, ma trovò il coraggio per farlo... in cima, c'era una ragazza bionda, riccia, con un ciuffo fucsia e una t-shirt verde! Era Laura!

Il cuore di Elisa iniziò a battere talmente forte che le sembrò stesse per esplodere, il respiro le si appesantì: era nel panico! "Mio Dio! Che cosa faccio?! Se si vuole uccidere, è solo colpa mia! Potrei convincerla a scendere... no, se mi vede non farei altro che peggiorare la situazione! E va bene, c'è solo una cosa da fare: userò Pendulum per afferrarla e farla scendere! Non m'interessa se questa gente vedrà una ragazza volare a mezz'aria senza farsi nulla o se qualcuno vede il mio Stand, la sua incolumità è la cosa più importante!"

Un altro passante disse: «Aspettate! Quella ragazza non è sola! C'è qualcun'altro lassù, guardate! C'è un ragazzo lassù con lei! Lo vedete anche voi?»

Elisa: «Eh? Ma di che parli? C'è qualcuno insieme a Laura? Ma chi mai...» Alzò la testa e... era vero! C'era un'altra persona in cima a quel monumento! Era un ragazzo, da lontano non si vedeva molto, ma un dettaglio era inconfondibile... i suoi capelli erano verdi!

Elisa pensò: "NO, NON CI CREDO! FREDDIE! Cosa diavolo ci fai lì sopra? Vuoi morire anche tu? No, non è il tipo... non vorrà mica convincere Laura a farla scendere! Ma sei un pezzo di ghiaccio Freddie, cosa vuoi capire tu di quello che prova?! Maledizione, di male in peggio!"

La situazione era critica: come sarebbe andata a finire? Laura e Freddie si sarebbero salvati? Elisa sarebbe intervenuta? Di certo, da quel momento in poi le cose non sarebbero state più lo stesso!

 

TO BE CONTINUED...

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo / Vai alla pagina dell'autore: DavideMedio