Cammino da solo

Cammino da solo, in questa notte menzognera.

Il mio cielo è sbiadito. Offuscato. Tormentato.

Non ci sono stelle. Solo nuvole.

Lieve è il fruscio degli alberi che mi tiene sveglio.

Rammentandomi che una nuova Aurora non sorgerà.

Tristezza, vorrei dirti che non sei con me questa sera.

Ma la stretta agghiacciante del tuo buio non mi lascerà.

Solitudine, sei l'unica mia compagna: leale amica nel tenermi compagnia e letale perchè non mi abbandoni mai.

Io sono come un'airone triste che vive sulle rive di un fiume ai margini di una foresta.

Estraneo.

Emarginato.

Rifiutato.

Maltrattato.

Osservo le goccioline di rugiada sugli alberi mentre tremo per il freddo. Le raccolgo. Mentre quelle nei miei occhi cadono leggiadre come una pioggia fine.

Non esiste fuoco che possa riscaldarmi. Né sole che possa darmi la luce.

Vedo il passero che vola lontano, in alto nel cielo, libero di costruirsi il suo Nido. Felice.

Vedo la bellezza del mondo intorno a me.

La guardo disperatamente sapendo di non poterla toccare.

Cammino da solo, quando invece vorrei volare.

Ma le mie ali sono inesistenti. Inconsistenti.

La mia pelle ferita. Il mio cuore squarciato. I miei vestiti lerci. I miei guanti bucati. Le mie scarpe stracciate.

Mi spingono. Barcollo. Cado.

Vorrei asciugare le lacrime che solcano il mio viso.

Ma non posso perchè sono appena caduto. Non mi sono rialzato. Ho sete. Ma nessuno mi porge dell'acqua.

Guardo.

Nessuno si accorge della mia invisibile e fastidiosa presenza. Mentre giaccio da solo sul terriccio.

E' venuta la pioggia. Mi inzuppa il cappello ed i vestiti.

Ed io mi lascio travolgere come un bambino indifeso. Rassegnato. Disperato.

Il mondo corre ancora più veloce davanti a me. Io sono fermo.

Cerco di rimettere insieme le schegge del mio cuore straziato.

Non ci riesco. Sono solo. Non riesco più a muovermi né a camminare.

Questo mondo non l'ho mai percepito. Per me non è mai esistito.

Le mie ferite non si sono mai rimarginate. Ma sanguinanti continuano ad insudiciarmi il pallido viso.

Vorrei chiederti: tendimi la mano ed aiutami a rialzarmi.

Perchè la tempesta infuria nel mio cuore contrito. Mi tiene prigioniero nell'abbraccio del suo freddo grido.

Con una spina dolorosa mi tiene sveglio fino ai primi albori del giorno.

Non se n'è mai andata 
da quando sono solo.

Perciò Porta il tuo cuore lontano dall'inganno.


Non riuscirai a rialzarti.

Questa brevissima one shot è dedicata a Wizardmon, un digimon che mi ha colpito molto nella sua solitudine e tristezza. Un digimon straordinario per l'estremo sacrificio che compirà per Gatomon e Kari. La storia è ambientata nel periodo in cui viaggiava da solo, e spesso cadeva privo di forze e nessuno gli dava una mano. Naturalmente quando ha incontrato Gatomon le cose sono cambiate per fortuna :).. Spero che non sia venuta troppo triste... ma spero di essere riuscita a cogliere almeno un po' dei frammenti dei suoi pensieri e dei suoi stati d'animo... Grazie a tutti quelli che leggono le mie storie.. Vi mando un bacio... Buona lettura e buona serata! :) <3  :*