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Autore: lady lina 77    16/05/2009    6 recensioni
Chi si ricorda dell'anime 'D'artagnan e i moschettieri del re'? Io ne ero e ne sono tutt'ora innamorata e dopo tantissimi anni ho deciso di scrivere questa breve one-shot (che però potrebbe essere l'inizio, lo spinn-off di un lavoro più lungo e a capitoli se a qualcuno questa storia interessarà ancora dopo tutti questi anni). D'artagnan, dopo aver passato sei mesi in Guascogna dai suoi nonni alla fine della battaglia contro Maschera di ferro, torna a Parigi. Pensieri, ricordi, amicizie e amori gli ritornano alla mente...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parigi era rimasta bellissima proprio come ricordava. I suoi tetti, le stradine piccole e caratteristiche, la sua allegra e vivace frenesia.

Era partito 6 mesi prima per tornare in Guascogna al suo paese natio a trovare i suoi nonni e a portare loro l’elefante che il re gli aveva dato come ricompensa per la sconfitta dell’ incubo ‘Maschera di ferro’. Sorrise… Quell’elefante ora era diventato l’attrazione principale del suo villaggio e lui  era diventato un eroe perché ce lo aveva portato. Altro che grande e coraggioso moschettiere, a casa sua era diventato famoso perché era  l’uomo dell’elefante … Scoppiò a ridere in sella a Ronzinante, il suo vecchio ma fedelissimo ed efficientissimo cavallo. Se gli andava male la carriera da moschettiere, con l’elefante avrebbe potuto  aprire un circo!

Sospirò. Era quasi arrivato a casa. Avrebbe rivisto tutti, quanto gli erano mancati, non aveva mai incontrato amici VERI come i moschettieri…

Athos, la mente del gruppo, quello serio, celebrale, maturo, che mai perdeva la concentrazione e la giusta tranquillità con cui affrontare i nemici. Un modello, con la maturità quasi di un padre ai suoi occhi.

E poi Porthos, grande, imponente, simpatico, semplice, pieno di energia e voglia di mangiare tanto buon cibo, con la forza di un orso, un gigante buono insomma. Un tipo dai modi forse meno fini degli altri moschettieri ma sincero, leale e dal cuore d’oro come pochi.

Aramis, il moschettiere, anzi la ‘moschettiera’. La donna che per vendicare il suo uomo si era finta essa stessa un uomo ed era riuscita a diventare moschettiere ingannando tutti ma poi meritandosi quel posto per la sua bravura superiore alla norma. D’artagnan ricordava ciò che si erano rivelati durante la battaglia finale contro Maschera di Ferro, la sua storia d’amore, l’omicidio del suo uomo, la sua scelta di vendicarlo. Lui aveva mantenuto il segreto da allora e da allora era aumentata la stima verso Aramis. E sperava, in cuor suo, che ora avesse finalmente sedato la sua sete di vendetta con la morte di Maschera di Ferro.

D’artagnan sospirò. Anche Jean era partito insieme a lui, dopo aver trovato tracce della sua mamma fra il bottino di maschera di ferro. Chissà se l’aveva ritrovata e chissà se l’avrebbe rivisto…?

E poi, il signor Bonacieux e Marta, il capitano De Treville, il re e la regina. Avrebbe rivisto tutti entro breve e non vedeva l’ora. Perché adesso era Parigi la sua città e la vita da moschettiere la sua ragione di esistere.  

Svoltò l’ultimo angolo. Ecco, era arrivato, quella era la sua casa.

E finalmente la vide. Lei, quella che le era mancata più di tutti. I suoi lunghi capelli biondi, gli occhi azzurri come il mare, la voce dolce e gentile, la fedeltà assoluta alla regina che serviva con devozione.

Constance…

Stava sistemando distrattamente la paglia della piccola stalla, nemmeno si era accorta che lui era arrivato e la stava osservando rapito.

Nella mente di D’artagnan ripassarono davanti tutti gli avvenimenti che l’avevano legato sempre più a lei. Avvenimenti belli, avvenimenti brutti… Quando l’aveva conosciuta, urtandola e rompendole la bambolina appena acquistata da Jean, lei, nel giardino reale con la regina Anna, lei che lo aveva ospitato a casa sua, lei che gli dava l’incarico di andare a Londra a recuperare la collana della regina, lei e lui, nel loro primo appuntamento nel bosco rovinato da Milady, lei ferita dopo quell’esplosione terribile, lei senza più memoria, lei che guariva e tornava a vivere, lei che piangeva fra le sue braccia quando avevano dovuto abbandonare la sua casa per colpa di maschera di ferro, lei … semplicemente la SUA Constance.

La sua Costance … che, sei mesi prima, la sera antecedente la sua partenza, l’aveva dolcemente baciato. Era stato semplicemente … meraviglioso.

Il viso di D’artagnan si addolcì e sorrise. Già … meraviglioso e breve visto che il suo ‘amico’ elefante aveva deciso di interromperli sul più bello. Ma in fondo, che importava? Ce ne sarebbe stato di tempo per lui e Costance …

Improvvisamente, a quel pensiero, un brivido gli corse lungo la schiena. Tempo … In fondo Milady gli aveva insegnato, ferendo Constance, che nessuno sapeva davvero quanto tempo si avesse a disposizione. Un imprevisto, un nemico, un qualcosa che distrugge la felicità può esserci sempre, dietro l’angolo.

Milady … Un altro brivido … Quella donna … Lei rappresentava il ‘male’ ma durante l’ultimo loro incontro … si era invece dimostrata semplicemente … umana …

D’artagnan deglutì. Milady aveva avuto uno strano ascendente su di lui. Ancora non capiva. Era stata la sua più acerrima e pericolosa nemica eppure … non ne era certo, però … in fondo, ne era stato anche attratto.

Scosse la testa. Era sbagliato pensare a queste cose. Non era il momento.

Ora Constance era davanti a lui e lo stava osservando. Si era accorta del suo arrivo.

“Ti stavo aspettando” – sussurrò lei timidamente, sorridendogli. Poi non aggiunse altro, lo abbracciò e lo baciò a lungo …

Già, stavolta non c’erano, in fondo, elefanti a disturbarli.

 

 

  
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