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Autore: RiyelaAlelita    20/11/2016    0 recensioni
È una notte illuminata da una singola luna quella che vede Kain lasciare Baron, verso il suo esilio volontario sul Monte dell'Ordalia.
Questa storia inizia dopo la fine di Final Fantasy IV, e proseguirà nel sequel, quindi se volete evitare spoiler non leggete.
Buona parte dei dialoghi sono tratti dal gioco, di cui ho ripreso molte scene.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kain Highwind
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dialogo atteso


 Il Traghetto Lunare era vuoto, e silenzioso. Quasi tutti erano scesi in esplorazione, in cerca di un modo per fermare quella luna, mentre Kain era uno di coloro rimasti a fare la guardia alla nave, a difenderla da eventuali attacchi. Anche Ceodore era uscito, e al dragone faceva una strana sensazione non averlo più intorno, dopo i giorni passati insieme. Si era abituato alla presenza del ragazzino, doveva ammetterlo.
Kain abbassò lo sguardo su Cecil, disteso nella capsula davanti a lui: si era finalmente calmato, e aveva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo; forse lo stava facendo davvero, ma era talmente pallido che sarebbe potuto sembrare morto, se il movimento del suo petto non avesse rivelato il suo respiro.
“Cosa ti hanno fatto?” pensò, rivolto all'amico.
Ripensò a cosa era successo poco tempo prima nella sala del trono, a come aveva puntato la spada contro tutti loro, persino suo figlio...e al fatto che fosse stato l'unico a riconoscere Golbez, poco prima di perdere i sensi.
“Golbez...”
Non si sarebbe mai aspettato di vederlo tornare, né che sarebbe stato dalla loro parte. Li aveva aiutati nella battaglia, al castello, e anche a capire chi era il loro avversario, questo glielo riconosceva, ma lui non si sentiva ancora pronto per quel confronto, e forse non lo sarebbe mai stato.
Dei passi leggeri attirarono la sua attenzione. Rosa si avvicinò lentamente, con un sorriso triste a solcarle il volto.
-Come sta?- chiese, fermandosi accanto al dragone.
-Per ora si è calmato, sembra stia dormendo.-
La donna annuì, accarezzando i capelli del marito: -Pensi che si riprenderà?-
Kain scosse la testa: -Non so dirlo, ma spero di sì. Spero che riusciremo a trovare un modo per riportarlo in sé.-
Rimasero in silenzio, fianco a fianco, e l'uomo non sapeva che altro dire: gli era mancata, gli erano mancati tutti, ma ora che era finalmente lì, non trovava le parole. Fortunatamente, ci pensò Rosa a toglierlo dall'imbarazzo: -Grazie per aver aiutato Ceodore. Ero veramente preoccupata per lui.-
Il dragone ripensò a quando aveva salvato il ragazzino da quel mostro, pochi giorni prima: era stata una fortunata coincidenza che lui fosse sceso dal monte proprio nel giorno in cui l'aeronave era stata abbattuta e Ceodore era rimasto solo.
-Non volevo che partisse per l'addestramento, sai? È ancora così giovane...- continuò la donna.
Kain non riuscì a trattenere un sorriso: non immaginava che Rosa sarebbe diventata così protettiva!
-Quanti anni ha? Una quindicina? Io e Cecil non eravamo tanto più grandi quando abbiamo fatto il nostro, di addestramento.- commentò invece -E poi, se fosse rimasto al castello con tutto quello che è successo, probabilmente sarebbe andata peggio.-
Lei lo guardò, poi sorrise mestamente: -Già.-
-Non devi preoccuparti, ha saputo cavarsela in molte situazioni. È molto in gamba, anche se spesso è troppo insicuro.- riprese Kain.
Rosa annuì: -Eppure, in questi pochi giorni è cambiato tantissimo.-
-È cresciuto, perché gli eventi lo hanno richiesto, e lui ha saputo affrontarli molto bene.-
La donna annuì ancora una volta, quindi tornò il silenzio tra loro.
-Ci sei mancato, Kain.- riprese Rosa -È stato veramente triste vedere la tua stanza vuota, proprio la mattina dell'incoronazione.-
-Era una cosa che dovevo fare.- replicò il dragone.
-Lo so. E anche Cecil lo sapeva. Per questo aveva deciso di non annullare la cerimonia.- sorrise -Cid invece, appena ha capito che te n'eri andato davvero, avrebbe rimandato tutto per prendere l'aeronave e cercarti. Abbiamo dovuto trattenerlo a forza.-
Anche Kain sorrise: non si sarebbe aspettato niente di meno dal vecchio ingegnere.
-Grazie per aver capito.- disse, a bassa voce.
-Avresti potuto dircelo, però.- continuò la maga bianca, con forza -Eravamo davvero preoccupati, all'inizio. Avevamo paura che ti fosse successo qualcosa...- la sua voce si affievolì, ma il dragone intuì un'altra parte del discorso: temevano che non fosse finita, che tutto quello che era successo potesse ricominciare.
Lui non disse niente. Era soprattutto per quello che se ne era andato, per evitare che succedesse tutto di nuovo: non voleva fare ancora male ai suoi amici, né voleva che qualcuno giocasse ancora con la sua mente e col suo cuore. Il ricordo di quel giorno, a Baron, quando Golbez aveva imposto il suo controllo su di lui, tornò più violento di quanto non fosse mai stato negli ultimi diciassette anni. Gli tornò in mente tutto quello che lo stregone aveva detto, parola per parola, e il modo in cui lui avesse ceduto, quasi ricercando quel controllo.
-Kain?-
La voce di Rosa lo riportò alla realtà, e l'uomo si rese conto di tremare. Lei gli aveva appoggiato una mano sul braccio, e lo guardava preoccupata.
-Tutto bene?- domandò ancora.
Il dragone annuì e, passandosi una mano sulla faccia, sentì sotto le dita l'anello di metallo che gli cingeva la fronte. Sorrise amaramente: nonostante tutti i suoi sforzi, c'erano ancora parti di sé con cui non era riuscito a scendere a patti.
-Sì, tutto bene.-
-Comunque, sono contenta che tu sia tornato.- continuò la maga bianca, guardandolo negli occhi.
-Ci è voluto più tempo di quanto avevo immaginato, e non è andato tutto nel migliore dei modi...- fece Kain. Sapeva cosa aveva fatto il suo altro sé, da quando lo aveva sconfitto era come se i suoi ricordi fossero entrati dentro di lui, e brividi freddi gli percorrevano il corpo quando ricordava ciò che aveva pensato...e ciò che aveva detto a Rosa.
-L'importante è che tutto si sia risolto.- fu la replica della donna, inconsapevole dei suoi tormenti -E sono certa che anche Cecil sarebbe contento di rivederti.- aggiunse, accarezzando nuovamente il volto del marito. La sua espressione si fece triste.
-Troveremo un modo per riportarlo tra noi.- disse il dragone, posandole una mano sulla spalla.
Lei lo abbracciò, lasciandolo spiazzato per un attimo, quindi ricambiò la stretta.
-Grazie di essere tornato.- sussurrò Rosa.
-E questa volta non me ne andrò.-
Dei passi frettolosi sulle scale del Traghetto li fecero separare, e poco dopo entrò Ceodore, affannato ma sorridente.
-Abbiamo trovato una via per scendere!- esclamò.
-Bene.- replicò Kain, prima che la sua attenzione fosse attirata da una figura scura alle spalle del ragazzino.
“Golbez.”
Lo stregone non produceva quasi rumore quando si muoveva; sembrava un'ombra, pronta ad attaccarti alle spalle non appena ti fossi distratto un attimo.
Il mezzo seleniano ricambiò il suo sguardo, senza aprire bocca, ma il dragone non riuscì a sostenere i suoi penetranti occhi viola.
-Aspettiamo che ritornino tutti, poi ci dirigeremo là.- riprese Kain, provando a placare il disagio che avvertiva.
-E mio padre? Non possiamo lasciarlo qui!- Ceodore si avvicinò a Cecil, guardandosi attorno come in cerca di sostegno.
-No, certo.- il dragone lo sapeva, ma capiva anche che sarebbe stato un problema non da poco, considerando che i mostri non li avrebbero lasciati di certo in pace; rischioso, certo, ma non c'era alternativa -Dovremo portarlo in spalla, non c'è altra soluzione.-
Ma come Kain ebbe finito di parlare, Cecil aprì gli occhi e si mise a sedere.
-Cecil?- domandò la maga bianca, con una scintilla di speranza negli occhi. Speranza che, però, si infranse subito: il paladino non rispose al richiamo, e il suo sguardo rimase fisso sul vuoto davanti a sé. Uscì dalla capsula e rimase in piedi lì accanto, come in attesa. A quanto pareva, riusciva a muoversi da solo, anche nello stato in cui si trovava.
Forse, in tutto ciò che stava accadendo, quella poteva essere considerata l'unica nota positiva.
Lo so, sono lenta ad aggiornare...scusate tanto :(
All'inizio avevo detto che praticamente tutta la storia sarebbe stata tratta dal gioco. Beh, scrivendo mi sono venute in mente alcune scene che mi sarebbe piaciuto vedere, alcuni dialoghi che sarebbero stati interessanti; perciò, questo è il primo di tre capitoli dedicati a questi "dialoghi mancanti", sempre che non mi venga l'idea di aggiungerne altri.
Detto questo, ringrazio tutti voi che leggete e aspettate pazientemente. E, se ne avete voglia, lasciate una recensione, anche breve, qui sotto. Mi farebbe veramente piacere ^-^
   
 
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