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Autore: Bob is my fat    22/11/2016    1 recensioni
Storia incentrata su Emma Swan e Regina Mills ambientata alla fine della quarta stagione. Gli eroi non hanno potuto recarsi nell'oltretomba per salvare hook mentre Robin ed il figlio Roland sono andati via da storybrooke (non ne cito ancora i motivi, saranno noto nei capitoli successivi.. nessuno spoiler!). Emma e Regina si innamorano l'una dell'altra, ma....
storia Swanqueen
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Belle, Regina Eva, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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“Love is weakness” queste parole rimbombavano nella testa della sindachessa, mentre il capo di questa era poggiato contro il finestrino destro ormai ricoperto di brina della sua automobile. Lo sguardo era lasciato lì, assente, a scrutare noncurante l’incessante cadere della pioggia dalla monotona melodia. Eppure la sua mente era altrove.. già, la “sua” Emma Swan, l’unica che dopo Daniel e Robin era riuscita a sciogliere il cuore di quella che da tutti era considerata la più perfida tra i maghi, l’unica che dopo la partenza di Robin era riuscita a dare un po’ di pace a quel suo cuore già martoriato da continue e costanti false speranze e a farle credere di nuovo in un suo possibile lieto fine. Non esistono persone cattive, le persone diventano tali per qualcosa che accade loro, Regina si era sempre ripetuta questo. Eppure ora non aveva importanza.  Del resto tutti la credevano perfida e sia sa, i cattivi non hanno un lieto fine. Un sorriso amaro ed beffardo le si formò sul viso asciutto ripesando ad una frase che aveva letto in chissà quale libo di chissà quale biblioteca; l’amore è un corvo. Si, questa definizione mai come ora calzava a pennello. L’amore becca prima agli occhi e poi al cervello, rende prima ciechi e poi folli di qualcuno che magari continua anche a farci impazzire di dolore. In fondo l’amore è follia, ci spinge oltre la barriera del razionale a correre il rischio del rifiuto e dell’abbandono, e tutto ciò fa semplicemente  parte del gioco del cuore. Non esistono mezze misure; o il più classico dei lieto fine o il più amaro degli epiloghi dove l’amore era quasi tuo ma così non è stato. Insomma, a pensarci bene le parole di Cora ora non le sembravano poi così insensate, non dinnanzi al dolore che provava e a quanto debole per questo si sentiva.  Le era già stato strappato il cuore dal petto più volte.. anzi lei stessa lo aveva fatto in passato, eppure quel dolore fisico pareva quasi insulto ed effimero se comparato a quello attuale. A causarle dolore non era tanto perdere Emma perché  in fin dei conti l’amore è anche questo, essere disposti a lasciare chi si ama e Regina lo sapeva benissimo. Se Emma avesse fatto  ritorno allora sarebbe stata sua per sempre, altrimenti la sua era stata solo una mera illusione. No, ciò che causava quell’orrido bruciore al petto  erano i ricordi. Tutto le parlava di Emma; quando vedeva un qualsiasi oggetto di colore giallo la sua mente la riconduceva subito a quel buffo maggiolino, nelle mele rosse rivedeva quel giubbotto di pelle dal quale Emma non si separava mai,e lo stesso melo dal quale provenivano quei frutti le rammentava quell’episodio in cui Emma provò per ripicca a privarla dello stesso.  perfino il suo amato Henry ormai le causava dolore alla vista, alla vista di quel figlio condiviso col “cigno”. Da quando Emma Swan era diventata parte integrante della sua vita? Da quando era disposta anche a sacrificare uno qualsiasi dei suoi arti pur di vederla felice? Da quando la potente Regina era crollata ai piedi della salvatrice? E soprattutto da quanto tempo Emma aveva capito di non amarla più, dandole sempre meno spazio ed attenzioni trattandola alla stregua di una sconosciuta finendo poi col chiedere quella maledettissima “pausa”?. È ironico di come proprio le persone che amiamo di più sono anche quelle che ci causano più dolore..eppure Regina non aveva le forze neppure di esternare il proprio dolore, si sentiva svuotata. Non riusciva neppure a piangere, era quasi come se in quel momento  il cielo lo stesse facendo per lei. Certo, magari parlarne con qualcuno le avrebbe giovato ma aveva rifiutato almeno una ventina di inviti da parte di Arch . Le serviva del tempo. Del tempo per raccogliere i cocci del suo cuore e nascondere il suo dolore tra il fluire del tempo come conchiglie nella sabbia. Le serviva del tempo per  ripristinare quella corazza intorno al suo cuore e tornare ad essere la Regina che tutti conoscevano, sempre ammesso che ciò fosse possibile con Emma lì a storybrooke.
Un brusco tofo seguito dal rumore della pioggia battente che si faceva più acuto ed intenso destarono Regina da questi suoi pensieri. Era lo sportello sinistro della sua autovettura che si era aperto, o meglio che era stato spalancato da qualcuno che ora si accingeva ad entrare.
<< Devi essere molto turbata se non ha notato che mi stavo avvicinando, mia cara>>
Regina riconobbe il mittente di queste parole anche prima di voltarsi; era Tremotino. Malvolentieri il viso della sindachessa si voltò verso l’ospite, nel mentre accartocciandosi in un’espressione di disapprovazione.  L’esile figura di Gold era avvolta dalla solita giacca nera a sua volta ricoperta da una mantella nero pece parzialmente bagnata dalla pioggia, mentre la mano destra dell’uomo era intenta a poggiare l’ombrello ai piedi del sedile. Il signore oscuro inclinò il capo in direzione di Regina, accostando il suo capo all’orecchio di lei spalancando le fauci pronto a proferir parola.
<< Oh non fare cosi mia cara. Io e te dobbiamo parlare, ho qualcosa che può interessarti molto>>
Le sussurrò.

 
   
 
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