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Autore: Lisaralin    22/11/2016    5 recensioni
"Wherever I end up after this... in whatever reality... all those moments between us were real, and they'll always be ours." (Chloe Price)
L'amicizia tra Max e Chloe vista attraverso una raccolta di istantanee, di momenti fragili e preziosi come ali di farfalla.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#3 - Palloncino


Un brivido corre lungo la schiena di Max malgrado la temperatura sfiori i trentacinque gradi, l’estate più calda registrata ad Arcadia Bay negli ultimi dieci anni.
Ormai riconosce i sintomi: sudore sulla fronte, pallini gialli ai margini del campo visivo, il calore del sangue che inizia a colare copioso dal naso. Chiude gli occhi e respira profondamente come ha imparato al corso di yoga – quello che ha dovuto interrompere quando i suoi hanno deciso di non voler più mantenere una figlia nullafacente -  mentre si affretta a coprire il viso con il fazzoletto, simulando un casuale colpo di tosse.
Chloe non deve sapere.
“Ho un po’ caldo. Perché non ci sediamo sul muretto?”
“Cazzo Max, sembri un fantasma.”
“È che non ho fatto colazione stamattina.”
Una bugia dopo l’altra. Si chiede per quanto tempo riuscirà a ingannare l’occhio clinico di Chloe. Non è facile mentire con scioltezza quando hai una dozzina di martelli pneumatici che ti rimbombano dentro al cervello.
Qualcuno tra la folla sussurra di fare silenzio e Max è grata dell’occasione per abbassare lo sguardo ed evitare le domande negli occhi di Chloe.
Il sindaco è salito sul palco. Un applauso caloroso fa vibrare la marea di teste e palloncini prima di spegnersi nel silenzio assoluto. La commemorazione può avere inizio.
“Cittadini di Arcadia Bay. Sono trascorsi cinque anni dal mostruoso tornado che ha quasi distrutto la nostra bellissima città… “
Cinque anni. Cinque commemorazioni, ciascuna dolorosa come la prima. Un appuntamento fisso per Max e Chloe. L’oblio, la liberazione di poter voltare pagina, sono lussi che non si possono concedere a chi ha il sangue delle vittime sulle proprie mani.
“… i genitori, i figli e le figlie, gli amici che abbiamo perduto in quel giorno fatale… “
Tutte quelle persone – persone buone, persone che avevano sogni e aspirazioni e desideri – sono state il prezzo della vita di Chloe. Kate, che sapeva riconoscere ogni fragranza di tè dal profumo e conosceva sempre quella giusta per tirarti su di morale. Alyssa, appassionata di Robert Frost, che si illuminava come un sole appena le rivolgevi il più piccolo sorriso.
Solo l’abbraccio morbido di Chloe le impedisce di accasciarsi a terra. Le lacrime bagnano piano la spalla dell’amica, tra i singhiozzi e lo scroscio della risacca che, in lontananza, sembra avvolgere Arcadia Bay e la sua gente come un sudario.
“… vivranno per sempre nei nostri cuori… “
Un visitatore che arrivasse oggi in città faticherebbe a riconoscere le tracce del cataclisma. I sopravvissuti hanno lottato per strappare al mare e alla sabbia, brandello dopo brandello, le loro case e le loro vite. Una parte molto meschina di Max li invidia, perché la sua battaglia è molto più solitaria. A volte si sente un Don Chisciotte contro eserciti di mulini a vento, armato solo di una lancia spuntata e della forza della sua disperazione.
Il destino non si è accontentato di Arcadia Bay, non era ancora sazio della gentilezza di Kate, del genio confusionario di Warren, della danza frizzante di Dana prima di una partita di basket.
Il destino non ha mai smesso di protendere i suoi artigli gelati verso Chloe.
Ogni secondo della sua vita Max stringe i denti per costringere le pale del mulino a girare in senso contrario. Le sue giornate sono fatte di antidolorifici e occhi spalancati e durano trenta, quaranta, infinite ore. Chloe non ha ricordi di tutte le volte che lei ha dovuto riavvolgere il tempo, ma nella mente di Max è scolpita ogni buca lungo la strada, ogni fuga di gas, drogato armato di coltello, fulmine o camion impazzito che ha incrociato il loro cammino negli ultimi cinque anni.
“Dai Max, torniamo a casa. È meglio se ti riposi un po’.”
Non è una brutta idea, in effetti. Questo è il momento della commemorazione in cui tutti fanno volare i palloncini verso il cielo in ricordo delle vittime, e c’è qualcosa di profondamente triste e definitivo nel vedere tutti quei colori sgargianti inghiottiti dall’azzurro uniforme del cielo.
Lo stesso azzurro dei capelli di Chloe.
“Cammino da sola, grazie.”
Non la guarda mentre scivolano via dalla folla, lungo il sentiero che porta alla spiaggia. Il vento si porta via le parole roboanti del sindaco, annegandole nello sciabordare ritmico e infinito delle onde.
“Max, lo so che siamo al verde, ma se vuoi andare da un dottore… lo vedo che non stai bene. Posso trovarmi un lavoretto in più… “
Non crede di farcela ad ascoltare di nuovo la tiritera del dottore. Allunga il passo, correrebbe se avesse maggiore fiducia nelle proprie gambe malferme. Non ci sono molte cose in cui abbia fiducia ultimamente.
Come a voler ridere della sua miseria, il vento quasi le sbatte in faccia un solitario palloncino rosso. Lo hanno gonfiato fino allo stremo, e attraverso la superficie sottile Max può guardare la sabbia e il mare come attraverso uno specchio colorato. Un gioco infantile che per un lieve istante riesce a sollevare la mente oltre il buio del precipizio.
Ma è solo un attimo. Disgustata lo poggia sulla sabbia, solleva il piede con tutta la rabbia che ha in corpo.
Lo schiocco risuona con la forza di uno sparo nella spiaggia deserta.

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Note: se la storia precedente era ambientata dopo il "Sacrifice Chloe" ending, questa si colloca ovviamente dopo il secondo finale, quello in cui Max sacrifica Arcadia Bay per salvare Chloe. Chiamatemi pure senza cuore, ma questo per me è e resterà sempre il finale negativo.
  
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