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Autore: Akune_Niives    23/11/2016    0 recensioni
Raccolta di flashfic, trasformate in OS, partecipante alla challenge "Chi, con chi, cosa facevano" trovata sul forum e della quale mi sono innamorata perdutamente! (Questa è la terza parte!!)
Ogni OS contiene 3/4 flashfic poiché, essendo 30, non mi va di fare 30 capitoli di qualcosa o pubblicare 30 flashfic separatamente. Volete un'assaggio?
" «E’ già un miracolo se riesci a proteggerti da solo, Scott.» sbottò Derek «Sono lupo da più tempo di te, so controllarmi e so come proteggere le persone..»
«Disse quello che è praticamente morto.» mormorò Stiles, incapace di non controbattere.
Derek fece per prenderlo per il colletto della maglia ed urlargli contro qualcosa ma Peter si mise nel mezzo.
«Ok, fermi. L’umano intelligente ci serve. Ci servite tutti.» disse, allontanandoli l’uno dall’altro.
Genere: Comico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Somewhere, in a world of love'
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Ed eccoci qui con la terza parte!!
Scusate l'immenso ritardo, ma con il fatto della fanfiction per il Teen Wolf Big Bang sono stata troppo impegnata!
Bando alle ciance e buona lettura :D

 
 




 
"Chi, con chi, cosa facevano"
PLOT BUNNIES






 
1) Stiles
2) Isaac
3) Liam
4) Jordan
5) Peter
6) Derek
7) Lydia
8) Scott
9) Allison
10) Kira








10) Quel furbacchione di 3 ha trovato delle foto piccanti di 1 e ora minaccia di mostrarle a giro. Se 3 non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
 


Stiles era completamente rilassato ed avvolto da una valanga di schiuma nell’enorme vasca da bagno nel loft di Derek.

Avevano passato una notte al limite del porno.

C’erano state lotte di lingue, impossibili contorsioni, cravatte usate come corde e foto. Tante foto.

Si erano divertiti e sfogati in tutti i modi possibili, compreso il sesso con Derek completamente trasformato in licantropo. I segni dei morsi e dei graffi erano rimasti ben visibili sul corpo di Stiles e, appena aveva sentito il suo compagno uscire per la classica corsa mattutina, si era alzato dal letto e, con non poche difficoltà, aveva optato per un bel bagno caldo.

Stava decisamente per entrare nel Nirvana del post sesso selvaggio, quando la porta del bagno si spalancò e ne emerse la figura di Liam.

Stiles gridò per qualche secondo.

«DIO. Cucciolo Liam, non osare mai più!! Questo è decisamente un infarto in corso, devo ricordarmi di mettervi un sonaglino al collo!! Ed esci di qui, fai entrare il freddo!!» gridò, cercando di coprirsi con la schiuma.

Liam però non accennò alcun movimento, anzi, rimase sulla soglia del bagno mentre uno strano sorrisetto inquietante gli spuntava sul volto.

«O-Ok.. Adesso mi spaventi. La Luna è già passata, quindi non dovresti aver voglia di uccidermi. Tecnicamente..»

Liam non parlò ma alzò la mano, mostrando a Stiles il suo telefono.

Il ragazzo sembrò non capire ed aggrottò la fronte. Poi, tutto d’un tratto, realizzò e il su volto si deformò in una smorfia di puro terrore.

«Ti prego, dimmi che non…»

«E invece sì.. Mi sa che, per puro errore, qualcuno ha inviato certe foto molto porno a qualcun altro. E quel qualcun altro sono io.»

«E.. Tu le hai viste?»

«Oh, sì. Devo ammettere che certe cose non sapevo nemmeno fossero umanamente possibili.. Ma devo ricredermi..»

«Ok, ok.. Liam, ascoltami.. Possiamo parlarne, no?»

«Certo.. Potremmo. Oppure potrei per sbaglio inoltrare queste foto a qualcuno come, che ne so, lo Sceriffo. Non credo ne sarà molto felice.»

A quelle parole, Stiles sentì l’incazzatura farsi spazio prepotente nel suo cervello e, invece di fare qualcosa per mantenere la calma, le lasciò via libera.
Sfruttando l’adrenalina che iniziava a scorrere nel suo sangue, con un balzo, fu fuori dalla vasca e, afferrato un asciugamano a caso, iniziò a rincorrere Liam per tutta la casa, legandosi alla meno peggio l’asciugamano in vita.
Liam corse più veloce ma, invece di nascondersi saggiamente nella sua camera, optò per il salotto dove iniziò una stramba rincorsa attorno al divano.

«Che cosa vuoi in cambio?!»

«Un appuntamento con Scott. Pagato tutto da te, ovviamente.» rispose il ragazzo, con un ghigno.

«Che cosa?? No!» sbottò Stiles, cercando di afferrare il telefono.

Liam lo sottrasse alle sue mani e avvicinò il suo pollice vicino al tasto “Invia”.

Stiles alzò le mani, arrendendosi.

«Ok, ok. Accetto il ricatto, cucciolo Liam.»

«E.. Non mi chiamerai mai più in quel modo. Chiaro? Niente più “cucciolo”. Solo Liam.» aggiunse, avvicinando sempre di più il dito al pulsante.

«Va bene, va bene! Accetto!» gridò l’umano esasperato.

Purtroppo però, mentre pronunciava quelle parole fece uno strano movimento e l’asciugamano iniziò a scivolare via.

In quello stesso momento, la porta del loft si spalancò e lo stesso fece la bocca di Derek appena entrò nella stanza e vide quella scena.

Il suo compagno Stiles aveva appena gridato “va bene, accetto” completamente nudo davanti ad un Liam con un ghigno soddisfatto sul volto.

Un ringhio uscì dalle labbra di Derek e lui non fece niente per cercare di trattenerlo.

«Qualcuno mi spieghi che cazzo succede. Adesso.»

Liam lasciò cadere il cellulare a terra e corse a perdifiato nella sua camera, chiudendo la porta a chiave.

Stiles accennò un sorriso tremolante e mormorò un insicurissimo «Ciao, amore. Andata bene la corsa?»

Scott arrivò con la moto sotto il loft con un pacchetto contenente la colazione per tutti e, appena si tolse il casco, gli sembrò chiaramente di udire il grido terrorizzato di Stiles provenire dalla casa.
Alzò gli occhi al cielo e sospirò.
No, a quanto pare Scott non sarebbe mai stato degno di poter vivere una giornata tranquilla.

 
 






11) 5 non riesce a decidersi tra 8 e 6, ma non c’entra l’amore.
 



Il ringhio di Peter fu così forte che i vetri delle finestre minacciarono di spaccarsi completamente.

Nella stanza cadde un silenzio tombale e tutti si voltarono verso di lui.

«Sono un licantropo da quando sono nato e questa è la prima volta che mi viene un mal di testa. E’ fastidioso, quindi smettete immediatamente di fare così tanto casino!»

«Senti, psicopatico dei miei stivali, la faccenda è seria.» rispose Stiles «Non possiamo avere due Alpha nello stesso territorio, Deaton è stato molto chiaro su questa cosa. Il Nemeton non riesce a contenere la loro forza e chi deve scegliere è frustrato perché ha paura di fare la scelta sbagliata e..»

«E il lupo dentro di noi ne risente, sì. Lo so. Sai, sono lupo anche io.» esclamò sarcastico l’uomo.

«Dobbiamo fare una scelta, Peter. Sono un True Alpha e il territorio dovrebbe spettare a me, è vero. Ma non voglio mancare di rispetto a Derek che è lupo dalla nascita.» esclamò Scott, avvicinandosi «E non voglio nemmeno essere privato di un potere che potrebbe permettermi di proteggere chiunque.»

«E’ già un miracolo se riesci a proteggerti da solo, Scott.» sbottò Derek «Sono lupo da più tempo di te, so controllarmi e so come proteggere le persone..»

«Disse quello che è praticamente morto.» mormorò Stiles, incapace di non controbattere.

Derek fece per prenderlo per il colletto della maglia ed urlargli contro qualcosa ma Peter si mise nel mezzo.

«Ok, fermi. L’umano intelligente ci serve. Ci servite tutti.» disse, allontanandoli l’uno dall’altro. «Possiamo fare una cosa..»

«Che cosa?» chiese Scott, che stava tenendo Stiles per un braccio.

«Una specie di test.. Sono lupo da più tempo di voi due messi assieme e sono stato un Alpha. Vi metterò alla prova e alla fine deciderò assieme agli altri chi di voi due dovrà prendere il controllo di questo branco.»

Derek e Scott si fissarono negli occhi e dopo averci pensato, annuirono assieme il resto del gruppo.

Il piano di Peter fu sostanzialmente molto semplice.

Portò il branco nella riserva in una specie di campeggio improvvisato e divise il gruppo in due: il gruppo Aqua, che comprendeva Allison, Lydia, Liam, Kira e Stiles, era capitanato da Scott e il gruppo Flame, che era composto da Isaac, Cora, Erica e Boyd, era sotto il comando di Derek.

Nonostante le lamentele di Stiles sul fatto che le suddivisioni fossero nettamente a loro sfavore, poiché il gruppo di Derek era composto da soli licantropi mentre quello di Scott da due licantropi, una cacciatrice, una banshee, un umano e una kitsune, le due fazioni erano precisamente bilanciate.

Entrambi gli Alpha avevano dalla loro parte gli elementi che più credevano in loro, aumentandone la forza e la fiducia in loro stessi.

«Ricorda, giovane umano. Non sempre la forza dei muscoli può competere con la forza del cuore e della mente.» rispose Peter.

Stiles non capì subito, ma ben presto il senso di quella frase gli fu chiaro.

In quella settimana, i test non erano incentrati solo sui combattimenti, ma anche sul lavoro di squadra, sul valore dell’intero gruppo e non basato sulla forza di un singolo individuo.

Quando Derek si trovò davanti alla scelta di sacrificare un membro del suo gruppo per salvare tutti gli altri, scelse di sacrificare Boyd. Il ragazzone era il più resistente, avrebbe trattenuto il “nemico” abbastanza a lungo per permettere agli altri di trovare un rifugio e a Derek di tornare indietro in tempo per aiutarlo.

Scott, nella medesima posizione, scelse invece di sacrificare se stesso per poter proteggere il suo branco.
Non che i membri della sua squadra non potessero eguagliare la potenza di Boyd e il ragionamento di Derek, anzi, molto probabilmente Allison da sola avrebbe potuto fare anche di meglio. Ma il pensiero di perdere qualcuno dei suoi amici esplose così potente nella mente di Scott che decise di rimanere lui stesso indietro per difendere gli altri e permettere loro la fuga.

Derek abbassò la testa, sconfitto.

Certo, anche lui avrebbe potuto dare quella risposta. Ma a quanto pare aveva optato per quella che, secondo lui, sarebbe stata quella più ragionevole.

I caratteri dei due Alpha erano completamente differenti e non serviva Peter per capirlo.

La scelta dell’ex-Alpha ricadde su Scott con pieno consenso di tutto il branco, compreso quello di Derek.

«Io non voglio obbligare nessuno..» mormorò il ragazzo, imbarazzato.

«Non è un obbligo, McCall.» disse improvvisamente Boyd, lasciando a bocca aperta l’intero branco. «Derek ha dato la risposta che riteneva giusta. Tutti lo sappiamo. Non sono offeso per la sua idea di lasciarmi da solo contro una possibile minaccia mentre lui mette in salvo gli altri. Sarebbe un sacrificio che offrirei volentieri.»

«Sarai un buon Alpha, un giorno. Tu crescerai e noi cresceremo con te.» intervenne Derek, tranquillo «Non sarò l’Alpha che guiderà questo strano gruppo ma permettimi di essere il tuo braccio destro. La mia esperienza ti sarà utile.»

Scott sorrise e l’intero gruppo iniziò a gridare dalla gioia.

Nonostante le lamentele di Stiles (sì, sempre lui!) sul fatto che sarebbe stato l’unico vice di Scott per il resto della sua vita, il branco si sentì completo come non mai.

Quella stessa sera, gli occhi di Derek cambiarono colore ma non ci fu tristezza in quel gesto.

Ci furono solo sorrisi, canti e risate.

 
 
 





12) AU! 7 partecipa ad un reality di cucina e piange in diretta.
 




Quando Stiles percepì cosa stava per succedere, si arpionò al braccio di Scott.

«Fratello, rilassati. Andrà tutto bene.» sussurrò il moro, cercando di staccarselo di dosso.

Lydia era una cuoca eccellente ed avrebbe sicuramente vinto quella gara. Scott lo sapeva. Tutto il pubblico presente nello show lo sapeva.

Ma Stiles era di tutt’altro avviso.

«No, Scottie.. Sta corrucciando la fronte e ha arricciato il naso. C’è qualcosa che non va.»

Stiles era iperattivo ed era abituato ad osservare tutto e a ricordare tutto. Quindi conosceva ogni minima sfaccettatura della sua migliore amica.

«Smetti di muoverti o la distrarrai. Siamo praticamente accanto a lei, se ne accorgerà!» sibilò Scott, cercando di contenere l’unica persona che conosceva che non riusciva a stare fermo un attimo.

«Sta per piangere, Scottie. Sta per crollare. Io.. Io devo fare qualcosa!»

«Se voi due non la piantate subito, vi metto al posto del ripieno!!» gridò Lydia, mentre due calde lacrime le rigavano il volto.

Gli sguardi del presentatore, degli altri concorrenti e del pubblico iniziarono a vagare tra la cuoca e i due ragazzi.

«Sono solo le cipolle.» rispose stizzita.

Una risata generale scoppiò nell’intera sala, coinvolgendo chiunque.

Ovviamente, Lydia vinse quella gara ma le servirono due giorni per poter perdonare i due ragazzi per averla distratta. Solo per farli crogiolare nella disperazione ancora un pochino, perché si sa.. Mai far incazzare una donna alle prese con i fornelli!

 
 





13b) 9 è geloso/a di 4 e lo pedina.
 





Da quando quei due si erano fidanzati, Allison non era più riuscita ad avere la sua migliore amica per più di 5 minuti. Specialmente da quando era stata fissata la data per il matrimonio, era stato tutto un viavai di abiti, fiori e cibarie tale da far impazzire chiunque.

Allison era stata, ovviamente, scelta come damigella d’onore ma Jordan aveva insistito per occuparsi personalmente dell’abito di Lydia e di quello per le damigelle. Lydia aveva accettato ed Allison era andata su tutte le furie. Accompagnare la sposa nella scelta dell’abito sarebbe stato un suo compito e, quando si era offerta di almeno poter accompagnare Jordan per evitare che facesse qualche danno, la risposta che ricevette non aiutò il suo malumore.

«Jordan sa quello che fa, mi conosce troppo bene e sa che cosa succederà se dovesse sbagliare anche il più piccolo particolare.»

Così, Allison iniziò a pedinarlo.

Si mise uno stupido impermeabile nero, un cappello dove aveva nascosto i capelli e grandi occhiali da sole per non essere riconosciuta.

Lo seguì fino al negozio di abiti e quello che vide la destabilizzò.

Una ragazza, appena lo vide entrare nel salone, gli saltò letteralmente in braccio e iniziò a tempestargli il volto di baci.

«Ma tu guardalo. Si mette pure a tradire la mia migliore amica, questo vice-sceriffo dei miei stivali. Ma ora ti sistemo io.» borbottò Allison, stringendo le mani attorno alla cintura del giacchetto.

Entrò nel negozio a sua volta e lo seguì fra scaffali e scaffali pieni di abiti di tutti i tipi.

La ragazza non si staccava dal suo braccio nemmeno quando si fermava per fargli vedere un abito.

Troppo presa ad osservare lui e non l’ambiente attorno a lei, non prestò attenzione alla poltrona che si insinuava nella sua strada e vi cadde sopra, rovesciandola e facendo un casino infernale.

Una commessa si avvicinò per aiutarla a rialzarsi ma lei la congedò, dicendo che stava benissimo.

Alzò lo sguardo e le sembrò che Jordan non si fosse accorto di nulla. Anche perché non riusciva più a vederlo.

L’aveva perso di vista.

Iniziò a darsi mentalmente della deficiente e a cercarlo ovunque, quando finalmente sentì la voce dell’uomo provenire da un camerino.

Tirò leggermente la tenda e, con un solo occhio, guardò nella piccola stanza.

La bocca le si spalancò talmente tanto che non riusciva più a richiuderla.

Il vestito al centro del camerino era meraviglioso, quasi angelico.

Era semplice ma complesso allo stesso tempo.

Il corpetto era decorato con meravigliosi brillanti che disegnavano un fiore sul fianco destro, mentre la gonna scendeva morbida, senza balze o lustrini. Non era bianco, ma di un pallido rosa antico.

Accanto all’abito della sposa c’erano quattro splendidi abiti lilla, molto semplici con un bellissimo scollo a cuore.

«Sono stupendi, davvero. Esattamente come li volevo. Li pago subito, non posso lasciarli qui o qualche sposa potrebbe rubarmeli!» esclamò Jordan, senza staccarsi dall’abbraccio della giovane ragazza.

Allison capì che stavano per uscire dal camerino e, come una furia, corse dalla parte opposta, fingendosi interessata ad un paio di scarpe.

I due uscirono, la ragazza fece cenno ad altre due commesse di prendere i vestiti ed incartarli per portarli via.

La cacciatrice si assicurò di non essere osservata e sgattaiolò fuori dal negozio.

Gli avrebbe perdonato la questione abiti, perché quelli che aveva visto erano oltremodo stupendi ma sicuramente non gli avrebbe abbonato il fatto di essere stato tutto il tempo incollato ad una perfetta sconosciuta.

Lydia lo avrebbe ucciso.

Mentre ancora rifletteva sul da farsi, Jordan uscì dal negozio carico di borse.

«Grazie, Karen! Sei la sorella migliore del mondo!! Ci vediamo domani!» gridò il vice-sceriffo.

Allison si paralizzò.

Sorella?

«Lo so, fratellone. Lo so. Salutami mia cognata!» rispose la ragazza, affacciandosi dalle porte del negozio.

La cacciatrice, rossa in viso, iniziò a camminare velocemente verso la sua auto.

Aveva decisamente valutato male quel ragazzo.

La gelosia scemò e spuntò subito la felicità.

Sarebbe stato il compagno perfetto per la sua Lydia.

 
 
 








14) 2, 8 e un orso polare. Che magnifica avventura! O forse no..
 
 




Scott si stiracchiò per qualche secondo, trattenendo a stento un gemito. Si voltò e, puntellando il gomito fra i cuscini e poggiando la testa sulla mano, si concesse qualche secondo per osservare il suo compagno prima di svegliarlo.

Isaac era avvolto fra le coperte ed era sprofondato in un sonno tranquillo, come poteva confermare il sorriso che sembrava non voler andar via.

Gli sfiorò delicatamente prima il braccio, poi risalì verso la spalla e si perse fra i lineamenti del suo volto.

Erano andati in vacanza in Norvegia ed avevano affittato una meravigliosa baita immersa nella neve. Nonostante avessero il riscaldamento, per i due licantropi il freddo non era un problema. Si erano regalati quel viaggio per stare da soli immersi nella natura e la cosa aveva giovato al loro rapporto.

Mentre cercava di svegliare Isaac nel modo più dolce possibile, un rumore lo distrasse da quella piacevole azione.

Si voltò verso la finestra e, per un attimo, gli parve di vedere la neve spostarsi.

Alzò le spalle, convinto di essere ancora troppo assonnato per poter fare affidamento sui suoi sensi ancora intorpiditi. Tornò con lo sguardo su Isaac ma dovette distoglierlo quasi subito quando sentì il rumore farsi più forte.

Fece in tempo solo a sedersi sul letto, quando dalla finestra spuntò un orso polare.

Il giovane sgranò gli occhi e portò una mano dietro di sé, per svegliare Isaac.

Il ragazzo si riscosse dal sonno e guardò verso il compagno.

«Che succede?» chiese con voce impastata.

«Abbiamo visite..» sussurrò Scott, non sapendo se esserne felice o spaventato.

Isaac alzò la testa ma subito si nascose dietro le spalle di Scott.

«E’ un orso polare!!» gridò a bassa voce, facendo spuntare solo la testa da dietro il moro. «Un cazzo di orso polare!! Che facciamo???»

«Innanzi tutto, calmati. Non credo voglia attaccarci..»

«Lo sai vero che quei cosi sono carnivori?! Sono predatori alfa, sono praticamente in cima alla catena alimentare e hanno pochissimi nemici.» iniziò a lamentarsi Isaac, impaurito «Sai che si mangiano pure i lupi??»

«Oh, andiamo! E’ un predatore, sentirà il nostro odore e magari sarà solo curioso..» lo riprese Scott, voltandosi a guardarlo. Isaac sembrò rilassarsi con il sorriso che il moro gli rivolse, ma fu un attimo.

L’orso ruppe la finestra e rugliò minaccioso verso di loro.

Isaac, nonostante gli istinti di predatore iniziassero a svegliarsi, gridò e si nascose sotto il letto.

Scott fissò l’orso e, dopo aver capito che non sarebbe rimasto semplicemente ad osservarli, mutò il suo aspetto, accendendo gli occhi di rosso, e gli ruggì contro.

L’orso si bloccò sul posto, lo fissò per qualche secondo e poi uscì dalla finestra, scappando via come se avesse visto una creatura infernale.

La testa di Isaac fece capolino da sotto il letto.

«Se n’è andato, vero?» chiese, quasi pigolando.

Scott si voltò verso di lui e gli lasciò un morbido bacio sulle labbra.

«Sì, se n’è andato.»

Isaac si rilassò e rispose al bacio, interrompendosi solo un attimo.

«La prossima volta, andiamo a Cuba!» mormorò, più tranquillo.

Le risate di Scott riecheggiarono per tutta la valle innevata.


 
 





 
   
 
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