Rumplestiltskin si sveglị di buon'ora e piuttosto di buon umore. I brevi momenti passati con Belle la sera precedente gli si riproponevano davanti agli occhi continuamente. Sorrise addirittura a Ruby, nonostante tra i due non ci fosse mai stata particolare simpatia.
Chiaṃ Emma, chiedendole di convocare una riunione di famiglia nell'ufficio dello sceriffo. Aveva delle novità molto importanti, la biblioteca non era il posto adatto per discutere con discrezione.
Arriṿ puntuale all'appuntamento, alle 10 precise. Si sisteṃ velocemente il nodo della cravatta ed entṛ in commissariato, trovando Emma, Regina, Uncino e Mary Margaret già seduti ad aspettarlo.
Prese posto in una delle due sedie rimaste vuote e intreccị teatralmente le dita.
«Dunque, come sapete in questi giorni non mi sono fatto vedere molto in giro...» li squadṛ uno per uno, sfidandoli a rispondere, poi torṇ a concentrarsi sulle proprie mani. «Ho svolto delle ricerche da solo. Tali ricerche mi hanno ispirato un'idea che all'inizio mi è sembrata folle ed inutilmente rischiosa. Tuttavia, non abbiamo piani migliori e di questo passo temo che non li avremo per molto tempo, concedendo quindi al nemico la possibilità di organizzarsi contro di noi.»
Nessuno fiaṭ, tutti aspettavano con impazienza la soluzione di Gold. Visto che questa non arrivava, Regina sciolse l'atmosfera di tensione per un attimo, esortandolo con una mano ad andare avanti.
Mentre stava per prendere fiato, fu interrotto dall'arrivo di Belle.
«Scusate, scusate, sono in ritardo!»
I loro sguardi si incrociarono; lui sorrise leggermente; Belle arrosś, stringendosi nel cappotto di Gold e avvicinandosi all'ultima sedia libera.
Una volta che si fu sistemata, Rumplestiltskin guarḍ i presenti con aria solenne e scopŕ le sue carte: «Dobbiamo prendere il cuore della mia parte oscura.»
Un silenzio attonito accolse questa dichiarazione, seguito da sguardi scettici e fiumi di domande.
«Ma come?»
«E la Regina Cattiva?»
«Ma poi che ci facciamo?»
«E il pugnale? Nessuno ha pensato al pugnale?»
Gold lancị un'occhiata fugace in direzione di Belle, che lo stava fissando ed era sbiancata. Decise che era il momento di riprendere il controllo della situazione e si schiaŕ rumorosamente la voce. Gli altri, che si scambiavano congetture, tacquero di colpo.
«Naturalmente, prenderlo non sarà facile, ma ci garantirà due elementi di vantaggio. Potremmo controllarlo e contemporaneamente spiare la Regina Cattiva, ovviamente se prima non saremo scoperti. Se dovessero intuire le nostre intenzioni, avremmo fallito ancora prima di cominciare. Con tale vantaggio, potremmo ingannarli e lasciare che si uccidano a vicenda. Ritengo che, anche se ben nascosto, anche loro abbiano un punto debole che pụ portarli alla morte.» si ferṃ un attimo per riprendere fiato, poi continụ: «Penso che tutti voi ricorderete quando mio figlio Baelfire mi ha riportato in vita e, per questo, ha pagato con la sua. Nel momento in cui condividevamo lo stesso corpo, il pugnale non funzionava. Non controllava due menti insieme. Confido proprio in questo nel nostro piano: ora che il pugnale dovrebbe controllare due persone distinte, ho ragione di credere che non lo farà.»
Quando Gold fiń di esporre la sua tesi, gli altri rimasero in silenzio qualche secondo; poi, come di comune accordo, dissero di aver bisogno di un po' di tempo per pensarci ed uscirono dall'ufficio uno ad uno.
Rimasero solo Rumplestiltskin e Belle, che si ritrovarono a fissarsi.
«Sei... sei davvero sicuro che sia un buon piano?»
Lui soppeṣ la risposta qualche secondo, prima di dire cautamente: «Le probabilità di successo non sono ottime, ma so bene come agisce il nemico e, visto che cị vale anche per lui, è sia un vantaggio che uno svantaggio. So che posso farcela, Belle. Ho solo bisogno del vostro appoggio... della vostra fiducia.»
Lei lo scruṭ ancora qualche attimo, poi si alẓ e disse, con un malcelato imbarazzo: «Credo sia meglio che vada, Rumple... dovrei proprio aprire la biblioteca...»
Lui la saluṭ con un cenno e rimase seduto a fissarsi le ginocchia, la mente lontana anni luce dal corpo.
Quella sera stessa fu convocata un'altra riunione di famiglia, stavolta in biblioteca, ormai deserta dopo il tramonto. Con somma soddisfazione di Rumplestiltskin, tutti convenivano che, sebbene non fosse un piano particolarmente rassicurante, restava comunque l'unico che avevano.
Concordarono insieme i primi passi da compiere per garantire la segretezza dell'operazione: fuori dalle riunioni parlare solo in linguaggio in codice se strettamente necessario, divulgare le informazioni alla minor quantità di persone possibile, non lasciare prove o indizi in giro.
Gold le riteneva precisazioni tanto insensate quanto scontate, ma si limiṭ a sbuffare aspettando che quella ridicola puntualizzazione finisse.
Andarono avanti a discutere per ore. Alla fine, quando l'orologio ricorḍ loro quanto fosse tardi, si alzarono tutti quanti e uscirono insonnoliti.
Solo Gold, accortosi dell'assenza di Belle, rimase indietro. La troṿ addormentata con la testa poggiata sul tavolo e le braccia come cuscino. L'uomo sorrise con affetto e nostalgia a quella visione; si avviciṇ e proṿ a svegliarla, ma per quanto la scuotesse, prima delicatamente e poi insistentemente, la ragazza si limiṭ a lamentarsi nel sonno senza battere ciglio.
Gold recupeṛ la borsa della ragazza posata sul bancone e vi rovisṭ per un po', quando, poco dopo, ne riemerse trionfante con un mazzo di chiavi in mano.
Si avviciṇ nuovamente alla giovane profondamente addormentata e la prese in braccio, facendo attenzione, stavolta, a non fare movimenti bruschi per non svegliarla.
Attraverṣ la stanza, usć e, aprendo la portiera con la chiave che aveva preso, la caric̣ in macchina, adagiandola delicatamente sul sedile. Torṇ indietro a richiudere la porta e in un baleno fu di nuovo in macchina. Si mise al volante dell'auto e guiḍ fino al vialetto davanti casa di Belle, immerso nel silenzio intervallato solo dai respiri profondi della ragazza.
La prese ancora in braccio e la porṭ in casa, nella camera da letto, dove la adagị sul letto. Fece per andarsene, ma la voce assonnata della ragazza lo costrinse a bloccarsi.
«Rumple...»
Resṭ impalato dov'era, incerto se credere di aver sentito il suo nome o averlo solo immaginato.
«Rumple, resta...»
Stavolta vide con chiarezza le labbra della ragazza muoversi e non ebbe più dubbi.
Si tolse le scarpe, si infiḷ a letto nel posto vuoto accanto a lei e spense le luci. Nel buio, sent́ la ragazza rannicchiarsi contro di lui, coś la circonḍ con le braccia e si addormenṭ con lei.
Ciaaaao a tutti!
La follia qui continua e continuerà per ancora un po' di capitoli... nel prossimo ci sarà un bel po' di fluff rumbelle perché ne avevo immediato bisogno...
L'ansia per il prossimo episodio mi sta divorando. Non so voi, ma quello sneak peek mi ha distrutto tutti i potenziali sonni tranquilli che potevo fare.
Ma vabbè, come al solito lasciate una recensione per dirmi se sto scrivendo una cosa senza senso o se invece pare avere un filo logico...
Per oggi vi saluto, ciauuu!!