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Autore: CountessMikk    25/11/2016    1 recensioni
| vikturi flashfic | first encounter - child!Yuri x young!Viktor |
Quando Yuri glielo chiese in lacrime per l'ennesima volta, sua madre - esasperata da quel piagnucolare incessante - finì con l' accontentarlo.
D'altronde, il bambino non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire un'occasione del genere: finalmente avrebbe incontrato Viktor Nikiforov.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando Yuri glielo chiese in lacrime per l'ennesima volta, sua madre - esasperata da quel piagnucolare incessante - finì con l' accontentarlo.

Non si ricordava di aver mai visto suo figlio così felice.

Era pomeriggio inoltrato, quando uno Yuri decisamente sovraeccitato la trascinò canticchiando verso il palaghiaccio: si vociferava che Viktor Nikiforov si trovasse proprio lì per allenarsi, in attesa della gara che si sarebbe tenuta qualche giorno dopo.

E Yuri non voleva, non poteva lasciarsi sfuggire un'occasione simile: avrebbe respirato la sua stessa aria, lo avrebbe ammirato - seppur da lontano - volteggiare come una libellula a pelo d'acqua sulla pista ghiacciata, con la grazia e la precisione che solo lui, fra tanti, possedeva.

Se fosse stato fortunato poi, forse sarebbe riuscito anche ad avvicinarsi, e a chiedergli un autografo: chissà se il suo cuore avrebbe retto.

"Vado a sbrigare delle commissioni, nel frattempo" Gli disse d'un tratto sua madre, accarezzandogli la guancia pallida: "A dopo, tesoro!"

Un attimo più tardi, il dodicenne saliva frettolosamente la scalinata dell'edificio: spalancò veloce la porta d'ingresso e si perse tra i corridoi freddi, l'ombra di un sorriso ad illuminargli il volto paffuto.

Ma non trovò Viktor ad attenderlo.

La pista era deserta, ed il silenzio tutt'attorno interrotto solo dal suo respiro rumoroso: era arrivato troppo tardi, Viktor doveva già essersene andato da un pezzo.

Tirò su col naso, e si asciugò una lacrima dispettosa che gli era scivolata giù dagli occhioni scuri: se l'era lasciato sfuggire.

"Ehi, bambino!"

Stava per andarsene, quando una voce dal pesante accento russo lo fece bloccare sul posto, pietrificandolo.

Viktor era in piedi dinanzi a lui, sulla soglia degli spogliatoi: la chioma argentea che gli ricadeva scomposta sulle spalle esili, fasciate in un'aderentissima tuta nera impreziosita da una spruzzata di gemme brillanti. 
Il suo volto affilato era aperto in un gran sorriso, e gli occhi chiari lo fissavano curiosi: si asciugò la fronte alta imperlata di sudore con un gesto secco della mano.

"Che ci fai qui? Come ti chiami?"

Ma Yuri sembrava avesse dimenticato come parlare: il suo sguardo incredulo si era perso in quello divertito del pattinatore, calamitato irrimediabilmente.

"Sai parlare?" Scherzò poi Viktor, che avanzò lievemente e si mise in ginocchio davanti a lui: per avere solo diciassettenne anni, era incredibilmente alto.

Yuri si riscosse subito, ed aprì la bocca a vuoto svariate volte prima di articolare un flebile: "Y-Yuri"

"Bene, Yuri..." Viktor aveva incatenato le sue iridi azzurre a quelle cioccolato del bambino "Come mai sei venuto da me, oggi?"

Yuri fu preso in contropiede, e per qualche secondo l'unico suono udibile fu il tum tum emozionato del suo cuore.

"I-io sono qui perché, u-un giorno..."

Ci fu un'altra pausa.

"...vorreidiventarebravocomelei."

La confessione gli uscì tutta d'un fiato, facendo ridacchiare Viktor.

Yuri pensò che lui avesse riso per l'idiozia enorme che aveva appena detto, e non seppe fermare in tempo il labbro inferiore, che gli tremò incontrollabile.

Viktor lo guardò intenso, e raccolse con un dito la prima di un fiume di lacrime.

"Perché piangi?"

"P-perchè... I-io non potrò m-mai essere come lei, s-signor Viktor, s-sono solo un incapace."

"Chi ti ha detto questo, Yuri?"

"L-lo so e basta, signore."

"Bè, lascia che ti dica una cosa, Yuri." Viktor si alzò, stirandosi sulle gambe lunghe, poi gli posò una mano sulla testa, e gli arruffò dolcemente i capelli d'ebano.

"Non permettere mai a nessuno di dirti che non sei abbastanza, tantomeno a te stesso."

Yuri rimase senza fiato: stava forse sognando?

"Devi crederci."

***

"Devi crederci."

Viktor glielo aveva sussurrato all'orecchio, qualche minuto prima dell'inizio della gara: lo aveva abbracciato stretto, e una mano era scattata a scompigliargli la chioma corvina.

Poi il giovane entrò in pista, e fu subito magia.

Migliaia di occhi lo fissavano stregati, ammirandolo, cercandolo, ma invano.

Yuri stava danzando solo per lui, il cuore in fiamme.

  
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