«Ti ucciderà.» Mycroft – dietro la propria scrivania - lancia nuovamente uno sguardo al monitor, teso.
 
«Non sei preparato.» Sussurra, come se Sherlock –  una macchia grigia persa tra le righe del video – potesse sentirlo.
 
Improvvisamente, nel mare elettrostatico della ripresa, una piccola screziatura si avvicina al fratello, lenta.
 
Li osserva muoversi, vicini, e combatte la tentazione di zoomare su di loro.
 
Vorrebbe capire. Prevenire.
 
Ma non può.
 
 
Non deve.
 
 
Alla fine le due piccole fiammelle, tremanti, si ripiegano su loro stesse, toccandosi.
 
Mycroft torna a respirare.
 
 
Sorprendentemente, Sherlock è vivo.
 
 
Il troppo amore - la scelta di confessarlo - non lo ha ucciso.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Per prima cosa chiedo scusa a chi è ancora in attesa dell’aggiornamento di “180 days”. Il ritardo si sta prolungando, lo so, e ne sono mortificata.
 
Purtroppo il trasferimento ha seriamente compromesso (almeno per il momento)  la mia capacità di scrittura. Vi giuro che ci sto provando, ma è come se la mente si svuotasse non appena mi siedo alla scrivania.
 
Oggi, per cercare di spezzare il circolo vizioso, mi sono armata di pc e sono andata da Starbucks, pensando: “magari cambiare ancor più aria può aiutare.” Una terapia d’urto, insomma.
Chiaramente, non sono riuscita a mettere mano alla long. :(
 
Ma, ascoltando un po’ di musica, è nata questa drabble.
 
Il brano di riferimento è – com’era forse in parte intuibile dal titolo XD – “Too much love will kill you”, dei Queen.
Canzone stupenda che, non appena potrò, riutilizzerò anche per la stesura di una OS.
 
Spero che questa piccola cosa possa essere stata di vostro gradimento, per quanto sia davvero una sciocchezza.
 
Grazie, come sempre, a chi avrà letto fin qui. :)
 
A presto (lo spero tanto!),
B.