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Autore: Crystal25396    25/11/2016    4 recensioni
Tutti abbiamo sognato di vivere un’avventura come quella dei Digiprescelti. Ma c’è una cosa, un piccolo particolare che mai nessuno, quando sente la storia di Tai e degli altri, tende a considerare.
Perché c’è una cosa di cui tutti loro avevano bisogno. Quella cosa che solo Mimi aveva il coraggio di urlare a squarciagola e che Sora sentì il bisogno di diventare.
Per i suoi amici e per se stessa.
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Possibile SPOILER terzo capitolo di Digimon Adventure tri.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sora Takenouchi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Bisogno d’Amore
 
 


Quando qualcuno sente parlare della nostra storia, dei sette ragazzini catapultati improvvisamente a Digiworld, questo fantastico mondo popolato solo da mostri digitali, desidera solo di poter vivere un’avventura simile alla nostra. L’idea di prendere parte ad una lotta del bene contro il male, di incredibili combattimenti, strabilianti digievoluzioni e luoghi magici, fanno sembrare il tutto fantastico.
Molti ci invidiano per ciò che abbiamo vissuto. «Avrei tanto voluto esserci anche io!» dicono.
E come dar loro torto? E’ stata una grande avventura, che ci ha regalato degli amici speciali, che ci ha uniti e ci ha fatti crescere.
 
Ma non è sempre stato tutto rose e fiori. Nessuno mai, nell’udire la nostra storia, si sofferma su un piccolo, importante particolare: eravamo bambini.
Bambini che improvvisamente si sono ritrovati soli e sperduti, abbandonati a se stessi in un mondo completamente nuovo e diverso dal loro. E non è stato per niente facile all’inizio.
 
Tai e Matt, così simili e diversi allo stesso tempo, i miei due migliori amici, non facevano altro che litigare. L’impulsività contro la ragione, l’esuberanza contro la riflessione. Non c’era giorno in cui non si azzuffassero, arrivando a volte perfino a prendersi a pugni.
 
Joe cercava sempre di calmarli: essendo il più grande del gruppo si sentiva responsabile per ognuno di noi. Cercava di essere il nostro grillo parlante, ma con scarsi risultati. Alla fine era sempre Tai quello che prendeva la situazione in mano e ciò non faceva altro che deprimere il povero Joe, che si sentiva sempre più inutile.
 
Izzy, dal canto suo, era completamente affascinato da quel mondo. Vi era talmente preso che a volte pensavo si dimenticasse completamente di noi. Gli interessava solo capire, comprendere ciò che ci stava succedendo. Doveva sfamare la sua sete di conoscenza a tutti i costi.
 
Come fece il piccolo TK, che faceva solo la seconda elementare, a sopportare tutto questo ancora non me ne capacito. Quel bambino, ormai ragazzo, aveva una forza incredibile. Quando ci penso, non mi sorprende che sia spettata a lui la Digipietra della Speranza. Quanti bambini, a soli sette anni, sarebbero riusciti a sopportare un viaggio in un mondo sconosciuto, mentre il proprio fratello fa a pugni con il proprio migliore amico? Quanti, a sette anni, sarebbero riusciti a riprendersi alla vista del proprio migliore amico, il proprio Digimon, che si sacrifica per estirpare l’oscurità dal proprio mondo? Quanti sarebbero riusciti a quell’età a non farsi sopraffare dal dolore e dalla tristezza? Quanti sarebbero riusciti ad affrontare tutto questo senza quelle due figure che ci supportano e ci stanno accanto nei momenti più difficili? Sì, perché tutti noi avevamo bisogno di quella cosa che solo Mimi aveva il coraggio di urlare a squarciagola, con le lacrime che le rigavano le guance.
«Voglio andare a casa, voglio la mia mamma!»
 
Di quello avevamo bisogno. Di una mamma. Di qualcuno che ci facesse sentire protetti e al sicuro, amati incondizionatamente. Avevamo bisogno di sentirci a casa. Avevamo bisogno di una mamma.
 
E’ così che ho iniziato a comportarmi come tale. Ne avevamo bisogno tutti e così ho cercato di occupare temporaneamente quel ruolo. Lasciavo sfogare Tai e Matt, sgridandoli e cercando di riportare la pace fra di loro; mi appoggiavo a Joe e lo facevo sentire importante, facendogli capire che tutti noi avevamo bisogno di lui, della sua affidabilità; supportavo Izzy e lo incoraggiavo a non smettere di cercare e di capire; consolavo Mimi, asciugandole le lacrime e cercando di distrarla, di farle vedere il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto, come in quel momento le riusciva più facile; abbracciavo TK, dicendogli che non era solo, che aveva suo fratello, me, Tai e tutti gli altri, gli ripetevo che tutto sarebbe andato bene, che si sarebbe risolto, che saremmo tornati a casa. Non aveva importanza che lo credessi sul serio o meno: lui aveva bisogno di sentirselo dire, aveva bisogno che qualcuno lo rincuorasse.
 
E infine aiutavo me stessa. Anche io avevo bisogno della mia mamma, ma rendendomi il più possibile utile e preoccupandomi dei miei amici, riuscivo a tenere quel pensiero nascosto in un angolo della mia mente e riuscivo a diminuire quella stretta che sentivo all’altezza del cuore. Dando amore agli altri, riuscivo a donarne un po’ anche a me stessa.
 
«Sora! Sembri proprio una mamma.» mi ha detto Biyomon il giorno prima che quel maledetto Reboot si attivasse, prima che tutto per lei e per tutti noi ricominciasse da zero.
Non le ho risposto. Mi sono limitata a sorriderle.
Lo so avrei dovuto dirle, Ma ormai non riesco a farne a meno. Ho guardato la parete sopra la testiera del mio letto. Sul muro, era dipinto il simbolo della mia Digipietra, un disegno che avevo fatto tanto tempo prima, dopo aver sconfitto Apokarimon e lasciato Digiworld.
 
Amare. E’ quello che sa fare meglio una mamma: diffondere amore a tutti quelli che ne hanno bisogno.
 
Ora la storia si sta ripetendo, ma al contrario. Sei anni fa, ero io quella sperduta che aveva bisogno di Biyomon. Ora è lei ad aver bisogno di me. E le darò tutto l’amore che possiedo.
Le accarezzo la testa, mentre lei, ancora allo stadio primario, dorme profondamente sulle mie gambe, e le sorrido.
 
«Ti voglio bene, Yokomon»

 
 
 

 


 
 
***
Angolo dell’Autrice
 
La storia mi è venuta in mente per non so quale ragione ieri sera. So che ad alcuni il lato materno di Sora non piace particolarmente e questo è il mio tentativo di spiegare perché la nostra Digiprescelta dell’Amore si comporta in questo modo.
Preciso un paio di cose:
1. non mi sono dimenticata di Kari. Non l’ho citata semplicemente perché lei si è unita a suo fratello e gli altri dopo. Non si è ritrovata a Digiworld all’improvviso, senza sapere a cosa andava incontro, per lei la cosa è stata più graduale.
2. sono impazzita per l’età di TK. Mi spiego… Io ero convinta che all’inizio di Adventure frequentasse la prima elementare, ma mi è venuto il dubbio e sono andata su Wikipedia a vedere. Lì c’è scritto che Kari frequentava la seconda elementare e che aveva 8 anni. Sono andata nel pallone: se anche TK aveva 8 anni, perché erano in seconda elementare e non in terza? Ma non potevano essere in terza elementare, sarebbero stati troppo grandi. Così alla fine, nel dubbio, gli ho dato 7 anni. Una via di mezzo, insomma xD
 
Questa è stata la mia prima storia nella sezione Digimon, spero di aver fatto un buon lavoro. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se avete consigli o errori che mi sono sfuggiti da segnalarmi, ve ne sarei infinitamente grata. Per quanto rilegga, ci sarà sempre qualcosa che mi sfugge…
Intanto ringrazio tutti quelli che hanno deciso di leggere questa mia breve storia.
Bye bye!
 
-Crystal-
   
 
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