Anime & Manga > One Punch Man
Segui la storia  |       
Autore: SOI_7    25/11/2016    0 recensioni
(Una rivisitazione dell'omonimo film Marvel all'interno dell'universo di One-Punch Man). Dopo i danni provocati dalla distruzione del meteorite e la battaglia dell'invasione aliena, l'Associazione Eroi mette in discussione la validità dei propri eroi, decidendo di usare il pugno di ferro con loro. Non tutti, però, sono favorevoli a questo nuovo trattamento, provocando una spaccatura fra i classe S (Contiene spoiler per chi non ha letto il manga di Murata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genos, Saitama, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 9 – Da che parte stai?
 
Saitama raggiunse il quartier generale dell’Associazione in pochi secondi. Le fondamenta della micro-città erano protette da una muraglia che circoscriveva l’intera struttura, salvo per i collegamenti con le autostrade. Saitama sfruttò proprio una di esse per tentare la sua intrusione.
L’autostrada terminava in corrispondenza di un enorme porta blindata, al di sopra della quale vi era una telecamera dalla forma bizzarra. Il classe B si avvicinò di alcuni metri, giusto quel tanto che bastava per attivare il sistema di riconoscimento. La telecamera emise un fascio rosso che lo scansionò dalla testa ai piedi, dopodiché una sirena cominciò a suonare. Evidentemente McCoy aveva riprogrammato il sistema di sicurezza in modo da riconoscere Saitama e gli altri eroi come intrusi, esattamente come aveva ipotizzato Silver Fang.
Il classe B corse verso la porta blindata. A destra, applicata al muro, vi era una console. Saitama pigiò dei tasti a caso, finché non si aprì un vano per introdurre il disco di Piko. L’eroe attese qualche minuto, dopodiché una luce verde si illuminò all’ultimo piano di uno dei grattacieli del quartier generale. Quello doveva essere il luogo in cui erano custodite le registrazioni. Tuttavia, la porta non si aprì.
Saitama si grattò la testa, perplesso. A quanto pareva, il sistema di sicurezza creato da Metal Knight era molto più avanzato di quanto il virus creato da Piko fosse in grado di violare. Prima che il classe B potesse pensare al da farsi, due feritoie si aprirono ai lati della telecamera, dalle quali saltarono fuori due robot simili a ragni. Dalle loro schiene spuntarono due cannoni, dai quali i robot spararono dei laser rossi contro Saitama.
L’eroe per hobby saltò in tempo per schivare i colpi, per poi atterrare su uno dei due robot, schiacciandolo. Staccò poi il cannone dalla carcassa metallica, e lo lanciò contro l’altro droide, facendolo esplodere.
Saitama rifletté rapidamente. Ormai sapevano della sua presenza, per cui non valeva più la pena agire furtivamente. Sferrò quindi un potente pugno contro la porta blindata, aprendola come un barattolo, e si addentrò nella struttura.

 
 -----o-----

L’ambulanza raggiunse Spatent Rider dopo una decina di minuti, durante i quali la famiglia che il classe C aveva salvato lo aiutò a medicarsi le ustioni. I soccorsi trassero in salvo anche gli altri eroi che erano stati infortunati dallo scontro, ad eccezione di Sonic, il cui corpo scomparve per motivi ignoti.
Tatsumaki, che era ancora scossa dallo scontro con Saitama, giunse sul posto per assicurarsi che non ci fossero stati dei morti.
"Danni all’autostrada e alle vetture, ma fortunatamente tutti vivi, eccetto i vostri bei ricordini sul corpo..." disse l’esper, alludendo alle loro ferite.
"Piantala, brutt..." cominciò Metal Bat, venendo interrotto da un improvviso colpo di tosse.
"La prego di non parlare, signore, ha riportato molte fratture alla gabbia toracica" disse uno degli infermieri che lo stavano accompagnando alla vettura. Il classe S si limitò ad annuire.
Tatsumaki lo controllò salire con la coda dell’occhio, dopodiché si avvicinò a Spatent Rider, che era stato caricato su una barella.
"Ehy, Tour de France, come ti senti?" chiese lei.
Spatent Rider ridacchiò. "Sopravviverò"
L’esper fece spallucce. "Visto che ora siete tutti al sicuro, posso pure tornare a casa... Ah, dov’è andata la lattina?"
"Intendi Genos? Beh... è andato anche lui al quartier generale per raggiungere Saitama" disse il classe C.
Tatsumaki sgranò gli occhi. "MA E’ IMPAZZITO?? VUOLE FARSI ROTTAMARE??"
"Ecco..."
"Aaaaargh! Non impareranno mai! Sarà meglio che vada a fermarlo, o lo ritroveremo ridotto in fil di rame!" disse l’esper, per poi mettersi in volo, diretta verso l’Associazione, sotto lo sguardo inebetito di Spatent Rider.

 
 -----o-----

Saitama riuscì finalmente ad uscire dal labirinto del quartier generale, raggiungendo il grattacielo da cui partiva il segnale. L’edificio, con grande disappunto del classe B, era molto più alto di quanto pensasse, e questo significava solo due cose: avrebbe dovuto salire a piedi, o saltare fino all’ultimo piano. In entrambi i casi, il tempo stringeva, e McCoy avrebbe potuto fuggire con le registrazioni da un momento all’altro. Per cui, decise di optare per la seconda opzione, in quanto più rapida.
Prima che potesse spiccare il balzo, una voce interruppe i suoi pensieri.
"Maestro!"
Saitama si voltò di scatto, in posizione offensiva, vedendo il suo discepolo.
"Non ti è bastata?" disse il classe B, minaccioso.
"Maestro Saitama... mi dispiace. Aveva ragione su tutto, sono stato un idiota a non aver preso le sue parti. Ma adesso ho intenzione di rimediare, sono qui per darle una mano a distruggere quei file, come avrei dovuto fare fin dall’inizio" disse Genos, sincero. Saitama lo guardò, immobile, per qualche minuto. Non era del tutto sicuro che Genos fosse sincero, o se si trattasse di un bluff per fargli abbassare di nuovo la guardia, ma il cyborg aveva ricevuto una sonora lezione prima, per cui era alquanto improbabile che fosse così incosciente da cercarne un’altra. Il classe B si rilassò, avvicinandosi a Genos.
"Finalmente l’hai capito. Ti ringrazio" disse, abbozzando un sorriso. "I file sono custoditi all’ultimo piano dell’edificio e, come puoi ben vedere, è parecchio alto. Ti andrebbe di farci un salto?"
Genos sorrise a sua volta. "Senz’altro, Maestro"
I due eroi flessero le gambe, per poi spiccare un potente balzo. Grazie alla straordinaria forza di Saitama e ai propulsori di Genos, entrambi riuscirono a raggiungere l’ultimo piano in pochi secondi, dopodiché Genos fece da trampolino per permettere al suo maestro di darsi la spinta necessaria a penetrare attraverso le finestre in vetro, sfondandole.
Saitama si rimise in piedi, mentre Genos sfrecciava all’interno dell’androne, per poi rendersi conto che si trovavano in un buio ufficio, pieno di schermi, computer e armadietti.
"Secondo lei dove possono custodire le registrazioni sui classe S?" chiese Genos, scansionando la sala.
"Più vicino di quanto pensi" disse una voce improvvisamente.
Alla scrivania di fronte i due eroi, una sedia si girò, rivelando McCoy, seduto comodamente.
"Non credevo che avreste trovato l’edificio, vi faccio i miei complimenti per avermi fatto ricredere. In parte è anche per questo che non ho attivato ulteriori misure di sicurezza e non sono scappato: morivo dalla voglia di parlare con voi dopo questa... impresa" disse il vicecapitano.
"Basta con le chiacchiere, Polifemo!" esclamò Saitama. "Fa’ sparire quelle registrazioni, o ci penseremo noi!"
McCoy ridacchiò. "Non credo proprio, Caped Baldy. Vedi, credevo che ormai avessi capito la logica che c’è dietro alle mie intenzioni. Voi stessi mi avete dato la prova di avere ragione. Guarda cosa avete provocato pochi minuti fa: distrutto un’importante porzione della rete che collega il quartier generale alle altre città, rischiato di ferire degli innocenti, e a momenti non vi ammazzavate fra di voi, in preda all’anarchia più totale. Hai ancora il coraggio di darmi torto dopo tutto questo?"
Saitama fece un passo avanti. Era incredibile come quell’uomo avesse sempre l’ultima parola, e questo gli dava ancor di più sui nervi.
"'Tutto questo'... è successo a causa sua! Lei ha cercato di controllarci, quando in realtà doveva fidarsi di noi Eroi!" disse.
McCoy congiunse le dita, sorridendo. "Trovi? Strano, perché c’è una piccola cosa che tu dovresti vedere..."
Il vicecapitano pigiò un tasto sulla tastiera della scrivania. Uno dei grandi monitor che erano affissi alle pareti si accese, riproducendo un filmato.
Saitama lo riconobbe subito, era la registrazione di quello che successe alla scuola un mese prima, la stessa registrazione che l’Associazione aveva catturato a loro insaputa. Tuttavia, notò il classe B, vi era qualcosa di strano in quel filmato. Le immagini erano contraddistinte da un insolito filtro giallo, con varie stringhe sparse agli angoli dello schermo. Le riprese si soffermarono su King, rannicchiato in posizione fetale in preda alla paura.
"King, stai bene?" disse la voce di Genos nella registrazione, provenendo da dentro la telecamera.
Saitama si rifiutò di crederci. La telecamera si spostò sul suo doppio nella registrazione, il quale si rivolse all’obbiettivo.
"Tu resta con King. Aiutalo a uscire, se necessario. Io sistemo quella lucertola"
La telecamera annuì, confermando ciò che Saitama temeva.
"Credi ancora di poterti fidare degli eroi che ti circondano, Caped Baldy?" disse McCoy malizioso.
Il sangue cominciò a ribollire nelle vene del classe B come mai gli era successo in vita sua. Serrò i pugni a tal punto da far scrocchiare le dita, per poi voltarsi lentamente verso Genos.
"Tu lo sapevi... l’hai sempre saputo. Eri in combutta con lui fin dall’inizio!" ringhiò.
Genos rimase in silenzio. Saitama lo prese come una conferma, e sferrò un pugno contro un armadietto in preda alla rabbia.
"HAI MANDATO KING SOTTO I PONTI E CI HAI FATTO DIVENTARE TUTTI GLI SCHIAVETTI DI MCCOY!" urlò Saitama, avvicinandosi lentamente al cyborg.
"Maestro... McCoy aveva una pista sull’assassinio della mia famiglia. Un membro dell’Associazione è coinvolto in quell’incidente, e speravo che con quelle registrazioni avrei potuto capire di chi si trattasse" disse debolmente Genos, tentando di giustificarsi.
Saitama cominciò a trarre profondi respiri, evitando con tutto sé stesso di guardare Genos negli occhi.
"Maestro... non avrei mai accettato, se avessi saputo che sarebbe successo tutto questo. Sono stato usato, come tutti noi!" insistette Genos.
Saitama si voltò verso i vetri che aveva sfondato poco fa. Trasse un profondo respiro, annuendo, dopodiché sferrò un potente pugno nello stomaco di Genos, scagliandolo contro la parete dietro di lui.
McCoy ridacchio, mettendosi comodo sullo schienale della sua sedia e godendosi lo spettacolo. Saitama corse verso Genos, il quale schivò lateralmente con una capriola il suo maestro, che fece esplodere uno schermo con un altro pugno. L’eroe calvo balzò in avanti e afferrò Genos per le caviglie, per poi roteare su sé stesso come una trottola e lasciar andare il cyborg, il quale si schiantò sulla scrivania di McCoy, mandandola in frantumi e facendo perdere i sensi al vicecapitano.
Saitama staccò un monitor da una parete e lo scagliò contro Genos, il quale non fece in tempo a schivarlo e si beccò l’LCD in pieno volto. Il classe B approfittò dello stordimento del cyborg per correre verso di lui e sferrare un nuovo attacco, ma Genos effettuò una capriola all’indietro e colpì il mento di Saitama con i propri piedi. L’eroe per hobby indietreggiò, massaggiandosi la mandibola, e venne colpito in pieno da un proiettile di fuoco del suo discepolo.
L’eroe calvo rimase immobile, mentre il fumo si diradava. Genos, intanto, recuperò fiato. Il suo Maestro non stava combattendo come al solito, non era intenzionato a finirlo o a trattenersi dal farlo. Stava semplicemente dando libero sfogo alla sua furia.
Saitama guardò in cagnesco il cyborg. "Hai bruciato la mia divisa!"
Il classe B scattò in avanti, tentando di colpire il cyborg, il quale gli saltò sopra e usò i suoi propulsori per atterrare violentemente sulla sua schiena. Fece poi un ulteriore balzo all’indietro, caricando il suo Inceneritore.
Saitama si rialzò, correndo con un pugno levato verso il cyborg, il quale caricò a sua volta verso di lui. Il getto di fiamme di Genos e il pugno del classe B si scontrarono, emanando un potente bagliore dorato, dal quale i due eroi rimasero accecati. Genos, tuttavia, sfruttò i suoi impianti cibernetici per riacquistare velocemente la vista, e colpì il confuso Saitama con un Machine Gun Blow. L’eroe calvo venne crivellato di pugni, per poi barcollare all’indietro. Genos decise di dargli il colpo di grazia, sferrando un poderoso pugno coadiuvato dai suoi propulsori, ma Saitama lo bloccò con una mano, per poi lanciare il cyborg verso la finestra infranta. Genos affondò una mano nel pavimento, salvandosi da un’inevitabile caduta, ma si rialzò solo in tempo per vedere il proprio maestro, con il pugno levato in alto, a pochi metri da lui.
Il cyborg, non sicuro sul da farsi, chiuse gli occhi e abbozzò quella che era un misto tra una mossa evasiva e una protezione al proprio volto, ma non riuscì a schivare il colpo di Saitama.
 Ci fu un’esplosione fragorosa e, quando Genos riaprì gli occhi, vide che il suo braccio sinistro era andato completamente in frantumi. Sconcertato, guardò il suo Maestro, che lo sovrastava con un’espressione di rimprovero. Il classe B lo afferrò per la gola e lo lanciò contro un pilastro, sul quale il cyborg lasciò un solco a causa dell’impatto. Saitama si scagliò contro di lui, mentre era accasciato al pavimento, e cominciò a sferrare ripetuti pugni sul quasi esanime classe S, incrinando sempre di più il suo torace. Saitama accompagnò ogni pugno con un urlo di rabbia, finché il torace non si frantumò, esponendo il generatore del cyborg. Il classe B levò un ultimo, possente pugno, dal quale Genos riuscì ad elaborare un solo messaggio:
MORTE
Genos chiuse gli occhi d’istinto, conscio che era giunta la sua fine. Sentì un boato, ma non provò alcun dolore. Confuso, aprì gli occhi, e notò un pezzo di pilastro mancante a sinistra della sua testa. Saitama era ancora davanti a lui, ansimante.
I due si guardarono in silenzio per alcuni secondi, dopodiché Saitama si alzò, fece alcuni passi indietro guardando il suo discepolo, e saltò dalla finestra che aveva sfondato inizialmente.
Genos non seppe come interpretare quel gesto. Non riuscì a capire più nulla, se non che le forze lo stavano lentamente abbandonando e la sua vista si stava oscurando a poco a poco.

 
 -----o-----

Tatsumaki aveva sorvolato il quartier generale in cerca di Genos o di Saitama, senza avere fortuna. Era stupita del fatto che non ci fossero sistemi di sicurezza ad accoglierla, ma ipotizzò che uno dei due li aveva già neutralizzati. Dopo una lunga ricerca, udì dei boati provenire da un grattacielo, per cui dedusse che probabilmente si trovavano lì. L’esper volò verso l’edificio ed entrò attraverso i vetri rotti in precedenza dall’eroe calvo.
Tatsumaki trovò una sala completamente devastata. Sembrava come se qualcuno avesse dato luogo ad una rissa e poi avesse fatto esplodere una bomba. Si guardò attorno, alla ricerca di uno dei due eroi, finché non notò il corpo privo di coscienza di Genos, accasciato al pilastro.
L’esper si avvicinò al corpo del cyborg e si accovacciò per guardarlo meglio. Aveva il torace completamente aperto in modo da esporre quella che sembrava una grossa palla piena di luci azzurre, e il suo braccio sinistro era completamente andato, ma nel complesso sembrava ancora vivo. Di certo non poteva stabilirlo da parametri normali per un essere umano, come il respiro o il battito cardiaco.
Tatsumaki sospirò. "Te la sei cavata bene, lattina. Per oggi basta così"
L’esper si alzò e, con i suoi poteri psichici, sollevò il corpo di Genos, facendo per andarsene, quando improvvisamente udì una risata. McCoy si era ripreso, malgrado fosse anche lui ferito.
"EROI! Coloro su cui l’umanità conta! Il meglio che il mondo ha da offrire per garantire la nostra sicurezza!" esclamò, delirante, il vicecapitano. "Mentre l’umanità supplica aiuto, voi vi prendete a sberle, ignorando che è a noi che dovete dare conto! Sitch è stato troppo permissivo con voi in tutti questi anni, e ora me ne rendo conto più che mai!"
Tatsumaki lo guardò con profondo disgusto. "Non imparerai mai, vero? Sei ancora convinto di poterci controllare? Tu non volevi proteggere l’umanità, volevi giocare a fare Dio! Tutti al tuo potere, pronti ad essere cancellati qualora non ti andasse a genio il loro operato!" esclamò l’esper. "Beh, il tuo bel piano non ha funzionato molto, sai? Alla fine siamo ancora noi a decidere, droni o no"
"Siete solo degli indisciplinati!" sbottò McCoy. Tatsumaki gli si avvicinò, rivolgendogli la sua occhiata più velenosa.
"Tu non capirai mai noi eroi, finché continuerai a voler essere al di sopra di tutti. Noi non siamo dei semplici soldati che svolgono un compito. Non basta salvare vite per essere un eroe. Un eroe serve anche a dare speranza, e questo non ha niente a che fare con quanta gente salvi o che grado occupi" disse l’esper. McCoy rimase in silenzio, con la faccia di uno che ha ingerito qualcosa di particolarmente disgustoso.
"Cancellate le registrazioni sui classe S e annunciate pubblicamente la falsità delle dichiarazioni su King. Fate tornare tutto come prima, e non osate mai più interferire nel nostro operato. Siamo stati in grado di proteggere l’umanità per anni, e continueremo a farlo, con o senza la vostra approvazione" concluse Tatsumaki. L’esper volò via dalla finestra infranta, seguita dal corpo fluttuante di Genos, mentre McCoy rimase imbambolato a guardarla andare, perso nei suoi pensieri.
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Punch Man / Vai alla pagina dell'autore: SOI_7