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Autore: kiku77    25/11/2016    5 recensioni
Chi possiede la ricetta perfetta per crescere senza cadere, senza sbagliare?
Nessuno.
Non la conosce chi non sa bene cosa vuole, come Yukari.
Ma nemmeno chi sembra avere le idee chiare da sempre, come Genzo…
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Restano a letto fino a mezzogiorno. Poi capiscono che è tempo di andare.
Si alzano, si lavano e rivestono.
Escono in fila e un vento gelido li avvolge nel breve tragitto dalla palazzina all’auto parcheggiata poco lontano.
Non parlano per tutto il viaggio.
Genzo parcheggia al lato del viale, Yukari scende e aspetta che lui le faccia strada.
La portineria è un trionfo di colori, cristalli, oggetti preziosi e strani.
Prendono l’ascensore e dopo poco sono di fronte all’appartamento di Genzo.
Yukari avanza timidamente lungo il corridoio.
Osserva in silenzio, senza commentare le stampe appese ai lati, fino ad arrivare all’ampio salone.
Nota il ritratto di Genzo, appoggiato per terra, in attesa di una collocazione.
“L’hai portato qui…”
Il portiere si sfila alcuni oggetti dalle tasche, si toglie la giacca della tuta, il berretto.
“Sì, ma è di passaggio.”
Yukari lo fissa, perplessa.
“Lo vorrebbe mia madre. Dice che nell’altro appartamento starebbe meglio.”
“L’altro appartamento…”
“Sì, quello dei miei” risponde lui, cercando quasi di chiudere le parole dentro la bocca.
La ragazza si siede sul divano, si fa piccola piccola, “avete due appartamenti a Tokyo?” domanda, ingenuamente.
“Sì, “ risponde il ragazzo, mettendosi a fare il tè, “a dire la verità ne abbiamo diversi.”
Lei abbassa la testa, “capisco.”
Si alza, e raggiunge il banco della cucina. Prende posto su uno sgabello, gioca con un pezzo di carta lasciato lì.
“E’ davvero bello qui.”
“Grazie.”
Genzo le serve il tè, si siede di fronte, ma non parla.
Cerca di capire come mai nel volto di lei ci sia un’ombra, una specie di tristezza, ma non riesce a mettere insieme una frase, si sente sopraffatto dalle emozioni.
Beve un sorso e cerca di recuperare un minimo di tranquillità: in fondo si sono appena messi insieme; non c’è più nulla da temere.
Allunga le chiavi dell’appartamento verso di lei.
“Puoi trasferirti qui, mentre aspetti che tutti i documenti siano pronti, così potrai liberare casa tua e recidere il contratto d’affitto. Per il trasloco puoi sempre fare affidamento sulla mia segretaria. Ti aiuterà lei a trovare qualcuno che ti aiuti.”
“Il trasloco…” farfuglia Yukari, allontanando la tazza da sé.
Genzo annuisce, “sì, non ha senso che continui a stare lì. Che ne pensi?”
Yukari non risponde, come attonita, svuotata, immobile.
“Cosa ti prende?” domanda allora il portiere, alzandosi di scatto.
“No, niente… è che… per un tempo lunghissimo siamo stati come sospesi in una terra di mezzo. Ed ora, in un momento… in un attimo, tutto si stravolge… è strano.”
Lui non risponde; si limita a sorridere con un’espressione tesa in volto.
“I cambiamenti fanno sempre molta paura. Lo so: lo so come ti stai sentendo. Lo immagino” riesce a dire dopo un attimo.
Yukari si alza, cerca una finestra.
“So che per te tutto questo è un grande atto di… coraggio…” aggiunge ancora.
Lei si volta, sorride, abbassa la testa.
“Non è coraggio, Genzo. E’ semplicemente amore.”
Il portiere deglutisce, ricadendo sulla sua tazza di porcellana finissima.
“Il primo giorno che ci siamo rivisti… quel giorno ho pensato che fossi la persona più debole del mondo. Mi sei sembrata così fragile e innocente. Così impreparata alla vita di Tokyo.“
Yukari si siede per terra, ascolta.
“Io mi sentivo superiore. Superiore a tutti, a tutto. Invece ero solo spaventato. Arrabbiato.”
“Sono sensazioni più che giustificate, dopo quello che ti è successo. Non devi essere così severo con te stesso.”
“Sei… sei sbocciata come un fiore. Ti sei fortificata giorno dopo giorno. E ora Tokyo non ti fa più paura. Non ti fa più paura nessuna cosa.”
Lei arrossisce, si chiude un po’ su se stessa.
“Non  è proprio così Genzo…  ho ancora un po’ di paura. E mi sento ancora molto inadeguata… per esempio: mi sento veramente inadatta a questo appartamento…”
Lui si avvicina.
“Possiamo cambiare le cose che non ti piacciono.”
“Ma non c’è assolutamente niente che non mi piaccia. E’ solo che mi sembra troppo… troppo per me.”
Genzo si avvicina, si siede per terra, di fronte a lei.
“Ti ci dovrai abituare.”
Lei annuisce, senza nascondere un po’ di desolazione sulla faccia.
“Ad ogni modo, non sei affatto inadeguata” sussurra a mezza voce il portiere, nascondendosi gli occhi con il berretto.
“Tu dici?”
“Assolutamente” sentenzia categorico, senza la minima esitazione.
Yukari gli sorride timidamente. Sente gli occhi di lui addosso, se li sente sotto i vestiti, dentro il corpo.
Genzo si alza, cerca di concentrarsi su qualcosa che non sia lei.
Se si concentra su Yukari impazzisce di desiderio, si sente mancare la terra sotto i piedi, l’aria nei polmoni.
“Devo finire di preparare la borsa. Vieni di là?”
La ragazza di alza subito e lo segue senza parlare.
Con gli occhi cerca di fare amicizia con la bellezza, con le armonie degli arredi, le poche ma preziose cose che sono disposte qua e là.
La stanza di Genzo è un ambiente completamente inondato dalla luce naturale: l’intera parete che dà sul retro del palazzo, è di vetro.
Particelle infinitamente piccole di pulviscolo vorticano nell’aria, quando un raggio di sole trafigge le superfici.
L’arredamento è sobrio e modernissimo. Ricorda un po’ la camera a Villa Wakabayashi: non c’è assolutamente niente che la personalizzi eppure parla la stessa lingua di Genzo; gli somiglia in ogni minimo particolare.
Yukari si siede sul bordo del letto, mentre il portiere si rimette alla sua borsa.
Per un istante le sembra di rivivere il passato: un pomeriggio in cui ha deciso che le cose dovevano cambiare, il giorno in cui c’è stato un irrevocabile cambio di passo.
Ed effettivamente i gesti sono simili.
Tuttavia, ad essere cambiate sono le condizioni.
“Mi dispiace di non poter venire con te dai tuoi. Purtroppo tassativamente devo rientrare con il volo di stasera.”
“Non preoccuparti. Me la caverò.”
Genzo sospira inaspettatamente, si toglie il berretto, si strofina le mani sugli occhi.
“Non saranno felici… me lo sento. Avevano altre speranze, altre aspettative per te.”
Yukari gli sorride, cerca, come può, di rassicurarlo, “se ne faranno una ragione. Comunque secondo me, diversamente da quanto pensi tu, un po’ se l’aspettano. I genitori sanno cogliere anche i segreti più nascosti, se solo vogliono.”
“Beh… sì, forse in questo c’è qualcosa di vero. Comunque…”
Si ferma, gli mancano le parole.
“Comunque?”
“… se dovessero in qualche modo impedirti di venire in Inghilterra, chiederò un permesso per tornare in Giappone e vedrò di…”
“Non succederà” lo interrompe lei, sicura dei suoi mezzi, “non ce ne sarà bisogno. Avanti…”, fa ancora, per cercare di cambiare argomento, “ti do una mano” e dicendolo, gli si avvicina ed inizia a riporre i panni nella borsa al posto suo.
Genzo si siede a fianco, si rimette il berretto, lo sguardo basso e teso.
Il suo corpo è in tensione, anche se fa di tutto per non darlo a vedere. Le sue emozioni gli stanno tagliando il fiato, gli azzerano i pensieri.
Vorrebbe partire con lei, trovare un modo per aspettarla, per risolvere tutti i problemi, le formalità.
Vorrebbe poter rimandare questo maledetto volo.
Per la prima volta, da quando è un giocatore professionista, prova anche ad imbastire una qualsiasi stupida scusa, per chiedere una proroga al permesso ottenuto per la nazionale.
“Ecco fatto. La borsa è pronta, Genzo.”
Le parole di Yukari lo riportano alla realtà, ai suoi doveri, a se stesso.
“Quest’anno devi vincere tutto” aggiunge, sedendosi poco distante.
“Tutto…” farfuglia il portiere, senza guardarla.
“Sì, Genzo. Proprio tutto. Anche la Champions. Sei il portiere più forte del mondo.“
Una parte dell’animo di Yukari sente la fatica di queste parole, la fatica che si prova a doversi separare ancora, proprio ora che ha la certezza di significare molto per lui.
Ma capisce di essere la più forte, adesso.
E deve esserlo anche per lui.
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Ciao a tuttì^^
Grazie di cuore a tutte le persone che seguono questa ff^^
A presto,
kiku
 

 

   
 
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