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Autore: lawlietismine    26/11/2016    1 recensioni
Avverte ancora l'effetto surreale del suo nome pronunciato da Victor direttamente sulla sua pelle in un sospiro colmo di piacere e allora un brivido gli ripercorre la schiena.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '«Born to make history»'
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Ehilà ^^ 
Sono tornata con un'altra flash slice of life. Ho un debole per queste cose. Sorry.  
Ero partita tutta carica per guardare un episodio di un telefilm, rassegnandomi al fatto che - come ho detto nella scorsa fic - la mia ispirazione is gone, quando... SBAM, all'improvviso stavo scrivendo questa roba. Meh. Ormai non mi sorprendo più di nulla.  
Allora... Questa flash dovrebbe ricollegarsi all'episodio 8 (forse?), ma lasciate perdere ogni avvenimento e prendetela con filosofia ^^" non chiedetemi dove sono, quando e come, perché non ho risposte a queste domande. Diciamo che ho descritto una giornata a caso, lasciando perdere il prima e il dopo. Scusate la mia capacità di spiegare le cose
(´•ω•̥`)
Vabbé! Spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ alla prossima, 
Lawlietismine
 
Make me smile


fan art: x


 

Yuuri fissa le proprie mani immerse nell'acqua tiepida nel lavandino senza davvero vederle. La sua mente è altrove, mentre lui è intento a pulire ciò che ha usato per preparare la colazione: i pancakes stanno cuocendo sul fornello al suo fianco e le due tazze fumanti sono già sul tavolo, colme di caffè bollente.

 

Piegare lievemente un angolo della bocca all'insù gli risulta inevitabile, anche se in realtà non si rende nemmeno conto di farlo, perché le immagini della notte precedente sono ancora ben impresse nella sua testa, indelebili. C'è un'espressione addolcita, tenera e piena d'affetto a caratterizzare i suoi lineamenti, adesso.

Per un attimo pensa, teme, di essersi immaginato ogni cosa, perché sembra ancora tutto così surreale; allora ripercorre con la memoria ogni singolo avvenimento che ha seguito la sua esibizione, cerca di ricostruire la notte trascorsa nel buio e nella complicità della camera da letto – ogni respiro, ogni bacio, ogni intimo tocco e ogni singolo gemito – e tenta di aggrapparsi al ricordo di tutte quelle sensazioni che non possono essere unicamente frutto della sua immaginazione. È impossibile per lui non averle provate davvero, perché sono troppo reali e vivide per essere solo fonte di una fantasia.

 

Avverte ancora l'effetto surreale del suo nome pronunciato da Victor direttamente sulla sua pelle in un sospiro colmo di piacere e allora un brivido gli ripercorre la schiena.

 

Poi ripensa al suo risveglio, quando si è ritrovato perso in un intreccio caldo formato dai loro corpi, mentre i capelli chiari di Victor gli solleticavano il mento e il suo respiro gli carezzava il collo. Un po' si pente di non averne goduto di più, di essersi districato da quella stretta dopo aver passato un tempo indefinito a muovere le dita sulla schiena nuda dell'altro, distrattamente, lo sguardo catturato dal peso piacevole sul suo petto, dove le braccia forti di Victor lo avvolgevano.

Gli piacerebbe lasciar perdere tutto e tornare in camera, così da riprendere ciò che ha interrotto e bearsi unicamente del calore del corpo dell'altro contro il suo, del battito ritmico e armonioso del suo cuore quasi udibile nel silenzio pacifico del mattino. Ma sa che una bella colazione se la meritano entrambi e vuole essere lui stesso a prepararla, forse come piccolo rimedio alle infinite cose che durante la notte avrebbe voluto dire e che però non ha detto, che ha nascosto dietro il nome dell'altro, esalato più volte nella passione mentre ormai pensare, formulare frasi di senso logico, dire altro se non “Victor” era diventato impossibile.

 

La lieve curva delle labbra si è trasformata inconsapevolmente in un sorriso che ha raggiunto anche gli occhi, mentre Yuuri spegne l'acqua e si poggia con entrambe le mani al ripiano della cucina, quasi come per ancorarsi alla realtà che lo circonda.

Una piccola parte di lui forse non ci crederà mai, per quante volte ancora possa succedere: quella di stanotte non è stata la prima e Yuuri spera, e in fondo sa, che non sarà neanche l'ultima.

Quello che c'è tra loro gli sembra sì surreale, ma allo stesso tempo è anche la cosa più naturale che gli sia mai capitata. Trovarsi, quando sono diventati Coach e allievo, è stato come riemergere in superficie, liberarsi delle mani che sembravano spingerlo sott'acqua e affogarlo. Baciarsi la prima volta è stato come tornare a respirare dopo aver trattenuto il respiro troppo a lungo: liberatorio, atteso, agognato e bramato più di ogni altra cosa.

 

Yuuri spegne il fornello, finisce di preparare qualche spuntino aggiuntivo e poi posiziona tazze e piatti su un vassoio.

Cerca di domare ad ogni costo il sorriso sornione che solo il pensiero di Victor gli provoca, è una battaglia estremamente difficile perlopiù persa in partenza, e quando finalmente varca la soglia della camera, si decide a deporre del tutto le armi, piacevolmente sconfitto: il suo sguardo incontra quello più chiaro dell'altro, assonnato, lucido, già pieno di promesse, e allora no, per Yuuri è impossibile non sorridere.

 

  
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