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Autore: nattini1    27/11/2016    8 recensioni
Chi non vorrebbe vedere Dean e Castiel insieme e felici? E se ci mette lo zampino Gabriel… One shot che fa seguito a “Nighthawks” e a “Terrasse du café le soir” (ma non è indispensabile averle lette prima) a tema destiel con forti accenni sabriel. Ambientata all'inizio della dodicesima stagione.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
- Questa storia fa parte della serie 'Chatting with the angels'
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Questa storia è la terza parte della serie 'Chatting with the angels'

 

 

 

 

«Buonasera Sam. Dean. – Castiel appare nella cucina del bunker proprio alle spalle di Dean inclinando la testa con la sua più tipica espressione spaesata – Non sto avendo fortuna nella ricerca di Lucifero e ho pensato di passare a vedere come stavate».

«Cas! – sbuffa Dean – Era un po' che non ti dovevo spiegare la questione dello spazio personale! Comunque, hai fatto bene a passare, io e Sam stavamo per farci una maratona di Firefly».

«Che cos'è?» chiede Castiel con educata curiosità.

«Non è tra i ricordi che Metratron ti ha dato? Non posso credere che si sia perso una serie così fantastica! È di qualche anno fa e ne hanno fatta solo una stagione, purtroppo. – risponde Sam sorpreso – Beh, meglio se non la conosci, la guarderemo insieme!».

Preparano l'occorrente per la serata: una fetta di crostata, una terrina di pop corn formato gigante e una cassa di birre appena tirate fuori dal frigo e si spostano tutti e tre in camera di Sam; Dean si lascia cadere mollemente sul letto di Sam con la sua crostata appoggiata sulle gambe e, inaspettatamente, Castiel si toglie il trench e la giacca e si accomoda accanto a lui, sfiorando con la coscia quella del cacciatore, che sussulta, ma non si sposta e fa partire la prima puntata. Sam si accontenta di una seggiola, fingendo di non aver visto nulla.

Nei successivi due minuti, Castiel arrotola le maniche della camicia scoprendo le braccia, si sfila lentamente la cravatta e apre i primi tre bottoni della camicia, guadagnandosi un'occhiata furtiva di sottecchi da Dean; nel corso delle operazioni, ha cura di sfiorare inavvertitamente il braccio dell'amico. Non fa le domande stupide che il cacciatore si sarebbe aspettato, tipo «Perché dice che devono uscire a caccia di anatre?» o «Chi sono i loro angeli che dovrebbero far piovere fuoco?», ma, in compenso, gli chiede un paio di volte di alzare il volume, arrivando a cercare di prendergli il telecomando quando l'altro non è abbastanza veloce ad accontentarlo, distratto da altro. Poi l'angelo decide che la crostata che Dean ha quasi finito sembra più appetitosa dei pop corn e intinge un dito nella marmellata, portandoselo alle labbra.

Dopo aver guardato un istante di troppo Castiel che succhia con soddisfazione la marmellata dal dito, Dean decide che hanno bisogno di più birra e torna in cucina a prenderne dell'altra.

Sam approfitta di quel momento per scambiare due parole con Castiel. Ha pensato molto al suo incontro con Gabriel; da tempo ha capito che suo fratello e l'angelo provano sentimenti profondi l'uno per l'altro e non ha fatto nulla per aiutarli ad avvicinarsi, aiuto indispensabile considerando la scarsa familiarità di Dean con l'esprimere i propri sentimenti. Non gli è mai importato niente delle ragazze che piombano all'improvviso nel letto di Dean e ne escono tanto in fretta quanto ci sono entrate, perché non possono minimamente influire sul rapporto tra lui e il fratello. Ma ha sempre avuto la segreta paura di venire messo da parte da qualcuno che Dean non voglia far andare via. Si sta comportando in maniera ridicola, quando invece dovrebbe pensare alla felicità di suo fratello e di Cas, che è uno di famiglia. Non farà lo stesso errore che ha fatto con Benny, quando ha allontanato suo fratello da un amico. Inoltre, visto il comportamento inusuale dell'angelo, sospetta che Gabriel abbia fatto una chiacchierata anche con lui e vuole sapere se deve togliersi di torno.

Sospira e poi comincia a tastare il terreno: «Cas, ho incontrato Gabriel».

«Gabriel? Sicuro che fosse davvero lui?» domanda l'angelo.

«Certo, mi ha portato in Francia, ha manipolato il tempo, aveva voglia di scherzare e si ingozzava di cioccolata con la panna» si sofferma a riflettere che, in effetti, era proprio buona quella cioccolata.

«Cosa voleva?» chiede Castiel.

Sam non sa proprio come spiegarglielo: «Voleva accertarsi che tu e Dean steste bene…».

L'espressione di Castiel sembra cambiare leggermente, c'è l'ombra di un sorriso compiaciuto: «Non poteva chiederlo direttamente a noi? Non è che era una scusa passare del tempo da solo con te?».

«Ah. Ah. Ah. Molto divertente» farfuglia Sam arrossendo al ricordo.

«Stai arrossendo» puntualizza Castiel.

«Beh, in effetti mi ha messo molto in imbarazzo» confessa Sam, ma lo fa con un sorriso. Poi aggiunge, sperando che Castiel capisca: «Gli ho detto che state bene… che state molto bene insieme…».

L'angelo decide di rendergli la cosa facile: «Certo, trovo la compagnia di Dean molto piacevole… ma più la tua, Pasticcino».

«Gabriel?!» Sam scatta in piedi e cerca di guardare oltre l'apparente blu degli occhi dell'uomo accanto a lui e gli sembra di scorgere un luccichio dorato. Gabriel è un maestro nel cambiare aspetto, ma alla fine si fa sempre scoprire, stavolta volontariamente.

Gabriel ride: «Ci eri cascato! Mi sono allenato per ore cercando di replicare quell'espressione trasognata che assume Castiel inclinando leggermente la testa di lato!».

«È questa la tua idea di dare una mano a Dean ad aprire gli occhi? Stavi flirtando con lui come una tredicenne?» domanda Sam preoccupato, occhieggiando la porta non sapendo cosa fare nel caso arrivasse Dean.

«Certo! Ma non sembra funzionare a dovere, è scappato via. Potremmo farlo ingelosire: quando torna, facciamoci trovare a sbaciucchiarci!» propone Gabriel e, così dicendo, fa seguire l'azione alle parole e si tira Sam addosso.

Dean sceglie proprio quel momento per entrare e si blocca interdetto sulla porta.

«Non è quello che sembra!» si precipita a dire Sam.

«Sembra che stiate lottando per prendere il telecomando» osserva Dean.

«È esattamente quello che sembra!» esclama Sam sollevato.

«Sam, non è il momento di avere pudori!» dice l'angelo languido, stringendosi ancora di più al ragazzo, che cerca di districarsi dall'abbraccio, e baciandolo con foga.

Dean mette a terra le birre che teneva in mano e si avvicina minaccioso. L'angelo lascia andare Sam e si alza mettendosi faccia a faccia con Dean con aria di sfida. Un istante dopo il cacciatore l'ha preso per il bavero e l'ha sbattuto contro il muro. Per un attimo lo fissa a un paio di centimetri di distanza come se volesse incenerirlo, poi la rabbia lascia il posto al sospetto: «Cas non metterebbe mai le mani addosso a mio fratello! E poi saluta sempre me per primo! E non ha questo odore zuccheroso!». Sam non riesce a impedirsi di pensare che anche il sapore è tremendamente dolce.

Il blu lascia il posto al dorato e Gabriel riprende il proprio aspetto: «Devi essere stato spesso vicino alla bocca di Castiel per accorgertene! Sai Sammy, comincio a pensare che il nostro aiuto non sia necessario».

Dean si volta furioso verso il fratello: «Di cosa diavolo sta parlando?».

Sam mette le mani avanti cercando di calmarlo: «Ok, ok, sei arrabbiato, non è colpa mia. Chuck l'ha riportato in vita e lui è comparso dal nulla e mi ha trascinato ad Arles…».

«Arles?» chiede Dean perplesso.

«Una città in Francia. – continua Sam – Il punto è che si sta preoccupando per la sua famiglia, vuole che Castiel sia felice. E ha ragione. Tu e Cas…».

Dean lo interrompe brusco: «Cas e io non siamo un argomento di cui parlare!».

«Invece ne parleremo, avrei dovuto dirtelo anni fa. – replica Sam – Lui è il tuo migliore amico, l'unico a cui tu ti sia legato. Sai meglio di me quello che c'è tra voi. Con lui hai pianto, hai riso, hai combattuto. Hai così paura di amare con lui? Guarda solo come sei scattato di gelosia prima quando… – Sam non riesce a completare la frase con “Gabriel mi ha baciato” – Anche la mamma l'ha capito».

«Che stai dicendo?» domanda Dean scioccato.

«Ho fatto quattro chiacchiere con tua madre. – interviene Gabriel, con sommo orrore di Dean – Lei pensa che tu e Castiel stiate insieme e tu ti vergogni a dirle la verità. Vorrebbe solo vederti contento».

Sam mette una mano sulla spalla del fratello maggiore: «Dean, ti ricordi quando ti ho chiesto se non hai mai voglia di qualcosa con qualcuno che capisca questa vita? Tu l'hai già e, per essere davvero felice, dovresti solo smettere di aspettare che…».

Dean non lo lascia finire, scrolla via la mano, gli volta le spalle e si allontana facendo risuonare i suoi passi per i corridoi del bunker finché non si sbatte la porta d'entrata dietro le spalle.

Sam sospira e scuote la testa.

«A quanto pare siamo rimasti soli, Sam. – la voce dell'angelo è carica di sottintesi – Potremmo tornare sul tuo letto e vedere il resto delle puntate».

«Non dire stronzate!» gli intima Sam.

«Guarda che se mi fai arrabbiare potrei seguirti invisibile tutta la sera… anche sotto la doccia!» lo minaccia Gabriel.

Sam cede. Tutto sommato, anche se non glielo dirà, perché sa che l'arcangelo la prenderebbe come un'autorizzazione che non si sente ancora pronto a dargli, non gli dispiace affatto la sua compagnia. Gabriel si accomoda sul letto di nuovo e con una mano batte sul materasso accanto a sé invitando Sam a raggiungerlo: «Tranquillo Sammy, non attenterò alla tua virtù. Ma sentiti libero di saltarmi addosso tu!».

 

***

 

 

Dean, recuperata una giacca e le chiavi di Baby, si mette in strada il più in fretta possibile. Guidare lo rilassa sempre, fa svanire la misura del tempo, il passato, il presente e il futuro si sovrappongono lungo il nastro d'asfalto che percorre senza meta e la musica rock a tutto volume stordisce ogni interferenza con i suoi pensieri.

Dannazione, voleva solo passare una tranquilla serata con suo fratello a mangiare schifezze davanti alla tv e quell'idiota si è messo d'accordo con quell'altro idiota, anzi arcang-idiota, per convincerlo a parlare di lui e Cas. Detesta esprimere ad alta voce i propri sentimenti, non è una ragazzina adolescente alle prese con la sua prima cotta che ha bisogno di confidarsi con le amichette del cuore. E di sicuro, se ne avesse bisogno, non sceglierebbe due amichette come la sua sorellina troppo sensibile e impicciona e quell'arcangelo che è il tormento fatto persona. Tanto varrebbe farsi le trecce e darsi lo smalto a vicenda.

E Gabriel era andato a disturbare addirittura sua madre! E dice che lei pensa che lui e Cas stiano insieme e che li sosterrebbe. Dean non sa se credergli. Ha perso sua madre quando aveva quattro anni, quindi non ha la più pallida idea di quello che lei potrebbe pensare e non ha mai avuto la possibilità di scoprire se lui desidera o meno avere la sua approvazione. Si chiede cosa farebbe se fosse ancora vivo suo padre, che da bravo ex marine era fedele alla politica del «don't ask, don't tell», se avrebbe il coraggio di dirgli qualcosa… ma forse no.

Quello che gli brucia di più è che, per un momento, si era sentito elettrizzato al pensiero che il suo angioletto ci stesse davvero provando con lui! Gli aveva insegnato lui ad aprire i primi bottoni della camicia quando si va a un appuntamento: sperava che se lo fosse ricordato e lo stesse facendo a suo beneficio. E ti pareva, sarebbe stato troppo bello per essere vero!

Per non parlare di quello che aveva pensato quando il finto Cas aveva infilato il dito nella crostata e aveva leccato la marmellata; quella è una delle segrete fantasie che Dean ha avuto spesso negli ultimi tempi, fantasia che, se inizialmente l'aveva un po' sconvolto (lui aveva sempre creduto di essere etero), una volta che ci era sceso a patti, l'aveva coinvolto molto più di quelle con qualche anonima ragazza asiatica.

Deve essere onesto con se stesso, su una cosa quei due rompicoglioni hanno ragione: se vuole essere felice, deve smettere di farsi delle seghe mentali (e non solo), lui è un uomo ed è il momento di agire. E se non dice a Cas quello che prova, l'angioletto, ingenuo com'è, non arriverà mai a capirlo da solo.

Non ha paura di perdere Cas, ha paura dell'ignoto, dal momento che non ha idea della reazione del suo angelo quando gli dirà che si è innamorato di lui. Certo, se andrà male si potrà sempre ubriacare, ma ci vorrà una sbronza epocale.

Si ferma davanti al primo bar che incontra sulla strada, parcheggia Baby e chiama Castiel al cellulare: «Cas, ho bisogno di te. Potresti venire? Sono fuori da un bar poco lontano da…».

Non si aspetta una risposta così rapida: «Ciao Dean».

L'angelo è apparso accanto a lui, non tanto vicino quanto aveva fatto prima Gabriel, ma abbastanza perché possa sentire l'odore fresco che ha imparato ad associare a lui. Dean lo respira e poi si schiarisce la gola.

«Potremmo entrare? – domanda indicando il locale – Dovrei parlarti di una cosa».

Cas accenna di sì col capo lasciando trapelare solo una lieve curiosità.

Si siedono uno di fronte all'altro a un tavolino in un angolo appartato e Dean chiede un whisky. Quando la cameriera torna con l'ordinazione, il cacciatore non ha ancora aperto bocca. E continua a restare in silenzio anche dopo. Prende il bicchiere e poi se lo porta alle labbra tracannando il liquore più velocemente di quanto farebbe di solito. Cas continua a fissarlo paziente, immobile e imperscrutabile. Dean si dice che, a un certo punto, dovrà spiegargli perché l'ha chiamato; quanto tempo può restare a fare la bella statuina guardandolo in tralice? Posa il bicchiere sul tavolo; ma perché deve essere tanto impegnativo iniziare? Con tutte le volte che ci ha provato con le cameriere senza il minimo sforzo, adesso sembra un pesce fuor d'acqua!

Si alza. Si avvicina a Cas. Si siede accanto a lui. E quasi lo assale. Cerca le sue labbra, le trova e se ne appropria con un misto di foga e trepidazione. È un bacio su cui aveva segretamente fantasticato da anni, ma di cui non sapeva di avere così fottutamente bisogno; le labbra di Cas sono morbide e si muovono ad assecondare le sue, accarezzandole con dolcezza.

Mentre si tira lentamente indietro, Dean sussurra: «È solo che non potevo aspettare!».

Cas non gli dà il tempo di dire altro perché con un braccio gli cinge la vita, attirandolo di nuovo a sé, e porta l'altro a circondare le sue spalle, carezzando la sua nuca con la mano e cercandolo di nuovo. La bocca di Cas è calda e la sua lingua guizza a intrecciarsi con la sua, poi gli morde il labbro facendolo completamente uscire di testa. L'angelo lo tira su in piedi di peso e Dean non può fare a meno di sorridere pensando che li cacceranno fuori dal locale per insulto alla decenza, oltraggio al pudore o qualsiasi altra cosa di cui al momento non gli importa nel modo più assoluto.

L'attimo dopo sono nella camera di Dean al bunker (Dean ringrazia i poteri angelici) e Cas lo sta spingendo contro la porta con la stessa forza (e malagrazia, su questo dovranno lavorarci, ma al momento a Dean non importa su quale superficie voglia sbatterlo) con cui anni prima l'aveva spinto contro il muro di un vicolo buio, ma i suoi occhi stavolta sono accesi da una luce che non aveva mai visto (anche se ci aveva sperato).

Una parte di Dean si chiede se sia il caso chiedere a Cas di andarci piano perché dovrebbero parlare un po' di quello che sta succedendo e del perché sta succedendo, ma un'altra parte di lui lo rassicura che ci sarà tutto il tempo dopo e che ora deve solo baciarlo e, possibilmente… non riesce a terminare il pensiero perché lo distraggono le mani di Cas che si insinuano sotto la sua camicia a cercare il contatto con la pelle.

Quando l'angelo decide di strusciare la guancia contro il suo collo e di succhiargli ogni lembo di pelle che riesce a raggiungere, Dean comincia ad ansimare. Se avesse saputo che sarebbe bastato un bacio, si sarebbe deciso prima. Dean, quasi senza fiato, fa staccare Cas solo per riuscire a togliergli il trench e la giacca con un unico movimento fluido. Per un momento i loro occhi si incontrano e Cas riesce a rispondergli con un sorriso: «Nemmeno io potevo aspettare!» e poi tornano uno tra le braccia dell'altro.

 

***

 

Sam abbassa il volume della tv. Decisamente non si era sbagliato. I gemiti non molto trattenuti e i tonfi non molto attutiti che arrivano dalla camera di Dean gli fanno accartocciare le orecchie.

«Gabriel, visto che il tuo piano a quanto pare sta avendo successo, che ne diresti di riportarmi ad Arles tipo subito? Qualsiasi posto a più di mille chilometri da qui va bene».

 

 

 

NdA

Il titolo della storia è lo stesso del quadro che l'ha ispirata.

Non so in quanti abbiano visto Firefly, a me è piaciuto molto e sono certa che piacerebbe anche a Sam. Ho cercato di restare il più possibile IC, ma spero che si sia capita la direzione che ho fatto prendere ai sentimenti di Sam per Gabriel.

Alla fine, la chiacchierata di Cas e Dean si è risolta in dieci parole di numero, ma spero l'abbiate apprezzata! Ho preferito dare spazio all'agire che non ai pensieri, sia perché le elucubrazioni mentali di Dean le avevo già inserite in un'altra storia, sia perché non volevo rinunciare al tono leggero generale.

Grazie a chi legge e mi lascia un commento!

   
 
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