“Dai,
Rem… Per favore, per favore, per favore!”
“No,
Misa. Non è una buona idea, e potrebbe anche essere pericoloso.”
“Uffa!”
La bionda idol con un gesto di impazienza si lasciò cadere sulla sedia,
sbuffando. L’alta shinigami sembrava irremovibile nella sua decisione.
“Ma
non è vero che è pericoloso…” Misa tornò all’attacco, sfoderando il migliore
dei suoi sorrisi e quegli occhi a cui nessuno sapeva dire di no. “Io… Io lo so
che tu sei forte, e che non mi lasceresti cadere, mai e poi mai!” cinguettò “E
se partissimo di notte non ci vedrebbe nessuno, no?…”
“Mpf.”
La shinigami rifletté tra sé e sé per un tempo che parve una eternità. “E sta
bene”, disse infine, senza sembrare del tutto convinta.
“Evviva!”
Misa, deliziata, esplose di contentezza. “Allora… è deciso, sarà stasera!”,
annunciò.
***
Erano
le tre della notte e Rem, che sonnecchiava appoggiata a una parete della camera
da letto di Misa, sperava che la ragazza si fosse dimenticata del suo capriccio
e che alla fine non se ne sarebbe fatto più niente. Invece, improvvisamente, il
cellulare di Misa suonò: era la sveglia. L’idol emerse dalle coperte
aggrovigliate e d’un balzo si mise a sedere sul letto.
“È
ora!” La sua voce non sembrava quella di qualcuno che si fosse appena
svegliato, tanto era carica di energia e di aspettativa.
“Mmm.”
Rem si rassegnò. Si alzò con estrema lentezza e si mosse verso la porta che si
apriva sul piccolo terrazzo.
***
Le
ali di Rem erano bianche, ampie, levigate. In confronto al resto del corpo,
così differente in proporzioni e struttura dalle apparenze umane, rilucevano
come una meraviglia inattesa e sotto gli obliqui raggi della luna si
arricchivano di frastagliati riflessi d’argento. La shinigami si inginocchiò.
“Metti
le braccia attorno al mio collo, Misa. E non allentare mai la presa, per
favore”, aggiunse con una leggera nota di preoccupazione.
La
ragazza si avviò a passi leggeri verso il balcone. Una lieve brezza giocava con
i suoi capelli, arricciandoli, piccole ciocche le ricadevano sulla fronte.
Sorrise, mentre si affidava alle braccia aperte della shinigami.
***
“Rem,
sei stanca? Credo che ormai sia passata un’ora da quando siamo partite.”
“No,
Misa. I nostri corpi di shinigami non provano né piacere né dolore. Per questo
non sento nessuna stanchezza, neppure se dovessi volare per tutta la notte.”
“Ma
è fantastico!”, gongolò la ragazza.
Sotto
di loro si stendeva un mosaico di luci e oscurità, la città dormiva avvolta nel
silenzio e nelle deboli intermittenze dell’illuminazione pubblica.
“Tu
piuttosto, Misa… Non hai paura?”
“Vuoi
scherzare!? È così… e-cci-tan-te!”, scandì la ragazza non contenendo
l’entusiasmo.
“Forse
perché voi umani normalmente non siete in grado di volare. Per me è qualcosa di
assolutamente ordinario”, ammise la shinigami in tono dimesso.
“Ehi,
Rem! E se ora andassimo verso la casa di Light?…”
“…Devo
supporre che questa fosse la tua vera intenzione sin dall’inizio?” nicchiò la
shinigami.
Misa
rispose con un largo sorriso.
***
“Non
ti preoccupare, Rem. Non ho intenzione di svegliarlo, davvero!” assicurò Misa
per la seconda, poi per la terza volta.
“Mmm,
va bene allora.” La bianca shinigami si guardò attorno per orientarsi. Poi,
intuita l’esatta direzione, strinse a sé la ragazza con estrema delicatezza e
accelerò il battito delle sue ali. Nel giro di poche decine di minuti,
raggiunsero la via dove si trovava l’abitazione della famiglia Yagami. Rem si
assicurò che non vi fosse nessuno in giro e cominciò a scendere, fino a posarsi
davanti alla finestra della camera di Light. Era una tiepida notte di
primavera. Il ragazzo già non usava più le pesanti coperte invernali e dormiva,
il profilo disegnato dalle ombre sottili che su di lui proiettava la luce della
luna.
“Oh!
Quanto è ca-ri-no!” squittì Misa. Rem la folgorò con una occhiataccia per farle
capire che doveva abbassare il tono di voce. “Non l’avevo mai visto
addormentato…. Non è adorabile? Così rilassato, così tenero, così innocente!…”
Rem non disse nulla, si limitò a tenere in braccio Misa che sembrava non stare
più nella pelle tanto era conquistata da quella visione.
“Ma
è davvero così interessante?…” La shinigami non poté trattenersi di chiedere,
dopo diversi minuti trascorsi in silenzio.
“Rem,
non c’è cosa più bella di osservare la persona che si ama mentre dorme”,
puntualizzò Misa con un sospirone trasognato.
“Capisco,
e non voglio interromperti in una cosa che ti dà evidentemente così piacere, ma
non posso fare a meno di ricordarti che domani dovrai alzarti presto per lavoro
e sono già passate le quattro…”
“Hai
ragione”, sospirò ancora Misa. “E questo mi basta… Andiamo.”
I
suoi occhi ora avevano un non so che di malinconico. Rem non disse altro e si
mosse per riprendere lentamente quota.
***
“Non
vai a dormire, Misa?”, chiese la shinigami vedendo che la ragazza scartabellava
tra i cassetti della scrivania e ne estraeva un quaderno. Erano appena
rientrate nell’appartamento della idol ma Misa non sembrava per nulla dell’idea
di concedersi al sonno.
“Devo
assolutamente segnare questa data sul mio diario! La prima volta che ho
volato!”, spiegò Misa, ancora emozionata. Dopo aver scritto qualcosa si voltò
lentamente verso la bianca shinigami con un caldo sorriso, appena timido.
“Grazie,
Rem…”
“Tutte
le volte che vuoi, Misa.”
La
luna, ormai terminato il suo corso, volgeva al tramonto. La ragazza si tolse i
vestiti, li ammonticchiò su una sedia vicina e, indossata una nera ed elaborata
camicia da notte, spense tutte le luci.
“Buonanotte
Rem”, fu l’ultima cosa che disse prima di distendersi.
“Buonanotte”,
le augurò dall’ombra la shinigami, appoggiata alla parete.
Nel
giro di pochi minuti Misa si addormentò profondamente. Rem per diverso tempo
stette ad osservarla, con il suo unico occhio color dell’oro ormai adattatosi
all’oscurità. Poi si abbandonò al sonno e, in quella notte, per la prima volta
dopo anni sognò: sognò di volare.
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NOTA AUTRICE: Se la fantasia potesse diventare realtà e avessi la fortuna di disporre di uno shinigami personale, sicuramente sarebbe questa la prima cosa che gli chiederei: farmi volare. Da questo spunto, e da una bella immagine di Rem e Misa che dà mostra di sé in apertura del calendario ufficiale DN dell'anno 2007, è nata questa mini one-shot.