Film > Animali fantastici e dove trovarli
Ricorda la storia  |      
Autore: Romanova    28/11/2016    4 recensioni
Un'azione che può cambiare il destino e il corso della storia, una decisione che rivoluzionerà le vite di tutti.
Come sempre una mano tesa, è il segnale della rivoluzione più importante, che poi era lo scopo della vita di Newt: insegnare gli altri ad amare le creature del mondo, che fossero i suoi animali, che fossero altre persone, forse lo spirito dietro era lo stesso.
Perciò aveva teso la mano a Credence Barebone, quel giorno in metropolitana e non se ne pentiva.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Onestamente non so come sia nata,se non per l'infinita dolcezza di Newt e la mia voglia di dare una chance di essere felice a Credence. La storia fa riferimento ai personaggi di Animali Fantastici ed è una What If, spero vi piaccia!

Solo Newt lo aveva notato.
Un palpito di vita, un ultimo fremito dal corpo martoriato del ragazzo che gli incantesimi avevano logorato e sfigurato, c'era ancora nella nebbia dell'Oscuriale. 
Aveva allungato la mano ignorando le urla di Tina,disperate e impaurite.
Aveva ignorato le fitte di dolore degli Schiantesimi.
Un solo respiro, doveva prendere il coraggio a due mani e fare quel salto, perché sarebbe stato la sola occasione che aveva per salvare Credence.
Ricordava di aver gridato e probabilmente dalla sua gola non era uscito alcun suono perché i presenti lo fissavano atterriti, aveva tirato con forza,come si fa per potare una pianta secca. 
Un tonfo doppio, un rantolo e un pianto debole e disperato. 
Quando avevano riaperto entrambi gli occhi, si era tenuto il ragazzo sul petto, come un amuleto. 
Credence era un magonó, del tutto impossibilitato a fare del mondo dei Maghi con la M maiuscola, quelli alla Grindelwald, un posto ancora più glorioso.
Credence non piangeva mai, aveva sempre lo stesso viso stolido e impassibile. 
Poi lui aveva deciso che,nel momento in cui aveva formulato l'idea di avere rischiato la morte per quel ragazzo poteva aver deciso di rispettarlo e conoscerlo. 
Automaticamente, come fosse una nuova creatura. 
Una notte Barebone aveva iniziato a gridare attirando le attenzioni di medimagi, che avevano scoperto che le sue ferite si erano infettate, le cicatrici dei suoi abusi erano avvelenate -oltre al danno,la beffa- e volevano sedarlo per curarlo. 
Ma cosa avrebbe imparato Credence? Che valeva uno sventolio di bacchetta solo perché era un prigioniero pericoloso? Una specie di fenomeno da baraccone su due gambe?
Il ragazzino non era malato nel senso che pensavano loro, lui... Andava protetto!
Si mise su di lui a cavalcioni, pratico e fermo come se stesse cavalcando un Ippogrifo, gli bloccò le spalle e prese il suo viso mal squadrato fra le mani:"Credence, shhh..."sussurrò dolcemente facendo combaciare le loro fronti"lascia che loro ti aiutino,io sono qui con te."lo voleva tranquillizzare "fanno male le cicatrici,vero?"
Il moro annuí freneticamente. 
"I medimagi tolgono il dolore, so che sei spaventato,ma ora appartieni a questo mondo, ok? Non avere paura....".
In cinque giorni le sue prime parole,dopo cure intensive,incoscienza, dolore e Newt,sarebbero state:"Non ho paura,signor Scamander,non ho più nulla". 
Di nuovo giorni di buio, in terapia intensiva dell'ospedale magico,sorvegliati dagli auror. 
Deliri in cui Credence rievocava Graves, le trascrizioni che fecero per il suo processo e quello che chiesero a lui stesso. 
Newt aveva ascoltato Barebone pazientemente. 
Aveva l'emicrania. 
Urlò e venne sedato ripetutamente anche lui.
Quella mattina aveva ancora il diciottenne sul petto, con quel ridicolo taglio di capelli, Tina ad attenderlo fuori dalla porta con l'esito dei loro processi e la sorte di quel magono ancor da chiarire. 
Prigionia o condanna a morte. 
"Mi uccideranno,vero?"piangeva"mi uccideranno perché ho fatto cose che mamma non voleva!"insisteva e si raggomitolata contro di lui"Il signor Graves mi ha abbandonato e io lo odio per questo!"avea urlato contro il Tassorosso, che lo aveva di nuovo stretto, gli aveva baciato la testa e congiunto i loro sguardi, paziente. 
Come potevi parlare con l'anima di un bambino spaventato,consapevole di star per essere annientato , ponendoti nei suoi confronti da adulto privilegiato? Gli restavano solo i suoi occhi candidi e accoglienti, verdi come i boschi,le guance sporche di lentiggini e il sorriso caldo, anche se stirare le labbra gli costava fatica per la robusta sedazione .
Non rispondeva, dovevano uscire.
Venne aiutato a rivestirsi e separato dal ragazzino che piangeva e urlava allungando verso di lui le mani: era la prima volta che piangeva apertamente da quando Grindelwald era scomparso dalla sua vita.
Quando ritrovò Credence sui moli di Manhattan fu quasi scioccato, ma si sforzò di non girarsi fino alla passerella. 
Era sfigurato dalla terapia e dalla malattia, ma lo aveva preso per le mani. 
"La signora Tina ha detto che potevo venire con lei"aveva meccanicamente esibito un pezzo di pergamena e il passaporto. 
Newt lo aveva preso e aveva rivolto lo sguardo a Tina,che aveva risposto giusto con un cenno celando il pianto voltandosi. 
Quel magono pareva tenerci tanto e contemporaneamente non tenerci affatto.
Scamander chiuse gli occhi:ricordava i battiti dei loro cuori sincronizzate,le dita intrecciate come solo appiglio alla realtà, i discorsi fra i singhiozzi,la paura della sedia e del mondo.
"Oh,certo"fu la sua sola risposta. 
Presero posto nella stessa cuccetta. 
Le creature che allevava di solito non avevano problemi di attaccamento, a parte gli asticelli, ma Credence rientrava nella categoria dei fuscelli verdi bisognosi di un appiglio solido e la situazione era delicata.
Erano seduti sul materasso ricoperto da un paio di pezzi di stoffa che erano sufficientemente sudici da esser coperte solo agli occhi di un cieco, ma il magizoologo aveva viaggiato in condizioni più scomode quindi non si lamentò,adoperando un -Gratta e Netta- giusto per il compagno di viaggio. 
Credence restava seduto di fianco a lui, aveva appoggiato goffamente la testa sulla sua spalla e Newt ne era stato contento,glielo aveva detto con un bacio sulla guancia, azione per cui Credence aveva inizialmente tentato di sottrarsi,forse per impaccio, forse per mancanza di abitudine a un contatto non foriero di dolore. 
Poi gli aveva stretto la mano. 
Forte,stavolta. 
Il moro gli mostrò il simbolo dei Doni della Morte e Newt glielo nascose nella camicia. 
Non era ancora tempo di parlare di quello,gli accarezzò la guancia. 
Curiosamente sarebbero approdati in un paese che pareva più disposto ad accettare una coppia omosessuale,purchè di maghi,piuttosto che un matrimonio eterosessuale ma misto.
Era palese per Scamander come Barebone, saltuariamente, cercasse le sue labbra in timidi tentativi e lui si sforzasse saltuariamente di indirizzarlo altrove, conscio del fatto che se avesse ceduto a questo, Credence non avrebbe mai trovato una vera e propria autonomia e ciò non voleva accadesse. 
Il magono ormai di anni ne aveva diciannove, venti li avrebbe compiuti di lì a pochi giorni.
Gli occhi di Newt nonostante le fatiche cliniche non avevano smarrito la vivacità, ma il suo sorriso si era arricchito di fatica.
Gli occhi di Credence non avevano perso di opacità, ma la sua bocca e il suo viso avevano acquisito esperienza nel muoversi per dar voce alla sua mente e a ciò che gli faceva sentire.
Il legame fra di loro a parere di un suo collega era influenzato dalla magia dell'Oscuriale e di quando lo aveva estratto da esso,creando un rapporto completamente nuovo che aveva influenzato perfino la magia di Newt,di solito ragionevolmente pacata e ben indirizzata, ora presentava una sottile vena irruenta, o malinconica, di tetra accettazione di una colpa , era Credence.
Lo aveva portato in un posto speciale, a quel punto la natura del loro legame andava verificata:Olivander.
"Signor Scamander,necessita di manutenzione?"aveva domandato cordiale il minuto quanto canuto negoziante.
Il giovane moro si era avvicinato al bancone:"Vorrei una bacchetta,signore". 
Olivander si spostò nel retro per ritornare con diverse confezioni ma il risultato fu palese... Avevano due bacchette gemelle, ma quella di Barebone era decisamente di un legno più solido.
Newt lo guardò sentendosi orgoglioso.
Si concentrò nel dargli un'istruzione,su approvazione di Tina, sugli incantesimi base e scoprì che il controllo e la precisione, il potere stesso che a un magono mancavano, li attingeva da lui , se ne rese conto quando anche la piuma davanti ai suoi occhi fluttuò morbida fino al soffitto.
Avrebbero dovuto incontrare Albus Silente il più presto possibile a detta di Tina e lui era d'accordo,infatti aveva contattato il docente con ogni mezzo e attendeva risposta da giorni.
Quella notte il Tassorosso acconsentì a che Credence raggiungesse le sue labbra,mentre dormivano abbracciati e lasciò che sfogasse ogni altro impulso di curiosità, fisico o emotivo che fosse.
Era un legame ben superiore a quello sentimentale,ratificato dalla magia stessa nella sua più pura essenza. 
Pochi anni e Tina si sarebbe presentata alla loro porta dando alla luce un figlio concepito con un mago che poi era scomparso nel nulla, chiedendo ospitalità e la avrebbe avuta. 
Credence, mentre studiava la magia con Scamander, aveva esplorato quella porzione di mondo che era Diagon Alley e ormai conosceva perfino una ragazza, tal Lestrange,che però non gli andava troppo a genio e aveva fatto altre esperienze,inclusa quella di osare trovare un lavoro,idea di Tina che lui ormai chiamava "mamma": aveva corretto il manoscritto di Scamander sugli animali fantastici, quindi si era messo ad allevarli, sotto il nome di Scamander... La realizzazione del sogno del suo doppio: un ambiente adeguato ad accogliere le più svariate creature perché la loro salute fosse garantita, la loro specie continuasse e la gente le amasse. 
Era novembre quando Newt prese da parte Credence,che nutriva un Ippogrifo e un grifone:aveva le mani infilate nel lungo cappotto blu, faceva freddo,ma accarezzò le piume dell'animale.
"Sono fiero di te,Credence"iniziò il primo magizoologo inglese"sai, ripenso spesso al fatto che avrei avuto un effetto negativo su di te, pensavo che se mi avessi amato avresti avuto problemi a essere autonomo"confessò"per questo ho sempre esitato,io con i legami non sono molto bravo". 
Credence ormai era alto, i capelli erano lunghi,neri e acconciati in una coda morbida, gli occhi ancora distanti,ma sinceri. 
Sapeva perfino sorridere:"Invece mi hai lasciato andare e mi hai salvato dalla morte". 
"Ecco, a proposito della morte"il più grande gli indicò la collana"quella è la collana dei Doni della Morte,indicano,sembra,tre oggetti di una fiaba di Beda il Bardo,nascondila,Grindelwald o altri potrebbero voler saper di essi e tu non devi essere coinvolto". Gli accarezzò la guancia, il moro gli baciò la punta delle dita.
Newt sorrise e gli baciò le labbra,sollevandogli il mento. 
"Me lo dici perché stai per ripartire?"
"Già e anche perché non te lo ho mai detto esplicitamente e ti sembrerà sciocco, ma anche a me la morte ha fatto un regalo: tutta una vita con te ,Tina e la piccola ed è stato quando ho formulato questo pensiero, che ho capito di non aver bisogno di questi simboli e questa ricerca ossessiva di altri "si leccò le labbra"abbi cura di Tina,ok? E se trovi un fidanzato o una fidanzata prima che io torni dal Cile scrivimi, mi raccomando!"sorrise"scrivimi anche per qualsiasi problema col magizoo". 
Non che avesse bisogno di raccomandazioni e c'era Tina, con Tina non poteva succedere nulla di male. 
Era bello che Newt partisse sempre col sorriso,secondo Credence : lui aveva amato per tanto quel sorriso e lo amava ancora. 
Nei mesi di terapia da cui era uscito sfigurato si era sentito mostruoso e vuoto, nei mesi di Newt, si era sentito in grado di porre un timido sguardo al mondo attorno e poi sempre più sicuro, sempre più bisognoso di scoprire e apprendere e fare, di condividere.
Aveva amato la vita e la morte, ma quando baciava la collana dei Doni,appena partito Scamander, sapeva inconsciamente di aver deciso già chi essere .
Vivo, e di sperare nella vita,sempre. 
Rientrò da Tina e la abbracciò. 
"È partito di nuovo?"chiese la auror gentilmente.
"Pare, questa volta per il Cile,altri draghi interessanti "spiegò Barebone"hai sentito Queenie? Viene per Natale?"domandò. 
Sapeva che per non farla piangere il trucco era darle sempre qualcosa di bello su cui impegnarsi e a lui i pranzi o cene di Natale,seppur in un appartamento modesto come il loro,non dispiacevano. 
La mora annuí e tirò su col naso:"Si, con quel nomag"commentó"cosa vogliamo preparare?"
"Polpettone"propose il giovane .
"Ma lo abbiamo già mangiato!"protestò Tina.
"E quindi? Lamentati con le tue mani che lo fan squisito"rispose sagace lui.
Risero entrambi.
"Io vado a prendere i cappelli di Natale e i cracker speciali"si offrì Credence. 
"E fai la cioccolata". 
"Ok,ok, cioccolata calda speciale,ma quando torno dal lavoro, quella".
La donna lo abbracciò:"Ti devo un regalo!".
"Doppia porzione di polpettone e mi considero soddisfatto".
"Affare fatto".
 La collana gli bruciava sul petto, il magizoologo la ignorò:c'erano doni della Morte, come diceva Newt,ma lui ne aveva trovati di più importanti, quelli di una vita intera.
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Animali fantastici e dove trovarli / Vai alla pagina dell'autore: Romanova