Mia madre era una persona buona

I miei ricordi sono sfocati, i lineamenti confusi, ma, quando chiudo gli occhi, vedo i colori che in vita erano appartenuti a mia madre: capelli biondi e lunghi, spesso raccolti in una treccia; gli occhi di un rosso scuro, tendente al marrone. Posseggo solo dei frammenti, non riesco a metterli insieme e questo brucia ciò che resta del mio cuore. Io, Dio Brando, ho più di un secolo alle spalle e l'eternità davanti. Potrei usarla per tentare di rammentare la mia infanzia, ma la triste verità è che sto dimenticando. Perdo tutto, con l'avanzare del tempo: il sorriso di mia madre, le urla di Dario Brando, il tanfo che emanava da ubriaco. Non so più cosa sia un abbraccio, forse perché ormai non ne ho semplicemente bisogno, ma li dono con piacere alle donne che vengono a me, quando affondo i miei canini nella loro giovane carne e prendo i loro corpi caldi e pieni di desiderio per me e me soltanto.
Io, schiavo e padrone del tempo, ricordo dei colori ed una bontà che solo mia madre poteva avere. La sua gentilezza e nient'altro. Persino il suo nome mi è sconosciuto, come sconosciuta è per me l'umanità, a cui rinunciai tempo addietro.
Mia madre era una persona buona. Fu lasciata a morire per colpa di mio padre, così come io lasciai morire l'essere umano che era in me per diventare invincibile, l'essere supremo in grado di governare questi stupidi mortali. La verità, forse, è che non ho mai avuto un lato umano. La verità, forse, è che morì insieme a te, madre.




Note dell'autrice
Grazie per aver letto questa breve riflessione nei panni di Dio Brando (mio personaggio preferito di JJBA). Attualmente sono all'inizio del quinto arco narrativo, quindi se ci sono errori di trama è perché non ne sono a conoscenza. Spero comunque che vi sia piaciuto! Se avete consigli, sono ben accetti!