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Autore: JackySHINE    18/05/2009    3 recensioni
La disperazione può davvero giocare brutti scherzi.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Strify, Yu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la prima storia che posto qui [e non per questo la prima che scrivo] spero che possa piacere a voi quanto a me,
ne vado molto fiera.
Come forse capirete la storia è narrata da Yu, rivolgendosi a Strify.
E beh cosa posso aggiungere? Buona letteura.


Beside me

Il mio cuore è a pezzi.
Rimpiange le schegge che si sono staccate da lui con violenza.
Colpo dopo colpo si è sformando.
Lasciando solo l’ombra della sua antica beatitudine.
Desidera affetto.
Reclama amore.
È diventato un diamante.
Decisamente bello.
Ma freddo e inanimato.
Osservo la notte buia, sena luna e senza stelle.
Ormai questo paesaggio non mi provoca più alcuna malinconia.
Ma una sorta di comprensione.
È oscura e tormentata.
Come lo sono io.
Non mi è mai capitata una giornata tanto sbagliata come quella che è appena passata.
Spezzoni confusi rinascono dai miei ricordi.
Una sveglia fastidiosa.
Un guasto alla macchina.
Una strigliata del mio menager per il ritardo.
Quella litigata rovinosa.
Mi sono giocato l’ultima carta che avevo in mano.
L’unica speranza che conservava ancora un filo di luce si è spenta miseramente.
Una pungente brezza invernale mi arrossa il viso pallido, creando un contrasto crudele.
Mi scompiglia i capelli neri come le piume di un corvo.
I miei occhi di cristallo hanno perso colore.
Ogni parte di me si è abbandonata allo sconforto.
Sono distrutto.
Il mio amore è a senso unico.
La mia anima senza destino.
La vedo vagare nella familiare oscurità del mio io.
Aleggia pesante.
Pressata a terra da un senso di colpa che non le permette di spiccare il volo.
Macigni pesano sulle sue spalle.
Non permettendo alle sue ali colorate di pece, di spiegarsi e vibrarsi nel cielo limpido.
In un mondo di colori.
Dove la spensieratezza regna sovrana.
Dove si può vivere senza pensare al futuro tanto meno al passato.
Il mio animo rispecchia la mia essenza.
Sto diventando chiuso e irascibile.
Continuamente nervoso.
Forse è con il mio comportamento che ti ho allontanato da me.
È colpa mia.
L’autocommiserazione è ormai il pane quotidiano delle mie giornate.
Insieme al tuo ricordo.
Il tuo volto angelico gira nella mia testa come una trottola impazzita.
Non si ferma mai.
Nemmeno quando dormo il tuo pensiero mi abbandona.
Chiudere gli occhi un tempo era l’unico modo che avevo per lasciarmi andare in un mondo fatto di fantasia.
Invece ora rispecchia perfettamente la realtà.
In cui sono obbligato a vivere.
Sai perché sono ancora qui?
Perché non ho ancora mollato?
Per te.
Ma tu non lo capisci.
Hai costantemente una maschera posata sul volto.
E quando invece ne sei privo, io divento invisibile.
Forse dovrei essere più sicuro di me.
Ma perché continuo a incolparmi?
Non sono io la causa di tutto.
Non sono io quello che ignora.
Sono quello ignorato.
Non sono io quello che finge.
Sei un astuto attore.
L’ho sempre saputo.
Ma ora è come se il tuo personaggio si sia fuso con il tuo io.
Impossessandosi indelebilmente di te.
Parli e ti diverti con tutti.
Ma quando entro io.
Il tuo sguardo si rabbuia.
I tuoi occhi si spengono.
Il tuo sorriso scompare.
Perché?
Perché mi fai sentire il colpevole?
L’assassino.
Colui che ti ha ucciso dentro.
Si solo l’interno.
Perché da fuori rimani il bel giocattolino di milioni di ragazzine in preda a una crisi ormonale.
Bello e impossibile.
Potevi non esserlo per me.
Eri uno qualunque un tempo.
Uno dei tanti amici sparsi per il paese.
Poi sei diventato quell’amico.
Il mio confidente fidato.
Il mio salvagente.
Ci sei sempre stato.
Dalle questioni più gravi a quelle banali.
Più il tempo passava più diventavamo una sola cosa.
Fino quando ho capito di non provare semplice affetto per te.
Tu lo sai.
Ne sono più che certo.
E mi odi per questo.
E io non posso più sopportarlo.
Cammino per la strada deserta.
Non vi è anima viva se non qualche uomo mal vestito alla ricerca disperata di qualche avanzo.
E due gatti randagi accoccolati sotto un portico.
Sai mi fanno quasi invidia.
Il freddo mi ha intorpidito le mani.
Ma non ci faccio nemmeno caso.
Tanto è forte la voglia di te.
E continuo a camminare.
Senza nemmeno accorgermene sono sotto casa.
Il mio cuore si sta disintegrando sotto i mie occhi.
Sotto le mie mani incapaci.
Mi lascio andare.
Cadendo in ginocchio.
Le mani nei capelli.
Stringono con violenza.
Il dolore non mi da soddisfazione.
Lacrime disperate sgorgano dai miei occhi.
Non tento nemmeno di fermarle.
Lo faranno da sole giusto?
Ci sarà un giorno in cui tutto finirà
E spero che arrivi presto perché io così non resisto più.
Un urlo disperato nasce nel mio cuore.
Scalpita dalla voglia di uscire.
È stato tenuto segregato troppo a lungo.
Devo gridarlo.
Devo buttarlo fuori.
O mi distruggerà.
“Ti amo Seb” urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Sogghigno tra me e me.
Vedendo dove la disperazione mi ha fatto arrivare.
E mentre il rumore di una serratura e passi veloci si avvicinano.
Io mi lascio andare.
Cadendo a terra privo di sensi.
Disperato.
Distrutto.
Innamorato.
Ti prego salvami.
  
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