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Autore: Lady Five    30/11/2016    5 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clarice continuava a non capire.
“Mazone? Ma che cosa significa?”
Harlock fu il primo a riprendersi. Ci aveva rimuginato sopra per giorni, ma avere ora la conferma di quello che lui sospettava lo aveva destabilizzato. Credeva di essersi lasciato alle spalle per sempre quel pezzo della sua vita, invece... dopo tutto quel tempo, era tornato a cercarlo!
“Se il professor Daiba avesse visto quei fogli, se ne sarebbe accorto subito. Sono gli stessi caratteri presenti sul pennant che venne lanciato dalla Mazoniane sulla Terra prima dell'invasione. Le autorità terrestri avevano fatto di tutto per tenere nascosta o minimizzare la vicenda, ma noi li avevamo visti... e gli stessi caratteri erano anche riportati su una piramide... una piramide che si trovava in fondo al mare, all'interno della quale era sepolta una Mazoniana... e dove noi eravamo entrati...”1
Clarice era esterrefatta.
“Daiba non te ne aveva parlato?” le chiese Kei.
“No... veramente no, parlavamo di altre cose e ultimamente solo del codice.”
“Mi hai detto che Daiba aveva ipotizzato che la lingua e i caratteri del Voynich potessero essere extraterrestri...” le ricordò Harlock.
“Sì, è vero. La teoria che fa risalire le origine della nostra civiltà agli alieni non è nuova, se ne parlava già diversi secoli or sono. E non mi ha mai convinta, come sai. Ma... da qui a essere mazoniana!”
“Ma è così, Clarice - proseguì il capitano, stupito che davvero lei fosse all'oscuro di tutto - Fu Mazone a colonizzare la Terra in epoche remote, i suoi discendenti hanno continuato a vivere qua, mescolandosi alla razza umana. Quando decisero di conquistare il nostro pianeta, in realtà intendevano semplicemente riprendersi ciò che era già loro.”
“Ma... voi come fate a sapere queste cose?” balbettò la donna sconvolta.
“Abbiamo combattuto Mazone per molto tempo, come sai, e così abbiamo visto tante cose... e abbiamo parlato con loro... Strano che Daiba non te ne abbia nemmeno accennato” insistette Harlock. Uno strano disagio si impadronì delle sue viscere, ma non voleva credere che Clarice stesse mentendo e l'avesse ingannato... a quale scopo?
“Forse perché sapeva che io non credevo molto a queste teorie. O forse non ne ha avuto il tempo. In fondo, era poco che lavoravamo insieme sul Voynich, e lui non ha mai visto i fogli mancanti con i caratteri che voi dite essere mazoniani. Il resto del codice è scritto in tutt'altro modo, e anche questo è curioso, no? Perché non usare la stessa scrittura per l'intera opera?”
“Ma insomma... - intervenne Kei - che cosa porta tutto ciò? Ammettiamo che questo codice sia un antico testo mazoniano, risalente alla prima colonizzazione della Terra...perché volerlo a tutti i costi? Ormai le Mazoniane se se sono andate da anni...”
“Già... - rifletté a voce alta Clarice, la cui mente stava già elaborando quel nuovo dato - E a questo punto possiamo davvero pensare che Castel del Monte fosse un osservatorio astronomico, o un trasmettitore per lanciare segnali nello spazio... insomma, sia collegato alle nostre origini extraterrestri!”
“Ma Clarice - osservò Zero - hai appena detto che non credi a queste storie...”
“Ho detto che sono scettica, ma, a differenza di molti altri, io non ho paura di cambiare punto di vista, se qualcuno mi offre delle prove. E voi l'avete appena fatto! Ora ho una nuova ipotesi su cui lavorare!” esclamò tutta eccitata.
“In effetti, se ci pensate... - disse Yattaran - le Mazoniane erano tutte giovani, oltre che gn... ehm, belle! Magari avevano davvero scoperto il sistema di prolungare la vita e questo codice insegna come fare. Però non volevano che lo scoprissero tutti e hanno scritto parte del manuale in una lingua criptata, il che spiega i caratteri diversi...”
“Ecco, questo dato sulle Mazoniane io non lo conoscevo! Grazie, Yattaran! Ma... lei sarebbe in grado di tradurre il testo scritto in mazoniano?”
Il primo ufficiale si grattò la testa.
“Così sui due piedi, non saprei. Non avevamo avuto tempo per dedicarci a questo, allora, eravamo in guerra, e poi, a pericolo scampato, non ci abbiamo più pensato... ma ci posso provare.”
“Sì, grazie, Yattaran - disse Harlock - Forse il computer centrale ci può dare una mano...”
Intervenne Kei.
“Vi ricordate che Tadashi ci disse che un amico e collega di suo padre aveva decifrato le scritte sul pennant caduto sulla Terra? Le stesse che erano riportate sulla piramide... Kuzuko, mi pare si chiamasse... Anche lui fu ucciso, subito dopo questa scoperta. Forse si possono recuperare i suoi studi...” 2
“Il professor Kuzuko... - esclamò Clarice - Ma certo, era un esperto di antiche lingue precolombiane! Vi sono davvero grata per il vostro aiuto! Per me sarebbe un ottimo punto di partenza!”
Di sicuro l'archeologa non si aspettava di trovare così tante informazioni interessanti su una nave pirata!
Se Clarice pensava al nuovo impulso che avrebbero avuto le sue ricerche, il capitano era preoccupato per ben altro. Se qualcuno voleva impadronirsi di quel codice, significava che Mazone stava per tornare alla carica? O qualcun altro era interessato ad appropriarsi a qualunque costo del segreto dell'eterna giovinezza? Sempre che fosse davvero quello il contenuto del testo misterioso...

Per alcuni giorni non accadde nulla. Clarice rivedeva le sue teorie alla luce della illuminante discussione avuta in sala comando, Yattaran tentava di tradurre il testo in mazoniano, ma incontrava grandi difficoltà, perché gli studi di Kuzuko concernevano esclusivamente le lingue maya e inca, e di quanto aveva scoperto riguardo al pennant non era rimasta alcuna testimonianza. Il governo della Confederazione terrestre dell'epoca aveva insabbiato anche quella scoperta, insieme a tutto il resto. Nessun altro sembrava essersene occupato. E sulla Terra non c'erano (o erano ormai scomparsi da tempo) monumenti, edifici o manufatti che riportassero qualche scritta, tanto per avere un punto di partenza. Perfino il computer centrale non aveva ancora prodotto alcun risultato.
Harlock aveva sperato in una rapida soluzione dell'enigma, ed era piuttosto scoraggiato. Clarice gli ripeteva che spesso occorrono anni di studio per una piccola, a volte insignificante, scoperta, e il capitano sapeva che loro non ce l'avevano, tutto quel tempo. Che ne sarebbe stato, poi, di Clarice? Quanti mesi sarebbero passati, prima che ne avesse abbastanza di loro e della vita vagabonda nello spazio? E dove sarebbe potuta andare, in quel caso?

Una sera la ciurma organizzò la famosa festa sulla spiaggia e Harlock, Kei e Mayu alla fine riuscirono a convincere Clarice a partecipare.
“Ma sono cose da giovani - tentò una debole protesta - io ormai non ho più l'età per queste cose...!”
“Ma va'! Ci vengono tutti! Anche Masu e il dottor Zero!” trillò Mayu.
La festa fu molto divertente. Dopo la cena, innaffiata da generose dosi di vino, partirono musiche e danze indiavolate. Harlock osservava sempre tutto un po' in disparte, compiaciuto, ma senza partecipare attivamente. Kei gli sedeva accanto. Aveva rinunciato da tempo a indurlo a ballare, aveva capito che era una causa persa. Del resto, non si può sempre averla vinta su tutto e quello in fondo era solo un particolare senza importanza. Però da quando stavano insieme non aveva mai più danzato con nessun altro, a rimarcare la sua rinuncia per amor suo.
Quella sera però c'era uno spettacolo insolito: Clarice, forse con al complicità di un bicchierino di troppo, si scatenava con il dottor Zero. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Anche Mayu, issata su una vecchia cassa di whisky, si esibiva come una ballerina professionista. Era davvero brava, e Harlock si chiese dove e come avesse imparato a muoversi così... ma decise di non fare il solito guastafeste... invitato in questo da un'occhiataccia di Kei, che ormai evidentemente gli leggeva nel pensiero.

Ovviamente la mattina dopo si alzarono tutti molto più tardi del solito. Kei se ne andò in spiaggia e Harlock rimase in cabina a esaminare per l'ennesima volta il codice sul suo portatile. Ormai quella storia l'aveva intrigato e non riusciva più a pensare ad altro.
La porta della stanza si spalancò di botto e qualcuno fece irruzione all'interno. Il capitano alzò di scatto la testa e stava per rimproverare aspramente chi aveva osato tanto, quando si rese conto che a essere entrata in quel modo era Clarice, sconvolta e affannata.
“Clarice! Che cosa succede?” le chiese Harlock, visto che la donna non sembrava in grado di esprimersi.
“Il codice! - quasi gridò - È sparito!”
“Il codice? Quale codice?” chiese il capitano, sperando che alludesse a qualche file ingoiato dal computer, perché in tal caso Yattaran l'avrebbe recuperato senza problemi.
“La copia cartacea! Era nella sua teca fino a ieri, e ora non c'è più!”
Harlock si alzò.
“Andiamo subito a vedere!”
Nella camera di Clarice, nell'armadio giaceva la piccola teca, aperta... e vuota!
“Quando l'hai visto l'ultima volta?”
“Ieri pomeriggio... di solito non lo tocco, preferisco lavorare sui file, per non rovinarlo, ma controllo ogni giorno che sia tutto a posto, che la temperatura e l'umidità all'interno della teca siano sempre corretti.”
La porta non presentava segni di effrazione. Chi era entrato, o era in possesso del codice d'ingresso o aveva la possibilità di manomettere il meccanismo senza lasciare tracce.
“Non è che l'ha preso in prestito Yattaran?” chiese poco convinto. Sapeva che il primo ufficiale non avrebbe mai fatto niente del genere, non senza permesso.
“Ma no!” confermò infatti Clarice.
Harlock impallidì. La festa! Qualcuno aveva approfittato del fatto che l'Arcadia fosse completamente deserta, per agire e impadronirsi del prezioso documento!
Era inutile girarci intorno. Era escluso che qualcuno dell'equipaggio fosse interessato al reperto. La maggior parte di loro, poi, ne ignorava perfino l'esistenza. C'era un'unica spiegazione.
Avevano un clandestino a bordo! Qualcuno era riuscito a infiltrarsi su Ombra di Morte!
Chiamò subito Yattaran all'interfono.
“Yattaran, abbiamo un problema!”

Pochi minuti dopo Yattaran e Kei erano nella cabina di Harlock, sorpresi per quella convocazione improvvisa.
“Che succede, capitano?” chiese il primo ufficiale.
Kei notò con stupore la presenza di Clarice, insolitamente triste e taciturna.
Il capitano li aggiornò in poche parole sull'accaduto. Mentre parlava, però, gli venne un'illuminazione. Una debole speranza, in verità, ma valeva la pena tentare. Mayu... era l'unica, con i suoi 15 anni, che avrebbe potuto commettere una leggerezza, senza pensare tanto alle conseguenze... Ma quando e come? Aveva ballato come una forsennata tutta la sera!
“Kei, sai dov'è Mayu?”
“Credo stia ancora dormendo... Perché me lo chiedi, cosa c'entra lei con questa storia?”
“Niente, probabilmente... ma potrebbe aver avuto voglia di guardarsi il codice da vicino, senza preoccuparsi di creare tanto scompiglio...”
Clarice scosse la testa.
“Ma non credo proprio che...” protestò Kei.
“Sì, lo so. Sto solo valutando un'altra possibilità, prima di pensare al peggio. Puoi andare a chiederglielo, per favore?”
La ragazza uscì dalla cabina.
Intanto, Harlock e Yattaran cercavano di mettere a fuoco la situazione. Si sentivano disorientati. Su Ombra di Morte si erano sempre sentiti al sicuro, era sempre stato l'unico posto dove potevano rilassarsi e vivere per un po' senza guardarsi continuamente le spalle. Il fatto che qualcuno fosse riuscito a entrarvi a loro insaputa, restando nascosto fino quel momento, senza che nessuno se ne fosse accorto... beh, era davvero grave. 3 Erano preoccupati. Molto preoccupati.
Kei ritornò dopo qualche minuto. Naturalmente Mayu non aveva preso il codice, non le era mai nemmeno passato per la testa. Ed era anche parecchio scocciata che qualcuno l'avesse pensato, e intendeva fargliela pagare. Ma questo per il momento la bionda se lo tenne per sé.
Harlock riassunse la situazione.
“In realtà è accaduto esattamente quello che temevo quando ancora eravamo su Tortuga. Qualcuno ha seguito Clarice con il preciso intento di prendersi il codice. Per qualche strano motivo non l'ha fatto lì... Ma su Tortuga c'è una situazione particolare, avrebbe rischiato di farsi notare... e poi una notte, per sicurezza, feci sorvegliare la sua casa, prima che lei si trasferisse sull'Arcadia...”
Clarice trasalì, e anche gli altri si stupirono, perché Harlock non aveva detto niente a nessuno.
“Da chi, scusa?” chiese Yattaran.
“Mi sono rivolto a Jack... ma non ha importanza adesso. Il problema è che questo qualcuno è riuscito a nascondersi sulla nostra astronave, è qui su Ombra di Morte... e ha sicuramente approfittato della festa di ieri per agire... Come ci è riuscito? Come è possibile che non ce ne siamo accorti? Come è possibile che il computer centrale non abbia rilevato una presenza estranea?”
Yattaran era terreo.
“Ha scoperto il nostro segreto, Harlock - disse con un tono grave, insolito per lui - Quando lo troveremo dovremo...”
Harlock lo fulminò con lo sguardo e l'uomo ammutolì. Non parliamone qui, non davanti a Clarice...
“Suona l'allarme, Kei. Dobbiamo informare tutti dell'accaduto e metterci alla ricerca del clandestino. E, per favore, fai in modo che Mayu non esca dalla sua stanza... e anche tu, Clarice, è meglio se rimani con lei. Chiudetevi dentro. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare.”
Non ci voleva, non ci voleva proprio! Una situazione di emergenza con due civili a bordo, di cui una ragazzina!
E se il ladro fosse anche riuscito a fuggire? Harlock non voleva nemmeno pensarci.
Andarono in plancia, mentre tutti gli altri componenti della ciurma, sentito l'allarme, lasciavano le loro occupazioni e si dirigevano lì. Yattaran cominciò subito a monitorare le attività di Ombra di Morte delle ultime ore, e non sembrava che qualcuno avesse lasciato l'asteroide. Era già qualcosa.

 

 

 

 

1 Episodio 7 della serie classica.

2 Episodio 4 della serie classica.

3 Nel manga due Mazoniane in realtà riescono a introdursi su Ombra di Morte, e non fanno una bella fine, poracce! Ma non mi pare che questo episodio sia ripreso anche nell'anime (ma correggetemi se sbaglio!).

  
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