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Autore: crimsontriforce    18/05/2009    5 recensioni
La mattina seguente, che poi erano le quattro del pomeriggio, ma poco importava, salutò i suoi guardiani con un sorriso (non radioso, ma sincero: un sorriso da evocatore) e tornarono sulla via.
Genere: Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimahri Ronso, Yuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza settimana di Fluffathlon @ Fanfic_Italia. Tema Hurt/Comfort, la citazione qui sotto e un fandom diverso da quelli usati fino a quel momento (leggasi: STACCATI DA MYST CHE SEMBRI UNA COZZA COL F*UTO SCOGLIO). Con sonori improperi, perché avevo in testa dalla prima settimana una H/C belliss... passabile su Saavedro che stava pure su due prompt, rieccomi qui. '_'
Le alternative erano circa *riconta* nove. C'era dentro anche Yunalesca e non volete sapere. Le tre passate in finale erano questa, una su Auron e Rikku e una su young Auron e Yuna e questa ha vinto perché sì e perché l'ha scelta il mio Skull Kid. Rifiniture, invece, su saggio consiglio di SharRVek. Grazie a entrambi, sempre.




Un bacio e il disgelo






"I will guard you with my bright wings
Stay till your heart learns to see all love can be"
--- All love can be, Charlotte Church




Quel giorno iniziò con un abbraccio e finì con un abbraccio.

Nella memoria di Yuna, che sapeva da sempre che avrebbe avuto poche cose da ricordare in vita sua ed era ben decisa a tenere con sé il meglio di ognuna, quel giorno del suo pellegrinaggio fu definito così, da due abbracci. Non aveva importanza che il primo fosse stato preceduto da un tuffo nel vuoto e ferite di machina da guarire, né che fra l'uno e l'altro fosse trascorsa una notte intera di riposo: per lei, Macalania era stata l'alba e la Piana della Calma il tramonto e nessuno dei suoi compagni l'avrebbe contraddetta.
Privilegio da evocatrice. Almeno quello.

Quindi il suo inizio era stato uno stringersi affrettato e urgente che aveva aperto più questioni di quante ne avesse chiuse. Perché passarsi un dito sulle labbra e ricordare il calore del suo bacio non l'avrebbe aiutata ad abbandonarsi contro Sin. Perché stava per dirgli di sì. Perché Tidus poteva aver saputo, ma Yuna era certa che non avesse ancora veramente capito cosa significasse il pellegrinaggio, quanto poco restasse loro da camminare insieme. Che non avesse capito che renderla felice – felice come singolo e non come parte di un tutto – alleggeriva le sue spalle ma appesantiva i suoi passi. Perché il sentimento che avevano protetto a lungo e che si era infine delineato sotto la superficie dell'acqua era un inizio. Ma un evocatore deve saper vedere la fine prima ancora di ogni inizio e quello oscurava ogni gioia che potesse provare – ed era tanta, tantissima, troppa – al ricordo delle loro poche parole scambiate in intimità.
E non era appena uscita da un matrimonio per sentirsi lo stomaco chiuso, la testa svuotata e una gran voglia di piangere. Non c'era più ordine al mondo.



Fu Kimahri a portarle il pranzo fino al sassetto in disparte su cui era seduta, quando il resto della congrega di bambinaie cui si accompagnava ebbe decretato che era cosa saggia rispettare il desiderio di silenzio dell'evocatrice.
Yuna studiava la sua ombra e quando il guerriero Ronso si avvicinò alle sue spalle vide la macchia scura farsi enorme e alata.
Yuna aveva già un paio di ali, anche se in prestito, e si era già tuffata in luoghi in cui i suoi compagni non potevano seguirla. Circondata dall'ombra di quelle piume, seppe che, come a Bevelle, alla fine l'avrebbero sempre ritrovata. E alla vera fine del cammino, forse, chissà...

Poi il suo mondo si fece tutto blu, il blu del cielo misto a uno più scuro e caldo, a Yuna mancò il fiato e prima che se ne rendesse conto era tornata bambina fra le braccia di Kimahri che, incurante dei dieci anni passati da quando l'aveva sollevata per la prima volta, la stringeva al petto con dolcezza. D'istinto ricambiò l'abbraccio.

“Kimahri sa che Yuna salda come nevi della montagna sacra”, le disse mentre continuava a tenerla stretta, in un ruggito basso e profondo che poteva passare per delle grosse fusa. “Kimahri vigila che la primavera non la scioglie.”
“Siamo un po' a nord per il disgelo, Kimahri”, rise.
“Yuna è sicura?”
“Yuna... sì, Yuna è sicura”, rispose lei, chiudendo gli occhi e appoggiandosi alla ruvida pelliccia blu che da dieci anni era stata il suo scudo, il suo calore e casa.
E il suo cuore tornò al posto che gli spettava.














***


Scritta come punchingball. So che è moralmente scorretto usare FFX come fandom-punchingball, ma buh.
E più amore per Kimahri. >_<
   
 
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