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Autore: pampu    01/12/2016    5 recensioni
«Mi piacerebbe fare un salto a Parigi. Peter e Chris si trovano là, magari è l’occasione giusta anche per rivedere Derek.»
A quelle parole Stiles s’irrigidisce. «Preferirei di no» sussurra.
«Perché?»
«Non credo di avere molta voglia di rivederlo. E sicuramente lui sarebbe d’accordo con me.»
«L’hai mai sentito in questi ultimi due anni?»
«No.»
Scott sospira. «Stiles, per tutto questo tempo ho evitato l’argomento, convinto che fosse qualcosa di passeggero e poco importante. Ma è chiaro che non è così, quindi sento il dovere di chiedertelo: cos’è successo tra di voi? Avete litigato?»
«In realtà non so bene nemmeno io cos’è successo.»
«In che senso.»
Siles prende un grosso respiro. «Avevamounarelazioneoqualcosadelgenere.»
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sì, è una verde. Ma è per una buona causa: a blu992… ti voglio bene!
Ringrazio come sempre ScoSt1124 per il sostegno…

 
 
Ogni preghiera è una promessa a Dio
che non ho mai dimenticato
ogni preghiera non raggiunse poi
o almeno ancora la strada che avrei sperato
perdonare presuppone odiarti
e se dicessi che non so il perché dovrei mentirti
e tu lo sai che io con le bugie
mi manchi veramente troppo troppo troppo
ancora
 
 
«Mi stai davvero portando in Italia?» domanda Stiles incredulo, mentre trascina il suo bagaglio a mano dentro al gate dell’aeroporto.
 
«Per la decima volta, sì amico, ti sto portando a Roma» risponde Scott con uno sbuffo.
 
«Ma sei proprio proprio sicuro di volerci venire con me? Tu avevi organizzato tutto per Kira. Ok che tra voi non è andata bene ma, potresti sempre provare a farti rimborsare almeno parte di ciò che hai speso.»
 
«Smettila di preoccuparti. Dopo tutta la faccenda dei Ghost Rider ho bisogno di passare del tempo con te, e anche di allontanarmi da Beacon Hills per qualche giorno. E poi, mi sento ancora in colpa per essermi dimenticato di te.»
 
«Quante volte ti dovrò ripetere che non sono assolutamente arrabbiato con te? Non è stata colpa tua!»
 
«Lo so ma, non posso farci niente. Quindi vieni con me a Roma e stai zitto.»
 
Stiles sospira ma poi un grande sorriso si dipinge sul suo viso e torna ad avere la sua solita espressione tanto simile a quella di un bambino curioso. Ha un attimo di panico non appena l’aereo decolla ma poi si rilassa e riprende a parlare. «Esattamente, qual è il programma?»
 
«Il primo giorno assolutamente niente, considerando che dovremo abituarci al fuso orario, magari potremmo fare un giro per la città e basta. Poi avevo prenotato la visita ai Musei Vaticani e San Pietro. Per la sera del terzo giorno avevo preso i biglietti per un cantante che Kira adorava: Tiziano Ferro.»
 
«Non lo conosco.»
 
«Nemmeno io. Ma Kira mi ha fatto sentire tutte le canzoni con relative traduzioni, non è male.»
 
«Sei sicuro di volerlo andare a vedere? Perché sono certo che, volendo, troveremmo qualcuno disposto a prendere i biglietti.»
 
«No, ne sono certo.»
 
«Va bene. Quanto staremo via?»
 
«Amico, è la nostra estate di libertà. Possiamo permetterci di stare via quanto vogliamo.»
 
«Beh, direi che molto dipende anche da quanto riusciremo a far durare le nostre finanze, o forse sarebbe meglio dire le tue.»
 
Scott sbuffa, roteando gli occhi. «Ho lavorato da Deaton un anno intero solo ed esclusivamente per mettere via i soldi per questo viaggio. Fammelo godere!»
 
«Ok, ok» dice Stiles alzando le mani in segno di resa.
 
«Mi piacerebbe fare un salto a Parigi. Peter e Chris si trovano là, magari è l’occasione giusta anche per rivedere Derek.»
 
A quelle parole Stiles s’irrigidisce. «Preferirei di no» sussurra.
 
«Perché?»
 
«Non credo di avere molta voglia di rivederlo. E sicuramente lui sarebbe d’accordo con me.»
 
«L’hai mai sentito in questi ultimi due anni?»
 
«No.»
 
Scott sospira. «Stiles, per tutto questo tempo ho evitato l’argomento, convinto che fosse qualcosa di passeggero e poco importante. Ma è chiaro che non è così, quindi sento il dovere di chiedertelo: cos’è successo tra di voi? Avete litigato?»
 
«In realtà non so bene nemmeno io cos’è successo.»
 
«In che senso.»
 
Siles prende un grosso respiro. «Avevamounarelazioneoqualcosadelgenere.»
 
«Credo di non aver capito bene.»
 
«Hai poteri lupeschi, certo che hai capito.»
 
«Che genere di relazione?»
 
«Hai presente l’ape e il fiore? Anche se forse, in questo caso, dovrei parlare di ape con ape e…»
 
«Ok, ok. Messaggio ricevuto. Da quanto?»
 
«Un po’. Abbiamo cominciato ad avvicinarci dopo la morte di Boyd.»
 
«Siete stati bravi a nasconderlo.»
 
«Credo fossi l’unico a non essertene accorto.»
 
«Ma stavi con Malia.»
 
«E secondo te perché è finita?»
 
«Oh.»
 
«Già.»
 
«E poi?»
 
«Avevamo stabilito che fosse solo sesso.»
 
«Ma per te non lo è mai stato.»
 
Stiles abbassa lo sguardo, mordendosi il labbro.
 
«Ti sei dichiarato e lui se n’è andato?»
 
«Ho detto di amarlo mentre lo stavamo facendo.»
 
«Ed è scappato.»
 
«È stato peggio che essere rifiutati.»
 
«Non ti ha mai cercato?»
 
Stiles scuote la testa. Scott lo abbraccia. «Mi dispiace.»
 
«Sai cos’è la cosa peggiore?» sussurra senza riuscire a trattenere una lacrima.
 
«Cosa?»
 
«Che se mi avesse anche solo chiamato, gli avrei risposto.»
 
«Lo ami ancora?»
 
«Non lo so, so solo che, per quanto ci provo, non riesco ad odiarlo.»
 
 
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno
avrai più riso e pianto come con me
e lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
ridigli in faccia al tempo quando passa
per favore ricordiamoglielo al mondo
chi eravamo e che potremmo ritornare
 
Atterrano che era sera, trovando Roma già avvolta dalle tenebre che rendono la città ancora più suggestiva. Stiles si guarda attorno con occhi spalancati, ma Scott si accorge che sono anche lucidi. Gli passa una mano attorno alle spalle e lo stringe un po’ a se mentre raggiungono l’hotel a piedi.
 
All’ingresso c’è una ragazza gentile che gli porge la loro chiave e gli indica la stanza. «Alla registrazione ci pensiamo domani, andate pure a riposare» dice in un inglese perfetto.
 
I due amici ringraziano e si infilano nell’ascensore. Entrano nella camera e la osservano meravigliati. «Fratello, lasciamelo dire: hai proprio degli ottimi gusti» esclama Stiles.
 
«Sono stato davvero bravo» si complimenta con se stesso. «Ora però sento il bisogno di fare una doccia.»
 
«Io invece voglio solo dormire.»
 
Scott appoggia la valigia per terra, prende lo zaino, apre la tasca davanti ed estrae un lettore mp3 e dei fogli piegati, per poi porgere tutto a Stiles. «Cos’è?» domanda curioso.
 
«Sono le canzoni di Tiziano Ferro e le loro traduzioni. Ascoltale, aiutano a sfogarti» risponde con un occhiolino.
 
«Io non piango» ribatte Stiles.
 
«Lo so, ma tu ascoltale lo stesso. Vado in doccia.»
 
Stiles si cambia, si infila sotto le coperte, inserisce le cuffie nelle orecchie e schiaccia play. Le canzoni si susseguono una dopo l’altra e gli occhi di Stiles assorbono le parole che sta leggendo su quei fogli, rispecchiandosi perfettamente in esse. Non si accorge nemmeno di aver cominciato a piangere, almeno non fino a quando le braccia di Scott lo stringono. È in quel momento che si gira e affonda il viso nel petto dell’amico. «Ci ho creduto davvero, sai?»
 
«Lo immagino.»
 
«Potevamo essere felici. Eravamo perfetti insieme, ci completavamo. E, forse, cominciava anche un po’ a tenere a me. Mi sento così stupido. Se solo fossi stato zitto.»
 
«Non sei stupido. Ti sei solo innamorato della persona sbagliata.»
 
«No, lui non era sbagliato. Era giusto per me. E nonostante tutto lo amo ancora.»
 
«Passerà, ti assicuro che passerà.»
 
«A te è passata?»
 
«È diverso.»
 
«Sono stato un pessimo amico, vero?»
 
«No, siamo semplicemente stati troppo presi dai nostri problemi da non accorgerci di quello che stava passando l’altro. Ma possiamo recuperare.»
 
 
Passo la vita sperando mi capiscano
amici e amori affini prima che finiscano
e ancora sempre e solo
una strada, la stessa
scelgo sempre la più lunga, la più complessa
quindi perché mi scanso invece di scontrarti
e tu perché mi guardi se puoi reclamarmi
ricordi ce lo insegnò il 2013
io e te all’odio non sappiamo crederci
 
«Sei proprio sicuro che non dovremmo già essere davanti alle transenne?» domanda Stiles scorrendo delle immagini sul suo smartphone.
 
«No, amico. Abbiamo i posti numerati, quindi ci basta essere là una mezz’ora prima dell’inizio del concerto.»
 
«Ma guarda qui. Ci sono un sacco di ragazzine che sono già in fila da questa mattina.»
 
«Saranno quelle che stanno nel prato e che quindi prima arrivano e più possono stare davanti.»
 
«Ah, quindi sei proprio proprio sicuro che non arriveremo in ritardo?»
 
«Fortuna che eri tu quello che non era sicuro di volerci venire» dice Scott ridacchiando.
 
«Tutto questo è solo ed esclusivamente colpa tua. Tu me lo hai fatto conoscere. E io ora non riesco a smettere di canticchiare le sue canzoni. E sai cosa succede quando divento ossessionato da qualcosa» ribatte Stiles mettendo su un po’ di broncio.
 
«Va bene, va bene. Paghiamo e andiamo allo Stadio Olimpico.»
 
Stiles non risponde ma non può fare a meno di esultare. Arrivano allo Stadio e, dopo aver mostrato il loro biglietto allo steward, raggiungono i loro posti. Gli spalti sono già quasi pieni, tranne i due posti vicino ai loro, mentre dall’altra parte hanno il muro. «Speriamo di avere vicino persone simpatiche, anche se sicuramente saranno italiane, quindi non riusciremo comunque a comunicare con loro.»
 
Stiles riesce a scorgere un qualcosa di strano nell’espressione di Scott, sembra quasi senso di colpa. «Scott, cosa mi stai nascondendo?»
 
«Io? Perché dovrei nasconderti qualcosa?»
 
«Ti conosco. C’è qualcosa che non mi stai dicendo e io…»
 
«Ragazzi, quanto tempo!» li saluta una voce allegra a Stiles fin troppo famigliare.
 
Il castano si gira per trovarsi davanti il sorriso furbo di Peter, e dietro di lui lo sguardo tradito di Derek, segno che con molta probabilità anche lui era allo scuro di questa imboscata. Decisamente un’imboscata. «TU» urla rivolta all’amico «BRUTTO TRADITORE BASTARDO! MI HAI TRASCINATO QUA CON LA SCUSA DI FARE IL BUON AMICO MENTRE COSPIRAVI CONTRO DI ME CON QUESTO INDIVIDUO CHE HA TENTATO DI UCCIDERCI PIU’ DI UNA VOLTA.»
 
«Ma…»
 
«TACI!!! NON DIRE ASSOLUTAMENTE NIENTE» dice alzandosi e andando verso l’uscita.
 
«Dove pensi di andare?»
 
«Aria, ho bisogno di aria.»
 
«Siamo all’aperto.»
 
«Fanculo, ho bisogno di starti lontano o rischierei di prenderti a pugni. E ci tengo alle mie mani.»
 
E si dirige verso i bagni come una furia. La prima cosa che pensa di fare è quella di chiudersi in un cubicolo e urlare ma, dopo aver visto le condizioni del bagno, opta per andare il più vicino possibile all’uscita e lasciarci scivolare lungo il muro, prendendosi la testa tra le mani. Non sa quanto tempo è passato prima di sentire dei passi avvicinarsi. Non ha nemmeno bisogno di alzare gli occhi per sapere chi è, e un po’ si stupisce per essere ancora in grado di riconoscerlo. «Mi dispiace, non potevo immaginare che Peter e Scott fossero d’accordo.»
 
«Va bene.»
 
Derek lo supera. «Dove stai andando?» gli chiede, e un po’ si odia per non avere la forza di lasciarlo andare.
 
«Me ne vado. Non avevo la minima voglia di venire qui.»
 
«Ti da così fastidio vedermi?»
 
«No, ma tu non mi vuoi vicino. Quindi vado via.»
 
«Non sono io ad essere scappato.»
 
«Stiles…»
 
«Sì, lo so. So che è stata colpa mia.»
 
«È passato tanto tempo. È ora che ti rifaccia una vita.»
 
«Come avrei potuto farlo quando l’unica persona che abbia amato davvero non ha avuto nemmeno la decenza di rifiutarmi? Te ne sei andato Der, lasciandomi solo a chiedermi cos’avrei potuto fare di diverso, cosa saremmo potuti diventare se solo me ne fossi stato zitto.»
 
Derek si abbassa sulle ginocchia e appoggia una mano sulla guancia di Stiles, raccogliendogli una lacrima, ma l’umano gliela schiaffa via. «Non toccarmi, non voglio la tua pietà.»
 
«Non è pietà.»
 
«Ah no? E allora dimmi perché te ne sei andato.»
 
Silenzio.
 
«Speravo che questi due anni ti avessero aiutato a crescere, ma sei ancora lo stesso codardo di allora» dice alzandosi e tornando dentro lo Stadio, al suo posto, ma senza rivolgere la parola a Scott, sentendosi ancora profondamente tradito.
 
 
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto come con me
lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piovve addosso
ridigli in faccia al tempo quando passa
per favore ricordiamoglielo al mondo
chi eravamo e che potremmo ritornare
 
Il concerto inizia e la voce di Tiziano penetra sotto la pelle di Stiles, provocandogli la pelle d’oca e facendogli dimenticare per qualche minuto tutto quello che era successo poco prima. È quando, con la coda dell’occhio, osserva Scott che ha assunto l’espressione di un cucciolo bastonato che si accorge che anche Derek è ritornato al proprio posto. Quando parte la canzone “Incanto”, Stiles non riesce proprio a trattenere le lacrime. Il loro odore pungente arriva alle narici del tre mannari che si voltano verso di lui, ma è solo Scott che si avvicina e lo abbraccia. Stiles non lo allontana. «Mi dispiace. Credevo davvero che fosse la cosa giusta per te» gli dice il riccio all’orecchio.
 
«Odio averlo così vicino e non poterlo toccare come vorrei.»
 
«Sei proprio sicuro che non possiate riprovarci?»
 
«Non ha nemmeno provato ad avvicinarsi a me.»
 
«Prima ti ha seguito.»
 
«Voleva andarsene.»
 
«Credo sia stata più una scusa per venire a vedere come stavi.»
 
«Non ha nemmeno avuto il coraggio di dirmi perché mi ha lasciato.»
 
«Stiles…»
 
«No, voglio godermi questo concerto» dice tornando a prestare attenzione alla musica.
 
Scott non ribatte ma unisce la sua voce con quella di Stiles, mischiando il loro accento che rende le parole italiane così diverse dalle originali, ma non se ne curano, per loro sono perfette così.
 
Le luci si abbassano e il cantante dice qualcosa mentre partono quelle note che hanno segnato l’anima di Stiles, quella canzone che più di ogni altra gli è entrata dentro. Resta immobile, ascoltando attentamente quelle parole che descrivono perfettamente il suo stato d’animo e le sue speranze, perché lui non è più riuscito ad essere quello che è stato quando era con Derek, non ha mai trovato nessuno che lo facesse sentire adatto come c’era riuscito lui, e averlo così vicino e non saperlo suo, gli causa talmente tanto dolore che sentiva il fiato faticare ad uscire.
 
 
Musica più forte,
che sfidi la morte
accarezza questa mia ferita
che sfido la vita
Ho passato tutto il giorno a ricordarti
nella canzone che però non ascoltasti
tanto lo so che con nessuno avrai più riso e pianto come con me
lo so io ma anche te
quasi 30 anni per amarci proprio troppo
la vita senza avvisare poi ci piove addosso
diglielo in faccia a voce alta di ricordare
quanto eravamo belli e di aspettare
perché potremmo ritornare
 
Due braccia che non sono assolutamente quelle di Scott si posano sui suoi fianchi, stringendolo in modo che avrebbe potuto definire solo come possessivo. «Hai ragione, sono stato un codardo, un enorme, immenso codardo. Quando mi hai detto di amarmi ho avuto paura, paura di vederti scivolare via dalla mia vita com’è successo con tutte quelle che ho amato prima di te.»
 
Stiles si gira in quell’abbraccio, sentendo la necessità di guardarlo, di perdersi in quegli occhi verdi, ora così liquidi e… sinceri.
 
«Non avrei mai permesso a nessuno di portarmi via da te.»
 
«Lo so, e questo mi faceva ancora più paura.»
 
«Perché?»
 
«Perché avresti potuto farti uccidere per me. E non potevo permettertelo.»
 
«Credi davvero di avermi fatto stare meglio in questi anni?»
 
«Speravo soltanto che trovassi qualcuno da amare. Ci sei riuscito?»
 
«No, e tu?»
 
«Non ci ho mai nemmeno provato.»
 
«E ora?»
 
«Sono diventato più forte, so controllare meglio i miei poteri e posso trasformarmi completamente in lupo. Potrei sicuramente proteggerti meglio di come avrei potuto fare in passato, ma ho paura che non sia abbastanza.»
 
«Der, io non voglio questo da te. A me basta averti al mio fianco come compagno. Non sono una principessa da salvare, riesco a cavarmela anche da solo, e credo di avertelo anche dimostrato. Vorrei solo che tu ti fidassi di me e ti facessi bastare quello che sono.»
 
«Non ti vorrei diverso da quello che sei. E mi fido di te.»
 
«Dimostramelo.»
 
«Come?»
 
«Esci con me, domani, noi due, come coppia.»
 
«Domani?»
 
«Hai già altri impegni?»
 
«Veramente ho l’aereo per tornare a Parigi, ma tu potresti venire con me, così possiamo uscire insieme domani, dopo domani, e il giorno dopo ancora.»
 
Stiles sorride. «E Scott?»
 
«Lo abbandoniamo qui con Peter. Se lo meritano.»
 
«Beh, però un pochino dovremmo ringraziarli.»
 
«Gli manderemo un messaggio di ringraziamento appena atterrati sul suolo francese.»
 
«E poi?»
 
«Intanto vediamo come va. Sono passati due anni, siamo cambiati, dobbiamo imparare a conoscerci di nuovo.»
 
«Non posso restare qui per molto.»
 
«Lo so, ma avevo intenzione di tornare già mesi fa.»
 
«Perché non l’hai fatto?»
 
Derek abbassa gli occhi colpevole. Stiles gli solleva il mento e lo bacia dolcemente, tremando non appena le loro labbra entrano in contatto. «Mi sei mancato da morire. Promettimi che non scapperai mai più, promettimi che ci permetterai di essere felici e di diventare quello che la vita ci concederà di essere.»
 
«Te lo prometto.»
 
 
La vita senza avvisare poi ci piove addosso
diglielo in faccia a voce alta di ricordare
quanto eravamo belli e di aspettare
perché potremmo ritornare.
 
   
 
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