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Autore: Maggie_Koala    01/12/2016    8 recensioni
- Ho…Qualcosa sulla schiena? – gli domandò, con una nota di nervosismo nella voce.
- Sì. Cioè no, nulla di preoccupante, ma…
- Ma?
- Potresti scoprirtela?
[Newt/Tina]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt Scamander, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The World in Her Back

 


Un piccolo grazie alla mia WAPKA malaticcia
E un grande abbraccio a tutti




 




- Che cosa stai fissando?
La domanda non era stata posta a caso: Newt le aveva detto che si sarebbe addormentato subito dopo aver toccato il cuscino da quanto era stanco, ma non era stato affatto così. Tina era sicura che non stesse dormendo per delle piccole particolarità che si era abituata presto a riconoscere in lui: quando Newt prendeva sonno, spesso si raggomitolava su sé stesso, portando le ginocchia quasi all’altezza del bacino, per poi poggiare la fronte o sulla sua clavicola o sulla sua schiena – quando lei le dava le spalle - e strofinarci contro i capelli un paio di volte, come per cercare un po’ di torpore. Ciò accadeva unicamente quando si addormentava prima di lei; in caso contrario invece, era Tina ad accoccolarsi su di lui, specialmente sul suo petto, perché Newt non poteva mai fare a meno di lasciarle un paio di carezze sui capelli quando lo faceva.
Ma una cosa che lui faceva ogni volta appena prima di dormire, era borbottare per pochi secondi parole mangiucchiate e senza senso, spesso ricollocabili solo a suoni o lingue di altre culture.
Ora, erano andati a letto da un’oretta buona e Tina aveva cominciato a leggiucchiare un libricino di avventure regalatole da Queenie. Per non dare fastidio al compagno, oltre ad avergli dato le spalle, si era premurata di creare una piccola pallina di luce volante, abbastanza forte da permetterle di vedere le parole, ma non così tanto da negare il sonno a Newt.
Non era stata nemmeno tanto rumorosa: aveva cercato di girare le pagine il più silenziosamente possibile e si era lasciata sfuggire bassi e rari versi di sorpresa o risatine.
Per questo, quando aveva mosso leggermente le gambe per cercare quei piccoli spazi ancora freschi sul lenzuolo del materasso, si era meravigliata di sfiorare anche quelle di Newt, che solitamente non si trovavano mai ai piedi del letto. Subito dopo essersi accorta di quel particolare insolito, si era ricordata di non averlo nemmeno sentito borbottare come faceva abitualmente e soprattutto non sentiva più quella lieve sensazione di solletico che solo le punte dei capelli del Magizoologo che attraversavano leggermente il tessuto del pigiama potevano darle.
E se c’era una cosa che sapeva era che se Newt non si addormentava, probabilmente si era incantato a guardare qualcosa che gli aveva fatto viaggiare la mente per miglia e miglia.
- Che cosa stai fissando?
Lui sembrò essere stato preso di sorpresa, perché sobbalzò leggermente, muovendo le coperte.
- Ti ho disturbata? – le chiese a bassa voce.
Tina rise.
- No, mi stavo solo chiedendo – continuò, appoggiando il libro sul comodino e provando a girarsi verso il suo interlocutore - Che cosa ti avesse impedito di dorm..
- Aspetta! – la bloccò Newt, mettendole una mano sulla spalla e stringendo piano – Non voltarti. No, no, anzi, rimettiti come eri messa prima.
Tina gli lanciò un’occhiata stranita, ma fece come gli aveva detto, dandogli nuovamente le spalle.
- Ho…Qualcosa sulla schiena? – gli domandò, con una nota di nervosismo nella voce.
- Sì. Cioè no, nulla di preoccupante, ma…
- Ma?
- Potresti scoprirtela?
- Vuoi che mi tolga la camicia da notte?
- Solo il pezzo del busto. Voglio vedere un attimo meglio tutta la tua schiena.
La richiesta era pressoché strana, ma non la stupì più di tanto: viveva insieme a Newt da un po’ di tempo ormai e le domande stravaganti erano all’ordine del giorno.
- Fa in fretta, però.
- Giuro che non ci verranno più di dieci minuti.
Non che fosse molto confortante, ma Tina cominciò lo stesso a togliere dalle asole i piccoli bottoni cuciti sul petto della vestaglia.
- Mi daresti una mano?
Newt l’aiutò a far scivolare fuori le braccia e le spalle dal vestito. Le sue dita sfiorarono più volte la pelle della donna e questa si rincuorò a sentire che erano calde. Si tirò giù la camicia da notte fino al bacino e in qualche modo si mise le maniche e il resto della stoffa sulla pancia e sui seni nudi, per non prendere freddo.
Le venne da sorridere quando Newt le mise una mano grande e calorosa sul ventre, per proteggerla dagli spifferi.
- Allora, cosa hai visto?
- Posso spostare la tua pallina di luce un po’ più in qua?
Tina annuì e guardando l’oggetto in questione, lo fece andare dietro di lei, in modo che le illuminasse la schiena.
- Incredibile… - sussurrò Newt, poggiandole un polpastrello appena sotto l’attaccatura dei capelli e scendendo sulle scapole, tracciando linee senza senso.
- Cosa?
- Ecco, vedi – sembrò cercare le parole giuste – Dietro il collo hai dei peletti. Biondissimi, che quasi nemmeno si vedono se non ci presti attenzione.
Peli? Tina sperò con tutto il cuore che una conversazione del genere non raggiungesse mai la mente di sua sorella.
- Me ne sono accorto con il riflesso della luce. Non riuscivo a distinguerli con precisione, ma ho notato che creavano delle specie di disegni in formato ridotto. Disegni a dir poco…Fantastici.
L’ex Auror si sentì arrossire.
- E non sono fatti per niente a caso – continuò Newt, rimettendole il dito sulla collottola e seguendo le linee degli schizzi create dalla peluria – Qua per esempio hai un Fire Crab.
- Un cosa?
- E’ una creatura magica simile a una tartaruga, con il guscio incrostato di pietre preziose. E’ originario delle isole Figi. Certo, non è esattamente una copia perfetta, ma trovarla su di te è qualcosa di bellissimo.
Tina ridacchiò.
- Aspetta! Rifallo!
- Cosa?
- Ridi di nuovo.
La donna lo fece, sforzandosi comunque un po’.
- Esattamente qua – le disse Newt, spostando il polpastrello sulla spalla destra – Hai un Crup: è simile ad un Jack Russell Terrier, ma ha due code. Però si vede bene solo quando ridi.
- Hai visto qualcos’altro?
Eccome se aveva visto altro. Tutta la schiena di Tina sembrava una mappa piena di creature magiche: un Ippocampo, creatura mitologica della Grecia con testa e zampe anteriori di cavallo e coda e zampe posteriori di pesce gigante, seguiva l’inizio della sua colonna vertebrale; appena sotto la scapola sinistra c’era un Jarvey, simile in tutto e per tutto ad un furetto un po’ cicciotto; su una fossetta di Venere era acciambellata una Moke, una lucertola di un colore verde argentato, mentre sull’altra era di vedetta un Fwooper, un uccello africano da un variopinto piumaggio multicolore; sopra le fossette dormiva un Kneazle, quasi identico ad un gatto normale, e vicino a lui c’era un Nundu, forse la creatura più pericolosa del mondo, con le fattezze di un gigantesco leopardo; tante Puffole Pigmee ricoprivano il fianco destro, giocando assieme ad una Salamandra; e ancora una Ramora, pesce argenteo dell'Oceano Indiano, dei Knarl, spesso scambiati per ricci, un Diricawl, grassoccio uccello originario delle Mauritius, incapace di volare e dalle piume vaporose, e molti altri ancora.
Ma la cosa più spettacolare di tutte era un Dorsorugoso Norvegese al centro della schiena, con le ali spalancate sulle scapole.
- E’ davvero incredibile – borbottò Newt, staccando per la prima volta in tutto quel tempo le dita dalla schiena della compagna – Assurdo che tu abbia sempre avuto questa piccola enciclopedia per tutto questo tempo.
- Direi che è più assurdo che i miei peli ti ricordino figure del genere – gli rispose Tina, a dire il vero ancora confusa nel capire se quella cosa fosse un bene o un male.
Il Magizoologo sorrise, per poi abbassarsi quel tanto che bastava per darle un bacio leggero in mezzo alle scapole. Lei fremette a quel contatto.
- I tuoi peli sono fantastici – continuò Newt, poggiando il mento fra il collo e la spalla della donna- Tu sei fantastica.
- Non credere di cavartela così – sbuffò Tina, cercando in tutti i modi di trattenere il sorriso.
Lui poggiò le labbra sulla sua spalla, baciandola, per poi continuare a fare altrettanto fino al suo collo. L’ex Auror chiuse gli occhi, beandosi di quelle attenzioni.
Newt fu velocissimo: incastonò la bocca contro la sua collottola e soffiò forte, facendo lo stesso rumore di una pernacchia.
- Scamander! – strillò Tina, mezza indignata. Ma appena si accorse che il suo compagno aveva cominciato a ridere di gusto, si unì a lui.
- Sei proprio uno stupido – borbottò quando le mancò il fiato per le troppe risate.
Newt sorrise, sporgendosi per lasciarle un tenero bacio sulle labbra.
- Che dici, dormiamo un po’?
- Aiutami a rimettermi la vestaglia prima.
Quando anche l’ultimo dei bottoni fu riposto nell’asola, Tina sprimacciò il cuscino e fece dissolvere la pallina di luce che ancora sostava paziente nell’altra.
Il buio calò immediatamente.
- Buonanotte, Newt.
Quest’ultimo non rispose subito: con delicatezza la fece voltare verso di lui e le passò le braccia intorno ai fianchi, avvicinandola di più. Poggiò il capo contro il suo petto, strofinandoci i capelli contro.
- Buonanotte, Tina – mormorò con la voce già mezza impastata – Sei l’enciclopedia che tutti i Magizoologi vorrebbero.
La donna ridacchiò piano.
L’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi, furono le solite parole incomprensibili pronunciate da Newt.





Angolo autrice: Giuro che non so da dove mi sia uscita fuori questa storia, ma questi due personaggi li amo talmente tanto che non posso fare a meno di dedicargliela
  
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