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Autore: YukiWhite97    02/12/2016    0 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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Dalla casa di Legolas proveniva un frastuono festoso come ormai non succedeva da tempo immemore. Era stata una bella idea quella di Gandalf: era passata una vita da quando si erano ritrovati tutti insieme.
E mentre gli adulti si ritrovavano a parlare dei bei tempi andati, i più giovani se ne stavano seduti, piuttosto annoiati a dir la verità.
"Perchè non guardiamo un film? - sbottò Una seccata - sempre meglio
che non fare nulla"
"Possiamo giocare a campana" - disse Sabia.
"Oh, Sabia non abbiamo più sei anni - le fece notare Llweran - e poi è buio"
"D'accordo! - fece l'altra gemella alzandosi - allora vado di là a prendo qualcosa da bere, forse con un po' di alcol riusciremo a movimentare la serata"
Shauna alzò gli occhi al cielo, sospirando. La serata non stava poi andando così male... dopotutto, aveva la compagnia di Llweran.
Quest'ultimo si era voltato a guardarlo, accennando un sorriso. 
Shauna Gamgee Baggins era la sua migliore amica sin da quando riuscisse a ricordare, ed era la ragazza più bella, simpatica, dolce e in gamba che avesse mai conosciuto. Solo da qualche tempo si era reso conto di provare qualcosa che andasse ben oltre la semplice amicizia, solo che, data la sua timidezza, non era mai riuscito a dichiararsi.
E lo stesso problema premeva la povera Shauna, la quale non se ne intendeva affatto di ragazzi. Insomma, a sedici anni non aveva neanche mai dato il suo primo bacio, al contrario delle sue coetanee.
Avevano bisogno di una spinta, entrambi. Sabia li osservò, li osservò scambiarsi occhiate dolci ed intense che non contribuivano a farla sentire un po', come dire, di troppo...
Intanto, in soggiorno, "La compagnia dell'anello", così si chiamava la loro comitiva, si stava divertendo sicuramente molto di più dei ragazzi.
Il particolare nome del gruppo risaliva a parecchi anni prima, precisamente al periodo che aveva preceduto il matrimonio di Frodo e Sam. Quest'ultimo aveva dovuto patire le pene dell'inferno per cercare un anello di fidanzamento che fosse adatto al compagno, e visti i suoi particolari gusti, non era stato facile. Per questo si era affidato all'aiuto dei suoi inseparabili amici, che da quel momento si erano sempre chiamati"La compagnia dell'anello".
Frodo e Sam erano sposati, e avevano Shauna come unica e preziosissima figlia. Anche Peregrino detto Pipino e Meriadoc detto Merry erano sposati, e le due gemelle erano bastate per riempire le loro vite. Poi c'era Gimli, scapolo felice con la passione per il bere e con la delicatezza di un termosifone per quanto riguardava il romanticismo.
Boromir era un tipo a posto, a volte un po' burbero, ma in fondo molto gentile. Gandalf era il membro più anziano, ma con uno spirito ancora giovane. E poi c'era Legolas. Lui non era niente di speciale, o almeno di ciò si era convinto.
I loro bicchieri erano pieni fino all'orlo di birra, che era arrivata perfino a macchiare il pavimento.
"Hey, Gimli, fa attenzione - disse Boromir dando una pacca sulla spalla all'amico - altrimenti l'indole da casalinga di Legolas prenderà il sopravvento"
"Tsk, roba de femminucce. Ecco cosa succede a fare un lavoro da donne" - sbottò l'altro.
"Delicato come sempre, eh?" - domandò Frodo.
"Ah, lascia fare, sono abituato all'amabile atteggiamento del nostro piccolo amico" - scherzò il biondo.
"Piccolo amico chi?! - sbottò - è per la mia bassa statura?! Guarda che se voglio posso farti molto male, spilungone!"
Quella reazione aveva fatto ridere di gusto gli altri, che si divertivano spesso a stuzzicarlo.
"Ah, non mi divertivo così da un pezzo! - esclamò Pipino - è un peccato, manca solo Aragorn!"
Immediatamente, Merry gli diede una gomitata nel tentativo di zittirlo.
Tutti gli altri si erano a loro volta ammutoliti, e lo avevano mal guardato. Quel nome era, purtroppo, divenuto una sorta di taboo.
Nessuno parlava mai di Aragorn, almeno non davanti a Legolas.
Quest'ultimo sorrise nervosamente.
"Oh, andiamo, mi sembra una reazione esagerata"
Nessuno però aveva creduto a quella sua frase, lo conoscevano tutti troppo bene.
"Beh, Llweran potrebbe sentirci" - azzardò Boromir.
"Boromir, ti prego!" - esclamò Frodo, che molto bene conosceva le sofferenze di quello che era uno dei suoi migliori amici.
"Non gli hai ancora detto niente, vero?" - domandò.
Legolas a quel punto si irrigidì.
"No, non ancora. Se davvero credi sia tanto facile, diglielo tu"
"Oh, lo faccio volentieri! - esclamò - cosa credi, di poterlo tenere sempre all'oscuro? Prima o poi verrà a saperlo, e quando succederà, sarà una tragedia!"
"Perché insistete tanto che debba saperlo? Per sedici anni ce la siamo cavati alla grande, sarà così per altrettanto tempo"
"Non siamo preoccupati solo per lui - disse Frodo con calma - ma anche per te. Dopo lui, non hai avuto più alcuna storia d'amore. Sappiamo che non l'hai dimenticato"
"Il biondo sospirò lentamente.
"Non l'ho dimenticato, infatti. Ma devo farmene una ragione. Aragorn ormai ha la sua vita, una famiglia. E poi, se davvero gli fosse interessato qualcosa di me, o di suo figlio.... si sarebbe fatto avanti molto prima"
Aveva concluso la frase con una nota di tristezza. Il vero amore si incontrava una volta sola, e a lui era  successo. Peccato che quell'amore fosse anche impossibile.
"Umh, umh - fece a quel punto Gandalf - coraggio, non è il caso, questa è una rimpatriata, non un funerale!"

Nella stanza di Llweran intanto, Una era tornata con un più che soddisfacente bottino.
"Hey, guardate cosa ho trovato sul tavolo della cucina! - esclamò sorridendo - del whisky! Io adoro il whisky, mi fa bruciare la gola!"
"Oh, ma forse non dovresti bere - suggerì la sorella - potrebbe farti male"
"Ah, non preoccuparti. Volete favorire voi? Llweran?"
Il ragazzo però non la stava neanche ascoltando. Per tutta la giornata era stato un po' con la testa tra le nuvole.
Era circondato da famiglie felici, perfette e normali. A rigor di logica, per fare un figlio c'erano bisogno di due genitori. Allora lui perché ne aveva solo uno? Era una domanda che si faceva da sempre in realtà, ma nessuno gli aveva mai risposto. E con il tempo aveva imparato a fare a meno di chiedere. Adesso però  quel pensiero era tornato a tormentarlo, soprattutto quando vedeva il suo migliore amico Eldarion insieme al padre, sembravano così... in sintonia.
"Llwean? - lo chiamò Shauna - che c'è che non va?"
"Niente... un pensiero stupido..." - rispose vago.
"Suvvia! - esclamò Una - siamo le tue migliori amiche, parla con noi!"
"Sì - sussurrò Sabia - con noi puoi parlare"
Il biondo alzò gli occhi al cielo.
"Eh va bene. Stavo solo pensando ... perché io non ho entrambi i genitori?"
Le tre ragazze si zittirono. Quella era una domanda di cui nessuna delle tre poteva avere risposta.
"Ecco - rispose Shauna - non saprei... forse dovresti chiederlo a tuo padre"
"L'ho fatto un mucchio di volte quando ero bambino, ma non mi ha mai risposto. Poi crescendo ho capito che parlarne lo faceva star male, così ho evitato di chiedere. Però mi è rimasto il dubbio. Deve essere una persona cattiva se il solo parlarne gli fa così male...magari ci ha abbandonato"
"Questo non puoi saperlo!" - esclamò Shauna.
"No, ma è la spiegazione più plausibile. Altrimenti perché nasconderlo?"
La ragazza fece spallucce.
"Ah, fai troppe domande per i miei gusti - proclamò Una già abbondantemente sbronza  - va lì e chiediglielo con più decisione, no?
Llweran annuì. Una non aveva torto, e poi ormai era abbastanza grande per capire certe cose, sui padre non gli avrebbe detto di no.
"Hai ragione - fece rubandole la bottiglia di whisky dalle mani - glielo chiederò... stasera!"
La serata passò in fretta, e quando furono andati tutti via, Legolas si apprestò a sistemere le ultime cose, prima di coricarsi. Quella era stata una giornata estremamente faticosa, più delle ltre.
Llweran comparve all'improvviso, a braccia conserte, vicino la porta.
Era parecchio tempo che non gli faceva domande di quel tipo ed il pensiero di dover affrontare il discorso, probabilmente lo impauriva più di dover ricevere una risposta.
"Llwran? - domandò Legolas - che fai ancora in piedi?"
"Oh, non ho sonno. Ti do una mano" - disse avvicinandosi a lui, per cercare di prendere tempo per pensare. Come poteva arrivare al discorso in maniera non troppo diretta? O forse era necessario non girarci troppo attorno?
Accidenti, se continuo  pensarci non gli chiederò nulla. D'accordo, cercherò di essere delicato.
"Emh... papà?" - lo chiamò.
"Sì?"
"E' da oggi pomeriggio che qualcosa mi tormenta"
"Di che si tratta?"
"Ecco - fece distogliendo lo sguardo - lo so che il discorso non ti piace. E' solo che molto spesso mi chiedo perché... insomma, perchè io non ho due genitori come tutti gli altri? Questa cosa mi fa sentire.... diverso"
Legolas si immobilizzò, sentendo il proprio cuore fermarsi. Non era la prima volta che gli faceva quella domanda. Una volta gliel'aveva fatta a cinque, poi a otto, a dieci, a dodici, ma tutte le volte lui  aveva sviato il discorso. Adesso che però di anni ne aveva sedici, sapeva che sviare non sarebbe stato tanto facile.
"Vedi... a volte le cose non vanno come vorremmo - disse chinando lo sguardo - a volte ci si innamora, si crede di aver trovato la persona con la quale trascorrere il resto della vita, e poi... poi invece, tutto svanisce, inesorabilmente. E ti ritrovi da solo... a crescere tuo figlio..."
Il suo tono era diventato strano, spezzato, Llweran lo aveva intuito immediatamente. Capì subito di aver fatto un errore, l'ultima cosa che voleva era vederlo piangere o star male.
"Papà, no scusa, non piangere! - esclamò abbracciandolo - mi dispiace, non volevo farti star male!"
"La colpa non è tua, è mia che sono troppo sentimentale. Mi dispiace, mi dispiace che tutto questo ti facci a sentire strano"
Llweran in quel momento prese a pensare. Dalle parole che gli aveva detto, allora le sue teorie dovevano essere esatte. Legolas doveva essere stato con qualcuno che gli aveva spezzato il cuore e quel qualcun era lo stesso genitore che gli mancava. Ma se davvero le cose erano andate così, non voleva saperne.
"No - disse guardandolo - no, non ti devi dispiacere. A me va bene così. Finché siamo io e te non ho bisogno di altro"
Legolas rimase sorpreso da quella farse. Poi lo abbracciò di nuovo , donandogli un bacio sulla testa. Quella volta era stato in grado dire una mezza verità, anzi, un quarto di verità, poiché una storia molto più complicata vi si nascondeva dietro. Llweran però ormai aveva deciso: non avrebbe più chiesto nulla. Dopotutto non aveva bisogno di sapere nulla, era felice così.

Il giorno dopo fu la solita tiritera, Llweran si svegliò tardi e Legolas fu costretto a chiamarlo cinquecento volte prima che si svegliasse.
E come ogni giorno, il sedicenne si ritrovò ad essere in ritardo. Quella sarebbe stata una mattinata molto lunga. 
Ad accoglierlo appena arrivato, ci pensò il famigerato insegnante di biologia che gli alunni chiamavano affettuosamente "Gollum".
Era un tipo piuttosto inquietante, aveva una doppia personalità, una disponibile e gentile, l'altra sadica e burbera. Probabilmente soffriva di schizofrenia, ma questo era un motivo in più per tormentarlo.
Adesso l'aula era costernata da schiamazzi e risatine e da aeroplanini di carta che volavano in direzione del malcapitato Gollum.
"Stavo dicendo! - esclamò - prima che il signor Greenleaf arrivasse in ritardo e mi interrompesse... dovete fare una ricerca sulla teoria dell'evoluzione Darwiniana.. e dovrete consegnarmela... fra due giorni"
In quel momento si levarono in aria sbuffi e lamenti.
"Ah, due giorni?! - esclamò Eldarion - come facciamo a finirla in due giorni?"
"L'avrei spiegato se solo sua maestà non mi avesse interrotto! - esclamò l'insegnante fuori di sè - lo farete in coppia. Così almeno unirete le metà dei cervelli che avete per fare un lavoro quanto meno decente. Questo è quanto e non voglio sentire discussioni, sono stato chiaro, razza di piccoli vandali?"
Un'altra risata, poi il chiacchiericcio più totale. Una, Sabia, Llweran e Eldarion avevano preso a parlare tra di loro.
"Mi dispiace per voi, ma io ho già una compagna di studio - disse la prima - vedrete, io e mia sorella faremo la miglior ricerca"
"Sì, però questa volta potresti fare qualcosa anche tu? L'ultima volta ho fatto io tutto il lavoro" - sbuffò la seconda.
"Ah, non è vero, io ti aiutato a mettere le graffette nei fogli per tenerli uniti!" - protestò.
"Già - sospirò - e voi invece?"
"Ovviamente Llweran lavorerà con me! - esclamò Eldarion - possiamo andare a casa mia nel pomeriggio"
"A casa tua, davvero?" - domandò il biondo incuriosito. Malgrado conoscesse l'amico sin dal primo anno di liceo, non era mai stato a casa sua, anzi, non conosceva neanche la sua famiglia, a parte il padre, che aveva avuto occasione di vederlo più di una volta.
Comunque sia accettò senza troppe pretese, dopotutto, non poteva immaginare che, accettando, sarebbe stato molto più vicino di quel credeva, alla risposta delle sua domande.

Legolas quel giorno uscì prima da lavoro, e quando tornò a casa, ebbe la bella sorpresa di trovare metà della cucina allagata, causa un tubo rotto.
Fra tutto ciò a cui doveva pensare, adesso anche questo.
Ovviamente, a trovarlo venne Thranduil, sempre pronto a consolarlo nel momento del bisogno.
"Sì... d'accordo - fece il più giovane al telefono - cosa? Ma è impazzito, è un prezzo troppo alto! Io... oh, va bene, come vuole! - esclamò poi chiudendo la chiamata - cinquanta dollari soltanto per riparare un tubo, ma scherziamo?"
"Che vuoi farci - rispose il padre comodamente seduto - i tempi cambiano"
"Sì, ma il mio stipendio è sempre uguale - sbottò - è un periodo così stressante... E temo che il mio malumore possa influenzare anche Llweran, lui ha altro a cui pensare, la scuola, il basket, la vita da adolescente insomma"
"Ah beh, se non vuoi allora è meglio che ti faccia comparire un sorriso, perché sta arrivando, con un suo amico"
"Con chi?" - esclamò nervosamente. Affacciandosi alla finestra, potè infatti vedere suo figlio arrivare in compagnia di un ragazzino che conosceva fin troppo bene.
"Oh no - fece impallidendo - sta venendo qui con Eldarion! Che faccio, li lascio fuori?"
"Legolas, non essere ridicolo, è solo un ragazzino. E tu dovresti far finta di niente"
"Giusto, giusto - rispose prendendo un respiro profondo - allora..."
Nel dire ciò aprì la porta. Sapeva dell'amicizia che ci fosse fra i due ragazzi, la cosa ovviamente non lo aveva mai fatto impazzire, ma non poteva opporsi così, senza un apparente motivo.
"Emh... salve ragazzi" - salutò.
"Ciao, papà, mi stavi aspettando?"
"Salve!" - salutò il moro.
"Emh... ciao" - salutò sorridendo nervosamente. Come poteva guardarlo senza farsi venire in mente l'uomo che amava? Erano praticamente identici.
"Sono passato di qui soltanto per avvertirti che vado a studiare a casa di Eldarion" - disse a quel punto Llweran.
"Cosa?! Aspetta... perché?!"
"E' per una ricerca"
Legolas sentì quasi di svenire. Non poteva permettere che suo figlio andasse a casa dell'altro... non era affatto consigliabile come cosa.
"Ma non potete farla qui?" - provò a convincerli.
"Mi piacerebbe, ma purtroppo il mio computer è rotto. Non farò tardi, promesso!" - esclamò salutando allegramente.
"Ma... ma... io" - sussurrò. Non poté aggiungere nient'altro. Due minuti dopo, suo figlio stava dirigendosi verso la casa in cui Aragorn viveva, e la cosa non prometteva affatto bene.
"Accidenti! - esclamò poi - e adesso cosa faccio?! Ma di tutti gli amici che poteva avere, proprio lui?"
"Beh, sono fratelli, non mi meraviglia che vadano così d'accordo!" - gli fece notare Thranduil.
"Ma non è questo il punto! Il punto è che Aragorn e Llweran non sono mai stati troppo vicini, ed il fatto che possano stare nella stessa casa, mi preoccupa"
"Pff, figurati. Conoscendo Aragorn farà finte di niente. Quell'irresponsabile, è per questo che non mi è mai piaciuto. Ha già fatto del male a te una volta, se prova  a farlo anche con Llweran, beh, penso che potrei non essere più così gentile"
"Oh, forse hai ragione - sospirò - forse mi sto preoccupando inutilmente. Aragorn non gli direbbe mai nulla, non metterebbe a rischio il suo matrimonio"
"Già, ed io invece penso che dovresti smetterla di pensare a lui. Sono passati sedici anni, non puoi continuare ad andargli dietro"
"Ma è il padre di mio figlio. E ne sono profondamente innamorato"
"Questo lo so. Ma se vuoi che sia tu che Llweran stiate bene, forse dovresti cercare di andare avanti, non trovi?"
Legolas sospirò avvilito, portandosi alle labbra una tazza di té. Suo padre aveva ragione, continuare a stargli dietro gli avrebbe fatto solo male. Ma lui amava Aragorn, si erano amati, ed era certo che anche quest'ultimo lo amasse ancora, molto in fondo.
"Cercherò di trovare una soluzione adeguata - sospirò, cambiando poi discorso - e invece... che mi dici di te ed Elrond?"
"Cosa?" - domandò l'altro fingendo indifferenza.
"Beh... uscite ancora insieme, no?" - domandò sorridendo.
"Pff, questo non ti riguarda affatto"
"Sì se diventerà il tuo nuovo compagno"
"Ah, ma quale nuovo compagno! - sbottò imbarazzato - e poi perché dovrei voler stare per tutta la vita con un tipo così... insopportabile?"
Il più giovane trattenne una risata. L'amore poteva fare miracoli alle volte, anche con un tipo tanto austero come Thranduil.

Dopo dieci minuti di camminata, Eldarion e Llweran arrivavano a casa Strider. Una casa molto grande, moderna e molto bella da vedere.
Il biondo sapeva come l'amico fosse benestante, e non se ne stupiva. Il padre era di origini nobili e la madre era un famosissimo avvocato divorzista. Per lui tutto quel lusso era semplicemente incredibile, per questo non potè fare a meno di guardarsi intorno sbalordito
"Wow, è sorprendente!" - esclamò.
"Io credo che il dentro ti piacerà ancora di più, vieni!" - fece l'altro trascinandoselo dietro. Eldarion aveva avuto ragione, il dentro era ancora meglio dell'esterno, tutto così in ordine, tranquillo e accogliente.
Seduta su una scrivania vicino al soggiorno, Llweran poté vedere una bella donna dai capelli corvini, tutta intenta a scrivere qualcosa sul portatile. Doveva trattarsi sicuramente di sua madre.
"Ciao mamma - salutò il ragazzo - ti presento Llweran, mio compagno di scuola e mio migliore amico"
La donna sorrise, porgendogli poi una mano.
"Piacere di conoscerti, sono Arwen"
"Ah... il piacere è tutto mio, signora" - rispose il biondo stringendole timidamente la mano.
"Siamo qui per una ricerca! - esclamò l'altro - quindi adesso ci andiamo a chiudere in camera!"
"D'accordo, allora passo più tardi a portarvi qualcosa" - disse infine Arwen.
Llweran si lasciò trascinare dall'amico in camera sua, dove poi presero  a studiare per le due ore seguenti, tra interruzioni e numerose pause.
Il biondo pensò che dovesse essere molto bello vivere lì, in un'altra famiglia normale. Eldarion aveva un padre e una madre che si prendevano cura di lui Lui invece aveva un padre-che tecnicamente era sua "madre", visto che lo aveva fatto nascere. Non sentiva che gli mancasse qualcosa, non gli mancava affetto, né comprensione... però gli piaceva immaginarsi nelle vesti dei suoi amici che tanto invidiava.
In men che non si dica arrivarono le diciotto, e la ricerca era stata fatta solo a metà.
"Oh - sospirò Eldarion stiracchiandosi - sono esausto. Ho bisogno di una pausa cioccolata. Ne vuoi una?"
"Ah, ma certo" - rispose continuando a scrivere.
"D'accordo, allora torno subito!" - esclamò.
Al piano di sotto intanto, Aragorn Strider era tornato dopo una giornata di lavoro. Essere il capo di un'azienda commerciale non era facile, ma dava un guadagno proficuo, oltre che un'importante posizione.
Quando arrivò, sua moglie Arwen gli andò vicino, salutandolo.
"Eldarion è di sopra con un suo amico, un certo Llweran. E' un ragazzo davvero adorabile"
Nell'udire qel nome, l'uomo si immobilizzò. Al posto suo, una persona normale avrebbe fatto finta di niente e si sarebbe dedicato ad altro. Ma Aragorn non era una persona normale, e sapere che in casa sua vi fosse il ragazzo che inconsapevolmente, avrebbe unito lui e Legolas a vita, lo agitò e lo incuriosì al contempo.
"Capisco - rispose - salgo in camera da letto"
Ovviamente il suo obiettivo non era la camera da letto, ma la camera del figlio, in cui Llweran si trovava. Quest'ultimo si stava portando avanti con il lavoro visto che l'amico ci stava mettendo parecchio. I capelli gli andavano davanti al viso, ma era comunque possibile vedere la sua espressione concentrata.
Aragorn percorse il corridoio, arrivando poi di fronte la camera del figlio, dove la porta era aperta. Non lo aveva mai visto così da vicino. Era di una bellezza quasi inusuale, identico a Legolas.
Nel guardarlo attentamente, si era poggiato allo stipite della porta. Erano ben sedici anni che sapeva della sua esistenza, eppure non gli aveva mai rivolto una parola che andasse oltre il semplice saluto. E dopotutto come poteva, come poteva affezionarsi a qualcuno che era parte di sé ma con cui non avrebbe avuto modo di stare? Lui aveva una famiglia, un matrimonio, e mandare tutto a rotoli per una sola notte di passione.. era assurdo.
Dopo un po', Llweran si rese finalmente conto di essere osservato. I due sussultarono entrambi, nel momento in cui si guardarono.
"Scusi! - esclamò il biondo - non l'avevo vista"
"No, scusami tu, non avrei dovuto starmene qui a fissarti. Eldarion ti ha lasciato tutto solo a studiare?"
"E' andato a prendere della cioccolata, ma forse era una scusa per non stare qui" - disse sorridendo. Aragorn a quel punto si avvicinò, con fare serio.
"Tu e Eldarion siete anche nella stessa squadra, se non erro"
"Sì, io sono il playmaker. Contano molto su di me, anche suo figlio. Vuole che il prossimo anno prenda il suo posto come capitano, io però non so se ne sarò in grado"
"Suvvia, e perchè pensi questo?"
"Beh - disse smettendo di scrivere - non ho le doti da leader, non sono bravo a guidare una squadra. Eldarion infatti mi dice sempre che sono insicuro, e ha ragione. Io però voglio davvero diventare qualcuno. E voglio che mio padre sia orgoglioso di me"
"Io - sussurrò - credo che lo sia a prescindere. Insomma, ogni genitore è orgoglioso del proprio figlio. Mi sembra di capire che... tu gli voglia molto bene"
"Certo, come potrei non volergliene, si è sempre preso cura di me tutto da solo, ha fatto davvero tanto, ed io come minimo voglio essere un bravo figlio".
Sorrise di nuovo. Il suo stesso identico sorriso. Non si meravigliava del fatto che Legolas avesse dovuto fare tanto. Dopotutto lui non c'era mai stato.
"Scusa se mi intrometto... ma come ve la passate? Economicamente intendo"
"Insomma - sospirò - mio padre lavora come contabile, ma non prende molto. Viviamo meglio che possiamo. Anche per questo voglio diventare un giocatore di basket, così potrei guadagnare tanto, e potremmo stare bene entrambi"
Aragorn lo guardò sorridendo, con gli occhi pieni di ammirazione verso quel figlio che non aveva mai osato di riconoscere.
"E' davvero un bel gesto"
"Grazie - sorrise - oh, ma anche Eldarion vuole diventare famoso. Magari lo diventeremo insieme"
"Mio figlio mi ha parlato spesso di te. Dice che sei come un fratello"
"E lui lo è per me - disse sorridendo - se non fossimo figli di genitori doversi, penserei che lo siamo veramente!"
Se solo Llweran avesse saputo quanta verità si nascondesse dietro quella frase... ma ovviamente non lo avrebbe mai saputo, o almeno questo era ciò di cui Aragorn si era convinto.
"Scusa se ci ho messo tanto! - esclamò ad un tratto Eldarion, sbucando dal nulla con due tazze in mano - ma ho bevuto le prime due e ho dovuto rifarle... papà, che fai qui?"
"Stavo solo tenendo compagnia al tuo amico, mentre tu eri impegnato a fare altro" - scherzò.
"Oh, scusa Llweran, mio padre ti ha importunato?"
"No, affatto. E' molto simpatico"
"Dovresti vederlo la mattina alle sette appena sveglio, non è affatto simpatico"
"Grazie Eld, mi ricorderò di questo tuo complimento quando mi chiederai dei soldi" - fece sfregandogli i capelli e  facendolo ridere.
Llweran si lasciò andare ad un sorriso.
"Adesso vi lascio soli, scusate l'intrimissione" - disse infine l'uomo andandosene. Quando si fu richiuso la porta alle spalle, si lasciò andare ad un profondo sospiro. Per quanti anni ancora avrebbe resistito?
Era risaputo che la verità venisse sempre a galla, soprattutto quando in mezzo vi erano i sentimenti. Sarebbe stata una bugia dire che avesse dimenticato Legolas del tutto, anzi, non lo aveva dimenticato affatto..
Probabilmente aveva preso a pensare a causa dei sensi di colpa che stavano riaffiorando in lui per non esserci mai stato.
Non doveva necessariamente sconvolgere la sua vita, però poteva fare qualcosa di piccolo per rendere la vita migliore a Llweran.
Quest'ultimo non lo sapeva ancora, ma quell'incontro avrebbe scaturito una serie di eventi che avrebbero cambiato la sua vita per sempre.

   
 
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