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Autore: ygrittewildling    02/12/2016    1 recensioni
[5x10] Un lupo ululò nel buio, un corvo sbatté le ali nella notte.
Sentii il vento soffiare tra gli alberi, la Barriera sembrava mostrare il suo splendore.
Poi non sentii più niente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the snow will have its revenge

La fredda notte era ormai calata su Castello Nero, la candela si era quasi consumata.
La luce era soffusa, la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Ad un tratto la porta si spalancò, cigolando: Olly irruppe correndo nella stanza. Alzai gli occhi dalla pergamena e lo guardai con aria interrogativa. L’attendente riprese fiato, poi iniziò a parlare: “Lord Comandante! Uno dei bruti che hai portato in salvo afferma di conoscere tuo zio Benjen! Dice che è ancora vivo!”
“Sei sicuro che stesse parlando di lui?”
“Dice che era il Primo Ranger”.
Sul viso mi si dipinse un’espressione piena di speranza mentre spinsi all’indietro la sedia per potermi alzare. Ebbi un attimo di esitazione, come se il mio istinto mi stesse dicendo di rimanere in quella stanza, di rimanere all’oscuro di tutto, di rimanere al sicuro.
“Dov’è? Olly! Portami da lui!”
Non diedi retta al mio sesto senso e seguii il mio attendente giù per le scale della torre: non riuscivo a fermare i miei piedi, troppo preso dal pensiero di poter finalmente rivedere mio zio. La scalinata sembrò durare un secolo e quando arrivammo all’esterno un’ondata gelida mi invase. Inspirai l’aria invernale, la quale mi congelò i polmoni. Chiusi gli occhi.
Quando li riaprii, Olly era scomparso nella fredda nebbia e al suo posto si era materializzato Ser Alliser Thorne.
“L’uomo dice di averlo visto ad Aspra Dimora, durante l’ultimo plenilunio.” affermò, sicuro.
“Potrebbe mentire” risposi, quasi titubante.
“Potrebbe. Adesso scopriremo la verità.” aggiunse, mentre la mia corsa continuava.

Hai mai pensato di poter prendere in considerazione l’idea di allontanare Ser Alliser Thorne?

Le parole di Stannis Baratheon mi riaffiorarono nella mente, ormai confusamente piena di pensieri.
“Dove si trova?” chiesi, ansioso di ricevere una risposta.
“Proprio qua.” mi disse, indicando con il braccio un angolo dell’innevato cortile.

È meglio tenersi i nemici vicini.

Una decina di confratelli era radunata in cerchio, alcuni di loro portavano una fiaccola, che ardeva nel buio della notte.
Mi fecero largo, aprendomi una specie di varco: mi aspettavo di vedere un bruto al centro della piccola folla, ma le mie supposizioni si rivelarono sbagliate. Il mio sesto senso aveva avuto ragione fin dall’inizio.

Lo dice chi ha pochi nemici.

Il mio sguardo si soffermò su un cartello in legno che mi dava il benvenuto tra i miei confratelli. Portava incisa la parola TRADITORE e il mio cuore perse un battito.
Mi voltai sconvolto per chiedere spiegazioni, ma, prima che potessi proferire parola, una lama gelida squarciò i miei vestiti di cuoio, fino ad arrivare alla carne, ai muscoli, alle ossa.
Una fitta di lancinante dolore mi colpì, insieme alla delusione.
Alzai lo sguardo e incrociai quello di Thorne.
“Per la confraternita” estrasse la lama.
Tutti i miei piani, tutti i miei propositi per migliorare la situazione dei Guardiani. Tutto mi si frantumò tra le dita.
Avevo fallito.
Persi il fiato quando una seconda coltellata massacrò il mio ventre.
“Per la confraternita”.
E un’altra, e un’altra ancora. La processione sembrava non avere fine: arrivavano e se ne andavano, lasciandomi sempre più distrutto e martoriato.
“Per la confraternita”.
“Per la confraternita”.
Caddi sulle mie ginocchia ormai instabili, deglutii, sbattei le palpebre.
Cercai di impedire al sangue di fuoriuscire dalle ferite aperte, le mani premute contro l’addome.
Un’esile figura mi si avvicinò, l’ennesimo pugnale nella sua mano destra.
Piangeva, il suo viso sembrava insicuro, ma erano lacrime false, le sue. Credo di averlo sempre saputo: mi odiava, ma nonostante tutto ero riuscito ad affezionarmici.

Magari un giorno sarà a lui a prendere il comando.

“Olly…” bofonchiai, in preda all’acuto dolore che mi continuava a tormentare.
Conficcò la lama in profondità, all’altezza del cuore.
“Per la confraternita”.
Fu un sussurro sofferto, ma per me fu come se gridasse.
Si allontanò, assieme a tutti gli altri. Crollai sul terreno.
Mi lasciarono lì, nella neve insanguinata.
La vista mi si cominciò ad annebbiare, le gambe ad intorpidirsi.
Un nevischio notturno avvolse Castello Nero, il bianco innocente dei piccoli e leggeri fiocchi macchiò i miei capelli corvini.
I miei pensieri si soffermarono sulla mia famiglia: sul Lord mio padre, sulla madre che non avevo mai avuto. Su mio fratello Robb, il giovane lupo, vergognosamente ucciso e umiliato alle Nozze Rosse. Sulle mie sorelle, Sansa e Arya, sui miei fratellini, Bran e Rickon.
E poi Ygritte, la mia baciata dal fuoco: le sue labbra, i suoi occhi lucenti, il suo carattere fiero. Forse ci saremmo rincontrati, un debole sorriso si aprì sulla mia bocca.
Tu non sai niente Jon Snow.
Un lupo ululò nel buio, un corvo sbatté le ali nella notte.
Sentii il vento soffiare tra gli alberi, la Barriera sembrava mostrare il suo splendore.
Poi non sentii più niente.

La mia guardia si era conclusa.
 
   
 
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