Crossover
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Autore: katyjolinar    19/05/2009    1 recensioni
storia scritta a quattro mani con la mia amica sirya.(significa che siamo DUE autrici, quindi, per favore, quando recensite, parlate al plurale)
Sara e Kate: due gemelle identiche, ma diverse.
Sara e Kate sono sempre state unite, fin dall'infanzia, da un forte legame, che rischierà di dissolversi quando la seconda lascerà il collegio in cui è vissuta fino a quel momento con la sorella, per andare a lavorare a Washington, nel Servizio Investigativo della Marina Militare.
Logan, scelto da loro come padre adottivo, dovrà cercare di tenerle unite, ma un'indagine di Gibbs rischierà di troncare definitivamente questo legame già labile. commentate per piacere.
il passato e il carattere di alcuni personaggi degli X-Men è stato modificato
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Telefilm
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano finalmente a casa. Come erano arrivati Hank e Warren avevano portato Sara in sala operatoria e ci si erano chiusi dentro. Logan passeggiava nervosamente in corridoio, mentre Kate, seduta su una panca lì vicino, non riusciva a smettere di piangere. Sembrava tutto così assurdo! Un momento prima stavano tutti bene e poi... nessuno ancora aveva capito che cosa era successo, cosa l'aveva colpita, come, perché. Soprattutto quello: perché, quando ormai sembrava tutto finito.
Logan: “Perché non ci danno notizie?” sbottò alla fine con aria irritata.
Matt: “Stanno facendo un intervento, ci vuole tempo...”
Kate: “No, vuol dire che sta andando male! Ci stanno mettendo troppo! Di solito ci vuole molto meno!” disse in tono isterico.
Matt: “Non è detto tesoro...” suonava poco convinto alle sue stesse orecchie, figuriamoci a quelle degli altri.
Kate: “Tu riesci a sentire, vero Matt? Con gli ipersensi... Cosa dicono?”
Matt: “Non riesco a capirlo... Troppa confusione, fra le voci e le macchine...” non era vero, ma non gli andava di riferirle quello che riusciva a sentire: lì dentro le cose non andavano per nulla bene, e lui non voleva farla agitare. Per sua sfortuna, la sua ragazza era telepate, e ora che era incinta non aveva più alcun freno nell'entrare nella testa degli altri, perciò sentì benissimo cosa lui pensava e scoppiò a piangere ancora più istericamente di prima. Mentre Matt cercava di calmarla e Logan la guardava con aria di shock senza sapere come comportarsi, la porta si aprì e la Bestia si affacciò finalmente in corridoio.
Logan: “Come sta?” chiese con aria ansiosa.
Hank: “E' stabile.” Classica risposta da medico che non voleva dire nulla.
Kate: “Che significa?” chiese ancora col pianto nella voce.
Hank: “L'abbiamo ripresa in tempo, è in coma farmacologico...”
Kate: “Ma si riprenderà, vero?”
Hank: “E' troppo presto per fare previsioni, dobbiamo aspettare.” altra classica risposta da medico.
Logan: “Ma cosa è successo? Non siamo riusciti a capire...”
Hank: “E' stata colpita da un proiettile che è' entrato sotto la terza vertebra toracica ed è uscito rompendo una costola. Il polmone destro si è bucato ed è collassato. E' un miracolo che sia arrivata ancora viva qui.”
Logan annuì, ma Kate non ascoltava, sembrava immersa in chissà quali pensieri, poi all'improvviso esclamò con aria decisa:
Kate: “Faremo una trasfusione con il mio sangue.”
Logan: “Che cosa?!? Sei impazzita Kate? Potrebbe fare male al bambino!”
Kate: “Al bambino non farà proprio niente e con il mio fattore rigenerante il sangue si riformerà in pochissimo tempo.”
Logan: “Ma...”
Kate: “E' tutta colpa mia, le avrei dovuto dire del fattore rigenerante, quindi ora devo fare qualcosa!” disse con fermezza.
Logan non replicò, sapeva benissimo che sua figlia era testarda almeno quanto lui e che una discussione non sarebbe servita a nulla, perciò rivolse lo sguardo ad Hank in cerca di sostegno, ma con sua sorpresa notò lo sguardo dello scienziato immerso in riflessione, e dalla sua espressione era evidente che l'idea di Kate gli sembrava ottima.
Hank: “In effetti il fattore rigenerante è più forte del fattore di guarigione di Warren” disse, infatti, dopo pochi secondi di silenzio.
Logan: “Ma anche io ce l'ho!” esclamò impaziente.
Hank: “Si, ma nel tuo sangue c'è anche dell'adamantio, e quando il fattore rigenerante si sarà esaurito nel sangue di tua figlia, il metallo l'avvelenerà.” rispose “Possiamo provare, però tu devi restare stesa Kate, e non devi alzarti finché non te lo dirò io, chiaro?”
La ragazza acconsentì e Hank la fece stendere su un lettino in una stanza adiacente a quella in cui si trovava la sorella, poi le prelevò il sangue necessario e tornò da Blind.
Pochi minuti dopo l'aria fu squarciata da un grido di dolore: il fattore rigenerante stava facendo effetto. Kate tentò di alzarsi ma Matt la bloccò e dopo qualche altro minuto Warren entrò nella stanza portando con se una sedia a rotelle.
Warren: “Se volete vederla... Però Hank si è raccomandato che Kate usi questa.” disse.
Kate: “Ma io sto benissimo...” tentò di protestare.
Matt: “O la sedia a rotelle o resti qui.” Questa volta era lui ad essere irremovibile.
Kate sospirò ma acconsentì, e così passarono nell'altra stanza, dove Sara continuava a lamentarsi per il dolore ad alta voce.
Sara: “Ma che diavolo mi avete dato?!?” stava protestando con Hank.
Kate: “Un po' del mio sangue.”
Sara: “Del tuo sangue? Ma che...”
Kate: “Devo spiegarti una cosa sorellina..” iniziò, poi le raccontò tutto, riuscendo anche nell'intento del distrarla dal dolore.
Quando ebbe finito sua sorella rimase alcuni minuti in silenzio, e Kate temette che ce l'avesse con lei perché non le aveva detto tutto subito.
Sara: “...secondo me quella trasfusione ti ha fatto male.” disse infine.
Kate: “Che vuoi dire?”
Sara: “Logan nostro padre naturale e i Warfury genitori adottivi... andiamo, che ti sei presa per sognarti una cosa del genere?”
Kate: “Non ho mai preso nessun allucinogeno in tutta la mia vita, e dovresti saperlo bene.” rispose in tono pungente. “E' la verità.”
Sara: “Si, certo... e com'è che io non mi ricordo niente?”
Kate: “E' una prova in più: hai preso la sua pessima memoria!” sbottò.
Logan: “Ehi, la mia memoria non è pessima...” tentò di protestare, ma lo sguardo di Kate lo bloccò subito.
Kate: “ E poi se non mi credi come ti spieghi il fatto che il mio sangue ti ha guarita?”
Sara: “Avrà fatto effetto il sangue di Warren con un po' di ritardo...”
Kate sospirò: aveva la testa veramente dura. Improvvisamente prese un bisturi da un mobiletto lì vicino e si procurò una profonda incisione sul braccio, poi prese la mano della sorella e ce la mise sopra, osservando con crescente soddisfazione l'espressione di stupore di Sara nel sentire la ferita richiudersi sotto le sue dita.
Sara: “Oh mio Dio...” mormorò quando il taglio si era ormai definitivamente richiuso, continuando a tastarle il braccio incredula.
Kate: “Visto?”
Sara: “E perché non mi hai detto nulla prima?!?”
Kate: “Perchè, insomma, non te lo ricordavi...”
La sorella prese un'espressione offesa e incrociò le braccia.
Kate: “Oh, andiamo, non fare l'offesa ora...” disse in tono impaziente.
Sara tentò di replicare, ma proprio in quel momento Tony entro nella stanza e le si lanciò al collo.
Sara: “Ehi, fai piano, fa ancora male...” protestò. Kate li guardò e fece un mezzo sorriso, mentre Warren gli lanciava un'occhiata indescrivibile e usciva di scatto dalla stanza.
Poco dopo decisero di lasciarli soli, così Matt e Logan portarono Kate nell'altra stanza. Mentre Matt restava con lei, Logan decise salì in salone, dove tutti gli altri attendevano notizie. Si avvicinò a Tempesta e la abbracciò.
Logan: "Ora sta bene, grazie al Cielo."
Ororo: "Ho sentito urlare... che cosa è successo?"
Lui la guardò, poi guardò il resto degli X-Men, quindi si decise a parlare, raccontando tutto.
Laura: "Stanno tutti bene adesso?" chiese, staccandosi da Johnny, da cui non si era allontanata dal momento in cui erano tornati alla scuola.
Logan annuì, mentre Gibbs e il suo gruppo si avvicinavano.
Gibbs: "Avrei bisogno di parlare con Kate..."
Logan: "Va bene, ma non farla agitare..."
Gibbs: "D'accordo, Logan."
Logan: "James..." lo corresse.
Gibbs sorrise ed insieme ai suoi scese in infermeria. Appena fuori dalla porta incrociarono Tony. Ziva lo guardò con odio, ma Gibbs gli fece cenno di seguirli, quindi entrarono tutti in camera di Kate.
Lei era sdraiata sul lettino e si carezzava la pancia, mentre Matt, seduto sul letto, accanto a lei, le passava una mano sui capelli.
Kate: "Capo..." cominciò, cercando di alzarsi.
Gibbs: "Stai pure comoda. Volevo solo comunicare un po' di cose alla squadra riunita..." la giovane si distese meglio e lui cominciò "Prima di tutto... Kate e Tony, per un po' di tempo dovrete restare alla scuola."
Tony: "Ma. Capo..." cercò di obiettare.
Gibbs: "E' solo una precauzione, DiNozzo, il tempo di persuadere il Direttore a tenere due mutanti in squadra." precisò, indicando le ali di Tony "Quindi usufruite delle vostre ferie arretrate."
Kate: "Sì, signore."
Gibbs restò un attimo in silenzio e poi, guardando Kate, le chiese:
Gibbs: "Ti va di spostarti dal laboratorio al lavoro sul campo?"
Kate: "Sarebbe fantastico, Signore!" esclamò, sorridendo.
Gibbs: "Perfetto, allora chiederò anche questo a Jen."
Kate annuì, poi si fece seria.
Kate: "Capo, posso chiederti un favore?"
Gibbs: "Tutto quello che vuoi."
Kate: "Ecco... mi chiedevo se era possibile non riportare sulla mia scheda personale una cosa..." cominciò.
Matt: "Sei sicura di volerglielo dire?"
Kate: "Tanto lo sarebbero venuti a sapere lo stesso." rispose al compagno, poi tornò a parlare agli altri "Si tratta di un episodio della mia vita di cui non vado fiera... e che potrebbe compromettere la mia carriera."
Gibbs: "Di cosa si tratta?"
La ragazza fece un respiro profondo, poi, tutto d'un fiato:
Kate: "All'università mi prostituivo."
Ci fu qualche minuto di silenzio. Kate poteva sentire la mente di Gibbs lavorare, in cerca di una soluzione, finché non lo sentì esclamare.
Gibbs: "Non c'è problema, sarà come se non fosse mai accaduto."
Lei lo fissò incredula, Gibbs le fece un sorriso, poi si avvicinò per carezzarle la pancia.
Gibbs: "Ora riposati, pensiamo a tutto noi." infine uscì, con il resto della sua squadra.
Il giorno dopo Kate poté alzarsi, mentre a Sara le ci volle almeno una settimana, prima che Hank le desse il permesso di uscire dall'infermeria.

Erano passate alcune settimane dal termine della missione. ormai ci si avvicinava a Natale.
Kate, grazie alla sua gravidanza, veniva viziata da tutti, e a lei non dispiaceva, nonostante si lamentasse continuamente di queste attenzioni. Matt veniva spesso a trovarla, quando non lavorava, e aveva fatto in modo di esserci già alle ecografie; ancora non si conosceva il sesso, ma padre e nonno erano più che convinti che fosse un maschio.
Vedere Logan, o meglio, James, così preso dalla gravidanza della figlia risultava nuovo per tutti: lui era sempre passato per il rude, il solitario del gruppo, colui che non avrebbe mai messo su famiglia neanche sotto tortura. Ma evidentemente le persone cambiano, ed ora Logan aveva una compagna fissa, che amava, ricambiato, tre figlie grandi, due che lavoravano e una che andava all'università e, cosa per lui molto importante, una di queste lo stava per rendere nonno. Lui, il Lupo Solitario degli X-Men, sarebbe riuscito a sopravvivere a questa vita da nonno? Ne era certo, perché si trattava della sua famiglia, e Wolverine avrebbe fatto tutto per questa.

La mattina della vigilia, quando scese in mensa, la prima cosa che Laura percepì furono le voci allegre dei Fantastici Quattro. Si chiese che cosa stessero facendo alla scuola, quindi si avvicinò al tavolo curiosa: chiacchieravano allegramente con Kate, che mangiava e rideva, carezzandosi la pancia, ormai visibile.
La brunetta andò a prendere un vassoio con la colazione, poi si sedette allo stesso tavolo della sorella, che subito le fece un sorriso a 32 denti.
Kate: "Buon giorno, Laura!" la salutò.
Laura: "Ciao, Kate. Che ci fanno loro qui?"
Sue: "Siamo venuti ad aiutarvi con i preparativi per la festa di questa sera."
Laura: "Stasera?" chiese, confusa "Ah, già, la Vigilia di Natale."
Kate: "Tony ha detto che verranno anche Gibbs e gli altri, da Washington."disse, con la bocca piena di torta alle nocciole.
Laura: "Anche Timothy?"
Kate: "Anche lui, ovviamente." confermò, sorridendo. Loro avevano legato molto, diventando ottimi amici, e sapeva che si sentivano ogni volta che potevano su MSN. Certo, non c'era nulla più di una profonda amicizia, tra loro, entrambi erano innamorati di ben altre persone. Sorrise ancora quando Johnny, quasi per farle un dispetto, rubò la fetta di torta alle nocciole a Laura e la ingoiò in un solo boccone.
Laura: "Quella era mia, razza di Fiammifero Ambulante!" protestò.
Johnny: "Scusa..." rispose a bocca piena.
Kate: "Per favore, non litigate, è la vigilia di Natale."
Laura non disse nulla e le fece un debole sorriso, non voleva farla agitare troppo.

Un paio d'ore dopo stava facendo una breve pausa dai preparativi per la festa della sera, ed uscì in giardino, dirigendosi verso un angolo nascosto vicino ai muri della villa. Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno nei paraggi, prese dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino, poi ne estrasse una e fece per accenderla, ma sentì un rumore; si affrettò a nascondere tutto quanto, attenta, ma poi si rilassò quando vide avvicinarsi Johnny.
Laura: "Mi hai spaventato!" esclamò, cercando di accendersi di nuovo la sigaretta.
Johnny: "Ah, ciao, Kinney. Cosa ci fai qui?"
Laura: "Mi stavo rilassando un attimo. Non posso?" rispose, sulla difensiva, continuando ad armeggiare con l'accendino, che proprio non voleva funzionare.
Johnny: "Da quando hai iniziato a fumare?" chiese, poggiando un dito sulla punta della sigaretta, che si accese.
Laura: "Grazie... Da quando ho iniziato l'università. Non dirlo alle mie sorelle, però..."
Johnny: "D'accordo... se tu non lo dici a Susan..." rispose, prendendole la sigaretta dalle labbra e facendo un tiro, prima di restituirgliela.
Laura: "Ok. Però che ci fai qui?"
Johnny: "Stavo solo facendo una pausa." rispose "In realtà volevo farti una proposta..."
Laura: "Spara."
Johnny: "Ti va di seppellire l'ascia di guerra, almeno fino a capodanno?"
Laura: "Perché dovrei?"
Johnny: "Perché siamo a Natale..." rispose, con un sorriso "e perché così non facciamo innervosire ulteriormente le tue sorelle, specialmente Kate. Matt mi ha raccomandato di non farla agitare troppo."
La ragazza ci pensò su un minuto, in silenzio, poi annuì.
Laura: "D'accordo, vada per la tregua."
Il ragazzo sorrise e le prese di nuovo la sigaretta, ormai quasi alla fine, la terminò e la buttò via.
Ci fu qualche minuto di imbarazzante silenzio, poi il giovane si avvicinò a lei, guardandola dall'alto del suo metro e ottanta.
Gli arrivava appena al petto, era minuta e apparentemente fragile. A guardarla così nessuno avrebbe detto che fosse una perfetta macchina da guerra: sensi super sviluppati, agilità ferina, rigenerazione praticamente istantanea delle ferite e sei lunghe lame, due in ogni mano e una in ogni piede, la rendevano praticamente l'arma più pericolosa in circolazione, dopo suo padre Wolverine. Johnny la guardò ancora per qualche minuto, poi non riuscì a non punzecchiarla:
Johnny: "Certo che sei proprio tappa..."
Laura lo guardò storto, e stava per ribattere, ma sentì Kate da dentro che la chiamava e dovette rientrare, dopo essersi assicurata di non sapere troppo di fumo.

Quella sera alla festa c'erano tutti, come aveva detto Kate, e Laura passò molto tempo con Timothy, parlando e ridendo come due vecchi amici.
Poco prima di mezzanotte, Johnny le si avvicinò e, all'orecchio le chiese:
Johnny: "Ti va una sigaretta prima del brindisi di mezzanotte?"
Laura: "Volentieri." e lo seguì.
restarono per un po' fuori a chiacchierare, poi la mezzanotte suonò.
Johnny: "Auguri, piccoletta." si abbassò e le diede un bacio sulla guancia.
Lei lo guardò e sorrise, in silenzio. Poco dopo tornarono dentro, ma Kate li bloccò all'entrata.
Kate: "Siete sotto il vischio!" esclamò.
I due giovani si guardarono con l'aria di due che erano appena stati incastrati, ma non si mossero.
Kate: "Ora dovete baciarvi! E' la tradizione!" continuò.
Laura: "Ma dobbiamo proprio?" protestò.
Johnny: "E' la tradizione..." poi si abbassò su di lei e le diede un leggero bacio sulle labbra, che però si trasformò subito in un bacio appassionato, tra gli applausi e i fischi dei presenti.
Quando si staccarono, Laura era diventata rossa come la polpa di un cocomero maturo; si affrettò ad allontanarsi e, come per cercare un pretesto per cambiare argomento, levò dalle mani della sorella incinta un bicchiere di spumante che stava per bere, approfittando della distrazione degli altri.

   
 
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