Erano finalmente a casa. Come erano arrivati Hank e
Warren avevano portato Sara in sala operatoria e ci si erano chiusi dentro.
Logan passeggiava nervosamente in corridoio, mentre Kate, seduta su una panca lì
vicino, non riusciva a smettere di piangere. Sembrava tutto così assurdo! Un
momento prima stavano tutti bene e poi... nessuno ancora aveva capito che cosa
era successo, cosa l'aveva colpita, come, perché. Soprattutto quello: perché,
quando ormai sembrava tutto finito.
Logan: “Perché non ci danno notizie?”
sbottò alla fine con aria irritata.
Matt: “Stanno facendo un intervento, ci
vuole tempo...”
Kate: “No, vuol dire che sta andando male! Ci stanno mettendo
troppo! Di solito ci vuole molto meno!” disse in tono isterico.
Matt: “Non è
detto tesoro...” suonava poco convinto alle sue stesse orecchie, figuriamoci a
quelle degli altri.
Kate: “Tu riesci a sentire, vero Matt? Con gli
ipersensi... Cosa dicono?”
Matt: “Non riesco a capirlo... Troppa confusione,
fra le voci e le macchine...” non era vero, ma non gli andava di riferirle
quello che riusciva a sentire: lì dentro le cose non andavano per nulla bene, e
lui non voleva farla agitare. Per sua sfortuna, la sua ragazza era telepate, e
ora che era incinta non aveva più alcun freno nell'entrare nella testa degli
altri, perciò sentì benissimo cosa lui pensava e scoppiò a piangere ancora più
istericamente di prima. Mentre Matt cercava di calmarla e Logan la guardava con
aria di shock senza sapere come comportarsi, la porta si aprì e la Bestia si
affacciò finalmente in corridoio.
Logan: “Come sta?” chiese con aria
ansiosa.
Hank: “E' stabile.” Classica risposta da medico che non voleva dire
nulla.
Kate: “Che significa?” chiese ancora col pianto nella voce.
Hank:
“L'abbiamo ripresa in tempo, è in coma farmacologico...”
Kate: “Ma si
riprenderà, vero?”
Hank: “E' troppo presto per fare previsioni, dobbiamo
aspettare.” altra classica risposta da medico.
Logan: “Ma cosa è successo?
Non siamo riusciti a capire...”
Hank: “E' stata colpita da un proiettile che
è' entrato sotto la terza vertebra toracica ed è uscito rompendo una costola. Il
polmone destro si è bucato ed è collassato. E' un miracolo che sia arrivata
ancora viva qui.”
Logan annuì, ma Kate non ascoltava, sembrava immersa in
chissà quali pensieri, poi all'improvviso esclamò con aria decisa:
Kate:
“Faremo una trasfusione con il mio sangue.”
Logan: “Che cosa?!? Sei impazzita
Kate? Potrebbe fare male al bambino!”
Kate: “Al bambino non farà proprio
niente e con il mio fattore rigenerante il sangue si riformerà in pochissimo
tempo.”
Logan: “Ma...”
Kate: “E' tutta colpa mia, le avrei dovuto dire del
fattore rigenerante, quindi ora devo fare qualcosa!” disse con
fermezza.
Logan non replicò, sapeva benissimo che sua figlia era testarda
almeno quanto lui e che una discussione non sarebbe servita a nulla, perciò
rivolse lo sguardo ad Hank in cerca di sostegno, ma con sua sorpresa notò lo
sguardo dello scienziato immerso in riflessione, e dalla sua espressione era
evidente che l'idea di Kate gli sembrava ottima.
Hank: “In effetti il fattore
rigenerante è più forte del fattore di guarigione di Warren” disse, infatti,
dopo pochi secondi di silenzio.
Logan: “Ma anche io ce l'ho!” esclamò
impaziente.
Hank: “Si, ma nel tuo sangue c'è anche dell'adamantio, e quando
il fattore rigenerante si sarà esaurito nel sangue di tua figlia, il metallo
l'avvelenerà.” rispose “Possiamo provare, però tu devi restare stesa Kate, e non
devi alzarti finché non te lo dirò io, chiaro?”
La ragazza acconsentì e Hank
la fece stendere su un lettino in una stanza adiacente a quella in cui si
trovava la sorella, poi le prelevò il sangue necessario e tornò da
Blind.
Pochi minuti dopo l'aria fu squarciata da un grido di dolore: il
fattore rigenerante stava facendo effetto. Kate tentò di alzarsi ma Matt la
bloccò e dopo qualche altro minuto Warren entrò nella stanza portando con se una
sedia a rotelle.
Warren: “Se volete vederla... Però Hank si è raccomandato
che Kate usi questa.” disse.
Kate: “Ma io sto benissimo...” tentò di
protestare.
Matt: “O la sedia a rotelle o resti qui.” Questa volta era lui ad
essere irremovibile.
Kate sospirò ma acconsentì, e così passarono nell'altra
stanza, dove Sara continuava a lamentarsi per il dolore ad alta voce.
Sara:
“Ma che diavolo mi avete dato?!?” stava protestando con Hank.
Kate: “Un po'
del mio sangue.”
Sara: “Del tuo sangue? Ma che...”
Kate: “Devo spiegarti
una cosa sorellina..” iniziò, poi le raccontò tutto, riuscendo anche
nell'intento del distrarla dal dolore.
Quando ebbe finito sua sorella rimase
alcuni minuti in silenzio, e Kate temette che ce l'avesse con lei perché non le
aveva detto tutto subito.
Sara: “...secondo me quella trasfusione ti ha fatto
male.” disse infine.
Kate: “Che vuoi dire?”
Sara: “Logan nostro padre
naturale e i Warfury genitori adottivi... andiamo, che ti sei presa per sognarti
una cosa del genere?”
Kate: “Non ho mai preso nessun allucinogeno in tutta la
mia vita, e dovresti saperlo bene.” rispose in tono pungente. “E' la
verità.”
Sara: “Si, certo... e com'è che io non mi ricordo niente?”
Kate:
“E' una prova in più: hai preso la sua pessima memoria!” sbottò.
Logan: “Ehi,
la mia memoria non è pessima...” tentò di protestare, ma lo sguardo di Kate lo
bloccò subito.
Kate: “ E poi se non mi credi come ti spieghi il fatto che il
mio sangue ti ha guarita?”
Sara: “Avrà fatto effetto il sangue di Warren con
un po' di ritardo...”
Kate sospirò: aveva la testa veramente dura.
Improvvisamente prese un bisturi da un mobiletto lì vicino e si procurò una
profonda incisione sul braccio, poi prese la mano della sorella e ce la mise
sopra, osservando con crescente soddisfazione l'espressione di stupore di Sara
nel sentire la ferita richiudersi sotto le sue dita.
Sara: “Oh mio Dio...”
mormorò quando il taglio si era ormai definitivamente richiuso, continuando a
tastarle il braccio incredula.
Kate: “Visto?”
Sara: “E perché non mi hai
detto nulla prima?!?”
Kate: “Perchè, insomma, non te lo ricordavi...”
La
sorella prese un'espressione offesa e incrociò le braccia.
Kate: “Oh,
andiamo, non fare l'offesa ora...” disse in tono impaziente.
Sara tentò di
replicare, ma proprio in quel momento Tony entro nella stanza e le si lanciò al
collo.
Sara: “Ehi, fai piano, fa ancora male...” protestò. Kate li guardò e
fece un mezzo sorriso, mentre Warren gli lanciava un'occhiata indescrivibile e
usciva di scatto dalla stanza.
Poco dopo decisero di lasciarli soli, così
Matt e Logan portarono Kate nell'altra stanza. Mentre Matt restava con lei,
Logan decise salì in salone, dove tutti gli altri attendevano notizie. Si
avvicinò a Tempesta e la abbracciò.
Logan: "Ora sta bene, grazie al
Cielo."
Ororo: "Ho sentito urlare... che cosa è successo?"
Lui la guardò,
poi guardò il resto degli X-Men, quindi si decise a parlare, raccontando
tutto.
Laura: "Stanno tutti bene adesso?" chiese, staccandosi da Johnny, da
cui non si era allontanata dal momento in cui erano tornati alla
scuola.
Logan annuì, mentre Gibbs e il suo gruppo si avvicinavano.
Gibbs:
"Avrei bisogno di parlare con Kate..."
Logan: "Va bene, ma non farla
agitare..."
Gibbs: "D'accordo, Logan."
Logan: "James..." lo
corresse.
Gibbs sorrise ed insieme ai suoi scese in infermeria. Appena fuori
dalla porta incrociarono Tony. Ziva lo guardò con odio, ma Gibbs gli fece cenno
di seguirli, quindi entrarono tutti in camera di Kate.
Lei era sdraiata sul
lettino e si carezzava la pancia, mentre Matt, seduto sul letto, accanto a lei,
le passava una mano sui capelli.
Kate: "Capo..." cominciò, cercando di
alzarsi.
Gibbs: "Stai pure comoda. Volevo solo comunicare un po' di cose alla
squadra riunita..." la giovane si distese meglio e lui cominciò "Prima di
tutto... Kate e Tony, per un po' di tempo dovrete restare alla scuola."
Tony:
"Ma. Capo..." cercò di obiettare.
Gibbs: "E' solo una precauzione, DiNozzo,
il tempo di persuadere il Direttore a tenere due mutanti in squadra." precisò,
indicando le ali di Tony "Quindi usufruite delle vostre ferie
arretrate."
Kate: "Sì, signore."
Gibbs restò un attimo in silenzio e poi,
guardando Kate, le chiese:
Gibbs: "Ti va di spostarti dal laboratorio al
lavoro sul campo?"
Kate: "Sarebbe fantastico, Signore!" esclamò,
sorridendo.
Gibbs: "Perfetto, allora chiederò anche questo a Jen."
Kate
annuì, poi si fece seria.
Kate: "Capo, posso chiederti un favore?"
Gibbs:
"Tutto quello che vuoi."
Kate: "Ecco... mi chiedevo se era possibile non
riportare sulla mia scheda personale una cosa..." cominciò.
Matt: "Sei sicura
di volerglielo dire?"
Kate: "Tanto lo sarebbero venuti a sapere lo stesso."
rispose al compagno, poi tornò a parlare agli altri "Si tratta di un episodio
della mia vita di cui non vado fiera... e che potrebbe compromettere la mia
carriera."
Gibbs: "Di cosa si tratta?"
La ragazza fece un respiro
profondo, poi, tutto d'un fiato:
Kate: "All'università mi prostituivo."
Ci
fu qualche minuto di silenzio. Kate poteva sentire la mente di Gibbs lavorare,
in cerca di una soluzione, finché non lo sentì esclamare.
Gibbs: "Non c'è
problema, sarà come se non fosse mai accaduto."
Lei lo fissò incredula, Gibbs
le fece un sorriso, poi si avvicinò per carezzarle la pancia.
Gibbs: "Ora
riposati, pensiamo a tutto noi." infine uscì, con il resto della sua
squadra.
Il giorno dopo Kate poté alzarsi, mentre a Sara le ci volle almeno
una settimana, prima che Hank le desse il permesso di uscire
dall'infermeria.
Erano passate alcune settimane dal termine della missione. ormai ci si
avvicinava a Natale.
Kate, grazie alla sua gravidanza, veniva viziata da
tutti, e a lei non dispiaceva, nonostante si lamentasse continuamente di queste
attenzioni. Matt veniva spesso a trovarla, quando non lavorava, e aveva fatto in
modo di esserci già alle ecografie; ancora non si conosceva il sesso, ma padre e
nonno erano più che convinti che fosse un maschio.
Vedere Logan, o meglio,
James, così preso dalla gravidanza della figlia risultava nuovo per tutti: lui
era sempre passato per il rude, il solitario del gruppo, colui che non avrebbe
mai messo su famiglia neanche sotto tortura. Ma evidentemente le persone
cambiano, ed ora Logan aveva una compagna fissa, che amava, ricambiato, tre
figlie grandi, due che lavoravano e una che andava all'università e, cosa per
lui molto importante, una di queste lo stava per rendere nonno. Lui, il Lupo
Solitario degli X-Men, sarebbe riuscito a sopravvivere a questa vita da nonno?
Ne era certo, perché si trattava della sua famiglia, e Wolverine avrebbe fatto
tutto per questa.
La mattina della vigilia, quando scese in mensa, la prima cosa che Laura
percepì furono le voci allegre dei Fantastici Quattro. Si chiese che cosa
stessero facendo alla scuola, quindi si avvicinò al tavolo curiosa:
chiacchieravano allegramente con Kate, che mangiava e rideva, carezzandosi la
pancia, ormai visibile.
La brunetta andò a prendere un vassoio con la
colazione, poi si sedette allo stesso tavolo della sorella, che subito le fece
un sorriso a 32 denti.
Kate: "Buon giorno, Laura!" la salutò.
Laura:
"Ciao, Kate. Che ci fanno loro qui?"
Sue: "Siamo venuti ad aiutarvi con i
preparativi per la festa di questa sera."
Laura: "Stasera?" chiese, confusa
"Ah, già, la Vigilia di Natale."
Kate: "Tony ha detto che verranno anche
Gibbs e gli altri, da Washington."disse, con la bocca piena di torta alle
nocciole.
Laura: "Anche Timothy?"
Kate: "Anche lui, ovviamente." confermò,
sorridendo. Loro avevano legato molto, diventando ottimi amici, e sapeva che si
sentivano ogni volta che potevano su MSN. Certo, non c'era nulla più di una
profonda amicizia, tra loro, entrambi erano innamorati di ben altre persone.
Sorrise ancora quando Johnny, quasi per farle un dispetto, rubò la fetta di
torta alle nocciole a Laura e la ingoiò in un solo boccone.
Laura: "Quella
era mia, razza di Fiammifero Ambulante!" protestò.
Johnny: "Scusa..." rispose
a bocca piena.
Kate: "Per favore, non litigate, è la vigilia di
Natale."
Laura non disse nulla e le fece un debole sorriso, non voleva farla
agitare troppo.
Un paio d'ore dopo stava facendo una breve pausa dai preparativi per la festa
della sera, ed uscì in giardino, dirigendosi verso un angolo nascosto vicino ai
muri della villa. Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno nei paraggi,
prese dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino, poi ne estrasse una
e fece per accenderla, ma sentì un rumore; si affrettò a nascondere tutto
quanto, attenta, ma poi si rilassò quando vide avvicinarsi Johnny.
Laura: "Mi
hai spaventato!" esclamò, cercando di accendersi di nuovo la
sigaretta.
Johnny: "Ah, ciao, Kinney. Cosa ci fai qui?"
Laura: "Mi stavo
rilassando un attimo. Non posso?" rispose, sulla difensiva, continuando ad
armeggiare con l'accendino, che proprio non voleva funzionare.
Johnny: "Da
quando hai iniziato a fumare?" chiese, poggiando un dito sulla punta della
sigaretta, che si accese.
Laura: "Grazie... Da quando ho iniziato
l'università. Non dirlo alle mie sorelle, però..."
Johnny: "D'accordo... se
tu non lo dici a Susan..." rispose, prendendole la sigaretta dalle labbra e
facendo un tiro, prima di restituirgliela.
Laura: "Ok. Però che ci fai
qui?"
Johnny: "Stavo solo facendo una pausa." rispose "In realtà volevo farti
una proposta..."
Laura: "Spara."
Johnny: "Ti va di seppellire l'ascia di
guerra, almeno fino a capodanno?"
Laura: "Perché dovrei?"
Johnny: "Perché
siamo a Natale..." rispose, con un sorriso "e perché così non facciamo
innervosire ulteriormente le tue sorelle, specialmente Kate. Matt mi ha
raccomandato di non farla agitare troppo."
La ragazza ci pensò su un minuto,
in silenzio, poi annuì.
Laura: "D'accordo, vada per la tregua."
Il ragazzo
sorrise e le prese di nuovo la sigaretta, ormai quasi alla fine, la terminò e la
buttò via.
Ci fu qualche minuto di imbarazzante silenzio, poi il giovane si
avvicinò a lei, guardandola dall'alto del suo metro e ottanta.
Gli arrivava
appena al petto, era minuta e apparentemente fragile. A guardarla così nessuno
avrebbe detto che fosse una perfetta macchina da guerra: sensi super sviluppati,
agilità ferina, rigenerazione praticamente istantanea delle ferite e sei lunghe
lame, due in ogni mano e una in ogni piede, la rendevano praticamente l'arma più
pericolosa in circolazione, dopo suo padre Wolverine. Johnny la guardò ancora
per qualche minuto, poi non riuscì a non punzecchiarla:
Johnny: "Certo che
sei proprio tappa..."
Laura lo guardò storto, e stava per ribattere, ma sentì
Kate da dentro che la chiamava e dovette rientrare, dopo essersi assicurata di
non sapere troppo di fumo.
Quella sera alla festa c'erano tutti, come aveva detto Kate, e Laura passò
molto tempo con Timothy, parlando e ridendo come due vecchi amici.
Poco prima
di mezzanotte, Johnny le si avvicinò e, all'orecchio le chiese:
Johnny: "Ti
va una sigaretta prima del brindisi di mezzanotte?"
Laura: "Volentieri." e lo
seguì.
restarono per un po' fuori a chiacchierare, poi la mezzanotte
suonò.
Johnny: "Auguri, piccoletta." si abbassò e le diede un bacio sulla
guancia.
Lei lo guardò e sorrise, in silenzio. Poco dopo tornarono dentro, ma
Kate li bloccò all'entrata.
Kate: "Siete sotto il vischio!" esclamò.
I due
giovani si guardarono con l'aria di due che erano appena stati incastrati, ma
non si mossero.
Kate: "Ora dovete baciarvi! E' la tradizione!"
continuò.
Laura: "Ma dobbiamo proprio?" protestò.
Johnny: "E' la
tradizione..." poi si abbassò su di lei e le diede un leggero bacio sulle
labbra, che però si trasformò subito in un bacio appassionato, tra gli applausi
e i fischi dei presenti.
Quando si staccarono, Laura era diventata rossa come
la polpa di un cocomero maturo; si affrettò ad allontanarsi e, come per cercare
un pretesto per cambiare argomento, levò dalle mani della sorella incinta un
bicchiere di spumante che stava per bere, approfittando della distrazione degli
altri.