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Autore: miriade    04/12/2016    3 recensioni
“Non è come o cosa sei a renderti te stesso, ma chi sei.”
“Meraviglioso, magico. Sei tu questo.”
“Meraviglioso, magico. Sono io.”
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I am Wonderful, I am Magical. I am Me.


A Gabriella, colei che considero il mio Blaine, che mi ha fatto iniziare Glee con poche e semplici frasi. Con cui ho sclerato per i Klaine e pianto per il finale. Colei che sa sempre come aiutarmi. Ti voglio bene. 
E a quei quattro fantastici Gleeks che ho conosciuto su twitter: 
Ad Alessandro, che si sorbisce i miei scleri ogni giorno e io non ho idea di come faccia a sopportarmi.
A Chiara, che vive ad un'ora di distanza da me e mi chiedo come sia possibile che ancora non ci siamo incontrate.
A Giulia, che mi ha contagiata con le sue teorie su Chris e Darren, ma va benissimo così.
A Cherubina, che a volte è anche più fangirl di me. 
Ragazzi, vi adoro!





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Freddo.
Dolore.
Grida.
In un momento in cui gli stavano distruggendo le poche certezza che gli erano rimaste, schiacciandole una ad una come come un insetto sul muro, non riusciva a sentire altro che quello.
Era orribile.
L'unica cosa che desiderava era potersi svegliare e realizzare che tutto era solo un brutto incubo da dimenticare in fretta, con una tazza di cioccolata da calda e la musica a tutto volume per calmare i nervi.
Purtroppo non era la realtà, e lui, trovandosi bloccato contro il terreno di quel parcheggio da tre ragazzi, l'aveva capito.
Udiva lamenti però, che non appartenevano solo a lui; c’erano grida di disperazione, di paura, di orrore mischiate a grida di odio, di rabbia a di vendetta.
Non voleva aprire gli occhi.
Non doveva.
La paura aveva preso possesso di lui in ogni senso, era terrorizzato da chi gli stava davanti: orrende figure con dei bastoni in mano che in quel preciso istante lo stavano colpendo senza alcuna intenzione di smettere. Bastoni alternati a pugni, calci… E insulti.
Si sentiva sporco, sbagliato. Iniziava a credere che forse davvero era colpa sua. Stava pagando le conseguenze per essere andato al ballo con un ragazzo.
Ma l’omosessualità era sul serio una colpa?
Come poteva l'amore per qualcuno del tuo stesso sesso essere sbagliato?
No.
Non poteva permettersi di pensarlo, ne tanto meno vergognarsi per ciò che era.
Doveva farlo, per il ragazzo che insieme a lui stava affrontando l’inferno durante quella gelida notte di gennaio.
Le sue urla gli impedivano di aprire gli occhi, di reagire ai pugni e alle bastonate e di difenderlo come si era ripromesso più volte in quei mesi bui… Come gli aveva giurato all’inizio dell’incubo.


Ti proteggerò. Da chiunque vorrà farti del male. Hai la mia parola.
Non sei obbligato a farlo. Insomma… I tuoi problemi non sono diversi dai miei, devi pensare a difendere te stesso.
Lo voglio fare perché tengo molto a te. Sei uno dei pochi amici che ho e non voglio perderti per dei bulli omofobi.
Tu sei il mio unico amico…


Tu sei il mio unico amico…


Quella frase gli rimbombava nella mente da quando erano usciti dalla palestra della scuola e avevano trovato tre ragazzi ad attenderli.
Non appena li aveva visti la verità gli si era palesata in un modo così lampante che respirare era iniziato a risultargli difficile.


No. No. No. Non può essere. Non adesso…


Il motivo per cui al ballo tutto era andato a meraviglie, niente insulti e niente spintoni. Solo per dar loro il colpo finale. Quello del non ritorno.


Ci odiano così tanto… Eppure non abbiamo fatto niente di male


Già, niente di male… Perché un ragazzo gay non dovrebbe essere visto come una minaccia per… Qualsiasi cosa pensino quelle menti chiuse.
No. Non dovrebbe…


Eppure eccolo lì. Steso a terra ad incassare colpi su colpi solo perché non ha la forza di reagire, di aprire gli occhi e difendersi.
Basterebbe così poco. Deve solo alzarsi da terra.
Ma non può.
Non riesce.
E la cosa peggiore è che se non ascolterà quella forza interiore che gli grida “Coraggio! Alzati e dimostra loro che non possono sconfiggerti” nessun altro lo aiuterà.
I suoi amici l'hanno abbandonato. Li hanno abbandonati, preferendo lasciare a chi in quel luogo comandava il compito di far capire loro che non erano i benvenuti, che facevano schifo perché sbagliati... Contro natura.
Avevano permesso a quegli individui di distruggerli.


Apri gli occhi, forza.
Devi difenderti.
Difendere lui.
Ha bisogno di te ora più che mai.
Non lasciarlo solo.


Non ce ne fu bisogno.
I colpi smisero.
Ma poco dopo sentì un suono a lui ben noto, sapeva riconoscere il rumore di una bottiglia di vetro che veniva rotta.
Le voci però si erano allontanate da lui, le sentiva chiaramente, ma era consapevole di non essere più il soggetto dei loro insulti.
Adesso imparerai chi comanda qui, finocchio!
La verità lo colpì con più forza di un pugile.


No no no no. Non possono farlo. Non possono.


Aprì di scatto gli occhi e la scena che gli si presentò davanti gli fece venir voglia di piangere.
Lui era steso a terra, inerme, circondato da quattro ragazzi che fino a poco prima lo stavano riempiendo di pugni. Uno di loro aveva in mano un pezzo di vetro.
Gli altri lo tenevano bloccato.
Volevano imprimergli nella memoria quella serata, perché i ricordi e il lividi non erano abbastanza.
Già, gli ematomi, infatti, vanno via e i ricordi si possono sempre imprigionare in una cella immaginaria e non farli uscire più. Le cicatrici invece restano, visibili e indelebili... E sono la parte peggiore.
Fu proprio questo a dargli la forza di agire.
Non l'avrebbe permesso.
Nessuno si curava di lui ormai e questo giocò a suo favore.


Ma quando le circostanze ti sono amiche, forse il destino ha in mente altri piani per te e per quanto il tuo intento sia fare del bene potresti rimanerne scottato o, per essere più precisi, accecato.


Quattro anni dopo...


Non era umanamente possibile che in aula canto facesse così caldo, che diamine erano gli inizi di marzo, lui andava in giro con il giubbotto pesante e l'Ohio non era particolarmente famoso per le sue calde temperature. Quindi perché stava sudando?
Guardò i suoi compagni e amici dallo sgabello su cui era seduto, al centro della stanza, tra loro e il pianoforte come sempre. Gli altri lo fissavano con aria curiosa, probabilmente si stavano chiedendo cosa avesse intenzione di fare.
Bella domanda. Che stava facendo?
Ah già, era sul punto di infrangere un promessa fatta anni prima e la parte peggiore era che non si sentiva minimamente in colpa.
Lui aveva bisogno di aiuto e avrebbe ricorso a qualsiasi mezzo per impedirgli di... Fare di nuovo quello che aveva cercato di fare.


E' la scelta giusta dopotutto, no? Sua madre ti appoggia a pieno quindi nel caso lui si arrabbiasse avresti un'alleata.


Proprio così.


Al massimo non ti parlerà più.


Ecco, quella non era una prospettiva particolarmente interessante. Aveva già sperimentato una situazione del genere e gli ci erano voluti mesi per risolverla-non che ora lo fosse completamente, ma quasi o almeno così sperava-però insomma, con Kurt la faccenda era leggermente diversa e meno seria.

Non che un tradimento fosse il tipico argomento da tè delle cinque, ma diciamo che quando a contendersi il primato di “Problema per cui valga la pena infrangere una promessa” c'era un tentato suicidio, be', questi vinceva con netto vantaggio.


Bene


Ora che hai messo i tuoi problemi al televoto e il pubblico a casa ti ha dato la sua risposta confermandoti di essere nel giusto, Anderson, canta.
O vuoi che i ragazzi del Glee ti guardino male per il resto dell'ora?


Quella voce nella sua testa cominciava ad essere fastidiosa.


E comunque continuava a fare tremendamente caldo


“Blaine? Vuoi cominciare?” chiese Will in tono cortese.
Guardò intimidito il resto della classe la cui espressione generale si avvicinava più allo spazientito che all'allegro.
Si, forse era il caso di dire qualcosa.
“Ehm... Si, scusate.” prese un bel respiro e puntò gli occhi in una parte imprecisata dell'aula (che quel punto fosse vicino a Kurt, era assolutamente un caso) “Avrei una richiesta da farvi. Prima però c'è una canzone che voglio cantare.”
Fece un cenno a Brad -di solito era lui ad accompagnare le sue canzoni con la musica, quel giorno però non ne aveva la forza- che inizio a suonare.
E poi semplicemente si perse in quelle parole.


When I am down, and, oh, my soul, so wearyuna volta, quando si conoscevano da poco tempo, gli aveva detto che nessuno riesce a stare da solo a lungo, tutti abbiamo bisogno di qualcuno con cui condividere le nostre esperienze, anche un semplice amico.When troubles come, and my heart burdened be” Blaine lo sapeva bene, ed era stato d'accordo con lui sin da subito, aveva sempre desiderato avere quella persona con cui potersi confidare su ogni cosa, colei che rende la vita un po' più bella. “Then, I am still and wait here in the silence” l'aveva aspettata per molto tempo, anche dopo il coming out, quando nessuno gli parlava e lui si sentiva come un insetto schiacciato da mille piedi. Tutti lo evitavano, durante le lezioni la sedia accanto a lui era sempre vuota e lui si stava rassegnando a passare una vita deprimente per colpa della sua omosessualità “Until you come and sit awhile with me” già, proprio così. Gli si era seduto accanto. Liam. Quel dolce ragazzo in grado di contagiare chiunque con la sua allegria. Forse per la loro condizione più o meno simile-perché al contrario suo Liam qualche amico lo aveva eccome- o forse perché gli faceva pena, fatto sta che, un giorno, durante l'ora di pranzo gli era andato vicino a quel tavolo isolato da tutti e gli aveva parlato. Blaine si era sentito il ragazzo più felice dell'Ohio.
You raise me up, so I can stand on mountains... You raise me up to walk on stormy seas
La prima volta che avevano ascoltato quella canzone era una tiepida giornata di aprile. Era passato a casa sua dopo la scuola, cosa che accadeva sempre più di rado a causa delle prove con i Warblers, e gli stava raccontando qualche aneddoto divertente sul gruppo di canto corale, quando alla radio l'avevano mandata.
A canzone finita, gli occhi di entrambi erano pieni di lacrime.
I am strong when I am on your shoulders
-Perché è così, Blaine. Mi rendi più forte e io ti ringrazio per tutto quello che fai per me.-
You raise me up to more than I can be
-Non importa ciò che sono, se ti avrò al mio fianco starò bene.-


Le ultime parole della canzone si sentirono a malapena, la sua voce era strozzata e lui aveva una gran voglia di scoppiare a piangere.
Il suo sguardo incrociò quello preoccupato di Kurt e capì esattamente a cosa stesse pensando: l'ultima che aveva cantato in quel modo gli aveva spezzato il cuore.


Non preoccuparti, amore mio, tu non c'entri questa volta.
Ti prego, sorridi almeno tu.
Sorridi per me.


Blaine...” sentì una mano rassicurante sulla spalla. Will. “Stai bene?
No che non stava bene. Il giorno prima era stato sul punto di perdere il suo primo vero amico senza poter fare niente per impedirlo. No poteva stare bene sapendo che mentre lui festeggiava la guarigione di Burt, un trionfo della vita sulla morte, qualcuno a lui così dannatamente vicino la morte l'aveva cercata.
No...
Hai bisogn-...
Miserveilvostroaiuto” lo disse in modo talmente veloce che a stento se ne accorse “Ehm... Mi serve il vostro aiuto
L'espressione generale che le Nuove Direzioni fecero lo spronò a continuare.
Ed iniziò a raccontare.


Parlò di come in quella dannata scuola pubblica di Westerville fosse andato tutto bene solo per il primo mese.
Di come dopo il coming out si fosse ritrovato completamente solo.
Del giorno in cui conobbe Liam, l'unico altro gay dichiarato della scuola che a differenza sua era tollerato solo perché era parte della squadra di football, con qualche problema, si, ma non gravi come i suoi o almeno riusciva a gestirli.
Parlò di come si fosse sentito ad avere un vero amico per la prima volta, un amico a cui non doveva nascondere niente.
Dei loro pomeriggi passati ad ascoltare musica a casa di uno o dell'altro, lontano da tutto e da tutti.
E dei commenti dei loro compagni di scuola non appena li vedevano camminare fianco a fianco nei corridoi.
Poi parlò del ballo, quando avevano deciso di fregarsene e andarci insieme, come semplici amici. Solo per divertirsi.
E Liam era stato abbandonato da quelli che credeva suoi amici, coloro che erano in parte complici di ciò che successe dopo.
Quando Liam per aiutare lui che non trovava nemmeno la forza di difendersi si era gettato su uno dei tre ragazzi iniziando una rissa finendo praticamente in mezzo parcheggio, e una macchina arrivò senza che nessuno ebbe il tempo di realizzarlo, provocando la morte del ragazzo contro cui stava lottando...


… E la vita di Liam divenne buia.


Cieco.


Raccontò i momenti subito dopo quell'avvenimento in modo così dettagliato che sembrava lo stesse vivendo una seconda volta.
La reazione di Liam quando gli diedero la notizia, le lacrime della madre, i suoi sensi di colpa a cui prontamente l'amico aveva messo la parola fine perché Lo rifarei altre mille volte se necessario, non preoccuparti per me, starò bene nonostante di notte piangesse per ore fino a crollare addormentato e si rifiutasse di uscire di casa per la paura.
Disse della promessa di non parlare a nessuno della sua disabilità per evitare parole piene di compassione.
Non potrai stare chiuso qui dentro per sempre, prima o poi dovrai uscire.
Non ci riesco, Blaine. Ho troppa paura di sbagliare qualcosa.
Ci sarò io con te, potresti venire alla Dalton, lì ti accetterebbero.
La retta è troppo costosa e come ti ho già detto non serve che ti preoccupi. Sto bene così, sul serio.”
Stai rinunciando a vivere... Per colpa mia.
No. Sto rinunciando per paura, e so che è completamente sbagliato, Blaine, per questo ti chiedo: vivi per me. Ti prego, fallo.
Lo andava a trovare ogni volta che poteva, e gli raccontava ogni cosa.
Di quanto fosse stupenda la Dalton e altrettanto pazzi i Warblers, quando fece l'audizione per entrare nel Glee, Liam lo aiutò a scegliere il brano con cui presentarsi- Part of your world, perché entrambi quella canzone la amavano- e quando gli disse di esserne diventato il leader esultò insieme a lui e lo abbracciò forte con un sorriso radioso stampato sulle labbra.
E infine, parlò loro dell'ultimo periodo, in cui Liam sembrava sempre assente e triste. Nessuno ne sapeva il motivo, si rifiutava di mangiare ed era scontroso con tutti, anche con lui.
Quando il giorno prima Burt aveva deciso di festeggiare la sua guarigione con la sua famiglia e l'aveva invitato, Blaine si era sentito così felice da dimenticarsi per un attimo di qualcuno vicino a lui che chiamava aiuto senza essere sentito.
Nel momento in cui il suo telefono era suonato e aveva appreso la notizia, era corso via da casa Hummel lasciando stupiti tutti i presenti.
Aveva tentato il suicidio e lui non era lì per fermarlo.
Non se lo sarebbe mai perdonato.


Voleva aiutare Liam a stare meglio, solo non era più sicuro di farcela da solo. Per questo gli serviva l'aiuto del glee club. Con la loro musica e la loro allegria forse...


Finì di raccontare con le lacrime che ormai erano incontrollabili e senza rendersene conto si ritrovò stretto tra dalle braccia accoglienti e familiari.
Kurt.
Kurt che si era alzato non appena l'aveva visto crollare.
Colui che aveva tradito e a cui non aveva mai detto niente, ora lo stava cullando cercando di calmarlo, sussurrandogli parole di conforto in un modo così poco da lui.
Anche gli altri gli si avvicinarono per tranquillizzarlo e Blaine gliene fu infinitamente grato, ma non poté fare a meno di notare come si sentisse meglio lì tra le braccia del suo Kurt. Il suo luogo sicuro. Se la situazione non fosse stata così critica, ne era certo, sarebbe riuscito anche ad addormentarsi.
Shh, Non piangere...” gli stava sussurrando con una dolcezza disarmante “Andrà tutto bene.


E Blaine gli credette.
Perché era una cosa talmente facile da fare quando si trattava di Kurt che ormai non si sforzava nemmeno più di pensare altro.


Kurt e Blaine negli ultimi tempi non parlavano molto, e di occasioni ce ne erano anche state, peccato che i loro tentativi di avere una conversazione decente sfumassero nel preciso istante in cui si incontravano, perché nonostante la distanza e la rottura nessuno dei due era ancora in grado di restare lucido davanti all'altro. Ragion per cui avevano trascorso San Valentino più rintanati in qualche angolo di una qualsiasi sala vuota che alla festa del matrimonio fallito.
E il fatto che il giorno dopo avessero flirtato spudoratamente sia al cinema durante quella doppia proiezione di cui in realtà a loro importava ben poco, che la sera mentre tornavano a casa non era assolutamente connesso agli avvenimenti del giorno prima.
Decisamente no.
Entrambi, però, sapevano che prima o poi avrebbero dovuto affrontare quella chiacchiera a cuore aperto programmata il giorno del ringraziamento, solo che la mancanza di iniziativa si sentiva da ambe le parti.
Dopo quel che era accaduto in aula canto Kurt aveva trascinato Blaine nel cortile per farlo riprendere per poi chiedergli, con voce tremolante quasi avesse paura a farlo “Posso conoscerlo?” e Blaine, be' lui non riusciva proprio a negargli niente-molto probabilmente per colpa di quegli oceani azzurri che si ritrovava al posto degli occhi-così con un nuovo sorriso stampato in faccia nonostante le lacrime ancora leggermente presenti fu ben lieto di rispondere “Certo”.


Si trovavano in macchina da circa venti minuti, passati tra un religioso ma non imbarazzante silenzio e sguardi che ormai non cercavano nemmeno più di nascondere, quando finalmente Blaine decise di iniziare a parlare.
Hai intenzione di rimanere in modalità muto ancora per molto?” domandò con un pizzico di ironia appuntandosi mentalmente di smetterla di girarsi a guardarlo se non voleva rischiare un incidente.
E cosa dovrei dire?” non che in realtà non lo sapesse, solo non aveva idea da dove cominciare.
Credo che tu lo sappia benissimo. Penso ti serva solo un po' di... Coraggio.” involontariamente scappò una risata a tutti e due. Quella parola significava così tanto.
Non ne ho mai avuto più di tanto.
A quel punto, Blaine mandò al diavolo la sicurezza stradale e si girò a fissarlo con fare accusatorio “La pianti di dire idiozie?
... Scusa.” da quando Kurt Hummel si faceva intimorire da Blaine Anderson? Doveva smetterla di comportarsi come un bambino... Quindi l'avrebbe accontentato. “Perché non me ne hai mai parlato?” non era sicuro del suo tono di voce in quel momento.
Potrei giustificarmi dicendo che me l'aveva chiesto lui, ma la verità è che non lo so nemmeno io. Credo sarebbe stato più facile se te ne avessi parlato... Non volevo che si arrabbiasse, solo che... Nasconderti qualcosa è tremendamente difficile che non so nemmeno come ci sono riuscito.
Kurt annuì “Non credo di essere nella posizione per arrabbiarmi. Forse se fossimo ancora... Si insomma... Hai capito... L'avrei fatto.
Non mi difenderò se tutto un tratto deciderai di urlarmi addosso.” ma come faceva a restare calmo?
Non sarà necessario difendersi. Quindi tranquillizzati.” fece una pausa “Ora capisco perché a volte sparivi, altro che impegni dell'ultimo minuto.
Già.” era leggermente imbarazzato e Kurt pensò che avrebbe potuto passare ore a guardarlo, perché Blaine che arrossisce e si morde il labbro pur di non dire qualcosa di poco coerente è sempre la visione più bella al mondo. “Credo di aver pensato male più una volta.
Oh... Io... E' troppo cliché dire mi dispiace?
Kurt scoppiò a ridere “Forse. Ma non fa niente.
Potevi parlarmene...” nella sua voce non c'era più niente di ironico o allegro. Solo tristezza.
Oh, ci ho pensato molte volte. Solo...” non seppe perché si bloccò, ma lo fece e il moro cominciò a pensare che quella macchina fosse davvero troppo piccola “S-solo?” davvero sperava di incitarlo a continuare con quel tono?
Solo che-” a quanto pare si “-quando tornavi mi guardavi in quel modo così... Così alla Blaine e be' io non riuscivo proprio a pensare che potessi tradirmi.
Il più piccolo strinse più forte il volante e si impedì di piangere. Era un colpo basso, ma infondo sapeva di meritarselo.


Il prezzo da pagare per aver fatto del male all'amore della tua vita.


Più cercava di rimuovere dalla mente quel maledetto giorno d'ottobre, quando cedendo alla lontananza aveva rovinato la sua cosa più bella, più qualcuno glielo ricordava.
Alla fine era giusto così.
Non si sarebbe mai perdonato per quell'errore, questo lo sapeva perfettamente.
L'altro, che sembrò capire i suoi pensieri, mentalmente si diede dello stupido “Oh già... Non... Non era-uhm-intenzionale.” e lo pensava davvero.
E' tutto a posto, Kurt.
No che non lo è.
No. Ma deve esserlo per ora.
Siccome il suo secondo nome non era Elizabeth, ma Incoerenza, Kurt gli mise una mano sulla gamba e iniziò a formare dei piccoli cerchietti con il pollice “Possiamo solo... Non pensare a questo?”.
Il moro rimase del tutto spiazzato da quel gesto che per poco non rischiò un infarto “Va-va bene.” soffiò.
Dannazione, Anderson, cerca di darti una calmata.
Proseguirono il viaggio verso l'ospedale in silenzio, quella mano pallida restava sempre lì e ad entrambi andava bene così.




Liam Sander aveva sempre avuto molto intuito, anche dopo l'incidente. Non che gli fosse servito molto, ma diciamo che lo manteneva con una buona dose di orgoglio.
A prescindere dall'ultimo periodo piuttosto schifoso, culminato con quel tentativo di suicidio poteva dire di stare bene. Il che era strano, perché normalmente non funziona così e lui lo sapeva.
Eppure stava sorridendo come era certo di non fare da tempo ormai.
E si be', forse tutta quella sua felicità era collegata con le due persone che in quel momento si trovavano in stanza con lui.
Perché conosceva Blaine da anni ed era sicuro che questa volta avrebbe fatto qualcosa di estremo per aiutarlo, ma mai si sarebbe aspettato di conoscere Kurt Hummel.
Non che non ne fosse contento, era da quando aveva sentito il suo nome per la prima volta che segretamente sperava di conoscerlo- potrebbe essersi pentito di quella promessa strappatagli tempo prima- ma avrebbe almeno voluto essere presentabile.
Era pur sempre il grande amore del suo migliore amico.
Quindi si, in sostanza la sua felicità apparentemente immotivata vista la situazione trovava la sua ragione in quel ragazzo dalla voce angelica.


Si ricordava quel giorno come se lo stesse vivendo in quell'istante.
Era in camera sua a tentare per l'ennesima volta di seguire la storia di un dannato audio-libro che gli era stato regalato da... Sua zia? Sua nonna? Non l'aveva mai capito. Colpa del troppo rumore e della velocità con cui il tutto si era svolto. E comunque non importava, non gli piaceva nemmeno.
Quando sentì la porta aprirsi sapeva già chi fosse, così poca grazia nell'entrare da qualche parte apparteneva ad una persona sola, e poi l'odore di gel al lampone non lasciava nessun dubbio.
Blaine entrò in camera sua... Saltellando? Dal movimento dei suoi passi sembrava proprio così. Liam alzò gli occhi al cielo perché non era minimamente possibile che il suo amico fosse così esuberante anche dopo sei ore di scuola e due di prove con i Warblers.
Ma è pur sempre di Blaine Anderson che stiamo parlando.
Lo salutò abbracciandolo forte.
Gli parlò della sua giornata, della A in letteratura e di quanto facesse schifo il caffè alla Dalton.
Raccontò anche dell'esibizione improvvisata del pomeriggio in cui si era divertito molto a cantare Teenage Dream, canzone che Liam non sopportava minimamente.
… E a quel punto la sua voce si affievolì.
Blaine? Stai male per caso?
No-no.
E allora che ti prende? Prima eri talmente allegro che faticavo a seguirti.
Oh cazz-ehm, volevo dire: mi dispiace, Liam. Davvero.
Blaine. Parla.
Giuro che non era mia intenzione!
Blaine Anderson! Piantala di scusarti e sputa il rospo.
Si ma-
Parla.
Va bene... Ehm... Ho conosciuto un ragazzo oggi, si chiama Kurt e be'... Lui ha dei problemi non poco gravi alla sua scuola.
Infondo Liam sapeva sin da quel momento che questo ragazzo sarebbe diventato qualcosa di importante per il suo amico, e nonostante ciò che gli stava raccontando, era davvero felice per lui.


Si trasferisce alla Dalton domani, me l'ha appena detto, a quanto pare quel ragazzo che lo tormentava è stato riammesso.”
Mi dispiace davvero tanto, cerca di stargli vicino adesso.”
Lo farò sicuramente!”

Caspita se siete bravi! Non puoi usare una scusa nuova e fare in modo che canti con te un'altra volta? Passerei la vita ad ascoltarvi.”
Grazie, ma non era una scusa, avevo davvero bisogno di aiuto per provare la canzone.”
Certo, certo.”

No. No. No. Blaine ma sei impazzito di colpo?”
“… Ti ho appena detto di aver ricevuto un due di picche dal ragazzo che mi piace e tu reagisci così.”
Ovviamente sono dispiaciuto, il problema è che hai proprio sbagliato persona a cui fare la serenata, mio caro.”
Che intendi?”
“… Lascia stare.”

Kurt mi ha detto che gli piaccio?”
SUL SERIO?”
Calma! Si.”
E tu che gli hai risposto?”
Che tengo troppo a lui per rovinare la nostra amicizia.”
Fuori da casa mia, Anderson.”

Non sono mai stato più felice in vita mia!”
Potrei offendermi.”
Ma finiscila!”
E sentiamo quale sarebbe il motivo che mi ha tolto il primato?”
Ho baciato Kurt.”

Quindi è stato eletto reginetta del ballo, ha accettato la corona, il deficiente che doveva ballare con lui se l'è fatta sotto e tu gli hai chiesto di danzare in pieno stile High School Musical?”
Esatto.”
Io vi amo."

Gliel'ho detto! Gliel'ho detto!”
D'accordo gnomo, frena gli animi. Che cosa hai detto e soprattutto a chi?”
A Kurt! L'ho detto a Kurt!”
Non sto capendo.”
Oh ma dai! Non fingere di non aver capito.”
Ma è vero...”
Gli ho confessato di amarlo!”
“…. E PERCHE' NON ME L'HAI DETTO SUBITO?”

Non sono mai stato più felice!”
Ricordo la stessa frase risalente a marzo-era marzo?- quando hai baciato Kurt.”
Lo so, ma questa volta non credo potrà essere superata facilmente.”
E perché?”
E' successo.”
Successo cos... ASPETTA.TU.”
Già!”
ERA ORA.”

Allora! Ci hai visti in tv?”
“… Blaine.”
Cazzo! Scusa! Intendevo dire- sentiti- si, ci hai sentiti in tv?”
Grazie dello sforzo. Comunque, pensi davvero che me lo sarei perso? Siete stati fenomenali! Non è che avete una registrazione di Let it snow?”

Allora, Anderson. Come ci si sente a non vederci una mazza per metà anche solo temporaneamente?”
Uno schifo.”
Sto rosicando.”
Ti odio.”
Nah.”
Si.”
Ti voglio bene anche io, amico.”
Fanculo.”
Ah e Blaine?”
Mh?”
Potresti darmi tutti i contatti di questo Sebastian? Voglio fargli un regalino.”
Ho paura.”
Fai bene. Nessuno deve farti ancora del male, ma soprattutto: nessuno si deve intromettere tra te e Kurt.”
Sembri Puck quando fai così.”
Non so chi sia questo Puck, ma mi sta molto simpatico.”

Si scambia messaggini più imbarazzanti del “Ti vuoi mettere con me?” alle elementari con un certo Chandler?”
“… Si.”
Posso ucciderlo?”

Potrei seriamente mettermi a cantare per strada per quanto sono felice!”
Deduco che tu e Kurt abbiate risolto.”
Si!”
Bene, allora posso mettere via la mia strategia per liberarmi dell'impiastro.”
Liam!”

So che sono stato io a mandarlo a New York, però mi manca da morire e io non so come farò a resistere un intero anno senza di lui.”
Amico mi dispiace, sapevi sarebbe stato difficile.”
Si, ma non così tanto. Mi manca tutto di lui.”
Ehi... Vieni qui, dai.”

Uccidimi ti prego.”
Vorrei davvero poterlo fare, ma credo che ci stia pensando abbastanza tu.”
L'ho tradito. TRADITO. Ho fatto del male alla persona più importante della mia vita! E sai cosa? Ha ragione a non volermi parlare, perché sono stato talmente egoista che non merito qualcuno come lui.”
Blaine, calmati, hai sbagliato e questo lo sai anche tu, ma non puoi distruggerti in questo modo.”
Sono già distrutto.”

Mi ha chiamato!”
EH? Quando?”
Ieri! Prima della gara. Ha detto che vuole vedermi a Natale.”
Oh mio Dio, tu sai cosa significa questo?”
Si! Rivedo il mio Kurt!”
NO. Significa nuovo duetto Klaine di Natale!”

Pizzicami.”
Ssssh, tu ci vedi a differenza mia, quindi hai notato benissimo che sto sclerando.”
Dovresti essere di conforto a me!”
Ti sei già confortato abbastanza tra braccia di Kurt al matrimonio, ora non rompere.”
Oh lo amo così tanto.”
Se non me lo dicevi tu.”




Quindi si, si poteva dire che Liam Sander era un grande fan della Klaine- ringrazierà sempre questo Puck per aver trovato il nome- e quando Blaine entrando nella sua stanza d'ospedale gli era andato vicino dicendogli “C'è una persona che voglio presentarti.” e poi subito dopo una voce a lui sconosciuta si era aggiunta a quella del suo amico dichiarando “Ciao, io sono Kurt.” la sua decisione di sorridere è stata istintiva, perché nonostante la causa di quel gesto estremo compiuto la sera prima fosse una conversazione ascoltata per sbaglio in cui delle amiche di sua madre giudicavano in modo negativo la vita da eremita che stava conducendo, Blaine non aveva nessuna colpa e per lui c'era sempre stato, anche nei giorni precedenti in cui non aveva fatto altro che trattarlo male e dopotutto un suo sorriso se lo meritava davvero.




A Kurt e Liam bastarono cinque minuti insieme per capire che sarebbero andati d'accordo, e Blaine non poteva esserne più felice.
Parlarono di tutto, della loro vita dei loro problemi in comune... Della bassezza di Blaine e di quanto entrambi bocciassero a priori l'uso di quel dannato gel. Si preannunciava l'inizio di una bella amicizia e nessuno poteva chiedere di meglio.
Ovviamente ci fu anche il siparietto confessioni, in cui i due rimasero soli perché il nano doveva andare in bagno e niente impedì a Liam di chiedere “Tornerai con lui?
L'altro stranamente non rimase sorpreso da questa domanda, in realtà se l'aspettava “Io... Non lo so.” rispose in tutta sincerità “Non so se sono pronto a fidarmi di nuovo.
Ma siete stati insieme a San Valentino.” gli fece notare pensieroso.
S-si.
E anche il giorno dopo, in un certo senso.
Mh...
Quindi è inutile che ti chieda se lo ami ancora perché la cosa è piuttosto ovvia e non mi sembri il genere di persona propensa alle sveltine.
N-non proprio...” rispose questa volta stupito sul serio e il ragazzo dagli occhi castani di fronte a lui dovette accorgersene.
Sarò anche cieco, ma Blaine parla di te continuamente, penso di conoscerti bene ormai.
Cos- davvero?
Oh si, e per la cronaca i vostri duetti sono fantastici.
Oh mio Dio.
Potrei averli sul cellulare, si.
Proprio in quell'istante Blaine tornò e Kurt non poté impedirsi dal domandargli sorpreso “Gli hai passato le nostre canzoni?
Il colorito che l'altro assunse non era collocabile in una tonalità precisa, diciamo che servì solo a confermare al caro Hummel che Si, è davvero adorabile quando arrossisce.


Com'è essere nella tua condizione?” domandò Kurt dopo un po' di tempo.
Liam abbozzò un sorriso “Puoi dirlo, sai? Non mi offendo.
Oh... Ehm...
Non vedente, cieco, invalido handicappato. Usa pure quello che preferisci.
Liam, è tutto a posto. Cercava solo di non metterti a disagio.” s'intromise Blaine, notando che la situazione in cui si trovava Kurt non era esattamente delle migliori.
M-mi dispiace...
Oh.. No!” esclamò il non vedente “Non intendevo sembrare scortese. Solo, non farti problemi a chiamare le cose con il loro nome, è più semplice.
D'accordo” il castano indugiò un secondo e poi riprese “Com'è essere un non vedente? Si insomma, come ci si sente?
Vuoi la verità?
Si.
E' odioso.” disse senza mezzi termini “Sono autonomo, è vero, ma sai è frustrante non vedere chi si ha davanti o non capire chi è appena entrato in camera tua. Riconosco Blaine e i miei genitori per abitudine, ma ci ho messo tanto per arrivare a questo punto. Nonostante la mia indipendenza non riesco ancora ad uscire di casa, ho troppa paura del mondo ora che è completamente buio. So che mi sto rovinando la vita da solo e che prima o poi dovrò affrontare l'esterno, e spero davvero di riuscirci un giorno, ma non credo che sia ancora il momento.
Sono sicuro che quando sarai pronto avrai accanto persone che ti vogliono bene e che ti aiuteranno.” guardò Blaine che gli sorrise “Proprio come hanno fatto finora.
Lo so, e questo mi rende immensamente felice.


Kurt.
Mh?
Mi canteresti Blackbird?” chiese Liam leggermente rosso in viso.
In un primo momento rimase sorpreso, non riusciva a comprendere il motivo di quella richiesta e soprattutto perché proprio quella canzone. Poi capì e la verità gli si palesò davanti chiara come l'acqua di un lago.
Aveva paura di volare.
A quel punto sorrise, si mise a sedere esattamente di fronte a lui sul letto d'ospedale e con non poca titubanza strinse le mani del ragazzo tra le sue “Certo. Lo faccio con piacere.


Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise.



Non appena finì di cantare si accorse che una lacrima era scivolata sulle guance di Liam e con molta delicatezza, per non spaventarlo, gliela asciugò.
Non avere paura di volare. Prima o poi dovrai farlo e sai che ti dico? Non c'è niente di cui tu debba avere paura. Non odiare la vita per quello che ti ha fatto, amala perché ti ha concesso di vedere il mondo in un modo del tutto diverso. Affronta le tue paure e sii libero, perché non c'è niente di più bello di questo. Sono sicuro che te la caverai, e come ho già detto le persone che ti amano ti staranno vicine; anche io se lo vorrai. Non sei sbagliato, capito? So che lo pensi nonostante tu non voglia darlo a vedere. Be' toglitelo dalla testa, sei speciale e perfettamente imperfetto come tutti noi. Ognuno ha delle caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri, tu sei cieco e sei gay, ma questo non deve impedirti dal vivere la vita nel modo più giusto anzi, vivila a pieno perché te lo meriti. Sei un ragazzo meraviglioso, Liam, e io sono estremamente lieto di averti conosciuto.
Meraviglioso, speciale. Sono davvero tutto questo?” domandò incantato da quelle parole. Nessuno gli aveva mai parlato in quel modo.
Assolutamente.” fu Blaine a rispondere. Era così fiero di Kurt in quel momento. “E ti dirò di più, potrai anche essere cieco, ma non ho mai conosciuto nessuno i cui occhi brillassero alla stessa maniera dei tuoi. Ho sempre pensato che avessero qualcosa di magico.
Non è come o cosa sei a renderti te stesso, ma chi sei.” continuò il castano mentre gli occhi luminosi di Liam si riempivano di lacrime.
Meraviglioso, magico. Sei tu questo.” concluse il più piccolo dei tre.
Meraviglioso, magico.” ripeté il ragazzo in un sussurrò che si sentì appena. “Sono io.




Quando qualche ora più tardi uscirono dall'ospedale non ci fu nessuno a frenare Blaine dal prendere Kurt per mano e, proprio come quel pomeriggio di due anni e mezzo prima, iniziare a correre nel freddo serale fino a raggiungere la macchina.
E una volta saliti uno al proprio posto si guardarono in un modo totalmente nuovo anche per loro che ebbe il potere di destabilizzarli.
Forse davvero Kurt stava cedendo, ma per Blaine, era sicuro, ne sarebbe stato lieto.
Così lo baciò.
E si sentì a casa.


I ragazzi del Glee mantennero la promessa e il giorno dopo si presentarono in ospedale e gli fecero passare un pomeriggio a base di musica e biscotti. Ci furono alcune situazioni non proprio ideali per nessuno, ma che si risolsero senza creare problemi.
Liam si riprese. Non fu facile, la paura di uscire di casa rimase una costante invariabile per qualche altro mese fino a metà giugno quando finalmente decise di provarci e, con Kurt che camminava di fianco ogni tanto sfiorandogli il braccio per ricordargli la sua presenza e Blaine che lo teneva per mano per dimostrargli che non l'avrebbe mai lasciato andare, riuscì piano piano ad arrivare fino ad un parco vicino a casa. Guidato ovviamente dalle indicazioni dei due ragazzi.
Ad iniziò agosto chiese a Blaine di accompagnarlo e prese il treno per la prima volta dopo anni. Quel giorno arrivò fino a Lima per fare una sorpresa a Kurt che non appena lo vide lo abbracciò forte sinceramente felice e fiero di lui. Poi semplicemente si getto sulle labbra del suo ragazzo perché non riusciva proprio a farne a meno tanto che Liam ogni volta che accadeva esclamava “Ragazzi, voi si che mi rendete felice!” e puntualmente i tre scoppiavano a ridere.
Verso fine agosto ebbe una ricaduta.
L'idea che presto sarebbe rimasto solo in Ohio gli faceva male nonostante non l'avesse dato a vedere fino alla fine.
Kurt e Blaine posticiparono l'inizio delle lezioni alla NYADA fino a che ne fu necessario e anche quando la situazione venne risolta tornarono regolarmente in Ohio per fare visita al loro amico. La prima volta non furono stupiti di scoprire che molte volte Burt e Carole, quando non lavoravano, andavano a fargli compagnia e ad aiutare sua madre.
Perché quando si perde un figlio non puoi fare a meno di aiutare quelli degli altri e Finn, ne erano sicuri, ne sarebbe stato felice.




Un anno e mezzo dopo...


E ora con il potere conferitomi vi dichiaro moglie e moglie e marito e marito. Potete baciarvi.
La sala scoppiò in un grande applauso mentre le due coppie suggellavano con un bacio le loro promesse e la loro unione.
Era stata una giornata meravigliosa e Kurt e Blaine non riuscivano a smettere di sorridere pensando a quanto fossero fortunati. Ne avevano passate tante, ma alla fine, come aveva detto Santana poco prima, si erano ritrovati.
Non vedevano l'ora di iniziare quella nuova vita insieme fatta di amore e fiducia; certo, ci sarebbero state delle liti, ma sapevano che insieme sarebbero riusciti a superare ogni cosa.
Infondo l'avevano già fatto.


E mentre si tenevano per mano potendosi finalmente chiamare marito, si voltarono verso i testimoni dove lui applaudiva insieme agli altri, fiero e sorridente, nel suo completo elegante.


Vengo anche io!” aveva annunciato quella mattina al telefono mentre Blaine era intento a cercare un paio di calzini, impresa ardua dal momento che casa sua era sommersa dagli scatoloni. “Liam, sei sicuro? L'Indiana non è Lima, non sei mai andato così lontano.”
Mai stato più sicuro. Se avrò un attacco di panico ci sarai tu, no?”
Certo, ma-” “Ma niente. Brittany e Sanana mi hanno invitato e davvero non voglio mancare. In un certo senso questo giorno è importante anche per me.”
A quel punto Blaine si era ritrovato a sorridere, perché capiva perfettamente cosa intendesse con quella frase e non poteva essere più d'accordo “Almeno ce l'hai un vestito, Sandy?”
Ma certo, Andy. Ora per favore prima che mi metta a cantare Hopelessly devoted to you la finiamo di fare gli idioti?”
Guastafeste!” lo canzonò.
Sono realista. Abbiamo vent'anni.”
E che cosa c'entra?”
Blaine.”
Va bene ho capito la smetto. Io e Kurt saremo davanti a casa tua tra venti minuti.”
Puntuale, Anderson. Mi raccomando.”
Si-Si.” rispose con aria svogliata “E comunque Hopelessly devoted to you la canto meglio io.”
Ti prego.”


Non avevano avuto il tempo per avvisare tutti gli invitati del doppio matrimonio, solo Burt- Kurt sapeva che non l'avrebbe mai perdonato se si fosse presentato all'altare così di punto in bianco- e Liam perché semplicemente lo volevano tra i testimoni.
Il resto era tutto perfetto.


E mentre gli invitati continuavano a festeggiare le nozze appena, i due videro Sue, che era stata vicina al ragazzo cieco per tutto il tempo spiegandogli tutto quello che per ovvi motivi non riusciva a capire, mormorargli qualcosa e subito dopo Liam riuscì a puntare gli occhi nei loro.


Grazie...


Sussurrò. Gli altri due capirono e sorrisero.


Grazie per avermi aiutato.
Grazie per avermi fatto capire che in me non c'è niente di sbagliato.
Grazie per esserci sempre stati.


Quasi simultaneamente, delle lacrime di felicità iniziarono a scendere dagli occhi dei tre ragazzi.




*Note dell'autrice*
Salve a tutti *fa ciao ciao con la manina* è la prima storia che scrivo su Glee e spero davvero non sia venuto un mezzo disastro. L'idea nasce perché nella serie avrei tanto voluto vedere due cose: La cover di You raise me up di Josh Groban, si il giudice delle prime regionali ed è stato un momento in cui ci ho sperato (la canzone avrebbe un significato religioso, ma l'ho sempre interpretata in modo diverso) e l'amico di Blaine alla scuola pubblica. Quest'ultimo soprattutto ho sperato fino alla fine di vederlo e invece mai na gioia proprio.
Ringrazio kathy lightning per avermi mandato quel materiale sulle persone non vedenti perché mi ha davvero impedito di scrivere stupidate e ringrazio chiunque vorrà leggere questa cosa senza lasciarsi spaventare dall'avviso “Nuovo personaggio” messo vicino ai nomi di Kurt e Blaine (lo capirei perché lo faccio anche io ogni volta).
Per ultima cosa, il titolo è preso dalla canzone “Love my life” di Robbie Williams, se volete andatela ad ascoltare perché è davvero bella. Se non fosse uscita da poco l'avrei messa nella os.
Se ve lo steste chiedendo, si mi sono ispirata a Joey (quello degli Starkid) per Liam.
Detto questo vi evito il saluto modalità Sue Sylvester ed evaporo.
*Risaluta con la manina*
Miriade 
 

   
 
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