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Autore: Dominil    19/05/2009    5 recensioni
"Scusa."
Adesso ero io che attendevo una sua reazione, una sua qualsiasi parola fottuta. Sapevo già la domanda che mi avrebbe rivolto, la stessa che mi ripeteva ogni volta che mi dispiacevo per qualcosa.
Non avevo mai approvato del tutto questo suo modo di pensare, troppo strano persino per me, che di stranezze ne facevo molte.
Io ero una stranezza, ecco.
Ma Christian era cosa completamente diversa, intelletto e perspicacia protetti da una corazza di indifferenza e cinismo... calda freddezza. Io che lo conoscevo bene, avevo imparato ad amarlo soprattutto per questo aspetto del suo carattere, razionale ed intuitivo. Non tutti però riuscivano ad apprezzarlo.
Nemmeno io venivo apprezzata, ogni mio gesto veniva travisato. Molto spesso mi chiedevo se lo facessero apposta a trovare una scusa per escludermi, nonostante infondo fossi certa che si comportavano così proprio per questo.
Christian invece mi capiva sempre al volo, così come io capivo lui. Non avevamo nemmeno di comunicare, sembrava quasi che i nostri neuroni si mettessero in contatto scambiandosi le informazioni.
Stavolta però era tutto così diverso, non riuscivo a sentire cosa pensava.
Sentivo quasi freddo.
"Ti penti della tua scelta?"
"No."
Pronunciai quel monosillabo in tono deciso, perchè sapevo che, se non avessi lasciato trasparire nessuna esitazione, avrebbe rispettato e accettato, seppur non la condividesse, la mia decisione.
"Allora non hai niente di cui scusarti."

N.B. I protagonista di questa fic non sono i Green Day ma Gloria e Christian, personaggi di 21st Century Breakdown.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One shot I miei capelli vennero scompigliati da una leggera brezza estiva che segnava l'inizio della bella stagione, mentre con lo sguardo assorto osservavo il sole morente che affogava nel suo lago di sangue, il mare. Le sfumature rossastre erano così intense che ero costretta a tenere gli occhi stretti, cullata dal suono delle onde che si infrangevano sugli scogli. Un gabbiano si levò verso il cielo color pesca, per poi sparire in lontananza.
Sospirai affondando ancora di più le dita nella sabbia e avvicinai le gambe al petto, come se volessi stringermi così tanto a me stessa fino a scomparire.
Come se fosse possibile.
Sentii dei passi attuti dietro le mie spalle e subito un profumo, fresco e familiare, invase le mie narici. Deglutii tentando di mantenere neutra l'espressione del mio viso.
Il ragazzo arrivò al mio fianco e si sedette alla mia sinistra senza guardarmi, puntando i suoi occhi scuri sul paesaggio per poi cercare con la sua, la mia mano nascosta dalla sabbia. Ne accarezzò il  dorso come se volesse pulir via i granellini dorati e poi la strinse, facendomi rabbrividire.
"Allora, a che ora parti?" chiese scandendo bene le parole, dando un suono freddo e ruvido alla sua voce.
"Tra due ore." risposi stranita dal suo atteggiamento distaccato.
Lo preferivo quando sorrideva, mangiandosi qualche parola mentre mangiava.
Ma d'altronde, cosa mi aspettavo?
Rimanemmo lì spalla contro spalla senza guardarci, ad ascoltare tutte le parole che avremmo voluto dirci ma che non avevamo il coraggio di pronunciare. Forse, ci bloccava la consapevolezza che nessuna parola sarebbe riuscita a cambiare il mio futuro e quindi anche il suo, il nostro.
Nessuna parola, nessun gesto, nessun ricordo e nemmeno nessun sentimento, sarebbe riuscito a tenermi ancorata qui.
"Avresti almeno potuto dirmelo."
Sospirò pesantemente, quasi esausto.
"Sì, avrei dovuto."
"Però non l'hai fatto."
Ebbi l'impulso di voltarmi verso di lui e trovare conforto nei suoi occhi neri e acquosi, ma avvertii paura. Avevo paura di non vederlo come avrei voluto ricordarlo. Temevo di vederlo segnato dalla delusione.
"Tanto sei venuto a saperlo lo stesso."
La mia voce ebbe un tremito, non essendo più capace a trattenere le emozioni dentro. Non ci ero mai riuscita ed era folle pretendere che non l'avrei fatto adesso, negli istanti in cui ero più fragile, mentre ero sul confine.
Una nuova vita al posto della vecchia.
Dovevo solo aspettare che ci prendessi gusto, poi ogni cosa avrebbe trovato la sua direzione.
Almeno così dicevano.
Non so se ci ho mai creduto davvero.
"Ti conosco meglio di meglio stesso, era inevitabile."
Lasciò la mia mano in modo che cadesse di nuovo sulla sabbia, facendo compagnia alla sua che nervosamente scavava come se stesse cercando un pozzo in cui affogare.
L'unica parte che riuscivo a guardare di lui era proprio quella mano. Non me la sentivo di guardarlo in viso, infondo mi troppo sporca per poter anche solo posare gli occhi su di lui. Soffriva, me ne accorgevo addirittura dal suo respiro irregolare e affannoso, che io avevo sempre percepito come una disperata richiesta d'aiuto.
"Christian..." iniziai, mordicchiandomi subito dopo il labbro inferiore. L'indecisione di prounciare quella parola era troppa, aveva il potere di rovinare anche quel poco che ci era rimasto.
Sperai di sbagliarmi.
Lo sentii mugolare, in attesa che io proseguissi.
"Scusa."
Adesso ero io che attendevo una sua reazione, una sua qualsiasi parola fottuta. Sapevo già la domanda che mi avrebbe rivolto, la stessa che mi ripeteva ogni volta che mi dispiacevo per qualcosa. Non avevo mai approvato del tutto questo suo modo di pensare, troppo strano persino per me, che di stranezze ne facevo molte.
Io ero una stranezza, ecco.
Ma Christian era cosa completamente diversa, intelletto e perspicacia protetti da una corazza di indifferenza e cinismo... calda freddezza. Io che lo conoscevo bene, avevo imparato ad amarlo soprattutto per questo aspetto del suo carattere, razionale ed intuitivo. Non tutti però riuscivano ad apprezzarlo.
Nemmeno io venivo apprezzata, ogni mio gesto veniva travisato. Molto spesso mi chiedevo se lo facessero apposta a trovare una scusa per escludermi, nonostante infondo fossi certa che si comportavano così proprio per questo.
Christian invece mi capiva sempre al volo, così come io capivo lui. Non avevamo nemmeno di comunicare, sembrava quasi che i nostri neuroni si mettessero in contatto scambiandosi le informazioni.
Stavolta però era tutto così diverso, non riuscivo a sentire cosa pensava.
Sentivo quasi freddo.
"Ti penti della tua scelta?"
"No."
Pronunciai quel monosillabo in tono deciso, perchè sapevo che, se non avessi lasciato trasparire nessuna esitazione, avrebbe rispettato e accettato, seppur non la condividesse, la mia decisione.
"Allora non hai niente di cui scusarti."
Aveva sempre affermato che le scuse dovevano essere le conseguenze vere e sentite di un pentimento e, se questo non c'era, non aveva senso scusarsi.
Questo era un ragionamento fin troppo logico, troppo da... da Christian.
Bianco e nero.
Inferno e Paradiso.
Lui non conosceva il grigio, non credeva nel Purgatorio. Odiava le vie di mezzo.
"Voglio solo sapere per perchè."
Presi un respiro profondo.
"Perchè io non appartengo a questo posto, perchè voglio dire addio per sempre al mio passato, all'infanzia che non ho mai avuto."
"Non sei l'unica che ha dovuto crescere troppo in fretta, Gloria. Mi stupisco ancora del tuo egoismo."
"Credo solo che sia ora che inizi a sorridere un po'. Sono semplicemente stanca delle lacrime, delle notti insonni, di tutto. Non ci trovo nulla di egoista in questo."
"Forse ti stai dimenticando di me."
Era lui l'egoista e non se ne accorgeva.
Incrociai le braccia, continuando a fissare il mare che ormai era una distesa di petrolio, scura quanto il cielo.
"Io non mi sto dimenticando di te, è solo che..."
"...Solo che io non sono il tuo fidanzato! Sono solo un amico, un  amico che ti serve unicamente da fazzoletto quando un bastardo ti fa soffrire."
Strinsi i denti, tentando di contenere qualsiasi impeto.
Uno schiaffo se lo sarebbe meritato, ma non avrei mai avuto il coraggio di picchiarlo. Mi sarei fatta del male da sola.
"Non dici nulla, come al solito." aggiunse. "Io ti sputo in faccia tutte le accuse possibili, e tu cerchi solo di non farmi male. Tiramelo quel benedetto ceffone, Gloria."
Il palmo della mano cominciò a formicolare, sentivo il nervoso scorrermi nel sangue.
"Avanti." mi incitò.
Ed io non resistetti alla tentazione, e lui lo sapeva. Sapeva che non sapevo dire di no alle sfide, l'avevo fatto di proposito.
La mia mano colpì la sua guancia con veemenza e appena me ne resi conto, la ritirai quasi spaventata. Vidi la sua guancia segnata dal colpo, e le lacrime cominciarono a pungermi gli occhi. Mi ritovai con il viso nascosto nel suo petto con le sue braccia che mi cingevano la schiena.
"Non sono arrabbiato con te. Non sono deluso perchè te ne vai."
Strinsi un pugno e cominciai a colpirlo piano sul petto mentre finalmente mi abbandonai al pianto.
La mia partenza non doveva essere così dolorosa, non dovevamo vederci e incontrarci. Sarei scivolata improvvisamente dalla sua vita e, anche se avessimo sofferto all'inizio, le nostre nuove vite avrebbero reso tutto più facile da sopportare. Non vuole ammetterlo, ma in questo momento il suo cuore sta sanguinando.
Mi prese il viso macchiato di lacrime e eyeliner tra le mani, alzandolo verso il suo. Posò le labbra sulle mie e si divise quasi all'istante, dandomi appena il tempo di percepire il calore delle sue labbra.
Quel bacio non aveva ragione di esistere. Il nostro rapporto era perfetto così, un bacio poteva solo incrinatura perchè ci aveva costretto ad aprire gli occhi su ciò che eravamo l'una per l'altro. Adesso sì che staremo male davvero.
"Forse non avresti dovuto."
"Forse, ma non potevo lasciarti andare con questo rimpianto."
Guardò l'orologio e pooi increspò le sopracciglia.
"Devi andare." annunciò, guardandomi ancora.
"Sì..." sussurrai, passandomi una mano sul viso per cancellare le lacrime.
Dopo un bel sospiro mi alzai in piedi, pulendomi i pantaloni dalla sabbia e lui fece lo stesso.
"Verrò a cercarti." disse dopo avermi scoccato un bacio sulla fronte, saturo del sapore amore dell'addio.
"Non sono nessuno per impedirtelo." replicai e lui sorrise.
"Stammi bene, Christian."
"Anche tu, Gloria."
Lo guardai ancora per un istante, catturando, nonostante fosse ormai notte, ogni particolare della sua figura e poi, senza aggiungere niente, andai via.


Note dell'autrice:

Buonasera a tutti!
Allora, questa one-shot è nata stamattina durante l'ora di Biologia, ma è stata completamente ispirata dal nuovo album dei Green Day, 21th Century Brakdown e proprio per questo ho deciso di chiamare i due ragazzi Gloria e Christian, come i protagonisti dell'album.
Un bacio alla Geme che mi ha aiutata a trovare il titolo per la fic, ti voglio bene <3.
Detto questo, spero vi sia piaciuto.

Glo.


   
 
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