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Autore: MystOfTheStars    19/05/2009    4 recensioni
Latte caldo e miele, e una bella favola della buona notte raccontata da mammina Fay sono il toccasana migliore per il raffreddore di Sakura..
[vagamente KuroFay e ShaoSaku]
Ambientata in un mondo tra Shara e Lecoult. Scritta per il Fluffathlon su fanfic_italia
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Mokona, Sakura, Syaoran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dai bordi del pentolino del latte cominciò ad uscire un sottile velo di fumo. Fay spense il gas e versò cautamente il liquido bollente in una grande tazza gialla.
“Ma cos’è?!” fece Kurogane storcendo il naso, non appena ne annusò l’odore.
Fay tentò inutilmente di fischiare, mentre da una credenza prendeva un grosso barattolo di vetro, e lo apriva.
“Latte caldo… col miele.” rispose, mentre tuffava un cucchiaio nel vaso.
Il miele era dorato e trasparente, e Fay lo fece colare lentamente nel latte bollente, mescolando con cura.
“Lo so che a te non piace, Kurowanko, ma a Sakura-chan farà bene.”
Kurogane sbuffò, avviandosi verso la porta di casa dove lo stava aspettando Shaoran.
“Mi raccomando, non fate troppo tardi!” salutò Fay un attimo prima che i due si richiudessero la porta alle spalle.
“Kurogane e Shaoran ci lasciano soli, stasera.” esclamò Mokona, saltellando su Fay fino a salirgli sulle spalle. Il giovane rise a quel commento.
“Sono gli ometti di casa, loro! Invece noi rimaniamo qui a prenderci cura di Sakura-chan.”
Mise la tazza su un piattino e si avviò verso la stanza della principessa. Bussò lievemente, prima di entrare.
“Hyuuu, Sakura-chan, come va il raffreddore?”
Il viso della ragazza sbucò da sotto le coperte. Le guance erano un po’ arrossate, forse aveva qualche linea di febbre.
Fay si sedette sul bordo del letto, porgendole la tazza e passandole una mano fra i capelli.
“Attenta, scotta un po’…- avvertì, mentre Sakura avvicinava le mani - ma è un toccasana per il mal di gola.”
“Grazie, Fay-san.” mormorò la principessa, cominciando a sorseggiare lentamente il latte.
Mokona si lasciò cadere sul copriletto e si acciambellò in grembo alla ragazza. Fuori, sul vetro della finestra, batteva senza sosta la pioggia autunnale.
Sakura lasciò che il suo sguardo si posasse sulle tende ben tirate, come a voler escludere del tutto il clima umido e freddo dell’esterno dal tepore della stanza.
Fay intuì i suoi pensieri, e le rivolse un sorriso rassicurante “Non preoccuparti, Kuropapi e Shaoran-kun torneranno presto, stasera. Non ti faranno stare in pensiero.”
Sakura gli rispose con un lieve rossore sulle guance, tornando a bere docilmente il suo latte e miele.
“Fay! Fay! Ci racconti una storia?” esclamò improvvisamente Mokona, che si era arrampicata sul comodino.
Fay si sporse verso il mobile, e prese il libro che stava vicino all’abat-jour.
“Lo stavi leggendo?” chiese a Sakura
“Non capisco la lingua.. ma ha delle belle figure!” rispose lei schernendosi.
Fay salì sul letto e si stese vicino a Sakura, appoggiandosi al cuscino e sfogliando il libro.
“Mmh.. allora, vediamo un po’… oh, ecco qui. C’era una volta, in un paese lontano lontano, una graziosa fanciulla…”
Sakura mise sul comodino la tazza ormai vuota, e poggiò la testa sul petto di Fay, per vedere anche lei i disegni. Sulla pagina era raffigurata una bimba vestita di una mantellina rossa, e che in mano teneva un piccolo cesto di vimini.
“...un giorno, doveva uscire di casa per portare dei dolci al suo fidanzatino, che lavorava a scavare delle rovine oltre al bosco…”
Mokona si intrufolò fra i due, scavandosi una piccola cuccia nelle lenzuola.
“…la mamma, prima che uscisse, le raccomandò:
Sta’ molto attenta, ciliegina mia, prendi la strada più lunga, e non il sentiero che taglia attraverso il bosco, perché potrebbe essere pericoloso!
Perché, mamma, chi c’è nel bosco? chiese allora la bimba.
…c’è il lupo cattivo, che è grosso, nero e con gli occhi rossi come la brace… il suo nome è… Kuromannaro!
“Ma Fay-san… ci sono scritte davvero queste cose…?”
Fay rise “Ma certo! Guarda qui! – disse voltando pagina. Stavolta si trovarono il disegno di quello che sembrava un grosso cane dal pelo irsuto e nerastro, con due occhi rossi e l’espressione arrabbiata – Non assomiglia al papino?” esclamò allegramente, mente Sakura annaspava, senza sapere che dire in difesa di Kurogane.
“La fanciulla rispose alla madre che no, non avrebbe attraversato il bosco… - riprese a raccontare Fay - ma poi, quando fu uscita di casa, vide tante fragoline sul sentiero che conduceva nel folto degli alberi, e…”
“Fay-san…” lo interruppe timidamente Sakura.
“Sì?”
“Mi chiedevo…com’è la tua mamma? E’ gentile come te?”
Fay osservò sorpreso la principessa, il cui sguardo puro rendeva lecita qualsiasi domanda. Le accarezzò i capelli, mentre si prendeva qualche attimo prima di rispondere.
“Mia madre… aveva lunghissimi capelli biondi… occhi grandi e sinceri come i tuoi, Sakura-chan, e un sorriso un po’ malinconico… purtroppo, non ricordo molto altro, di lei.”
Sakura ricambiò il suo sguardo, dispiaciuta.
“Anche se pian piano sto recuperando frammenti di memoria, nemmeno io riesco a ricordarmi della mia, di mamma… a volte mi chiedo se mi tornerà mai in mente almeno il suo viso…” disse Sakura a mezza voce, accarezzando Mokona, che le strusciò la testolina contro il palmo della mano in segno di conforto.
“…però, Fay-san, tu sei così dolce che saresti davvero una mamma perfetta… ” fece poi Sakura, rivolgendosi a lui con un sorriso.
L’altro rimase in silenzio, stupito, senza sapere cosa rispondere.
Sakura si accoccolò contro di lui. “Grazie per esserti preso cura di me…”
Un momento dopo, Fay le cinse le spalle con un braccio, dandole un bacio sui capelli.
“La fanciulla si avviò verso il bosco per assaggiare almeno una di quelle fragole…” ricominciò a raccontare.



Era ormai notte inoltrata quando due figure fecero capolino sulla soglia della stanza, trovando il terzetto beatamente addormentato sul letto, con la luce dell’abat-jour ancora accesa.
“Sakura-hime…” Shaoran si avvicinò alla ragazza per rimboccarle le coperte. Le sfiorò la mano: la pelle era più fresca, sembrava stesse meglio. Il ragazzo sospirò sollevato, sorridendole.
“Tsk, ma tu guarda…” Kurogane prese il plaid piegato in fondo al letto, e lo stese su Fay e Mokona.
La polpettina sospirò, paga del tepore della coperta.
“Va’ a letto anche tu.” sussurrò reciso il ninja a Shaoran.
Il ragazzo annuì, e si avviò verso camera sua, non senza aver prima dato un ultimo sguardo alla sua principessa.
Anche Kurogane contemplò per qualche istante la scenetta, prima di spegnere la luce ed uscire in punta di piedi dalla stanza.



La mattina dopo, l’ingresso di Fay in cucina fu preannunciato da un sonoro starnuto.
“Buongiorno… oh!” il biondo si strofinò gli occhi, incredulo: era Kurogane, quello che stava trafficando ai fornelli…?
“Sakura-chan deve avermi contagiato il raffreddore… ma non pensavo di essere così grave da avere le allucinazioni!”
Kurogane si voltò verso di lui quel tanto che bastava a lanciargli un’occhiataccia.
“La prossima volta, copriti prima di metterti a dormire.” commentò secco, spengendo il gas e mettendosi a rimestare.
Fay si trascinò fino alla prima sedia, prendendosi la testa dolorante tra le mani. Non pose attenzione a che cosa stava facendo l’altro, fino a che Kurogane non venne al tavolo e non gli posò davanti una tazza di latte bollente. A giudicare dal profumo, poi, doveva averci messo un’abbondante dose di miele.
Fay fece tanto d’occhi, fissando ora la tazza, ora l’altro.
“…hai bollito del latte per me?”
“Bevi e zitto.” rispose laconico Kurogane; ma prima che potesse allontanarsi, Fay gli aveva gettato le braccia al collo, e lo stava tempestando di baci.
“Si può sapere che diamine fai?!?!”
“Ma come, Kuropin?! Non lo capisci?! Ti sto... contagiando! – rispose Fay allegramente, riuscendo ad assestargli un ennesimo bacio sul naso, prima che l’altro lo allontanasse – …così da domani posso curarti io! ♥ ”



  
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