Mi
rigiro nella penombra della mia stanza, apro piano gli occhi e sbadiglio, mi
sento tutto compresso e dopo un po’ mi libero delle coperte. Mi alzo e mi
guardo allo specchio: non mi riconosco. Come ci sono finito a questo punto?
I
miei lunghi capelli corvini ora sono rinchiusi in rasta e treccine… sorrido
amaramente. Io che credevo nel mio stile oltre ogni cosa, io che dicevo sempre
che bisognava essere quello che si è, io che dicevo di non cambiare per gli
altri… ho ceduto. Bill è morto, è morto quel maledetto giorno di 6 anni e mezzo
fa, grazie a me, grazie a uno stupido programma. Ora al suo posto ci sono io:
uno stupido burattino nelle mani di qualche marionettista devoto hai soldi; i
miei marionettisti si chiamano business e marketing.
Senza
di loro non esisterei, non sarei nessuno…. o forse…. Forse sarei Bill.
Lascio
scorrere l’acqua sul mio viso e guardo di nuovo il mio riflesso allo specchio,
i miei occhi sono stanchi, lo e il mio corpo, il mio sguardo è assente, fisso
nel vuoto di qualcosa che nessuno vede.
Sento
tre colpi alla porta: vado ad aprire. È mio fratello. Anche lui è cambiato, non
è più quello di una volta. I suoi rasta sono scomparsi. Al loro posto ora ci
sono delle treccine nere. Non mi capacito di cosa possa essere successo. Ma
cosa credevo, sapevo questo mondo a cosa mi avrebbe portato, mi sono solo
illuso di potergli sfuggire. Negli occhi di mio fratello scorgo il mio viso
stravolto.
-
Ehi
Bill, tutto bene?-
-
S….
si-
-
Ehi,
che succede?-
Sento
la sua voce vellutata accanto a me, il suo viso leggermente inclinato, il suo
sorriso rassicurante. Proprio come quando eravamo piccoli. Tom non era forte,
Tom era molto più fragile di me, ma con il tempo lui si era fatto uno scudo,
uno scudo a cui mi aggrappavo. Senti qualcosa di caldo e bagnato scivolarmi
sulla guance, gli occhi mi si inondarono di lacrime. Mi butto tra le braccia di
mio fratello e lui mi stringe.
-
Ehi…
cucciolo piantala… piangere è da ragazze-
Disse
scherzando sulle ultime parole. Sorrisi.
-
Tommi, secondo te io sono la stessa persona che ero
qualche anno fa?-
Non
rispose, sentì solo qualcosa di umido bagnarmi la maglietta.
Eravamo
cambiati, non eravamo più noi. Squilla il telefono
-
Pronto?
-
Bill
sono David
-
Si?
Che c’è?
-
Bill
da oggi hai la ragazza
-
Come?
-
Ordini
dall’alto
-
Ma
non volglio
-
Mi
dispiace, non dipende da me, ma da cosa vuole la gente…
-
Lo
so
-
Ecco
bravo, la ragazza arriverà in hotel tra un po’
Mi
preparo e scendo. Una ragazza. Capelli corvini occhi verdi, carnagione chiara,
slanciata, magra, sexy; mi viene vicino e mi sorride
-
Ciao
Bill, io sono Kassandra
-
Ciao…
quindi tu e io
-
Già…
mi dispiace
-
Non
è mica colpa tua
-
No,
però deve essere difficile per te
-
Lo
è, ma io ho scelto questa vita, ricordati che gli errori si pagano, questo è un
circolo vizioso senza fine… i giochi si ripeteranno all’infinito.
NB:
i tokio hotel non mi appartengono e tutto quello che
ho scritto è frutto della mia fantasia in preda a crisi confusionali, so che
non è un granché ma è quello che ho provato vedendo la pubblicità dell’H&M, fatemi sapere se vi piace … vi lowwo.