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Autore: pescioletta    07/12/2016    1 recensioni
E se tutto quello che abbiamo visto nella stagione 8 ci avesse tratto in inganno?
Forse pochi minuti di libertà dalla presenza di Sybil possono rendere tutto più chiaro.
(NB ho scritto questa fic dopo la 8x5, non è assolutamente uno spoiler ma solo una mia idea)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie in anticipo a chiunque la legga e un doppio grazie a chiunque lasci un commento!


*********


Damon guardava fuori dalla finestra.

Lente gocce di pioggia rigavano il vetro.

Silenziose e regolari, come i suoi pensieri.

Pensieri che andavano dal passato al futuro, dal paradiso all'inferno che stava per scatenarsi sulla terra. Dalla sua vampirizzazione aveva visto molte cose: doppelgagger, vampiri originali, licantropi, ibridi, gemelli assassini.... aveva visto nascere vere amicizie, amori, passioni... aveva ricevuto rimproveri, accuse, rifiuti, perdono e compassione... aveva ricevuto amore.

Eppure, in nessun attimo della sua lunga vita, aveva avuto veramente paura.

Non come ora.

Distolse gli occhi, fissando per un secondo il pavimento.

Nell'altra stanza, Sybil stava cercando di contattare mentalmente la sorella, in viaggio con le figlie di Alaric verso un posto abbastanza sperduto dove poter evocare Cade, offrendogli l'umanità su un piatto d'argento e le gemelle come due ciliegine sulla torta.

Sybil d'altro canto aveva un piano quasi identico, ma Damon sospettava che lui ed Enzo avrebbero preso il posto delle bimbe come topper infernale.

Per fortuna, la concentrazione di cui la sirena aveva bisogno per rintracciare la sorella aveva come effetto collaterale quello di regalare a lui qualche raro momento di solitudine.

Sì, perchè a differenza di quanto pensavano gli altri, Damon non era affatto cotento di servire la sirena, nè era sotto il suo controllo mentale.

Ma, come aveva già detto una volta a Bonnie, Sybil doveva crederci, e per far sì che questo accadesse, anche loro dovevano crederci.

Suo fratello, Bonnie, Enzo, Caroline, Matt...

Era tutto studiato.

Certo, qualche volta aveva un po' perso il controllo e, per evitare di farsi scorpire, aveva dovuto alcare un po' la mano.

Ma lui non era mai stato uno che si curava degli effetti collaterali.

Se c'era un modo per fermare le due siene e Cade dallo scatenare l'armageddon , era stare dentro le loro fila e conquistare la loro fiducia. Solo così avrebbe potuto sentire una conversazione, scoprire un punto debole o provare a reindirizzare il piano che i due mostri stavano tessendo alle spalle di tutti loro.

Gli altri non lo avrebbero mai capito.

Ma non gli importava.

Damon era tristemente cosciente che nessun altro, nessuno tranne lui, sarebbe stato in grado di portare avanti quel ruolo per così tanto tempo.

Avevano troppo da perdere, troppo da lasciarsi indietro.

Lui invece, almeno per altri 60-70 anni non aveva nulla. Era, come si dice, solo al mondo.

E l'unico suo scopo era di fare in modo che tra 60-70 anni, quando Elena si fosse svegliata, quel mondo almeno esistesse ancora.

E al diavolo gli altri e quello che avrebbero detto e pensato di lui.

In questo momento, anzi, peggio parlavano di lui e meglio era...

Del resto, la parte dello stronzo, del vampiro sanguinario, di quello che aveva spento l'umanità gli riusciva abbastanza bene, anche se Kathrine gliel'aveva ricordato fin troppe volte: quella cosa dei sentimenti era solo una favoletta per novellini, ma si da il caso che la sirena non lo sapesse e che se la fosse bevuta, abboccando come un pesce all'amo.

Ovviamente servivano le prove, i sensi di colpa, le azioni ingiuste fatte al momento opportuno....

E allora si era trovato costretto a recitare tante piccole parti.

Ma in ballo c'era molto di peggio.

Cade, Caino, il Diavolo o come cazzo si faceva chiamare quel bell'imbusto che aveva di fatto inventato l'inferno, avrebbe portato a compimento il suo progetto originario: punire tutti i malvagi per l'eternità. E, gli spiaceva ammetterlo, ma tra questi ci sarebbe stato bene il nome di chiunque lui conoscesse, persino Elena...

Chiunque di loro aveva commesso almeno un'azione imperdonabile.

Per motivi nobili, magari, ma a Cade non sarebbe importato.

E allora bisognava fermarlo, ma come?

Sybil gli aveva mostrato il piano di Cade, il suo controllo, la sua violenza.

Un eternità di sofferenze.

E allora aveva preso la sua decisione.

Poteva farcela.

Doveva.

A qualunque costo.

Ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni. Dopo... Forse....

Ma non ora, non con l'inferno che incombeva.

Non con Cade che stava arrivando.

Stefan, Caroline, Matt, Enzo, Bonnie.... doveva almeno tentare di salvarli.

E allora si era mostrato servo devoto, disprezzando Enzo, sfidandolo, sapendo bene che in realtà sarebbe stato il modo migliore per non farlo cedere. Anni insieme nelle celle dell'Armeria gli avevano mostrato come reagiva Enzo allo stress e alle sfide.

E poi era toccato a Stefan: doveva allontanarlo doveva far in modo che non lo cercasse.

Lui aveva troppo da perdere. Ma li aveva trovati, e allora aveva recitato la sua parte, sperando di non tradirsi. Ma anche su questo aveva fatto una buona gavetta in passato. Nascondere le emozioni era una specialità di Damon Salvatore.

E allora via di cadaveri e prove inconfutabili che del vecchio sè stesso non era rimasto più niente.

A volte c'erano stati dei piccoli inconvenienti.

All'inizio ad esempio era stato stupido: pensava che Sybil non potesse entrare nei suoi sogni; allora si era visto costretto a regalarle alcuni ricordi, conservando quelli più importanti negli strati più profondi della sua mente, dove ancora lei non aveva avuto accesso, convinta com'era del suo devoto cavalier servente.

E nel frattempo, aveva dovuto affrontare un altro compito altrettanto arduo.

Fare in modo che i suoi amici e suo fratello non tentassero di salvarlo.

La capoccia dura di Stefan si era scontrata con le sue malefatte, con i suoi crimini.

Appoggiò la fronte al vetro fresco, lasciando che quel piccolo brivido si propagasse giù per il suo corpo.

Aveva dovuto ricorrere alle maniere forti.

Aveva dovuto togliergli ogni speranza, commettere atroci delitti davanti ai suoi occhi, portarlo al limite e sperava solo che alla fine l'avesse capita.

Il gesto disperato di rinchiuderlo in una bara gli sembrava una prova sufficiente.

Ma doveva stare comunque in guardia.

E nel frattempo, doveva cercare di capire come fermare Cade.

Perchè su quel punto il suo piano era acora estremamente vacillante.

Ma sperava che con un infiltrato dentro le righe e qualche informazione al momento giusto il fantastico quintetto sarebbe riuscito a venire a capo di quel piccolo problema.

Aver ucciso Tyler almeno era servito a far recapitare finalmente a Donovan, e quindi sperava anche a Stefan, la scatola dell'armeria.

Non aveva potuto aprirla, ma sicuramente c'era qualcosa che interessava la sirena e quindi sperava fosse qualcosa da poter usare contro di lei.

Un punto per il lupo.

Sollevò la testa.

Nell'altra stanza Sybil aveva smesso di cantare.

Era ora di ricominciare a recitare.

Per chissà quanto altro tempo, neppure la sua mente sarebbe stata un posto sicuro...

 

  
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