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Nessun domani
Rabbia.
Lo sparo.
Miseria.
È caduto.
Disprezzo.
Ha fatto il suo ultimo respiro.
Struggimento...
Il mondo
intero continuò a girare, ridendo ancora. Il sole splendeva come se fosse una
bella e felice giornata d’estate, il suo calore mi stava prendendo in giro,
ridendo proprio sulla mia faccia mentre mi rigiravo nella mia tristezza. Tutti
andavano avanti col passare dei giorni, acquistando regali, mettendo su le
decorazioni natalizie, tutti si comportavano come iene ridendomi in faccia
mentre passavo, giorno dopo giorno, cercando di non pensare, cercando di non
sentire, ma ancora la mia natura umana non mi fece fallire una sola volta, lasciandomi
sempre in lacrime nel buio e nella solitudine della notte.
Dolore.
Le settimane
si susseguirono come se nulla fosse accaduto, Linda e i bambini erano andati a
casa di sua madre per festeggiare, lasciandomi al mio isolamento di rimpianti.
La notte di Natale ero seduto allo stesso posto in cui mi trovavo quando i
bambini erano partiti, bevendo lo stesso vino, quando il telefono squillò.
Per
la prima volta da giorni mi alzai e con un grugnito risposi.
“Sì?”
“Paul?”
Mi
sentii confuso. Perché mi stava chiamando? Non ci parlavano dagli anni ‘70, era
una reciproca comprensione odiarci a vicenda e invece ecco la sua voce, al
telefono.
“Cosa c’è?”
“So di essere l’ultima persona che vuoi sentire in questo
momento, ma sto chiamando solo per dirti che John ti amava, ti amava tanto-“
“Non ho bisogno che tu me lo dica.”
“Ti prego, Paul, mi ha chiesto di dirti questo, in caso
gli fosse successo qualcosa. Mi ha detto di fare in modo che tu sapessi che per
lui, tu eri il suo Elvis, mi ha detto che avresti capito cosa significasse.”
E
lo feci. Ci vollero tutte le mie forze per trattenermi dallo scoppiare a
piangere al telefono, ma in qualche modo riuscii a rispondere.
“Grazie.”
“E inoltre mi ha detto di farti ascoltare questo.” Riuscii a sentirla mettere il telefono
contro qualcosa e accenderlo. Improvvisamente una bellissima voce dai miei
sogni arrivò fluttuando nel mio orecchio, cantando.
"I know it’s true, it’s all because of
you
And if I make it through, it’s all because
of you
And now and then, if we must start again
Well we were not sure, that I love you
I don’t want to lose you - oh no, no, no
Lose you or abuse you - oh no, no, no,
sweet doll
But if you have to go, away
If you have to go
Now and then, I miss you”
“Questa è su
un nastro che ti invierò su cui aveva scritto ‘Paul’ ”
Quegli ultimi giorni dell’anno furono una
tortura per me, qualsiasi cosa me lo ricordava, ma col passare del tempo la
vita tornò e adesso il sole non mi prende più in giro. Ora mi sorride, prendendosi
cura di me e ogni volta che sono turbato brilla solo un po’ più luminoso,
ricordandomi che lui è lì, che mi sta aspettando.
Qui potete
ascoltare ‘Now and Then’
https://www.youtube.com/watch?v=sCSZn2Q7o8U
NOTE della TRADUTTRICE:
Oggi non c’è niente da festeggiare, ma solo
una data da ricordare e dimenticare allo stesso tempo. E per deprimermi e
deprimervi ancora di più, ho scelto di tradurre due os
super tristi; non odiatemi.
Ringrazio di cuore l’autrice della storia Llamaonfire e la mia beta Kia,
che trova il tempo per darmi una mano.
E un super grazie ad Ale, Marti, Athe e tutte quelle che leggono, anche senza recensire.
A presto,
Paola