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Autore: Maledetta    08/12/2016    0 recensioni
College!AU
Di feste, partite al gioco della bottiglia, un Mike un po' ubriaco e mezzo addormentato e, soprattutto, di conversazioni notturne fra compagni di stanza e letti a castello.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mike non sapeva esattamente da quanto si fosse svegliato, quando si rese conto di essere effettivamente sveglio: sapeva solo che era buio, che era steso nel suo letto e che era scoperto per metà, ma che era ancora troppo addormentato perché potesse effettivamente fregargliene qualcosa.
Si sentiva strano: aveva la testa leggera, come se avesse bevuto, e si sentiva particolarmente propenso al lasciar vagare a caso la propria mente: non stava pensando a niente di particolare infatti, eppure c'era un pensiero che continuava a martellargli in testa come un chiodo fisso e che assomigliava in modo quasi inquietante a un ricordo sfocato e decisamente assurdo: c'era una festa, e Mike non sapeva esattamente che festa fosse, ma si ricordava le luci, i colori, la musica... e si ricordava anche di aver giocato al gioco della bottiglia, il che era strano, perché lui il gioco della bottiglia lo aveva sempre odiato... ma alle feste del college c'era sempre, dunque era strano, ma non
proprio assurdo. Diventava assurdo dopo, quando arrivava il turno del suo compagno di stanza. Tanto per cominciare, perché Chester sceglieva verità , e Chester non sceglieva mai verità. Doveva essere stato assurdo anche quello che aveva detto, ma Mike non riusciva a ricordarselo, perché i rumori soffocati che riempivano la stanza continuavano a distrarlo: lo scricchiolio delle molle del letto alto del letto a castello suonava come una canzone ogni volta che Chester si muoveva, il che capitava più o meno ogni cinque minuti, e le parole che stava masticando come se stesse parlando da solo (cosa che, conoscendolo, probabilmente stava effettivamente facendo) riverberavano fra quei quattro muri così indistinte che facevano venire voglia di capirle.
-Chester?- chiamò qualcosa come un minuto dopo aver realizzato che probabilmente erano svegli tutti e due -Sei sveglio?-
-Purtroppo sì...- rispose Chester con la voce resa roca dal sonno.
-Perché?-
-Non riesco a dormire. Tu?-
-Non lo so... mi sono svegliato da... be', non so esattamente da quanto.-
Chester si mosse di nuovo sul suo letto e le molle cigolarono come una vecchia porta in un film horror ancora più vecchio.
-Che ora è?- chiese Mike sbadigliando.
-Non ne ho la più pallida fottuta idea... siamo tornati in camera che erano quasi le tre, quindi probabilmente è abbastanza tardi da poter dire che è presto... e nemmeno così tanto presto...-
Verso le tre... pensò Mike mentre il silenzio calava su di loro... allora la festa era ieri sera? Aspetta un attimo... oddio.
-Di un po'...- disse -Ho fatto un sogno spaventosamente assurdo o ieri sera hai veramente detto che ti piace un ragazzo?-
Chester prese un respiro profondo e Mike riuscì quasi a sentirlo chiudere gli occhi e maledire il mondo dentro la sua testa.
-No, Mickey.- rispose dopo un paio di secondi -Non te lo sei sognato... ero sbronzo.-
Sospirò e le molle scricchiolarono come se dovessero rompersi mentre si girava su se stesso e affondava la faccia nel suo cuscino.
-E?-
-E cosa?- mormorò -Sì, credo davvero che mi piaccia un ragazzo, se proprio vuoi saperlo.-
-No, era un E perché non me l'hai detto?- precisò Mike.
-Non lo so...- ammise Chester -Volevo farlo, in un certo senso, ma so che a te non piace che la gente ti dica che staremmo bene insieme, e questo lo renderebbe solo più plausibile e poi sembravi così preso dalla cosa del no-homo ... non volevo spaventarti o farti sentire a disagio... e volevo essere sicuro prima di parlartene.-
-Quindi non sei sicuro che ti piacciano i ragazzi?-
Mike cercò di tenere un tono rassicurante, ma era così assonnato che probabilmente suonò più... be', assonnato.
-No, non è quello. Sono abbastanza sicuro che mi piacciano anche i ragazzi.- disse Chester -È che non sono sicuro che lui mi piaccia in quel modo. È carino, simpatico e tutto, ma...-
-Sì, ho capito.- borbottò Mike -Non è il tuo tipo.-
-No, è solo che... ho un bellissimo rapporto con lui e non sono ancora sicuro di quello che voglio fare.-
Il silenzio calò di nuovo, a parte che per Chester che continuava a rigirarsi nel suo letto come un'anima in pena.
-Stai bene?- chiese Mike.
-Sì.-
-Davvero?-
-No... è strano pensare che l'ho davvero detto davanti a tutti. Spero che nessuno se lo ricorderà domani... voglio dire, adesso penseranno tutti che io sia un fottuto gay, come dovrei fare a stare fottutamente bene?-
-Chazy...- disse Mike -Alla gente non interessa se ti piacciono le ragazze o i ragazzi o... altra gente. O almeno, a me non interessa: preferirei duemila volte vederti con un ragazzo che con un'altra Samantha.-
-Mike, lei non è stata la prima a spezzarmi il cuore.- mormorò Chester -Probabilmente non sarà l'ultima. Non sto bene, ma starò meglio prima o poi. Non ti preoccupare.-
-Sì, be', è un po' troppo tardi per quello.-
Mike sbadigliò di nuovo.
-Mike, stai praticamente dormendo, cazzo. Chiudi la bocca e dormi per davvero.-
-Uhm... posso venire lì sopra?-
-Stai scherzando?-
-Perché no?- chiese -Abbiamo dormito insieme un sacco di volte quando eravamo più piccoli.-
La sua voce era così assonnata che Chester si domandò se non stesse parlando nel sonno.
-Avevamo a mala pena quattordici anni, avevi la mania per i pigiama party e nel tuo cazzo di salotto non c'era spazio, quindi scusa se preferivo decisamente dormire addosso a te che addosso a Joe Hahn...-
-Joe Hahn...- borbottò Mike fra sé e sé -Bei tempi...-
-E poi siamo in un maledetto college sovraffollato dove non c'è un fottuto minimo di educazione e la gente ha la mania di entrare nelle camere degli altri senza bussare, quindi...-
-Andiamo Chester, ieri sera hai detto davanti a tutti che hai una cotta per un ragazzo: a questo punto che te ne frega?-
Chester sospirò, di nuovo.
-E poi- continuò Mike -Una volta ti piacevano le coccole.-
O è ancora ubriaco da ieri sera, o è andato fuori di testa e si è dimenticato di dirmelo.
Pensò Chester.
-Non ci coccolavamo...- protestò -Quasi mai.-
-Oh sì che lo facevamo...-
-Sei ubriaco?-
-Ovviamente no!- sbottò Mike -Be'... forse... più o meno... un pochino.-
Ecco, appunto.
-Posso venire lì sopra?-
-Se propio devi...- si arrese Chester -Sì, vieni.-
Si mosse verso sinistra per fargli spazio e uno scricchiolio inquietante riempì la stanza mentre Mike si arrampicava sul letto alto.
-Questi dannati letti sono piuttosto stretti, vero?- borbottò mentre si infilava sotto le coperte.
-L'hai voluto tu, quindi chiudi quella maledetta bocca e vieni qui.-
Mike si sistemò meglio, poi fece una cosa che Chester non si aspettava: lo abbracciò e lo strinse così forte che le costole gli scricchiolarono.
-Sei caldo...- bofonchiò seppellendogli la faccia nella spalla.
-Lo so...- brontolò Chester -Devi per forza abbracciarmi?-
-Non voglio finire giù dal letto... e poi, vibri come uno che ha bisogno di un abbracciò.-
-Io non vibro.-
-Si che vibri.-
Mike sbadigliò di nuovo.
-Adesso stai zitto e dormi, Mickey.- disse Chester abbracciandolo a sua volta.
-Uhm... magari in effetti dovrei... ma tu lo sai che va bene, vero?-
-Cosa? Che tu mi dorma addosso?-
Mike rise piano -Sei un cretino...- disse -Voglio dire che va bene se sei gay o bisessuale o... che ne so io. Non mi interessa.-
-E perché no?-
-Perché ti conosco da una vita e perché sei il mio migliore amico... sei come un fratello, lo sei sempre stato e chi ti piace non cambia niente.-
Chester lo guardò, nonostante la penombra che gli impediva di vederlo in faccia e sorrise fra sé e sé, ringraziando che il buio lo nascondesse.
-Fanculo: io ti amo, Mike Shinoda.- mormorò.
-Sì, lo so.- bofonchiò Mike a bassa voce.
Sbadigliò per l'ultima volta, poi rimase in silenzio e il suo respiro si fece lentamente più regolare.
-Mickey?- lo chiamò Chester qualche minuto dopo.
Non rispose.
Lo sai che ti amo, uhm? pensò mentre un piccolo sorriso gli spuntava sul viso.
-No, Mickey.- sussurrò prima di dargli un bacio sulla fronte -Non lo sai.-


Angolino nero per un'anima nera
Allora... be', intanto complimenti se siete arrivati alla fine di questa scazzatissima OS. Non so nemmeno da dove sia saltata fuori, semplicemente mi é venuta l'idea e mi sono detta "perchè no?". In realtá doveva essere una cosa un po' diversa, ma... bo', a me piace anche così. So che il primo ti amo sembra un po' fuoriluogo: la scena originale l'avevo scritta in inglese, e quindi I love you era interpretabile anche come ti voglio bene . Avevo quasi pensato ti sostituirlo, ma mi sembrava che perdesse il significato, quindi alla fine ho tenuto ti amo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Con affetto,
Maledetta
   
 
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