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Autore: addict_with_a_pen    08/12/2016    3 recensioni
“Bene, ecco il tuo resto. Grazie e-”
“Aspetta!” lo blocca lui, poggiando il sacchetto a terra e sorridendo “Per farmi perdonare…” Mormora imbarazzato, allungando un rametto di vischio a un Frank confuso e nuovamente rosso in volto.
“Sarebbe…?”
“Beh, il vischio porta bene, la storia dell’amore, dei b-baci…? Sai di che parlo, vero?”
“S-Sì…?” Balbetta Frank in risposta, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal rametto che tiene in mano.
“Mi stai chiedendo di baciarti…?”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Quest’anno mi sento così poco natalizia, tanto che non volevo nemmeno pubblicare questa storia e tanto che non ho nemmeno voglia di fare l’albero, ma per ritrovare un po’ lo spirito natalizio sono andata con i miei stamattina in un posto (che dovrebbe essere una serra…) pieno zeppo di babbi natale, presepi e decorazioni e… sì, mi è tornato in mente di quanto felice ero da piccina in questo periodo e di come dovrei provare a riesserlo.
È presto, manca un po’ a Natale, lo so, ma pubblico comunque questa schifezza, come augurio per tutte voi.
Buone feste a tutte :* <3
 
 
 
 
 
 
 
Natale…
La festa più amata, la più attesa e la più osannata, tanto che oramai nessuno la considera nemmeno più una festa religiosa.
“Perché si festeggia il Natale?”
“Per i regali!” Sarà la risposta che la maggior parte della gente ti darà, e questo Frank l’ha purtroppo capito da tempo. Chiariamoci, non che lui sia un fervente cattolico, quella piuttosto è sua madre, ma lo fa imbestialire questa caccia al regalo perfetto e questa corsa dell’ultimo momento per comprare una cavolata al proprio prozio di cui ti eri scordato l’esistenza, piuttosto che un panettone del supermercato in sconto acchiappato all’ultimo per la nonna, ma oramai è così, non si può cambiare la mentalità dell’intera popolazione e Frank ha purtroppo capito pure questo.
Natale è una ‘festa economica’, uno spreco inutile di denaro per comprare cose che poi verranno messe in soffitta a prendere la polvere e nulla di più, poiché le persone che oramai considerano il 25 Dicembre come un’occasione per stare assieme e per essere felici con le proprie famiglie sono talmente poche che si possono contare sulle dita di una mano. Una di queste dita, è Frank, che però quest’anno si è purtroppo fatto trascinare dalla mentalità comune…
“Scusi? Mi può aiutare a trovare un bel paio di guanti? Sa, vorrei regalarli a mio nipote…”
Già… si è fatto assumere da un grande magazzino squallido e pidocchioso che brulica di gente dal mattino fino alla sera.
“Certo, venga con me…”
Frank detesta questo ‘lavoro’, ma non ha avuto scelta! Ha finito il liceo l’anno scorso e sua madre, visto il suo rifiuto per l’Università, lo ha obbligato a cercare perlomeno un posto di lavoro per tirarselo fuori dai piedi almeno sotto le feste.
Il negozio, o meglio capannone, vende ogni genere di cretinata esistente, passando perciò dalle palline per l’albero rigorosamente in plastica, a golf e cappotti e finendo con profumi (e che profumi!) e palette di trucco tutto meno che ipoallergeniche.
“Questi le piacciono?”
“Perfetti! Grazie mille.”
Non è che non lo renda felice vedere i sorrisi sui volti delle persone dopo aver fatto trovar loro il ‘regalo ideale’ che cercavano, ma gli mette tristezza il vedere come tutti oramai facciano dipendere la loro gioia dagli oggetti e non dalle emozioni, dagli affetti, dall’amore
“Mi può aiutare?” Già… proprio un bel lavoro.
Magari se avesse una famiglia con cui festeggiare il Natale allora sarebbe meno acido e scontroso, ma non ce l’ha, o almeno, non tutta. Suo padre non si vede da anni, i suoi nonni sono morti tempo fa e sua madre… beh, sua madre invita solo sua zia e i suoi cuginetti che, per quanto possano essere carini, hanno tre, sette e nove anni.
Che desolazione…
“Mi dica…” Risponde sconsolato dopo qualche istante, non degnandosi nemmeno di guardare l’interessato in faccia.
“Sì, allora i-io cerc- hey, va tutto bene…?”
A questo punto non può non alzare lo sguardo e incontrare quello di un ragazzo, crede più o meno della sua età, che lo sta guardando con aria… preoccupata?
“S-Sì, cioè, sì…” fa un sorriso forzato “Cosa sta cercando?”
“Ti prego non darmi del lei! Mi fai sentire vecchio!” Commenta lui ridendo e facendolo dunque arrossire all’istante. Forse è anche questa una delle motivazioni per cui odia il suo lavoro, ovvero le persone, quelle spiritose soprattutto. Non ha mai avuto un buon rapporto con la gente, lo fanno sempre sentire stupido, sbagliato, fuori posto e… sì, stupido è la parola che più si addice.
“Okay…” si schiarisce la voce, pregando di non essere così tanto rosso come crede “Cosa stai cercando?”
“Ti ho messo in imbarazzo? Aww scusa, non credevo che-”
“Senti, non per essere maleducato o stronzo, ma detesto stare in questo posto e detesto essere preso in giro, quindi ci riprovo: cosa stai cercando?”
Si pente di aver detto quella frase subito dopo aver visto lo sguardo pentito del ragazzo, ma non ha potuto evitarlo. Insomma! Ha cominciato lui.
“Okay, scusami…” mugugna lui abbassando lo sguardo “nemmeno a me piacciono questi posti comunque, ma mia madre ha insistito perché andassi a prendere delle palline per l’albero nuove perché… beh, perché le ho rotte tutte stamattina…”
A questo punto, Frank non può che scoppiare a ridere.
“Tutte? E come hai fatto?”
“Beh, stavo portando la scatola che le conteneva giù dalle scale, ho poggiato male il piede e… ti lascio immaginare il resto.”
Ridono entrambi pensando alla scena.
“Okay, ho capito” dice Frank dopo essersi un attimo ripreso dalle risate “Senti, siccome mi stai simpatico, devo dirti che le palline qui fanno davvero cagare, sono di plastica, scadenti e orribili, quindi fossi in te andrei da un’altra parte.”
“Apprezzo il fatto che mi trovi simpatico, ma ho pochi soldi e zero voglia di spendere un capitale in cazzate del genere, quindi le palline che avete qui sono più che perfette.”
Frank non può credere alle sue orecchie: ha davvero definito ‘cazzate’ le palline dell’albero? Questo ragazzo è più che simpatico.
“Benissimo. Seguimi allora.”
Dopo aver riempito il ragazzo di palline il meno scabrose possibili, lo accompagna alle casse e lo fa pagare.
“Non è poco?” Chiede lui visti i quattordici dollari chiesti da Frank che, per la quantità industriale di palline prese, è davvero assurdo.
“Ricorda: tutta plastica.”
Sentite queste parole, il ragazzo ride sotto i baffi e gli allunga una banconota da venti, abbracciando il suo sacchetto enorme e cercando di non far cadere nulla a terra.
“Bene, ecco il tuo resto. Grazie e-”
“Aspetta!” lo blocca lui, poggiando il sacchetto a terra e sorridendo “Per farmi perdonare…” Mormora imbarazzato, allungando un rametto di vischio a un Frank confuso e nuovamente rosso in volto.
“Sarebbe…?”
“Beh, il vischio porta bene, la storia dell’amore, dei b-baci…? Sai di che parlo, vero?”
“S-Sì…?” Balbetta Frank in risposta, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal rametto che tiene in mano.
“Mi stai chiedendo di baciarti…?”
Ma quando finalmente alza lo sguardo dal suo vischio, non trova più alcun ragazzo dal sorriso imbarazzato davanti a sé.
“Hey!” Urla inutilmente, credendo di poterlo ancora fermare e farlo tornare indietro, ma vedendolo solo voltarsi un’ultima volta, sorridergli radioso e uscire da quel luogo schifoso.
Non sa davvero che pensare, come interpretare quel piccolo gesto, poiché tutti sanno cosa significhi il vischio, suvvia! Rimane imbambolato con un sorrisino trasognato sulle labbra, per poi mettere il rametto in tasca e provare a riconcentrarsi sul suo ‘lavoro’.
Sono queste le cose che Frank associa al Natale, sono questi piccoli gesti di generosità gratuita, gentilezza e amore… Sono cose del genere che per lui la gente dovrebbe fare più spesso, poiché il calore che sente nel petto adesso pensando al regalo appena ricevuto non lo proverebbe con nessun oggetto materiale di basso costo incartato con scotch e carta da pacchi scadente.
Questo regalo è totalmente diverso da qualunque cosa abbia mai ricevuto in  vita sua…
“Mi può aiutare per favore?”
E, per una volta tanto, sorride, mettendo da parte l’odio per il suo lavoro e per le solite richieste dei clienti.
“Certo! Mi dica tutto.”
Chissà chi era quel misterioso ragazzo-vischio…
*****
“Sei così bello quando sorridi. Dovresti farlo più spesso. G.”
È questo ciò che lo aspetta il giorno dopo sul lavoro, questo piccolo e dolce e messaggio e… un rametto di vischio accanto.
Non può credere che ci sia davvero qualcuno che pensa queste cose di lui. Non riesce a credere che qualcuno abbia trovato del tempo da perdere per scrivergli quelle poche e meravigliose parole che non hanno fatto altro che farlo sciogliere dalla gioia e farlo sentire... amato, desiderato.
La giornata era cominciata male, non è suonata la sveglia, è arrivato tardi sul lavoro, ha rotto una delle poche palline di vetro del negozio e si è perciò beccato una bella strigliata dal suo capo, ma quel messaggino lo ha fatto sorridere come un pazzo e ha alleviato un po’ il suo odio morboso per il posto e alleggerito la malinconia nel suo cuore.
Ovviamente il messaggio è del ragazzo-vischio, e di chi altri sennò? e, sebbene sia ancora sorpreso, imbarazzato e sconvolto da tutte queste gentilezze, la gioia e l’emozione vincono e lo fanno sciogliere come un gelato al sole.
‘G’… questo significa che il suo nome inizia con la lettera G e Frank non perde tempo a pensare e fare ipotesi sul nome che quel ragazzo misterioso può avere: Gabriel? George? Oppure Gary… magari Gregory, anzi! Sarà sicuramente un Garrett. Ogni ipotesi però pare essere totalmente sbagliata e non adatta al viso dolce e sorridente di quel ragazzo.
Sospira scoraggiato, convinto che non lo rivedrà mai più e con il dubbio che stia solo scherzando e si stia prendendo gioco di lui… Oltretutto, quando gli ha messo quel ramoscello nel suo armadietto? Come aveva fatto a non accorgersene? E poi, questo significa che è ancora nel negozio…?
Si maledice internamente per la sua stupidità e mancanza di attenzione e rilegge una, due, tre e altre mille volte il suo bigliettino, sentendosi estasiato e coccolato oltre ogni immaginazione. Lui non è bello quando sorride… anzi, se proprio deve dirla tutta, lui non sorride quasi mai, sotto Natale poi men che meno. Presa in giro, caso chiuso, non ci sono altre spiegazioni, ma nonostante questa sua ‘soluzione’, non può comunque impedire ad uno stormo di farfalle di cominciare a volargli nello stomaco.
Oooh chissà chi è questo misterioso ragazzo-vischio!
*****
Per tutta la settimana seguente riceve un rametto con assieme un dolce messaggio pieno di complimenti.
“Sei il regalo di Natale più bello del mondo, lo sai? G.”
“Non osare baciare qualcun altro sotto il mio vischio! G.”
“Se solo avessi il coraggio di parlarti…G.”

Solo quest’ultimo messaggio lo aveva lasciato con dei dubbi e con una voglia incondizionata di afferrarlo per un braccio e… baciarlo.
Okay, Frank non è un ragazzo del genere, non è una di quelle persone che perdono la testa per il primo idiota che gli fa qualche moina, ma questo è un caso straordinario ed è una situazione che non si era mai ritrovato a vivere. Questa è la magia del Natale che voleva sentire, sono questa gioia e calore che per lui lo caratterizzano e non ha potuto evitare di perdere la testa e sentirsi il protagonista di un sogno, il suo.
“Scommetto che sei addirittura più buono del pandoro… G.”
Ooooh ha totalmente perso la testa!
L’unica cosa che gli da tristezza è il fatto che non ha ancora avuto modo di vederlo, di parlargli e chiarire e che, soprattutto, ancora non gli ha chiesto per cosa quella ‘G’ stia.
Oggi poi, essendo il 24 ed essendo quindi l’ultimo giorno prima della chiusura natalizia, non può fare a meno di sentire il cuore stringersi e il timore di non rivedere mai più il suo ragazzo-vischio che tanto l’ha fatto sorridere e sognare.
Stamattina oltretutto non ha nemmeno trovato il suo solito bigliettino e la cosa non ha fatto altro che farlo sentire… male. Oramai si è abituato a questa adorabile situazione, è diventata parte della sua routine e mentirebbe se dicesse che ogni giorno non è venuto al lavoro col sorriso solo per quello, solo per lui.
Ha fantasticato sul loro ‘primo’ incontro, immaginando ogni dettaglio e immaginando tutte le dolcezze che il suo ragazzo-vischio gli dirà, ma oramai essendo a un passo dal Natale, si sente morire e vede il suo piccolo sogno d’amore svanire come una bolla di sapone che scoppia nell’aria.
Sospira e si appoggia al bancone, fissando il vuoto davanti a sé con espressione triste e abbattuta.
“Hey Frank! Su con la vita, domani è Natale!”
“Sì Ray, domani è Natale…”
Frank si trova bene con Ray, il suo collega-amico conosciuto durante il corso di formazione prima di essere assunti, ma non riesce a condividere tutta la sua gioia e solarità perenne, la trova esagerata, finta, anche se sa benissimo che per lui non lo è. Ray è un concentrato di positività, mentre lui non è altro che un piccolo buco nero di negatività e tristezza. Desolante…
Si solleva dal bancone a malincuore, deciso ad andare a mettere un po’ di ordine nel reparto lucine dopo il casino fatto da un gruppo di bambini di mattina, per cercare di distrarsi e pensare a tutto meno che al suo ‘ammiratore segreto’ che tanto vorrebbe abbracciare e ringraziare.
“H-Hey…?”
Gli si blocca il respiro, poiché sebbene abbia sentito la sua voce una volta sola, riconosce subito a chi appartiene e dunque chi abbia appena parlato. Si volta di scatto e si ritrova faccia a faccia col ragazzo-vischio con addosso un maglione verde pieno di renne, una sciarpa nera come i suoi capelli attorno al collo e un sorriso enorme sul volto.
“Ragazzo-vischio!!” Esclama non riuscendo più a trattenersi e in pratica squittendo il ‘nome’ del ragazzo che non perde tempo a scoppiare a ridere.
“Come mi hai chiamato?”
“Umh… scusa, è che non so il tuo nome e allora…”
“Sono venuto a chiederti scusa.” Dice d’un tratto, strappandolo dalla sua spiegazione confusa e facendogli alzare lo sguardo in fretta.
“C-Come?”
“Il primo giorno che ho finalmente trovato il coraggio di parlarti e ti ho regalato quel pezzettino di vischio, non sono stato onesto con te…”
Il cuore di Frank si blocca e comincia a pensare a tutte le ipotesi più tragiche e a tutte quelle più assurdamente dolci e meravigliose. Cosa vuole da lui questo ragazzo …?
“In che senso?”
“Probabilmente non mi avrai mai notato, ma quella non era la prima volta che venivo in questo posto, ma… la centesima? Non ne ho idea, ho perso il conto” ride imbarazzato “Venivo qui per guardarti e, no, non sono un maniaco, ma solo un ragazzo che è rimasto colpito da te e da questa tua aria malinconica e misteriosa… Volevo parlarti, volevo farti sorridere e volevo regalarti un dannatissimo rametto di vischio, ma non l’ho fatto, o almeno, non come volevo io… Più avanti poi c0n tutti quei biglietti imbarazzanti ho davvero toccato il fondo.”
Frank non può credere a quello che ha appena sentito e non riesce a capacitarsi del fatto che abbia ‘fatto colpo’ sul ragazzo-vischio ancora prima di quel giorno in cui era venuto a comprare le palline per l’albero.
“Quindi sei davvero tu… sei tu che mi hai scritto tutti quei biglietti e regalato tutto quel vischio, non è così?” Glielo chiede, giusto per avere un’ulteriore conferma.
“E chi altri sennò?” ride imbarazzatissimo “Penso ogni singola cosa che ti ho scritto, ognuna, soprattutto che dovresti sorridere più spesso…” gli fa una carezza rapidissima “Sei così bello quando lo fai.”
“M-Ma perché? Perché te ne sei venuto fuori ora e non prima?”
“Perché sono la persona più timida e insicura del mondo e, credimi, venirti a chiedere le palline dell’albero la prima volta è stato terribile, volevo prendermi a sberle da solo.”
“Non è vero! Te l’ho detto, mi stai simpatico, ora un pochino di più, e se fossi uscito allo scoperto prima, avrei detto di sì!”
Frank sta vivendo uno dei suoi sogni, una delle sue premonizioni in cui il ragazzo-vischio gli chiede di uscire con lui e finalmente lo bacia sotto il vischio, ma forse ha sbagliato, poiché le sue guance in fiamme e lo sguardo confuso che gli rivolge lo fanno entrare nel panico.
“Avresti detto di sì…? A cosa?”
“Emh… a-all’uscire con te, e anche al b- cioè…”
“Ti sono piaciuti i biglietti… vero?”
Sentita quella domanda, Frank non può che sciogliersi in un sorriso dolcissimo e annuire con enfasi.
“Aww ti ho fatto sorridere!” Dice, così che ora pure le guance di Frank sono in fiamme e il suo cuore gli sta praticamente bucando il petto. Cerca di cambiare subito argomento.
“Stamattina non ho trovato nulla però… Né il messaggio né il vischio.” Mugugna fissandosi i piedi e arrossendo sempre più, non curandosi dei clienti che gli passano accanto con stampati in volto sguardi confusi e supplichevoli di ricevere aiuto.
Oggi è il suo giorno, oggi sarà lui quello che riceverà il suo bellissimo regalo di Natale, gli altri possono benissimo arrangiarsi da soli.
“Oh no, non mi sono mica scordato, per chi mi hai preso?” Risponde lui, tirando fuori dalla tasca del suo giubbotto un bigliettino e porgendolo a un Frank estasiato che non perde tempo a leggerlo all’istante:
“Mi piaci… mi piaci tanto. Posso essere il tuo regalo di Natale? G.”
Sono queste le parole che legge e che lo fanno ufficialmente innamorare un pochino.
“T-Ti piaccio…?”
La domanda è parecchio stupida, poiché la risposta è sia nel comportamento del ragazzo-vischio dell’ultimo periodo, sia scritta tra le sue mani, ma non si è mai troppo sicuri…
Il ramo di vischio che solleva sopra le loro teste è senz’altro la risposta migliore che potesse ricevere. Gli si blocca il respiro.
“Ti devo anche fare della altre scuse…” Bisbiglia fissando le labbra socchiuse di Frank.
“Q-Quali?” Sussurra lui in risposta, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal braccio del ragazzo che sta reggendo il ramo sopra le loro teste.
“Il primo giorno, dopo che ti ho regalato il tuo primo pezzetto di vischio, mi hai chiesto se ti stessi chiedendo di baciarti, ma io non ti ho risposto” fa un’altra carezza al suo viso, continuando a reggere il ramoscello e a sorridere beatamente “Secondo te qual è la mia risposta…?”
“Come ti chiami ragazzo-vischio?”
“Gerard.”
E lo bacia.
Natale…
La festa più amata, la più attesa e la più osannata, tanto che oramai pure Frank si è fatto ‘infettare’ da tutto questo buon umore insensato che porta con sé e tanto che si è finalmente concesso il lusso si essere anche lui felice, innamorato.
“Buon Natale… emh…”
“Frank, mi chiamo Frank.”
“Buon Natale Frank…”
E continuano a baciarsi.
  
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