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Autore: ScoSt1124    09/12/2016    7 recensioni
5 volte in cui Stiles chiede scusa a Derek
+1 in cui è Derek a farlo e Stiles glielo ricorderà per sempre.
[Sterek|AU]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve. Niente di tutto ciò ha un senso. A partire dal titolo, che significa scusa in polacco. 
Ho qualche problema con due parole, le dico a valanghe e in qualsiasi momento. Una di queste è scusa. Per questo motivo sono qui a pubblicare questa storia. Due amabili ragazze, per riuscire a fermarmi dal chiedere scusa ogni due secondi, hanno pensato bene di richiedere una fic ogni volta che l'avessi fatto... Bene, ora siamo a quattro e mezzo, con questa forse me ne sconteranno una. Quindi Blu992 e Pampu, questa è per voi.




Wymówka 

 

 

#1 
 

“Ciao, tu devi essere Derek, vero?” 

Quando Derek aveva detto sì, all'idea di aiutare le matricole, non credeva che si sarebbero presentati alla sua porta a qualsiasi ora.   

“Tu saresti?” aveva chiesto perplesso. 

Il ragazzo aveva liberato una mano dalla presa sui libri e l'aveva porta a Derek, per presentarsi. 

“Sì, scusa. Piacere, Stiles. Sono la matricola che ti è stata assegnata.” 

“Ah sì, non ti aspettavo ora.” 

No, davvero. Tra tutti i momenti in cui poteva aspettarlo, quello non era sulla lista. Probabilmente era nottambulo. No, perché dopo le nove lui guardava le partite di basket. Guai a chi lo distraeva. Invece la matricola continuava a stare fissa davanti a lui. Non importavano tutte le occhiate che gli aveva lanciato, lui era lì, immobile. 

“Oh, scusa, avrei dovuto avvisarti, che idiota, non ci ho nemmeno pensato.” 

Forse ci era arrivato, dopotutto le matricole non erano poi così male se lui era riuscito a capire che avrebbe dovuto avvisare. Chissà. O forse era solo per l'ansia. 

“Ormai sei qui.” aveva ribattuto Derek. 

“No, scusa il disturbo. Me ne vado subito. Ti manderò un messaggio la prossima volta.” 

No, forse non era poi così idiota. Però era esasperante. Ormai era arrivato, faceva prima a dire cosa gli servisse piuttosto che tornare di nuovo. 

“Aspet… matricole… chi le capisce è bravo.” 

Davvero, proprio non capiva. Insomma gli era piombato in camera a quell'ora e ora se ne stava andando senza nemmeno aver chiesto nulla. Fantastico. Che poi come gli avrebbe mandato un messaggio se non aveva il suo numero? Meglio non farsi domande. 

Stava per chiudere la porta, quando lo aveva visto ritornare. 

“Scusa, sono di nuovo io. Mi sono reso conto di non avere il tuo numero.” 

Fantastico, ci era arrivato anche lui. Un altro punto in più alle matricole perspicaci.

“Hai ragione, tieni.” 

Bravo Derek, così si fa. Fai il gentile e dagli ciò che vuole, forse va via prima e puoi tornare alla partita. 

“Ok, grazie e scusa ancora.” 

Che problemi aveva con la parola scusa? L'aveva già usata più del dovuto e a lui irritava. 

“Stiles” 

“Si?” 

“Smettila di dire scusa.” 

Giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito. 

 

 

 

#2 


(11:24) Ciao, sono la matricola… che imbarazzo. Scusa per il disturbo, ma credo di essermi perso.  

(11:25) Cioè, non è che credo, mi sono perso! 

(11:27) Avevo detto niente scusa.  

(11:28) Oh si, scusa. Non lo dirò più. Anzi, fai una cosa, cerco da solo dove sono.  

(11:29) Idiota, dimmi cosa vedi. 

(11:29) Ok…  

(11:32) Allora… sono su un marciapiede. C’è un edificio vicino a me e dentro al cortile c’è un albero secolare, o almeno credo. L’edificio è rosso?  

(11:33) A me lo chiedi? Comunque è marrone

(11:33) Vedi? Ho fatto bene a chiedertelo.  

(11:34) Stai fermo lì, arrivo. 

(11:34) Ok, grazie!  

Stiles aveva continuato a guardarsi intorno senza capire nulla. Davvero poteva perdersi in quel modo? Derek gli aveva fatto fare il giro del campus solo due giorni prima e lui era già in quella situazione. Aveva anche aspettato dieci minuti prima di chiedergli aiuto e aveva provato a girare in lungo e in largo, ma non aveva ottenuto risultati. Quindi, alla fine, si era convinto a chiedere a Derek. 

Sembrava che il tempo non passasse o forse gli sembrava di essere lì da un'eternità perché effettivamente lo era. 

"Altri due minuti e avrei fatto la muffa" 

Ok, a vedere l'occhiata che gli aveva lanciato Derek, forse non avrebbe dovuto dirlo. 

"Ero dall'altra parte del campus. Ringrazia che sono venuto." 

Ovvio, altrimenti sarei rimasto qui a vita. 

"Si, scusa. Grazie." 

"STILES! La vuoi smettere?" 

Ops. 

"Si, scusa, niente scuse."  

Fantastico, l'ho detto di nuovo. Ok, non ce la farò mai. 

"Dove devi andare?" 

Grande, non se ne è accorto, o forse ha semplicemente sorvolato sulla questione. 

"Edificio venticinque. Credo, così c'è scritto." 

"Serio?" 

Ora perché ha quella faccia? E soprattutto perché fa quelle mosse con le sopracciglia? Amico, dovrei essere io a chiedere a te se fai sul serio.  
Stiles aveva tirato fuori il telefono e aveva controllato l'orario. Si. Faceva sul serio. Criminologia: edificio 25. 

"Si, credo di si, le lezioni di criminologia sono lì, no?" 

Stava davvero chiedendo conferma? Perché non riusciva mai a dire qualcosa di sensato? 

"Si Stiles, ma è proprio fuori dal mondo rispetto a qua. Come diamine ci sei finito qui?" 

Perfetto, non poteva davvero essere peggio di così. Come ci era finito? Di sicuro non poteva dirgli che era perché stava dicendo a Scott di come fosse fantastico il ragazzo che lo aiutava quando aveva qualche problema da matricola. Di sicuro non poteva dirgli di quei dieci minuti passati a dire quanto ti ci potresti perdere nei suoi fantastici occhi verdi, per non parlare della barba curata perfettamente. No, non poteva. 

"Io, beh, non saprei. In realtà ero al telefono con Scott che mi sorbivo tutta la pappardella su come abbia trovato la ragazza fantastica, quella della sua vita ed ero più che sicuro che stessi camminando dalla parte giusta. Forse devo aver sbagliato a..." 

Scott perdonami per quello che sto dicendo

"Frena. Hai già detto abbastanza." 

Hai ragione e non è nemmeno la verità. Sono messo male. Sono messo malissimo. 

"Scu-" 

"STILES!"  

"Oh già, andiamo?" 

 Cambiamo discorso che è meglio.  

 
 


#3 
 

Stiles ormai non si faceva problemi. Erano arrivati a quel punto in cui lui entrava in camera di Derek anche senza chiedere permesso. Ecco, forse quel giorno non avrebbe voluto farlo. Che poi, a dirla tutta, Derek aveva un bagno in camera; lui cosa ne poteva sapere che girava per camera nudo? 

"Oddio." Aveva detto girandosi verso la porta. 

"STILES!"  

Derek aveva urlato per la sorpresa, non si aspettava che Stiles entrasse in camera senza bussare. 

"Oddio, oddio. Scusa, scusa, scusa. Non volevo, non ho visto nulla, tranquillo. Me ne vado." 

Si era girato verso di lui per parlare, tenendo salde le mani sugli occhi. Lui non aveva visto nulla. No, assolutamente no. Ok, forse qualcosina. Comunque si era già prontamente coperto gli occhi e scusato. 

"Stiles..." 

"Torno più tardi, perché non busso mai, cosa c'è di sbagliato nella mia mente?" 

"Tutto." 

Bene, sempre gentile Derek. 

"Grazie, davvero. Non mi aiuti." 

"Tutto perché non è successo nulla." 

Nulla, davvero? Lo chiama nulla perché non ha mai visto il suo amico delle parti basse da un'altra prospettiva

Era stata l'unica cosa che Stiles era riuscito a pensare. Per fortuna non l'aveva detto. Lui era piuttosto conosciuto per non avere un filtro cervello-bocca, invece - in quel momento - si era trattenuto. Qualcuno gli voleva bene allora. 

"Nulla? Ho aperto la porta senza bussare ed eri nudo. Scusa, che imbarazzo." 

Era decisamente meglio da dire rispetto a quello che aveva pensato. 

"Hai detto tu che non hai visto nulla, idiota. Puoi aprire gli occhi comunque, sono vestito." 

Stiles non aveva spostato subito le mani, aveva sbirciato un attimo e solo dopo aver constatato che avesse almeno i pantaloni della tuta, aveva spostato le mani. 

"Scusa, davvero. La prossima volta busso, lo giuro. Potevi essere in atteggiamenti intimi con qualcuno, che vergogna..." 

"Si, con il tuo cervello Stiles. Non ho nessuno" 

"Si, questo non implica che..." Derek lo aveva guardato male. "Si, ok. Scusa." 

Gli si stava praticamente friggendo il cervello. L'unica cosa che gli veniva da dire era scusa. 

"Riuscirai mai a smettere di dire scusa?" 

"Si, sc- cioè si, giuro che questa è stata l'ultima." 

No, non ce la farà. 

"Sarà meglio per te." 

"Metti paura Der, lasciatelo dire." 

Davvero, quello sguardo era troppo inquietante. 

"Se serve a qualcosa va bene." Aveva detto sicuro, infilandosi solo in quel momento la maglietta. Stiles aveva tirato un sospiro di sollievo. 

 

 

 

#4 
 

Era davvero in ritardo. Che poi, cosa ci faceva ancora in camera di Derek? Avevano finito di studiare molto prima.
Quando Stiles si era accorto dell'ora, si era alzato di colpo dalla scrivania, senza accorgersi del fatto che Derek era in piedi davanti a lui. Ovviamente entrambi erano finiti a terra ricoperti di fogli. Stiles aveva il brutto vizio di non usare raccoglitori. 

 "Oh merda, scusa. Ora mi alzo, aspetta." 

Derek non ce la faceva. Davvero, quella parola lo stava tirando pazzo. Forse aveva anche trovato il modo di non farglielo dire. Non che non fosse una cosa che non volesse fare, anzi, in quei mesi ci aveva pensato parecchie volte, però in quel momento l'aveva fatta e basta. 

"Scusa, non dovevo farlo." 

"Stiles, ti ho baciato io. Non devi scusarti." 

"Già, però magari, non lo so. Non sono bravo in queste cose. Sc-" 

Perfetto, aveva trovato il modo per non fargli dire scusa, e gli piaceva anche. Decisamente, perché non ci aveva pensato prima? 

"Ho trovato il modo per farti smettere di dirlo." 

"Quindi ogni volta che ti dirò sc-" 

Si, Derek l'aveva davvero preso in considerazione e nemmeno a Stiles dispiaceva più di tanto. 

"Lo prendo per un si." 

 

 

 

 

#5 
 

Stiles adorava le pause pranzo nelle ultime settimane. Si, perché ogni volta si trovava con Derek e lui non aspettava altro per tutta la mattinata. Sembrava un quindicenne, ma a lui poco importava. L'unica cosa era che solitamente si faceva prendere dall'agitazione e iniziava a gesticolare.  

Peccato che, quel giorno, il suo gesticolare aveva fatto cadere tutta la coca cola sulla maglietta di Derek.  

"Fantastico, riesco sempre a fare casini. Perfetto. Scusa Der, non l'ho fatto apposta." 

"Non avevamo detto niente più scuse?" 

"No, dai. Questa ci stava. Hai visto la tua maglia? Potrebbero esporti in un museo come opera d'arte. Anche se quello potrebbero farlo anche senza maglia." 

E questa perché l'aveva detta ad alta voce? Il suo filtro aveva funzionato così bene fino a quel momento. 

"Stiles..." 

C'è sempre di peggio insomma.  

"Scusa. Questo non dovevo dirlo, doveva bastarmi pensarlo. Ma ormai lo sai..." 

"Stiamo insieme da due settimane, puoi anche non chiedermi scusa ogni due secondi. Va bene così. So perché lo fai, ma con me non ce ne è bisogno. Non scappo mica." 

Si, Derek conosceva tutti i minimi dubbi di Stiles, sul non essere accettato, sull'essere lasciato, sul non voler ferire gli altri e qualsiasi altra cosa lo spingesse ad usare quella parola così frequentemente. Stiles si stava davvero impegnando a non dirla, peccato che ogni tanto gli uscisse comunque; in quel caso era Derek che si impegnava a baciarlo per non fargliela dire. Era una sorta di equilibrio che cercavano di gestire. 

 

 

 

 

+1 
 

Per quanto Stiles si era sforzato a non usare più quella parola, Derek - per la prima volta - lo aveva fatto. 

Derek sapeva quanto Stiles ci tenesse e soprattutto quanto fosse terrorizzato dalla loro prima volta, dato che era anche la sua. Aveva paura di non essere all'altezza, di fare qualcosa di sbagliato, e quando Derek - prima di baciarlo - gli aveva proibito di chiedergli scusa in qualsiasi momento quella sera, lui, si era ritrovato a boccheggiare. 

Derek aveva cercato di essere il più delicato possibile, lo aveva preparato con cura. L'ultima cosa che voleva era fargli del male. Per questo, quando era entrato in lui e aveva sentito Stiles irrigidirsi, si era fatto prendere dal panico.   

"Aah" Stiles si era lasciato sfuggire un verso di dolore, facendo una smorfia. "Aspetta... solo un attimo." 

"Scusa." Aveva sussurrato Derek mentre gli asciugava una lacrima con il pollice e lasciandogli un leggero bacio sulla tempia.  

Stiles aveva smesso di pensare al dolore, perché stava cercando di non ridere. Non voleva essere insensibile e vedere Derek essere così dolce, lo faceva sentire ancora di più un verme perché stava per scoppiare a ridere. 
Davvero, ci aveva provato a trattenersi, ma alla fine aveva ceduto. 
Derek, ovviamente, prima gli aveva lanciato un'occhiataccia e poi lo aveva guardato in modo perplesso. 

"Stiles..." 

"Non ce la faccio, aspetta..." Era riuscito a dire tra una risata e l'altra. 

"No, tranquillo, fai con comodo... tanto, cosa vuoi che sia..." 

"Scusa" aveva detto cercando di riprendersi. 

"Vorrei ricordarti che sono dentro di te e potrei fartela pagare." 

"Non lo farai Der, sei tu che hai detto scusa questa volta." 

"Stai ridendo per questo? Io mi preoccupo di non farti male, e tu ridi?" Gli aveva detto cercando di fare il serio. 

"Scusa, scusa. Giuro che non lo faccio più. Ti amo." Aveva risposto alzando la testa e cercando di baciarlo. 

"Ridillo." Gli aveva chiesto Derek, fissandolo negli occhi. 

"Non lo faccio più, ma ti prego, muoviti. Sono pronto." 

"Non quello, non lo farò finché non lo dici."  

"Non è giusto, sei cattivo così. Ti amo, Derek Hale. Ti amo anche quando sei tu a chiedere scusa." 

Derek aveva risposto a quelle parole con un lungo ed intenso bacio, mentre cominciava a spingere in lui. Stiles si sarebbe ricordato la loro prima volta anche come la prima in cui era stato Derek a dire scusa. Derek, invece, da quella volta, non aveva più sentito Stiles chiedere scusa per motivi inutili.






















Note: Spero non ci siano troppi errori, la mia vista fa cilecca ultimamente e l'ho scritta guardando solo la tastiera, non so che orrori potrei aver scritto. Il titolo è in polacco non perchè ho preso una botta in testa, ma perchè ho provato a chiedere scusa anche in altre lingue.
Grazie per aver letto! 

   
 
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