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Autore: Akicchi    10/12/2016    3 recensioni
«Magnus, per piacere, è solo un po' di febbre, mi passerà.»
«Solo? Alexander, non dovresti trascurare così la tua salute.» Lo rimproverò, scuotendo il capo, Magnus. «Tu resti qui, ordini del dottore.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexander Lightwood era da sempre una sorta di seconda mamma per i suoi fratelli, Jace incluso, infatti, ogni volta che si ammalavano tendeva sempre a prendersi cura di loro nel preparar loro delle minestre, o comunque avvolgerli in molteplici strati di coperte e piumoni. Ma mai, e ripetiamo mai avrebbe immaginato di essere lui quello malato.

Tutto era cominciato con un banale raffreddore, seguito da qualche colpo di tosse e infine l'essere costretto a restare a letto.

Sì, gli era successo di ammalarsi ma non ci dava mai troppo peso, anzi. Tendeva a strafare comunque, perché non voleva essere un ostacolo o un problema per il suo parabatai e i suoi fratelli, ma a quanto pare i suoi programmi erano stati cambiati dal Sommo Stregone di Brookyln.

«Magnus, per piacere, è solo un po' di febbre, mi passerà.»

«Solo? Alexander, non dovresti trascurare così la tua salute.» Lo rimproverò, scuotendo il capo, Magnus. «Tu resti qui, ordini del dottore.»

«Ordini del dot– Da quando sei il mio dottore?»

Nessuna risposta.

Magnus l'aveva ignorato, come se nulla fosse, mentre gli rimboccava le coperte con estrema premura fino alla punta del naso arrossato come una ciliegia, e le guance smunte ma colorite anch'esse di tale tonalità, lasciandogli un bacio sulla fronte bollente e sudaticcia. Nonostante ci fosse la stoffa a separare le loro labbra, il respiro del giovane Nephilim si percepiva chiaramente in tutto il suo sforzo e calore contro le lenzuola.

Stando a quanto diceva quell'apparecchio mondano, chiamato termometro, la temperatura del ragazzo dai capelli mori si aggirava sui 39° e ciò non era affatto piacevole. Chissà da quanto ce l'aveva e l'aveva tenuta nascosta; quell'incosciente certe volte era testardo come un mulo, eppure ora non aveva scuse per sgattaiolare via.

Alec si voltò di lato lasciandosi scappare più colpi di tosse, mentre gli occhi azzurri sembravano schiarirsi per lo sforzo ma, nonostante ciò, cercavano la figura dello stregone, il quale gli stringeva una mano prima di avere un'idea geniale quanto brillante.

«Prova ad uscire da questo letto, o ti ci lascio incastrato con un incantesimo.»

Non era una vera minaccia, entrambi lo sapevano, pur essendo a conoscenza che poteva benissimo prendere in considerazione l'idea, eppure ciò rassicurò il giovane malato ora intento a coprirsi maggiormente.

 

Magnus ritornò qualche minuto più tardi con uno strano odore di pollo addosso, il che portò Alec ad alzarsi dal letto con il sostegno dei gomiti e osservarlo confuso, nonostante la visione leggermente distorta, e riuscì a scorgere oltre al suddetto anche un piatto cupo ed un cucchiaio al suo interno.

Una volta seduto davanti a lui, lo stregone aiutò il Cacciatore ad accomodarsi e, una volta sistemato, gli sorrise con gentilezza. Sorriso che mutò in una risata nel vedere la sua espressione confusa quanto dubbiosa, una risata roca ma sinceramente carica di divertimento.

«Cosa c'è?»

«Da dove l'hai rubata, quella minestra?»

«Questo innocuo brodo di pollo?» Sollevò il cucchiaio, soffiandoci sopra per non poter ustionare la lingua e il palato altrui, avvicinandolo subito dopo alle sue labbra. «Potrà sembrarti insolito, ma l'ho preparato io. Su, apri la boccuccia.»

Un sospiro seguito da un risolino, soffocato quanto strozzato dalla tosse, e il ragazzo dai capelli mori lo accontentò ma non prima di mormorargli in risposta.

«Sei proprio incorregibile.»

La bocca rimase aperta quel che bastava per far entrare il cucchiaio, così da mandar giù la brodaglia che, sorprendentemente, era veramente buona. Non l'aveva rubata, c'era un qualcosa che faceva sentire che proveniva proprio dallo stregone. Forse l'amore e la premura che provava nei suoi confronti?

Si lasciò dunque far imboccare, in quanto lo rimproverava di non sforzarsi troppo, fino alla fine e alla propria sazietà.

Non l'avrebbe mai creduto possibile, ma era una sensazione piacevole: quel calore che gli scendeva giù per la gola fino ad arrivare allo stomaco, l'essere trattato con così tanta premura e dolcezza. Era sempre stato il Nephilim a trattare tutti così, ma mai e poi mai avrebbe immaginato che qualcuno avrebbe restituito tali atti benevoli, e quel qualcuno era Magnus Bane. Il quale ringraziò con un sorriso, lasciandogli un bacio a fior di labbra nonostante le proprie condizioni.

Di che cosa sapeva quel bacio?

Di brodo di pollo, di caffè e – soprattutto – di amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

E questa, miei cari, è la storia di come una disgraziata con la febbre come me dovrebbe stare ferma. :'D

Non era in programma questa Malec, NON LO ERA, LO GIURO. E neanche tutto questo fluff, halp, non è da me sfornare così tanta dolcezza(...).

È nata tutta sclerando con l'adorabile Jemma (me e la mia fantasia per i soprannomi, anche se prima o poi ne troverò uno migliore, madò), tutto qui, e quindi a chi non dedicarla se non alla suddetta gattina adorabile? ;v;

Non so se qualcuno ha già scritto una fiction del genere, in caso mi scuso; non volevo né lo sapevo, in quanto ammetto di non aver guardato ogni singola fictions esistente sulla coppia.

   
 
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