Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate
Ricorda la storia  |      
Autore: _Crystal_Heart_    21/05/2009    4 recensioni
La sveglia suonava con insistenza da una buona mezz'ora,ma il ragazzo steso sul letto a pancia in giù non accennava a svegliarsi. Nella stanza regnava un'odore acre,tipico dei posti chiusi troppo a lungo senza una buona circolazione d'aria. Le finestre erano chiuse,le serrande abbassate come a nascondere qualcosa,un segreto o l'indentità del ragazzo. Dopo altri dieci minuti passati a suonare,la sveglia era stata spenta da una manata poco delicata. < < Fanculo > > Il ragazzo steso sul letto si era alzato dirigendosi verso il bagno.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Benvenuti nel mondo di Meggy,questo è un racconto che parla di me,certo come tutti gli altri,solo che il mio posto è stato preso da Max...
Non vi interessa la mia autobiografia ù.ù neanche a me in realtà,solo che volevo scrivere su quello che ho passato,così per farvi capire perchè adesso sono così.
Sono graditi anche commenti negativi,positivi,basta che commentiate.
La canzone è dei Soad,li adoro ed è adatta. anzi di più.
Buona lettura ci vediamo a fondo.

Chop Suey!

Wake up (Wake up)
Grab a brush and put a little makeup
Hide the scars to fade away the shake up
(Hide the scars to fade away the shake )
Why'd you leave the keys up on the table?
Here you go create another fable

(You wanted to)
Grab a brush and put on a little makeup
(You wanted to)
Hide the scars to fade away the shake up
(You wanted to)
Why'd you leave the keys up on the table?
(You wanted to)

I don't think you trust, in, my,
Self-righteous suicide,
I, cry, when angels deserve to die!

Wake up (wake up)
Grab a brush and put a little makeup
Hide the scars to fade away the shake up
Why'd you leave the keys up on the table?
Here you go create another fable

(You wanted to)
Grab a brush and put on a little makeup
(You wanted to)
Hide the scars to fade away the shake up
(You wanted to)
Why'd you leave the keys up on the table?
(You wanted to)

I don't think you trust, in, my
Self-righteous suicide,
I cry, when angels deserve to die
In my self-righteous suicide,
I cry, when angels deserve to die

Father (father)
Father (father)
Father (father)
Father (father)
Father Into your hands I commit my spirit
Father Into your hands, why have you forsaken me?
In your eyes, forsaken me
In your thoughts, forsaken me
In your heart, forsaken me

Oh, trust in my, self-righteous suicide
I cry when angels deserve to die
In my self-righteous suicide
I cry when angels deserve to die


La sveglia suonava con insistenza da una buona mezz'ora,ma il ragazzo steso sul letto a pancia in giù non accennava a svegliarsi. Nella stanza regnava un'odore acre,tipico dei posti chiusi troppo a lungo senza una buona circolazione d'aria. Le finestre erano chiuse,le serrande abbassate come a nascondere qualcosa,un segreto o l'indentità del ragazzo.
Dopo altri dieci minuti passati a suonare,la sveglia era stata spenta da una manata poco delicata.
< < Fanculo > > Il ragazzo steso sul letto si era alzato dirigendosi verso il bagno.
Lo specchio ritraeva una figura sfatta,una figura con enormi occhiaie e  oltre che a un rimasuglio di saliva misto ad una sostanza bianchiccia sul mento.
L'acqua fredda gli scivolava sul viso,rinfrescandolo parecchio dato il calore che aleggiava in quella stanza.
Aveva spalancato ogni singola finestra,facendo entrate raggi solari che illuminava la stanza in tutto il suo degrado e disordine,quella casa faceva schifo,come del resto la sua vita...
Dopo una doccia veloce,aveva deciso di uscire e di indossare la sua maschera preferita.
Lui oggi sarebbe stato il ragazzo più felice del mondo.
Era deciso a ricoprire tutte le sue cicatrici con un pò di trucco,sempre se esistesse un trucco interiore e  sempre se il suo "io" era pronto a reggere il confronto con il mondo esterno.
Erano due settimane che Maxwell non metteva il muso fuori casa, al massimo scendeva a comprare le sigarette quando Craig o qualcun'altro non gliele portava.
Permetteva a poche persone di venirlo a trovare,naturalmente in orari stabiliti e tempi stabiliti,così aveva tutto il tempo per atteggiarsi e convincersi che lui stava bene,perchè era così che stava,bene benissimo,fantasticamente.
Era il ritratto del benessere.
Le serate finivano quasi sempre con uno spinello,oppure un giro di troppo di vodka,tutto quello che peggiorava la sua posizione.

< <  Craig...ti andrebbe di fare una passeggiata oggi? > > aveva chiesto all'amico per telefono.
Dall'altra parte era caduto il silenzio...
< < Te la senti? > >
< <  Si. Cosa può succedermi? Sono solo due minuti di passeggiata,poi io sto benissimo.> >
Craig aveva represso una risatina sarcastica.
< < Scendi,tra cinque minuti sono da te.> >
Max si era messo la prima maglietta che aveva trovato nell'armadio,rossa,tranquilla e priva di ricordi.
Era sceso per le scale con l'immancabile sigaretta fra le labbra.
Appena uscito per strada il rumore del traffico lo aveva stordito,quel risuonare di clackson e di insulti era diverso dai rumori ovattati che gli giungevano nella sua stanza,al quinto piano.
Tutto quel vociare assurdo,quell'odore di marcio e quel sole accecante,non rendevano possibile il mascheramento di Max,non poteva fingere con quel clima e con quella gente intorno,per indossare la sua maschera necessitava di tranquillità e di pace.
Neanche il pesante eye-liner che circondava gli occhi serviva a proteggerlo,si sentiva scoperchiato,senza protezione,nudo come un verme.
Voleva il suo scudo,quello scudo che gli permetteva di avere una certa distanza tra lui ed il mondo esterno,quella protezione che i bambini associano all'utero materno e che gli anziani ai propri figli,dove cazzo era il suo guscio?
Che fine aveva fatto quel fottuto guscio di protezione?
< < Max! > > Craig era arrivato correndo e con la musica nelle orecchie.
Quella era un'altra cosa che odiava,la musica nelle orecchie quando si cammina per strada,non era mai riuscito a farlo,solo con una cuffietta.
Perchè due ovattavano i rumori e le voci,era pericoloso per lui non riuscire a capire quello che gli succedeva intorno,doveva sapere e riconoscere le voci che aveva intorno,ogni minimo rumore per lui era fonte di sicurezza.
< < Craig...Andiamo? > > la sua voce tremava un pò,ma voleva dimostrarsi sicuro e felice,anche se lui non era il suo utero.
< < Si,ma ti devo portare in un posto..> >
< < Dove? > >
Craig aveva preso un respiro.
< < Dove potrai piangere,finalmente. > >
Il sangue di Max si era gelato all'istante.
Non poteva portarlo lì,non dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per costruire il suo mondo nella perfezione,dopo tutti i tentativi di reprimere le lacrime di fronte  agli altri.
 < < Non puoi,cazzo > > Il panico aveva preso il posto della calma serafica che traspariva dal volto di Max.
< < Si che posso,andiamo...davanti a me...> > Craig lo aveva afferrato per un braccio,trascinandolo dietro a lui.
La camminata era lunga,troppo lunga per i muscoli delle gambe di Max,troppo secco e troppo stanco e poco abituato a camminare.
Craig faceva in modo che la camminata fosse impegnativa il meno possibile,cercava di farlo ridere e di tirare fuori un pò di sentimento da quella maschera senza forma che ormai era il suo viso.
< < Sai,l'altro giorno Rober ha fatto cadere il caffè caldo sul piede di Bryan,puoi immaginare quello che è successo...> >
Max da canto suo cercava di collaborare,sorrideva ed accennava a battute sarcastiche,anche se di poco effetto e di scarsa qualità rispetto a quelle del vecchio Max,il pazzo,che correva a destra e a sinistra e non la smetteva di ridere.
Bei tempi quelli.
Finalmente erano arrivati di fronte al cancello del cimitero.
Un cancello alto e nero,spalancato dal quale si intravedevano le tombe,quelle posizionate una sopra all'altra che Max non aveva mai capito come si chiamassero.
Odiava quel tipo di tomba,era come se fossero cassetti enormi da aprire e posizionare il defunto,per lasciarlo lì dentro,dimenticato da tutti e da tutto.
Adorava il modo in cui era stato sepolto...Ronnie,invece.
Con la croce bianca ed i fiori,l'erba e la terra che ricoprivano la bara...
Due lacrime nere e azzurre erano scese sul viso,disfacendo il trucco.
Alle due lacrime era seguito un piccolo singhiozzo ed un urlo,forte...forse troppo forte.
Quell'urlo era il segno che Max c'era,provava dolore e tornava ad essere lui,il suo vero lui.
Quell'urlo era il segno che la depressione non c'era più,non aveva bisogno di una maschera per celarsi agli occhi estranei.
Non aveva bisogno di pesante matita sugli occhi per nascondare il fatto che fossero vuoti,inesistenti e spenti.
< < E piango quando un angelo si merita di morire....>> aveva canticchiato sotto le note di Chop Suey che le inondavano la mente.
Non aveva mai accettato il suo suicidio,forse non lo avrebbe fatto neanche quella volta,forse quella visita al cimitero non gli avrebbe fatto accettare l'atto estremo che Ronnie aveva compiuto,ma sicuramente lo aveva fatto sentire vivo.
Reale.
Non più un pezzo di coccio dipinto e disegnato da altri.
Ora era Max,senza maschera e senza veli.
Craig gli aveva messo una mano sulla spalla,lui si era girato e lo aveva abbracciato.
< < Grazie...> >


Ed è così che andò la storia ù.ù
Mi piace immaginare un Craig buono,anche se lo odio dal profondo,un Craig interessato realmente alla salute del piccolo Max,interessato veramente alla salute del Radke. ù.ù
Beh,adios
Meggy ù.ù



  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate / Vai alla pagina dell'autore: _Crystal_Heart_