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Autore: Sweetie_Lou    11/12/2016    0 recensioni
"Tutto iniziò a causa di un pacco di biscotti.
Lo so, è un modo pessimo e alquanto poco romantico di iniziare la narrazione di questa vicenda, ma non vedo soluzione migliore per dare il via al racconto, dato che tutto ebbe inizio proprio a causa di quel pacco di biscotti".
Una donna, un uomo, un incontro casuale. Che la freccia di Cupido abbia colpito ancora?
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Colpa del Destino (almeno in parte)

Prologo

Tutto iniziò a causa di un pacco di biscotti.

Lo so, è un modo pessimo e alquanto poco romantico di iniziare la narrazione di questa vicenda, ma non vedo soluzione migliore per dare il via al racconto, dato che tutto ebbe inizio proprio a causa di quel pacco di biscotti.

Ma alt, ferma. Forse è meglio cominciare dalle presentazioni come la gente civile, e cercare di trattenere il fiume di parole che come spesso capita mi sfugge incontrollato quando devo raccontare anche l’aneddoto più idiota. Ebbene mi chiamo Cornelia Hayes e sono una ventisettenne del tutto anonima e trasandata che si aggira come altri milioni di persone su questo mondo. Ecco, chiariamo il punto fondamentale della situazione: non sono né bionda, né ho grandi occhi azzurri da cerbiatta e men che meno sono una di quelle stangone che popolano la tv. Insomma, nulla a che vedere con la frizzante ragazza intraprendente che affronta la vita grazie alla bellezza e la popolarità. Delusi? Spiacente.

Adesso immaginate l’esatto contrario della descrizione soprastante: ovvero una timidona dai ricci castani perennemente legati in una coda e gli occhi scuri, che ama perlopiù vestiti sformati e comodi e odia essere al centro dell’attenzione. Ebbene, questa sono io; senza contare che sono alta sì e no un metro e uno sputo, diciamo pure che se scrivessi il mio nome in una colonna verticale sarebbe comunque più slanciato di me.

Allora, vi starete chiedendo: perché una tappa sfigata vuole raccontarci delle sue mirabolanti avventure con dei biscotti? Comprendo il vostro disappunto, e state sicuri che se pazienterete avrete risposta a tutto.

Ebbene, si dà il caso che è proprio a causa della mia proverbiale essenza di Hobbit che, come ho detto, tutto ha avuto inizio, e a causa di ciò che ho incontrato quello che dovrei dire è diventato l’uomo più importante della mia vita.

Avverto già la vostra impazienza nel comprendere di più (siete impazienti, vero? Andiamo, quantomeno fingete e collaborate!), dunque mi appresto senza indugio al racconto dell’episodio. Allora, so che alcuni di voi si sono trovati nella tipica situazione che capita almeno una volta nella vita – nel mio caso, e in quello delle puffe come me, sarebbe meglio dire plurerrime e imbarazzanti volte. Complici: i maledetti scaffali del supermercato. Sì, loro, quei balordi raggiungibili solo da un salto alla Micahael Jordan o dalla gente superdotata di quello strabiliante dono della natura chiamato “altezza”.

Diciamo dunque che mi aggiravo come una iena davanti ad uno di questi simpatici espositori, sul quale – giustamente sul ripiano più alto – i miei biscotti preferiti sembravano quasi farmi “ciao ciao” con la manina e sembravano addirittura dire “ti piacerebbe raggiungerci, eh?”. Di solito la questione è semplice, no? Chiedi aiuto alla gente che ti passa accanto, peccato che essendo prossima l’ora di chiusura i corridoi fossero praticamente deserti. E io, cocciuta, avevo già deciso che non mi sarei schiodata da lì senza i miei benedetti biscotti, dato che era dalla mattina che già sognavo di sfondarmi di porcherie ipercaloriche e cariche di cioccolato una volta tornata a casa. Quindi capitemi, dopo ore e ore passate a immaginare la scena non si può certo rinunciare così facilmente!

Insomma, stavo lì a scervellarmi su come risolvere il dilemma esistenziale quando una voce calda e comprensiva giunse infine in soccorso.

-Cercate questi, signorina?-

Come in un miraggio, un pacchetto fluttuava miracolosamente alla mia portata. O meglio, non fluttuava certo in senso letterale, ma era tenuto sospeso da un – wow! – gran pezzo di uomo che sorrideva quasi divertito probabilmente dalla mia faccia esageratamente euforica. Maledizione, che figura. Ma non era quello l’importante, la cosa degna di nota era che solo adesso mi accorgo di essere rimasta a fissarlo con aria abbastanza ebete – gli occhi a padella e la mascella che toccava il suolo come succede a certi personaggi dei cartoni animati – per alcuni secondi (di troppo), prima di riuscire ad allungare una mano.

-Suppungo di sì… insomma, certo che sì. Si notava così tanto?-

Che domande idiote che faccio, a volte. Ma lui non si scompose più di tanto.

-Uno sguardo simile al suo l’ho visto solo sul viso di Jack di Titanic quando guardava Rose-

Ecco, come volevasi dimostrare, avevo fatto un’ottima impressione.

A quel punto ammetto che non c’era nulla di meglio da fare che ringraziare il benefattore e fuggire via, con ancora il viso in fiamme. Ancora oggi, se a tratti ci penso, mi viene voglia di esiliami a tempo indeterminato in un bunker di merendine. E ancora oggi ripenso a quante volte, ad ogni nuovo biscotto, mi veniva sempre in mente l’immagine di quel viso squadrato e il sorriso nonostante tutto affabile e gentile, i capelli neri e corti ed un paio di incredibili occhi grigio-azzurri. Lo vedevo quasi in abito elegante, seduto davanti alla scrivania di una qualche impresa importante, anche se in realtà non avevo fatto caso a come fosse effettivamente vestito.

E inoltre… oh, ma a che serviva fantasticare? Era stato solo un uomo gentile come tanti altri ne avevo incontrati, non c’era motivo di costruirsi tutte quelle storie sul suo conto. E oltretutto, non l’avrei neanche più rivisto, giusto?

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Salve a tutti e benvenuti a questo tentativo di stesura di uno dei miei primi racconto esclusivamente romantici in assoluto (o perlomeno in buona parte).

L’introduzione probabilmente è un po’ corta e lascia ancora molte domande, descrizioni da completare e punti irrisolti, ma abbiate fede: tutto arriverà a tempo debito! Questo capitolo serve più che altro a presentare la nostra protagonista e dare un’idea del tono “spensierato” che vorrei dare alla narrazione, spero possa essere di gradimento :)

Che altro dire? Ringrazio chi vorrà leggere e magari darmi un parere su questa piccola introduzione ;)

 

   
 
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