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Autore: NaomyK    12/12/2016    0 recensioni
Storia partecipante al contest ''Il mix perfetto'' indetto sul gruppo facebook Il Giardino di Efp.
Una cascata incessante di neve ricopre il parabrezza dell'auto di Noah, che inizia a chiedersi se la sua vecchia carriola riuscirà a riportarli in salvo. L'aveva detto lui che con quella bufera sarebbe stato meglio rimanere in casa, altro che avventurarsi in quella maratona di shopping infernale! Ovviamente l'idea non è stata sua, figurarsi; solo ad una sconsiderata come Martha, la moretta accomodata sul sedile del passeggero, potrebbe venire in mente un'idea simile.
E sapete com'è, no? Se Martha Lace dice di voler andare sulla luna, allora Noah Adams gliela porta.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CONTEST.ONESHOT Storia partecipante al contest ''Il mix perfetto'' indetto sul gruppo facebook Il Giardino di Efp.


Christmas waiting



 




Una cascata incessante di neve ricopre il parabrezza dell'auto di Noah, che inizia a chiedersi se la sua vecchia carriola riuscirà a riportarli in salvo. L'aveva detto lui che con quella bufera sarebbe stato meglio rimanere in casa, altro che avventurarsi in quella maratona di shopping infernale! Ovviamente l'idea non è stata sua, figurarsi; solo ad una sconsiderata come Martha, la moretta accomodata sul sedile del passeggero, potrebbe venire in mente un'idea simile.
E sapete com'è, no? Se Martha Lace dice di voler andare sulla luna, allora Noah Adams gliela porta.
«Manca molto?» Gli chiede, puntandolo con gli occhi smeraldini che prendono a scrutarlo da dietro gli occhiali tondi.
Noah, che per colpa della nebbia e della neve identifica a malapena persino il movimento oscillatorio dei bracci del tergicristallo, si limita a sollevare le spalle
«Non ti saprei dire, dovrebbe esserci un cartello stradale da qualche parte..»
Martha sbuffa. Ma come pretende, quello sciocco, di riconoscere la segnaletica con un tempo del genere?
«Ti faccio notare che vedi a malapena la punta del tuo naso» ella alza il proprio, ricoperto da una leggera spruzzata di lentiggini - diciotto per l'esattezza, una volta Noah si permise di contarle, quando s'addormentò sul divano di casa sua - e si lascia scappare un leggero sospiro, con l'aria di una che sente d'avere a che fare con un idiota.
«Ed io ti faccio notare che se siamo bloccati in questa tempesta, la colpa è solo tua. Dunque cerca di fare un po' meno la saputella» la canzona «..e so che ti risulta impossibile, ma dovresti provarci una volta o due» aggiunge.
Il collo di Martha scatta in direzione dell'amico, che non ha bisogno di distogliere gli occhi dalla strada per sentirsi addosso lo sguardo inceneritore della permalosa «Chi è che ieri ha dormito tutto il giorno, eh?! Se tu avessi accettato di accompagnarmi anziché poltrire, in questo momento saremmo al calduccio. E' colpa tua quanto mia, cocco
»
«Ti ricordo che siamo usciti unicamente perché tu, cara mia, hai deciso che era necessario andare al centro commerciale per comprare delle cianfrusaglie!»
Martha è indignata
«Pensi che mi sarei presentata a mani vuote, la vigilia di Natale, da tuo cugino che è stato così carino da invitarci qui? E guarda che tra queste cianfrusaglie c'è anche il tuo regalo, sai?»  
Noah s'azzarda a distogliere gli occhi dalla strada, improvvisamente interessato al contenuto della busta che l'altra custodisce gelosamente tra le braccia
«Ah sì? E cos'è, un coupon per una notte di sesso natalizio con la quattrocchi più carina dell'Inghilterra, forse?» Ammicca lussurioso, e se Martha non lo conoscesse da anni e non sapesse che è un completo idiota, s'offenderebbe pure.
Ignorato totalmente lo squallidume della battuta, gli lancia un'occhiata lasciva
«Non te lo dico»
«Ah no? E allora lo scopro da solo» dopo il breve avvertimento, che Martha riesce ad intercettare incrementando la stretta sulla busta, Noah allunga un braccio nella sua direzione, tentando di portargliela via.

E Noah, che per ottenere un po' di muscoli deve aver dato via una grande quantità di materia grigia, proprio se lo dimentica di essere occupato in una mansione più importante: la guida.
O forse è Martha ad averlo distratto, la moretta presuntuosa che tre anni prima si trasferì con i genitori nel suo stesso quartiere, facendogli totalmente perdere la testa. Piombò nella sua vita con una cascata di capelli color castagna, il sorriso più incantevole del mondo e la sua abituale voglia di fare. Non si ferma mai, Martha; ha sempre qualcosa da programmare, da dire, da imparare. La secchioncella più adorabile che si potrebbe mai avere la fortuna di incontrare, nonché una delle poche ragazze che non è caduta alla mercé di Noah, guadagnandosi un posto nella breve lista di persone che egli rispetta e diventando l'amica più cara che abbia mai avuto. Che poi quest'ultimo abbia un debole per lei è di dominio pubblico, meno che a Martha stessa, che si suppone lo veda come un fratello.
Anzi, per lei è praticamente suo fratello. Una volta, pensate un po', gli chiese addirittura di andarle a comprare degli assorbenti, e voi credere che una ragazzina innamorata lo farebbe mai?! Potrebbe, se si tratta di Martha Lace.
Perché Martha Lace potrà anche essere un insopportabile impiastro, un indifendibile scassa palle ed un intollerabile sapientona, ma rimane comunque diversa.
Martha Lace, ragazzi miei, è il metro e sessanta più straordinario su cui Noah Adams ha avuto la fortuna di posare gli occhi.
E forse è proprio perché i suoi occhi sono un po' troppo su di lei, che non fa caso alla strada particolarmente sdrucciolevole, o che la neve ha iniziato a cadere più forte, o che stanno per schiantarsi contro un pino.
Solo Martha, che nel frattempo tenta di allontanare il suo saccheggiatore, si degna di posare gli occhi sulla strada che l'altro sta trascurando, rendendosi conto che stanno finendo fuori pista «Noah, attento cazzo!» Gli sbraita, ed è solo grazie ai suoi riflessi pronti, allenati per anni dalla carriera liceale di quarterback , che egli riesce a riprendere il controllo della guida ed a frenare seppure, purtroppo, schiantarsi contro l'albero che gli serra il passaggio.

Gli attimi dopo sono un po' confusi, solo una gran puzza di bruciato e del fumo nero che offusca l'aria circostante.
«Martha!» Preoccupato, Noah si affretta a controllare che stia bene. Ed è così, la mora si massaggia la testa con l'aria di una che ha preso una gran bella botta.
«Stavo meglio prima di sbattere la testa contro il cruscotto, ecco. E tu?»
«Adesso che vedo quant'è brutto e grosso il tuo bernoccolo decisamente meglio» la prende in giro divertito, senza distogliere gli occhi dalla protuberanza dell'infortunata
«Fottiti» contrattacca «la macchina come sta?»
E' il fatto che Noah ci metta un po' a rispondere a farle temere il peggio, sopratutto perché si gela e perché non vede l'ora di tornare nello chalet di montagna di Tom, cugino di Noah, che ha ospitato entrambi per le vacanze di Natale

«Diciamo che ha visto giorni migliori
» prova a metterla in moto più volte, ma in risposta riceve solo un rombo fastidioso. Impreca e sbatte le mani sul volante, premendo involontariamente il clacson che echeggia nell'aria. Almeno quello funziona, no? «Vado a dare un'occhiata» scende dall'auto, solleva il cofano anteriore e finge di capirci qualcosa. Martha alza gli occhi al cielo, iniziando già a comporre il numero del servizio di soccorso stradale, ne avranno di sicuro bisogno.
Il biondo torna infatti qualche minuto dopo, sguainando bandiera bianca
«Ho scoperto due cose» la informa una volta tornato in macchina «fa un freddo cane» ed a questo punto si alita sulle mani sprovviste di guanti, pensando ingenuamente di riuscire a riscaldarle «e l'olio di motore puzza da morire
«E la conclusione è?»
«Che ho delle caramelle al limone dentro la tasca, ne vuoi una?
» Martha, seccata, gli strappa dalle mani il dolciume, liberandolo dalla carta che lo intrappolava. Il sapore è acre e dolciastro, un po' come quell'imprevisto è per Noah; acre, come l'idea di dover trascorrere la vigilia di Natale a km dalla civiltà e dolce, come la compagnia che gli è stata concessa «hai già chiamato i soccorsi?»
«Sì» risponde l'altra dopo aver finito di masticare «e non saranno qui prima di domattina. Hai qualcosa da dire a tua discolpa?!» Martha si acciglia, incrociando le braccia. Se solo potesse rimanere arrabbiata con lui per più di venti minuti, a quest'ora neppure si parlerebbero più.
«Io no, ma tu puoi iniziare con il ringraziarmi. Passerai una notte con questo bel fustaccio» Noah le ammicca in modo spropositamente fastidioso, ponendo la moretta davanti a due decisioni: distogliere lo sguardo o picchiarlo a sangue.
«Avrei dovuto sentire mia madre ed andare a trascorrere le vacanze con lei ed il suo compagno a Parigi, perché non le do mai ascolto?!» Si rimprovera, disperata, facendo scorrere le dita affusolate tra i ricci castani, con l'aria di una che sta per strapparsi via tutti i capelli
«Per fotografarli mentre limonano davanti alla Torre Eiffel? Se ti diverte..
» Da questa prospettiva, in effetti, qualsiasi bufera di neve sarebbe meglio.
Martha si lascia andare sul sedile, le palpebre chiuse ed il respiro pesante.
Si gela.
Sì, vorrebbe proprio essere a Parigi in questo momento, magari al calduccio, a rompere la crosta di una creme brulée in una prestigiosa caffetteria di fronte a Saint Michel.
A quel punto, magari, arriverebbe l'uomo della sua vita e dopo averle detto che ha un sorriso splendido le avrebbe anche pagato il conto. Oh, di sicuro sognare costa meno a lei di quanto quel week end in Francia sia costato alla madre. E' senza alcun dubbio felice per lei, e le deve tanto, ma non riesce a spiegarsi come abbia fatto a farsi accalappiare da un idiota del genere. Non ha mai avuto fortuna con gli uomini. Prima il padre di Martha, William, uno stacanovista con la passione per le segretarie trentenni ed il denaro. E poi Jeff, un buono a nulla che passa la sua vita a bere caffè e poltrire davanti alla tv. Non se l'è lasciato dire due volte, è partito alla volta della
Francia con la sua fresca mogliettina; con viaggio, ovviamente, completamente pagato dalla medesima.
Martha sospira, sua madre è felice con lui, ma se il prezzo da pagare per la felicità è la perdita della propria integrità di donna e, come se non bastasse, gran parte del proprio stipendio crede proprio che ne farà a meno.
C'ha provato, eh! Non credete che Martha Lace non ci abbia mai provato, perché l'ha fatto eccome!
E' uscita con un bel po' di ragazzi, e con alcuni di essi sembrava addirittura stesse funzionando.
Sì, stava funzionando, ma solo per i primi venticinque minuti: poi Martha si annoiava e loro finivano nel dimenticatoio. Tipico delle ragazze come lei, possono avere tutto ed allora non vogliono più nulla.
Assorta nei suoi pensieri, neppure si rende conto del peso ingombrante di un paio di occhi che la scrutano come se non vi fosse nulla di più interessante da guardare.
Apre i propri e trova Noah, con lo schienale del sedile comodamente reclinato, che la guarda.
Martha inarca un sopracciglio, visibilmente stranita
«Ma cosa stai facendo?»
Noah, non preoccupato dal fatto di essere stato colto in flagrante, ridacchia
«Aspetto che ti innamori di me» risponde «non è ovvio?»
Martha alza gli occhi al cielo, intenerita
«Se solo avessi tenuto la bocca chiusa un altro paio di minuti, ci saresti riuscito»
Noah fa spallucce
«Il tuo sarcasmo da femme fatale non ti scalderà, bimba» e a questo punto si avvicina al viso di ella, armato del sorriso sornione che lo caratterizza «ma io sì»
Martha, per nulla impressionata, schiocca la lingua contro il palato
«Oh mio piccolo, dolce, Noah.. quando imparerai?» Scuote la testa lentamente e con aria di rimprovero, proprio come farebbe una madre con il proprio bambino. «Non fare il malandrino con me, o questo Natale avrai solo carbone» per nulla preoccupata dalla pericolosa vicinanza dell'amico, ecco che tira fuori un pacchetto decorato con della carta da regalo blu ed un grazioso fiocco arancione al centro «manca ancora qualche ora alla mattina di Natale, ma visto che questa attesa sembra interminabile, tanto vale..» anticipa, porgendoglielo «buon quasi-Natale, Noah Adams!»
Noah non se lo fa ripetere e spacchetta il dono con la stessa foga di un marmocchio, trovandosi davanti un libro. Non può far a meno di ridere quando legge il titolo: 
Le donne e come conquistarle. Guida per incapaci. «Davvero divertente. L'hai rubato dal comodino del tuo ex fidanzato?»
«No, lui la sua copia la custodisce gelosamente, ne ho comprata una tutta per te. Che c'è, non ti piace?» Martha si finge dispiaciuta, sporgendo in avanti il labbro inferiore. Questo scherzetto ben riuscito le ha fatto tornare il buon umore «Guarda che quella libreria non permette rimborsi!»
Noah, che pensava che Martha l'avrebbe risparmiato almeno per Natale, alza gli occhi al cielo. E' tanto bella quanto insopportabile. 
«No, non mi piace affatto. Anzi, mi trovo addirittura in difficoltà.. mi chiedo se sia ancora il caso di darti il mio regalo»
Gli occhi di Martha si illuminano ed ella batte le ciglia lunghe, visibilmente curiosa 
«Mi hai preso un regalo?» La domanda, per qualche motivo, arriva alle orecchie di Noah come un qualcosa di fastidioso; perché tanto stupore? E' ovvio che le avrebbe fatto un regalo.
«..Ti sorprende?» Noah ha messo il broncio, proprio come fa ogni qualvolta qualcosa non gli va a genio. Martha non si risparmia mai dal ricordargli che è un eterno bambino.
Ride «Un po', pensavo che mi avresti fatto un biglietto di Natale con incollate sopra donne nude ritagliate da qualche rivista porno, al massimo.»
Noah si lascia andare in una risata e, per qualche attimo, si dimentica che dovrebbe essere offeso
«Guarda guarda, sembra proprio che quella che ha fatto all'altro un regalo di cattivo gusto sei stata tu. Cos'hai da dire a tua discolpa?»
«Che non mi aspettavo nessun regalo da parte tua e che non ho ancora verificato che il tuo non sia altrettanto squallido»
Noah aggrotta la fronte
«E perché no?»
L'altra, infastidita dalla permalosità dell'amico, fa compiere alle iridi un giro completo
«Perché non è da te. Ed adesso forza, molla l'osso!»
Noah sbuffa e, dopo aver infilato una mano nella tasca del cappotto beige, tira fuori una piccola scatolina un po' ammaccata: deve averla schiacciata senza volere. Martha sbatte le palpebre incredule, possibile che Noah le abbia fatto un vero regalo di Natale? Lo stesso Noah che ha dimenticato il suo compleanno per ben due anni consecutivi? Le sembra incredibile.
Per carità, le sue dimenticanze non sono dovute a cattiveria o ad uno scarso grado che Martha occupa nella sua vita - chiunque, infatti, potrebbe affermare che nessuno siede un posto più alto di lei! - ma alla poca importanza che Noah affibbia a questo genere di cose.
«Allora?» Noah la riporta alla realtà «non lo apri?»
Martha, che fino a quel momento aveva fissato il pacchetto con sospetto, lo afferra con cautela per poi liberarlo dal nastro dorato che lo incatenava. E' un movimento lento, ipnotico, sembra quasi che non voglia scoprire cosa si cela al suo interno per non far cessare la magia.
Oh, ma quale magia?!
Lui è pur sempre Noah Adams e lei possiede pur sempre un intelletto abbastanza sviluppato da capire che, lì dentro, si nasconderanno al massimo un paio di mutandine.
Ed invece non è così.
Quando si ritrova davanti un piccolo cofanetto, non più grande del palmo di una mano, si rende conto di essersi sbagliata. Dal coperchio trasparente può scorgere una collanina decorata unicamente da un pendente che ritrae un quadrifoglio, e nella sua mente inizia ad apparire, nitida e tenera, l'immagine dell'amico che si reca in negozio ad acquistarlo per lei ed a sua totale insaputa. 
«Noah..» mormora, scioccata «..non me l'aspettavo, ti ringrazio»
Noah, che si è goduto la scena senza perdersi neppure un respiro, sorride soddisfatto: sapeva che le sarebbe piaciuta.
«Solo perché sei il mio portafortuna, stellina»
Si apre in un sorriso e gli si getta al collo, abbracciandolo come fa di rado. Adesso quello sorpreso è lui, e non può fare a meno di esitare qualche istante prima di ricambiare la stretta.
«Adesso però mi sento in colpa, io non ho un vero regalo per te..» Martha è dispiaciuta, il ragazzo glielo legge nelle iridi verdi, sebbene le lenti dei suoi occhiali si siano appannati per via del freddo. Se possibile, è persino più carina così: fragile come poche volte, con le gote rosse per il freddo ed il fumo bianco che, ad ogni respiro, le attraversa le labbra carnose per via del freddo. Il telefono di Martha vibra e lui riesce a scorgere il destinatario del messaggio: è la polizia stradale, riusciranno ad essere da loro tra pochi minuti.
«Non ha importanza, quel libro starà benissimo nella mia libreria, e forse un giorno mi spingerò addirittura a leggerlo» Tenta di scacciare l'imbarazzo innaturale che si è venuto a creare e, quando la moretta alza gli occhi nella sua direzione con aria dispettosa, capisce che c'è riuscito.
«Avrei dovuto regalarti una guida su come si riparano le auto, accidenti a me
«Potresti sempre ringraziarmi dandomi un bel bacio» si inumidisce le labbra, come a voler intingere le sue parole di ulteriore malizia «..anche se, a quel punto, avresti un doppio regalo. Ti sto viziando troppo.»
«O forse potrei darlo al guidatore del carro attrezzi che si sta avvicinando..» Noah scorge dallo specchietto retrovisore il suo salvatore, ed è indeciso se esserne lieto o meno «Forza, che aspetti? Babbo Natale è andato a letto da un pezzo!» Martha fa per scendere dall'auto, trotterellante e felice.
Noah lancia un'occhiata al suo orologio da polso: segna la mezzanotte e un quarto.
«Martha?» La chiama
«Sì?» Ella si volta di scatto, come se si aspetti qualche parola in più di quelle che sta per ricevere
«Buon Natale









  
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