13/12/2016
4 recensioniAutore: eleCorti/Elettra.C
Titolo: Vischi e un bacio inaspettato
Prompt: Vischio
Personaggi: Seiya, Saori
Coppia: Seiya/Saori
Genere: Romantico, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Titolo: Vischi e un bacio inaspettato
Prompt: Vischio
Personaggi: Seiya, Saori
Coppia: Seiya/Saori
Genere: Romantico, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Vischi e un bacio inaspettato
La neve cadeva a fiotti quella sera di Natale, ricoprendo il grande tempio – dalla casa di Aries fino alle stanze del Grande sacerdote – di fiocchi bianchi e canditi. La giovane Isabel di Tule, assieme ai suoi cavalieri, era appena giunta al Grande Tempio; quell’anno la giovane aveva deciso di festeggiare la festa del Santo Natale assieme ai suoi cavalieri, per questo motivo aveva deciso di andare in Grecia al suo tempio.
Lentamente – i vasti gradini che collegavano le case erano scivolosi a causa della neve – la giovane dea e i suoi prodi cavalieri salirono le scale che conducevano alla casa del grande sacerdote. Attraversarono, perciò, anche le dodici case, che erano vuote. Ciò significava che tutti erano già nell’ultima casa e aspettavano solo loro; erano, dunque in ritardo.
Dopo aver attraversato le case, e rischiato di scivolare a causa della neve, finalmente i prodi cavalieri di Atena e la loro dea giunsero al vasto portone della casa del grande sacerdote, che era chiuso. Bussarono, sperando che qualcuno aprisse loro.
“Ah, Atena finalmente è giunta!” esclamò un Gemini rosso in volto e con un bicchiere di vino rosso in mano. Doveva essere ubriaco, non poterono fare a meno di pensare gli ultimi arrivati.
“Salve Gemini, sono contenta ti sia ripreso dall’ultima battaglia...” Isabel chinò leggermente il capo, salutando il suo sottoposto. Si riferiva all’ultima battaglia che avevano affrontato contro Ade.
Uno a uno, i giovani protettori della dea Atena entrarono nella vasta sala, ricoperta per l’occasione da luci, vari addobbi, un grande albero che, con la punta, toccava il soffitto e da vari vischi appesi alle varie colonne in stile greco.
La giovane Isabel, guarda caso, si fermò proprio sotto uno dei tanti vischi appesi alle colonne; Pegasus era proprio di fronte a lei, avvicinatosi per chiederle se volesse da bere.
“Milady vuole qualcosa da bere? Sarete assetata... ” domandò il cavaliere delle tredici stelle. Si preoccupava sempre per la sua Isabel, ormai tutti lo sapevano.
“No, grazie Pegasus. Sono apposto così” rispose la giovane, arrossendo in volto. Si era accorta del vischio che pendeva sopra le loro teste.
“Pegasus...” lo richiamò, poiché – deluso – si era voltato per raggiungere i suoi amici.
“Guarda...” alzò gli occhi verso il vischio. Pegasus la imitò, accorgendosi di ciò che pendeva sopra le loro teste. Anche lui arrossì.
Abbassò lo sguardo verso la sua dea che, visibilmente imbarazzata, aveva abbassato gli occhi. Che anche lei stesse pensando la sua stessa cosa? Non poté fare a meno di chiedersi.
“Io...” si grattò i capelli castani, preso dal forte imbarazzo.
“Ecco... posso?” incrociò le dita, come un bambino che, imbarazzato, chiede qualcosa ai propri genitori.
“Sì” fu un flebile sussurro, ma il giovane cavaliere lo udì benissimo.
Accorciò le distanze tra lui e la sua dea, posò la mano sinistra sulla vita della giovane, increspò le labbra, chiuse gli occhi ed entrambi toccarono il cielo con un dito. Quel bacio era ciò che più avessero desiderato in vita loro. Entrambi erano innamorati l’uno dell’altro e, grazie a quel bacio, avevano finalmente potuto mettere da parte tutto, perché in quel momento erano semplicemente Isabel e Pegasus, due giovani profondamente innamorati l’uno dell’altra.
Lentamente – i vasti gradini che collegavano le case erano scivolosi a causa della neve – la giovane dea e i suoi prodi cavalieri salirono le scale che conducevano alla casa del grande sacerdote. Attraversarono, perciò, anche le dodici case, che erano vuote. Ciò significava che tutti erano già nell’ultima casa e aspettavano solo loro; erano, dunque in ritardo.
Dopo aver attraversato le case, e rischiato di scivolare a causa della neve, finalmente i prodi cavalieri di Atena e la loro dea giunsero al vasto portone della casa del grande sacerdote, che era chiuso. Bussarono, sperando che qualcuno aprisse loro.
“Ah, Atena finalmente è giunta!” esclamò un Gemini rosso in volto e con un bicchiere di vino rosso in mano. Doveva essere ubriaco, non poterono fare a meno di pensare gli ultimi arrivati.
“Salve Gemini, sono contenta ti sia ripreso dall’ultima battaglia...” Isabel chinò leggermente il capo, salutando il suo sottoposto. Si riferiva all’ultima battaglia che avevano affrontato contro Ade.
Uno a uno, i giovani protettori della dea Atena entrarono nella vasta sala, ricoperta per l’occasione da luci, vari addobbi, un grande albero che, con la punta, toccava il soffitto e da vari vischi appesi alle varie colonne in stile greco.
La giovane Isabel, guarda caso, si fermò proprio sotto uno dei tanti vischi appesi alle colonne; Pegasus era proprio di fronte a lei, avvicinatosi per chiederle se volesse da bere.
“Milady vuole qualcosa da bere? Sarete assetata... ” domandò il cavaliere delle tredici stelle. Si preoccupava sempre per la sua Isabel, ormai tutti lo sapevano.
“No, grazie Pegasus. Sono apposto così” rispose la giovane, arrossendo in volto. Si era accorta del vischio che pendeva sopra le loro teste.
“Pegasus...” lo richiamò, poiché – deluso – si era voltato per raggiungere i suoi amici.
“Guarda...” alzò gli occhi verso il vischio. Pegasus la imitò, accorgendosi di ciò che pendeva sopra le loro teste. Anche lui arrossì.
Abbassò lo sguardo verso la sua dea che, visibilmente imbarazzata, aveva abbassato gli occhi. Che anche lei stesse pensando la sua stessa cosa? Non poté fare a meno di chiedersi.
“Io...” si grattò i capelli castani, preso dal forte imbarazzo.
“Ecco... posso?” incrociò le dita, come un bambino che, imbarazzato, chiede qualcosa ai propri genitori.
“Sì” fu un flebile sussurro, ma il giovane cavaliere lo udì benissimo.
Accorciò le distanze tra lui e la sua dea, posò la mano sinistra sulla vita della giovane, increspò le labbra, chiuse gli occhi ed entrambi toccarono il cielo con un dito. Quel bacio era ciò che più avessero desiderato in vita loro. Entrambi erano innamorati l’uno dell’altro e, grazie a quel bacio, avevano finalmente potuto mettere da parte tutto, perché in quel momento erano semplicemente Isabel e Pegasus, due giovani profondamente innamorati l’uno dell’altra.