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Autore: Isabel_anita    13/12/2016    2 recensioni
Non mi resi conto che il semaforo era rosso. Come non mi resi conto che stava passando un camion a tutta velocità e che io...ero in mezzo. Un forte urto. Le urla disperate dei passanti ma io ne sentii uno,uno solo...riuscii a sussurrare il suo nome poi più nulla. Il buio più totale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo camminando tranquillamente per le vie di Mosca,con il mio solito andamento. Cappuccio e mani in tasca. Ero felice perche poco tempo prima avevo chiacchierato con Otabek in un bar vicino alla stazione. Con lui mi sentivo bene...con lui mi sentivo libero. Camminavo con il suo pensiero nella testa ed un sorrisetto ebete sul mio viso che si nascondeva a stento dietro allo sciarpone. Ero rosso come un pomodoro,anzi di più, le emozioni che lui mi faceva provare erano mie e mie soltanto,mi rendevano fragile ma in un modo piacevole,in un modo che non odiavo. I miei pensieri erano tutt'altro che puri ma mi consolavo auto convincendo mi che la nostra...era solo amicizia. Tirai fuori dalla tasca il telefono e la prima chat che vidi era la sua...parlavamo tutti i giorni ormai,non che mi dispiacesse. È venuto a Mosca per starci un bel po a detta sua,meglio aprofittarne. Rimasi a fissare la sua foto per molti minuti ed ormai il mio viso aveva provato tutte le gradazioni del colore rosso! Quando poi lo vidi...era li. In un vicoletto di fianco ad una caffetteria. In un primo momento mi stupii...perché era li? L'Hotel dove stava era dalla parte opposta..ma non ci pensai e gli corsi incontro! Uno scatto veloce,istantaneo...di chi è troppo felice per pensare. Ma me ne pentii. Stava baciando una ragazza. Una bellissima ragazza. A giudicare dai lineamenti probabilmente proveniva dal suo stesso paese...magari si conoscevano sin da piccoli...magari si amavano...io so solo che a quella vista rallentai fino a bloccarmi del tutto. Tremavo ma non per il freddo. Sentii un groppo in gola e un dolore al petto,un dolore straziante. Mi trattenni dal cadere in ginocchio. Ero messo male ma non cosi male... Non riuscivo a distogliere lo sguardo...con quella poca volontà rimasta indietreggiai piano piano,cosi piano che sembrava quasi non volessi farlo. Il telefono mi cadde dalle mani e il suono che fece toccando terra mi risveglio da quello stato di trans e a quanto pare pure Otabek lo sentì perché alzò lo sguardo verso di me...uno sguardo che non riuscii a sostenere...mi caddero una o due lacrime poi mi voltai e corsi via. Con la coda dell'occhio vidi solo i suoi occhi sgranati e l'espressione di chi non capisce cosa stia succedendo ma io...capii benissimo. Ero stato solo un passatempo. Un gioco. Passare il tempo con me...farmi ridere...lasciarmi piangere e farmi sfogare...cos'erano per lui? Cos'ero IO per lui?! In quel momento milioni di flashback mi inondarono la mente...paura,dolore e rabbia mi annebbiarono la vista. Mi facevo strada tra la folla sbraitando ed imprecando. Urlando e piangendo. Un atteggiamento decisamente troppo debole ma in quel momento non seppi che altro fare. Il mio orgoglio mi impediva di accettare la sconfitta. Mi impediva di accettare di aver perso contro quella ragazza o anche solo di accettare semplicemente che io volessi addirittura gareggiare contro di lei...ignorando che forse lei era di gran lunga più in vantaggio di me. Più matura...più forte. Mi tornó in mente una frase che Otabek mi disse quando ero piccolo e avevo appena perso una gara al campo di Yakov..."Chi perde cosa fa? Che domande!..si rialza e chiede la rivincita! Non esiste la sconfitta finché non ti arrendi!" stupido cervello...far pensare a queste cose in un momento simile...non posso chiedere la rivincita..non ora. Ho perso. Quello era solo lo stupido pensiero di un moccioso credulone...ed io non sono più un moccioso ne tanto meno un credulone. Mentre nella mia testa e nel mio cuore si dibattevano accesi conflitti arrivai ad un semaforo che...non mi resi conto fosse rosso. Come non mi resi conto che un camion stava passando a tutta velocità e che io...ero in mezzo. Un forte urto. Le urla delle persone intorno a me e l'ultima cosa che sentii fu un urlo...uno solo: YURII!. E l'ultima cosa che vidi fu il volto di Otabek,in ginocchio sul marciapiede,disperato...sofferente...con gli occhi sgranati e fissi su di me. Riuscii a sussurrare il suo nome poi più nulla. Il buio più totale. Mi risvegliai su un letto d'ospedale e con una serie di tubi collegati a me. Una mascherina sulla bocca per respirare ed innumerevoli bende sul mio corpo. Pensai "OK...è finita..il pattinaggio è finito." e mi scese una lacrima. Una sola. Le altre le avevo già terminate. Sentii Yakov che parlava con il dottore ma non capii bene le parole e di striscio vidi la vecchia Mila piangere seduta su una sedia. Erano tristi,afflitti,addolorati...ma nessuno era li con me veramente. Nessuno era come Otabek. Ma perchè fare quell'espressione se poi non si presenta nemmeno per vedere come sto? Era troppo persino questo?...tornai lucido e mi spostai la mascherina e provai ad alzarmi ma riuscii solo a sedermi e neanche un secondo dopo sento una persona da fuori chiamare il mio nome: "Yuri! Yuri,maledizione,mi senti?!" e spalancare la porta. Sussurrai:...O-otabek... Lui si lancio verso di me e mi abbracciò "Finalmente Yuri! Sono due settimane che dormivi! Sono stato qui giorno e notte ma tu...non ti svegliavi mai!.." lo staccai da me e piano gli dissi "non serve che fingi di preoccuparti...perché sei qui?" capii da solo che il mio tono era freddo e distaccato. "Yuri...io...lo so che la scena che hai visto ti ha spaventato ma ti assicuro che non conta nulla! Quella era solo una mia ammiratrice che non accetta il mio rifiuto! Lo giuro!" nuovamente risposi "E quindi?...perche dovrebbe importarmi?" rispose in un modo che non mi aspettavo "Perché tu mi ami e lo sai" diventai rosso...l'arroganza con cui disse quelle parole mi mandó in bestia! Erano cosi fastidiose,spudorate,stupide...e così dannatamente vere... Continuó a guardarmi intensamente,probabilmente in attesa di una risposta e tutto ciò che dissi fu dettato da un impeto di rabbia "E che cazzo ne sai tu?! Non lo sapevo nemmeno io fino a due settimane fa e avrei preferito non saperlo mai! Se l'amore fa cosi male...allora non lo voglio! È una sfida con cui non faccio altro che perdere! E poi io no-" non mi lasciò finire che mi bació ma non delicatamente...era un bacio appassionato,desideroso,caldo ma in qualche modo...anche doloroso. Ci staccammo dopo pochi minuti "Yuri...dico sul serio...vederti steso sulla strada mi ha ucciso...credimi se te lo dico...io.." non lo lasciai finire che gli chiesi: "...e tu?". " cosa?..." "tu mi ami? Dimmelo ora e se mi devi rifiutare fallo per bene ti prego. Non ne posso più." "si...ti amo anche io...da molto tempo..." lo baciai. Un azione dettata dal momento e fatta senza pensarci ma il mio...era un bacio delicato e leggero,degno di Agape. Lo abbracciai e dissi:" era necessario farmi aspettare cosi?! Non potevi dirmelo subito?!" di tutta risposta mi disse: "lo so ma quando decisi di dirtelo tu eri partito per il Giappone per inseguire Viktor ed io...io persi il coraggio e lasciai perdere...pensavo che tu...lo amassi" lo fissati per un attimo...sembrava cosi debole e fragile...non si era mai mostrato cosi davanti a me. Mai. Ero sempre io e mai lui. Mi abbracció nuovamente e mi strinse cosi forte che temevo mi sarei spezzato ma...in qualche modo mi sentivo meglio. Le mie ferite sembravano non esserci nemmeno...mi prese la mano e mi disse di chiudere gli occhi...sentii qualcosa di freddo attorno al dito anulare e quando aprii gli occhi vidi un anello. Bellissimo. Con un diamante incastonato sopra. Doveva essere costato un bel po e piangere era d'obbligo anche perche non riuscii a trattenermi quando vidi che lui portava lo stesso anello ma attaccato ad una catenina al collo...era così. Semplicemente bello. Il dolore di prima? Sparito. Era quella la mia rivincita? Chi lo sa...so solo che grazie a lui io sono tutt'altro che un perdente.
   
 
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